L’abbaiare costante, gli escrementi sulla strada, il guinzaglio che non c’è: crescono i problemi di convivenza – Il parere dell’esperto

BELLINZONA – Cani a passeggio senza guinzaglio, cani che abbaiano ripetutamente esasperando il vicinato a ogni ora del giorno e della notte, cani che fanno i loro bisogni su strade e marciapiedi e padroni che non li raccolgono. Sempre più cani in circolazione, sempre più problemi di convivenza. Ne sanno qualcosa i Comuni in cui le relative ordinanze – specifiche sull’animale o generali su questioni di ordine pubblico e tutela della quiete – sembrano non avere effetti. E allora gli avvisi non si contano più, con Municipi che arrivano anche alla minaccia della multa. «È una duplice questione di educazione e di responsabilità», spiega sollecitato dal CdT Nicola Gianini, esperto di zooantropologia e responsabile dell’Associazione Orion di Giubiasco, attiva nella promozione di attività educative e didattiche con l’ausilio di cani. Educazione: «Se il mio cane la fa su un marciapiede il minimo che possa fare è raccoglierla, ma stiamo parlando di una cosa ovvia».

E responsabilità: «Il cane ha bisogno di collaborare, e nel momento in cui gli mancano gli stimoli esprime il suo disagio ad esempio abbaiando costantemente». Così, analogamente a un bambino diventato problematico, anche il cane non può esprimere le sue esigenze e avrà una reazione di frustrazione, aggiunge Gianini a titolo di paragone. Quali sono, quindi, questi bisogni? «Il cane ha la necessità di fare delle passeggiate lunghe (non quelle di cinque minuti) e di partecipare a giochi di attivazione mentale per poter esprimere davvero le sue caratteristiche», risponde l’esperto di zooantropologia. Caratteristiche, quelle del cane, che oggi ignoriamo, ma che hanno un legame che parte da lontanissimo nel tempo. «Come essere umani se abbiamo sviluppato un certo di modo di gestire l’ambiente che ci circonda è grazie al cane», ricorda Nicola Gianini parlando di una storia lunga 40mila anni. Lui stesso, tramite uno studio presentato anche all’Università di Harvard, ha dimostrato che «una squadra sportiva, sia essa di calcio, hockey o basket, esprime sul campo delle strategie di collaborazione possibili solo grazie alle competenze sociali sviluppate tramite la relazione con il cane».

Purtroppo, aggiunge, «stiamo vivendo una fase storica in cui il cane è svalutato nei suoi valori e nelle sue infinite potenzialità». Il responsabile dell’Associazione Orion osserva che oggi «si tende a comprare un cane per le sue caratteristiche estetiche, o perché esso mi fa sentire integrato in un determinato ambiente». Ma in questo modo, ammonisce, la relazione con l’animale è assolutamente banalizzata. «È come comprare una Ferrari e andare a 5 all’ora: ma la Ferrari la si compra per andare veloce; e allo stesso modo se lavoro in ufficio e adotto un cane che ha bisogno di molto movimento ho sbagliato strada». Quel cane vivrà nella frustrazione. «Un cane ha bisogno di viaggiare, sia fisicamente che cognitivamente», conclude Nicola Gianini.

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