Categoria: ANMVI

  • Nuovi LEA, le scadenze della Commissione e delle Regioni

    sanitàdottfoglioEntro il 28 febbraio, la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea  dovrà formulare la sua prima proposta di revisione.
    Fra le novità più rilevanti dei nuovi LEA (che ancora non sono in Gazzetta Ufficiale) il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha sempre evidenziato la loro periodica revisione. Diversamente dai primi LEA- decisi nel 2001 e riformati a distanza di quindici anni- i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza contano su una Commissione nazionale di monitoraggio e di aggiornamento.

    La Commissione – istituita con decreto del 16 giugno 2016- terrà due riunioni plenarie, il 21 e il 28 febbraio.  Il nuovo organismo ha già iniziato a lavorare e sono stati costituiti tre gruppi di lavoro ( Adroterapia; Modifica dei 108 DRG potenzialmente inappropriati e Delisting delle prestazioni). Le prime proposte dovranno essere adottate entro il 15 marzo.

    Fitta l’agenda che attende la Conferenza Stato-Regioni quando, una volta che saranno stati pubblicati, i nuovi Livelli essenziali di assistenza prenderanno corpo. A pubblicare l’elenco è la stessa segreteria della Conferenza delle Regioni -Settore Salute e Politiche sociali.

    Con appositi Accordi sanciti dalla Conferenza Stato-Regioni  su proposta del Ministro della salute andrano definiti criteri uniformi per la individuazione di limiti e modalità di erogazione delle prestazioni demandate alle regioni e alle province autonome.

    Le scadenze dell’intesa sul Dpcm relativo ai livelli essenziali di assistenza (Lea)

  • Stalle collettive per gli allevamenti in zona sismica

    stallenevesismaMipaaf sollecitato a consentire le stalle collettive nel post sisma. Il Sottosegretario Castiglione: opzione offerta a molti allevatori, ma non accolta per difficoltà logistiche.
    “Bisognava realizzare delle stalle collettive, esattamente come furono realizzate in Irpinia”. L’on Adriano Zaccagnini ha rivolto una interrogazione urgente al Ministero delle Politiche Agricole sulla emergenza post sismica del settore zootecnico. L’interrogante ha chiesto, in particolare, chiarimenti riguardo alla possibilità di realizzare stalle collettive “che garantirebbero una cura pianificata di tutti gli animali e il ripristino della loro capacità produttiva”.

    Il Sottosegretario al Mipaaf Giuseppe Castiglione ha risposto che “attraverso le regioni sono state coordinate le diverse offerte di intervento compresa la messa a disposizione di strutture, anche collettive, utilizzabili per il ricovero di emergenza di animali appartenenti ad allevatori con stalle non più utilizzabili”. A questo proposito, il Sottosegretario oltre a precisare che “non esiste alcun vincolo sanitario a cui occorre derogare per attivare questa iniziativa”, questa possibilità temporanea è stata offerta a diversi allevatori, “ma non tutti l’hanno accettata, anche a causa di difficoltà di carattere logistico, soprattutto per quanto concerne il trasporto dell’alimentazione necessaria ad assicurare l’attività produttiva”.

    Bisogna lavorare – ha concluso Castiglione- affinché le regioni possano far fronte a tutte le richieste, dopo aver azzerato la burocrazia anche per gli interventi fatti dai privati e certamente accelerare la consegna delle strutture mobili da parte delle aziende impegnate nella loro costruzione”.

    Castiglione ha ricordato che dalle prime ore successive al Sisma del 24 agosto 2016, è stato attivato un coordinamento per la gestione degli interventi di soccorso agli allevamenti e agli animali, sotto l’egida della DICOMAC (Direzione di comando e controllo), presso la sede di Rieti dell’IZS del Lazio e della Toscana. Alla DICOMAC hanno partecipato subito anche dirigenti del Ministero della salute e del MIPAAF “per assumere le decisioni necessarie a gestire l’emergenza, in particolare quella relativa ai fabbisogni degli allevamenti zootecnici, compresa la gestione dell’alimentazione, delle mungitrici mobili, dei gruppi elettrogeni per l’alimentazione dell’energia necessaria al funzionamento delle apparecchiature e ogni altra occorrenza”.

    Zaccagnini, che si è dichiarato soddisfatto della risposta, ha puntualizzato che la sequenza drammatica di terremoti che ha colpito il centro Italia, da agosto 2015 ad oggi, ha causato ingenti perdite all’agricoltura di montagna e agli allevamenti con la morte di moltissimi animali. A causarne spesso il decesso è stato il crollo delle stalle o l’assenza di ricovero, a cui si somma, in vari casi, l’impossibilità di poter garantire l’alimentazione del bestiame. Le difficoltà hanno colpito in particolare aziende agricole del Centro Italia, che hanno informato le autorità e richiesto aiuti in tempi brevi all’esercito, anche per superare gli effetti dell’ultima imponente nevicata.
    Sono circa 3 mila, con oltre 100 mila animali tra mucche, pecore e maiali coinvolti… gli animali sono rimasti nelle campagne terremotate dove a distanza di 5 mesi dalle prime scosse si registrano pesanti ritardi ed inefficienze burocratiche con le difficoltà che si aggravano con il maltempo.

  • Adottare un cane? La Regione: diffidate delle staffette

    bambinocaneAcquistare o adottare un cane, purchè consapevolemente. La Regione Emilia Romagna lancia una campagna informativa.
    L’iniziativa rientra nelle azioni previste dal Piano Regionale per la Prevenzione 2015-2018, e in particolare nel progetto “La prevenzione del randagismo attraverso campagne informative di sensibilizzazione”. A darne notizia oggi è Giuseppe Diegoli, Responsabile dell’Area Sanità Veterinaria e Igiene degli Alimenti della Regione.

    Materiali on line- Il materiale si compone di un video che promuove l’adozione di un cane dai nostri canili regionali e una brochure “Guida all’adozione e all’acquisto consapevole di un cane” scaricabili on line. In particolare, la guida offre indicazioni e consigli per orientare la scelta: quale cane scegliere sulla base del tempo che si ha a disposizione o del tipo di ambiente domestico di cui si dispone, o ancora su quale taglia orientarsi, se optare per un maschio o per una femmina e altro.

    Acquisto – Nel caso si voglia acquistare un cane, la Regione precisa che “è necessario rivolgersi ad allevatori e negozi riconosciuti e registrati presso i comuni, il cane deve essere già dotato di microchip e avere con sé il libretto sanitario”. Il microchip “testimonia che l’animale è stato registrato alla Anagrafe regionale degli animali di affezione, un sistema informatizzato in cui sono registrati cani, gatti e furetti presenti sul territorio e dove si trovano informazioni utili su normativa, veterinari accreditati, canili e tanto altro.

    Adozione– Un consiglio su tutti è quello di diffidare delle cosiddette “staffette” o degli annunci su Internet riguardanti trovatelli o abbandonati da fuori regione perché spesso si tratta di commercio illegale di animali che provengono dall’estero e che arrivano in Italia tra sofferenze e senza garanzie sanitarie. Se si desidera un cane – prosegue la nota regionale- è bene sapere che in Emilia-Romagna sono presenti 66 canili in cui si trovano migliaia di cani curati, dotati di microchip e sterilizzati, che aspettano solo di essere adottati.

    Nei canili- Al 31 dicembre 2015, ultimi dati disponibili, erano 5401 i cani presenti nei canili della regione, 7209 nel 2012, a testimoniare come il numero si sia sensibilmente ridotto, anche se risulta ancora considerevole l’ammontare delle rinunce; nel 2015 le rinunce di proprietà erano circa un migliaio, quasi un decimo sul totale degli ingressi nei canili regionali. (fonte)

  • Controlli ufficiali: regolamento al voto in Commissione ENVI

    europa 300x199E’ la voto della Commissione ENVI la posizione del Consiglio sul Regolamento europeo che riforma la disciplina comunitaria dei controlli ufficiali.

    La Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) vota oggi, in seconda lettura, la posizione del Consiglio europeo sul Regolamento Controlli Ufficiali. Relatrice l’eurodeputata Kadenbach Karin.

    Se approvata, l’odierna risoluzione legislativa incarica il Parlamento Europeo di procedere, d’intesa con Consiglio, alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del Regolamento  relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sulbenessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari.

    pdfPROGETTO_DI_RACCOMANDAZIONE_IN_SECONDA_LETTURA.pdf157.53 KB

    pdfPOSIZIONE_DEL_CONSIGLIO_SUL_REGOLAMENTO_CONTROLLI_UFFICIALI.pdf1014.85 KB

  • H5N8, territori nazionali nell'elenco europeo delle zone di restrizione

    tacchino da carneDefinite, a livello di Unione e in collaborazione con l’Italia, le zone di protezione e sorveglianza istituite nel territorio nazionale. Esaminate le misure adottate dall’Italia dopo i focolai di H5N8 in Veneto, la Commissione Europea ha pubblicato la Decisione di Esecuzione (UE) 2017/155 del 26 gennaio che inserisce le zone di protezione e sorveglianza istituite nel territorio nazionale nell’Allegato della decisione di esecuzione (UE) 2016/2122.

    L’Italia ha notificato alla Commissione la comparsa di focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N8 nel proprio territorio in aziende in cui sono tenuti pollame o altri volatili in cattività e ha adottato le misure necessarie prescritte dalla direttiva 2005/94/CE, compresa l’istituzione di zone di protezione e sorveglianza intorno a tali focolai.

    Prima di allora, l’Italia non era fra gli Stati Membri elencati dalla decisione di esecuzione (UE) 2016/2122.

    La Commissione ha esaminato le misure adottate dall’Italia (e dagli altri Paesi interessati da focolai ad alta patogenicità)  in conformità alla direttiva 2005/94/CE e ha potuto accertare che i confini delle zone di protezione e sorveglianza istituite dalle autorità competenti di tali Stati membri si trovano a una distanza sufficiente dalle aziende in cui è stata confermata la presenza di un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N8.

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    DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2017/155 DELLA COMMISSIONE del 26 gennaio 2017
    che modifica l’allegato della decisione di esecuzione (UE) 2016/2122 relativa a misure di protezione contro i focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N8 in alcuni Stati membri

  • Detection dogs per monitorare la fauna e le specie aliene

    Dog sniffing snail webCatalogazione dei dati faunistici e miglioramento delle prove cinotecniche di selezione al centro dell’accordo ENCI- ISPRA.

    “La ricerca scientifica e la protezione faunistico ambientale hanno oggi dei grandi alleati rappresentati dai cani e dai loro conduttori”. Lo dichiarano ENCI e ISPRA che firmano un comunicato dopo la firma dell’accordo presentato il 26 gennaio a Milano.

    L’utilizzo dei cani per la ricerca scientifica rappresenta un supporto di grande valore funzionale. Tuttavia il valore del cane in azioni di monitoraggio e conservazione della fauna è una acquisizione recente, secondo l’ENCI che, insieme all’ISPRA, evidenza come le unità cinofile  possano essere utilizzate sia come monitoratori di fauna di pelo e di piuma, sia come detection dogs di specie aliene.  Spesso i metodi tradizionali di rilevamento di specie aliene particolarmente dannose (es. insetti, fauna alloctona etc), come l’osservazione o il trappolaggio, risulta difficoltosa per lo sforzo umano richiesto, ed i risultati sono deludenti. L’utilizzo dei cani con approfondite competenze in detection è più efficace e con costi sensibilmente ridotti.

    Per quanto riguarda, invece, il monitoraggio a scopo di censimento di specie di interesse, accanto alle unità cinofile da rilevamento pellets fecali, risultano utilizzabili con profitto e costi ridotti, ad
    esempio, cani da ferma, che consentono di rilevare ed osservare le specie oggetto di interesse mediante ferma a distanza, e quindi in maniera non invasiva.
    Cani, invece, con approfondite competenze in tracking, consentono di essere utilizzati per il rilevamento delle tracce e l’individuazione dei percorsi effettuati dai selvatici.

    L’impiego di cani specializzati in tracking, trailing e detection, può essere infine, un efficace strumento per supportare l’uomo nella lotta contro il bracconaggio. Le unità cinofile, opportunamente addestrate al lavoro su pista e traccia, sono altresì in grado di seguire una pista umana a partire dall’odore lasciato su trappole o dalle impronte sul terreno. Le unità cinofile specializzate in
    detection, possono essere addestrate, oltre che ad individuare specie protette o aliene, alla ricerca di armi occultate e munizioni.  (fonte)

  • Datamatrix per il farmaco umano come per quello veterinario

    drug bar codeIn Italia i farmaci sono “tracciati” con i bollini ottici sulle confezioni, un sistema che “non è più in grado di contrastare il fenomeno della contraffazione nel settore farmaceutico”.
    I senatori Luigi D’Ambosio Lettieri e Andrea Mandelli hanno sollecitato il Ministero della Salute ad applicare i codici Datamatrix anche al farmaco umano, ricordando che sono già impiegati per etichettare i farmaci ad uso veterinario. L’interrogazione dei senatori cita il decreto del Ministero della salute 17 dicembre 2007, riguardante “Modalità d’impiego del codice a barre sulle singole confezioni di medicinali ad uso veterinario immessi in commercio”.

    Il codice Datamatrix – sostengono i senatori- è lo strumento più idoneo a codificare le informazioni proprie di un prodotto e di una confezione e, quindi, per tracciare i farmaci, sostengono gli interroganti che ne chiedono l’adozione per contrastare con maggiore efficacia la contraffazione e l’illecita provenienza dei farmaci. Il codice Datamatrix consente l’identificazione univoca dei prodotti farmaceutici “attraverso i due dati più importanti, ovvero il numero del lotto e la data di scadenza”.
    La sollecitazione richiama anche gli adempimenti nazionali previsti dalla Direttiva 2011/62/UE, che prevede la verificabilità dell’autenticità dei medicinali messi in commercio, tramite identificativo univoco. L’Italia, che già dispone di un sistema di tracciatura, avrà tempo fino al 2025 per completare il passaggio dal sistema di tracciatura con i bollini al nuovo sistema dei codici.

    Il Datamatrix (ISO/IEC16022) – E’ un codice a barre a due dimensioni e a matrice, di forma rettangolare o quadrata, che può codificare una quantità di dati che varia da pochi byte a 2.335 caratteri alfanumerici e a 3.116 caratteri numerici fino a 1.556 byte; l’uso di questo codice non prevede il pagamento di royalty ed è libero da licenze. Per la sua capacità di codificare molti caratteri in una piccolissima dimensione, esso può avere molteplici applicazioni:  è largamente impiegato nel commercio dove è frequentemente usato per marchiare ed etichettare piccoli e grandi prodotti. In Italia, i codici Datamatrix sono già utilizzati da Poste italiane per tracciare la corrispondenza e dal Ministero dell’economia e delle finanze, quale strumento anticontraffazione per le buste paga.

      dal 2008, inoltre, essi sono

    considerato che:

    in Italia, altresì,

    considerato, inoltre, che

    preso atto che:

  • Sport equestri, rinnovati i vertici federali della FISE

    Marco Di PaolaL’assemblea elettiva della FISE ha eletto i vertici del quadriennio 2017-2020. I nomi del nuovo consiglio federale.
    Marco Di Paola, avvocato e imprenditore romano, è il nuovo Presidente della Federazione Italiana Sport Equestri per il quadriennio 2017/2020. Lo comunica la FISE dopo le elezioni del 23 gennaio alla presenza dei delegati societari e dei rappresentanti dei cavalieri, dei tecnici e dei proprietari.

    Il Consiglio federale sarà composto da: Giuseppe Bicocchi, Alvaro Casati, Vincenzo Gigli, Eleonora Di Giuseppe, Michele Mosca, Ettore Artioli, Grazia Rebagliati Basano,Giuseppe D’Onofrio – Rappresentante dei cavalieri, Luca D’Oria  – Rappresentante dei cavalieri proprietari, Stefano Busi – Rappresentante dei tecnici.
    Ezio Algarotti è stato eletto presidente del Collegio dei Revisori dei Conti.

    “È stata una galoppata veramente faticosa”- ha dichiarato Di Paola, citando il presidente uscente Vittorio Orlandi che “resta una grande risorsa per il nostro sport: ha traghettato la nave in mezzo al mare mosso, adesso io mi impegno a portarla in porto”- ha aggiunto.

  • AMR, ai vitelli colostro e latte di vacche in trattamento

    vitelloI vitelli alimentati con latte di vacche sottoposte a terapia antibiotica hanno maggior probabilità di espellere batteri resistenti attraverso le feci rispetto a quelli che non lo sono stati.
    E’ questa una delle conclusioni di un parere scientifico EFSA sul rischio di resistenza agli antimicrobici associata alla somministrazione di latte con residui di antimicrobici ai vitellini. Tale latte – precisa l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare- non è consentito per il consumo umano, ma è ammesso per nutrire i vitelli. 

    L’EFSA è stata incaricata di valutare il rischio di sviluppo di resistenza agli antimicrobici (AMR) in relazione all’alimentazione con colostro potenzialmente contenente residui di antibiotici e  all’alimentazione con latte di capi sottoposti a trattamento antibiotico. All’EFSA era anche stato richiesto di proporre soluzioni per mitigare gli eventuali rischi.
    Il trattamento di vacche da latte durante la cosiddetta asciutta e durante l’allattamento è prassi comune negli Stati membri dell’UE per prevenire e curare le infezioni della mammella (Penicilline, anche in combinazione con aminoglicosidi, e cefalosporine). I residui di questi medicinali, si legge nello studio dell’EFSA “diminuiscono con la durata dell’asciutta”.
    Il consumo di latte da mucche trattate con antimicrobico durante l’allattamento porta a una maggiore eliminazione fecale dei batteri resistenti agli antimicrobici dai vitelli.
    Lo studio EFSA analizza le possibili opzioni per limitare l’alimentazione di tale latte per vitelli e per mitigare la presenza di batteri resistenti nel latte crudo o nel colostro principalmente basate sulla inattivazione termica.

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    Risk for the development of Antimicrobial Resistance (AMR) due to feeding of calves with milk containing residues of antibiotics

  • Galletti: nessuna 'caccia al lupo' e lotta alle ibridazioni-truffa

    LUPONel nuovo Piano, “ventidue azioni per la conservazione del lupo e soluzioni sostenibili dei conflitti con l’attività umana”. Una risposta anche alle ibridazioni-truffa.
    La specie selvatica, dopo 46 anni di protezione assoluta, e’ tornata a popolare le nostre montagne, finendo per colpire greggi e mandrie. Per rispondere alle proteste degli allevatori, il 24 gennaio la Conferenza Stato-Regioni ha dato un primo via libera ‘tecnico’ a un piano che prevede fra l’altro un abbattimento controllato fino al 5% degli esemplari presenti sul territorio nazionale.

    Il documento prevede 22 misure per favorire la convivenza fra lupi ed attivita’ agricole. Si va dai recinti elettrificati a procedure piu’ rapide per i rimborsi agli allevatori nonche’ la lotta agli incroci tra cani e lupi. Ma la misura piu’ controversa e’ l’ultima, la 22/a. Prevede che, come estrema possibilita’, e in presenza di un piano regionale approvato dal Ministero dell’Ambiente, si possa abbattere un numero di animali fino al 5% della popolazione complessiva in Italia.

    L’approvazione definitiva del “Piano per la conservazione del lupo”, in sede politica, è prevista per il 2 febbraio, quando lo voteranno il ministro dell’Ambiente e i rappresentanti delle giunte regionali. Coldiretti parla di “primo passo importante per affrontare una emergenza senza precedenti”. Le associazioni animaliste invece ritengono che si tratti di una misura inutile e dannosa.

    Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, difende il provvedimento. “Il problema del lupo e’ ormai evidente. In certe zone la sua presenza e’ diventata un rischio per le attivita’agricole, ci sono attivita’ che chiudono per la presenza di questi animali. Per questo ho messo intorno ad un tavolo 70 esperti, per affrontare la questione in modo scientifico”. Per Galletti, l’abbattimento di un massimo del 5% degli esemplari “non mette a rischio la presenza del lupo in Italia. Se non facciamo questo, il bracconaggio diventera’ lo strumento di tutela degli agricoltori. E allora davvero la sopravvivenza del lupo sara’ a rischio”.

    La truffa dei cani incrociati con lupi americani-  Il nuovo Piano “pone la massima attenzione sulla problematica dell’ibridazione prevedendo una serie di misure tecniche”- ha aggiunto Galletti, riferendosi alla Operazione ‘Ave Lupo’, coordinata dalla procura di Modena, che ha portato alla scoperta di 229 esemplari di “cane da lupo cecoslovacco” incrociati con lupi nordamericani ed europei e poi commercializzati in Italia. “Rafforzeremo a tutti i livelli, anche dunque in sede europea, il nostro impegno contro il commercio delle specie ibride, stringendo le maglie che oggi consentono di aggirare la legge italiana.
    “Salvaguardare il lupo in Italia – aggiunge il ministro – significa dunque anche potenziare azioni come quelle condotte dal Comando tutela forestale e ambientale, perché determinano un serio deterrente per i fenomeni criminali, in questo caso caratterizzati da una vera e propria filiera dell’illegalità”. “I pareri tecnico-scientifici dell’Ispra, decisivi per il buon esito dell’operazione, sono chiarissimi: gli effetti di azioni come quella scoperta – spiega Galletti – sono incontrollabili sotto il profilo genetico”.
    “A breve – conclude Galletti – sarà anche stipulato un protocollo d’intesa per l’applicazione della Cites con tutte le amministrazioni a vario titolo interessate da questa convenzione contro il commercio illegale delle specie animali tutelate”.