La città in estate si svuota e tra le conseguenze c’è inevitabilmente quella di un minor numero di persone che possono aiutare gli animali, sia selvatici sia domestici. I problemi sono tanti e sono legati essenzialmente al caldo e alla siccità. La fauna che vive accanto a noi, anche quella che non sempre è visibile, deve dunque fare fronte a molte insidie, una delle principali è la scarsità idrica. «Mettere a disposizione acqua, per esempio con una ciotola o una vaschetta d’acqua sul balcone, può essere di grande aiuto per i volatili – spiega Giovanni Giudici, presidente di Enpa Milano e guardia zoofila -. Per gli animali, sia selvatici sia domestici, sono estremamente pericolosi sia il sole sia il caldo, che possono condurli alla morte in breve tempo».

Trappola infernale

Non si finirà mai di dire, ad esempio, che gli animali non vanno mai lasciati in auto, neppure per periodi che consideriamo brevi. «Dal punto di vista giuridico – sottolinea Giudici – abbiamo l’ obbligo e la responsabilità di vigilare sui nostri animali con la stessa accortezza con cui si custodirebbe un minore. Ma al di là dell’aspetto legale bisogna farlo perché l’animale non è in grado di uscire da solo da certe situazioni in cui per distrazione lo abbiamo messo». Si potrebbe pensare che un cane lasciato in un’auto parcheggiata all’ombra non corra grandi rischi. Ma non è così. «Il sole gira e una zona che prima era in ombra in poco tempo può ritrovarsi in pieno sole – dice ancora il presidente dell’Enpa milanese – Basta un quarto d’ora per alzare la temperatura nell’abitacolo e portare un animale alla morte. Lo stesso rischio lo corrono gli animali lasciati soli sul balcone perché, per quanto abbiano più ventilazione, il sole cocente, magari senza un riparo e acqua a sufficienza, porta ipertermia e di conseguenza il rischio di una morte atroce».

Meglio in libertà

Come ci si comporta invece con animali randagi in cui possiamo incappare in città o nelle sue immediate vicinanze? «Bisogna innanzitutto accertarsi che l’animale abbia davvero bisogno nostre attenzioni – spiega Giudici -. Bisogna essere cauti, nessuna indifferenza ma neppure eccesso di solerzia. A volte soccorriamo animali creando situazioni di disagio per oro che si trovano spostati e in alcuni casi anche sottratti alle cure dei genitori. Spesso lasciarli liberi è la maggiore forma di sicurezza: nulla è più perfetto delle cure che un cucciolo riceve da un genitore, vale per gli animali selvatici in genere ma anche per i gatti randagi. Bisogna fare attenzione, soprattutto in campagna. Lepri, conigli e caprioli lasciano i loro piccoli incustoditi per molto tempo, in luoghi sicuri dove i piccoli si possono nascondere. Se ci capita di trovarli bisogna lasciarli lì’ perché la madre poi torna».

Non tutto quel che striscia…

Ogni tanto si sente parlare di serpenti avvistati in citta… «I rettili sono una categoria che purtroppo è invisa a molte persone, ne hanno paura e conseguentemente vedono un pericolo dove molte volte non c’è. E’ vero che ci si può trovare di fronte a qualche animale esotico di cui qualcuno ha voluto liberarsi. Ma molte richieste che riceviamo sono per bisce o altri invertebrati innocui che possono avere un comportamento che sembra aggressivo ma che in realtà non porta a pericoli per l’uomo e nemmeno per un bambino. L’unico rettile velenoso che abbiamo in italia è la vipera, facilmente riconoscibile dalla pupilla verticale, che però è raro trovare in città».

L’habitat metropolitano

Verrebbe da pensare che una metropoli come Milano non sia un habitat adatto per gli animali selvatici. Non è così. «Gli animali – evidenzia Giudici – sono molto opportunisti e trovano le loro nicchie e migliori soluzioni per condurre la loro vita. Anche in un aiuola, se ci sono situazioni favorevoli, a loro cambia poco che sia una città o una risaia. Ci stupiamo perché animali vivono in città, ma gli animali possono anche trovarla ospitale perché non riconoscono i palazzi come tali, per loro sono l’equivalente di scogliere o montagne».

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