Molti studi suggeriscono ci sia un legame tra la salute fisica e mentale dei bambini e la presenza di un animale in famiglia. Un’analisi smentisce questa idea.

SCOPERTE – È appena uscito quello che potrebbe in breve tempo diventare lo studio scientifico più impopolare degli ultimi anni. Secondo lo psicologo Jeremy Rand e i suoi colleghi, non c’è alcun legame tra la salute fisica e mentale dei bambini e la presenza di un animale domestico durante la loro crescita. La scoperta va contro la stragrande maggioranza della letteratura scientifica in quest’ambito, che agli animali domestici attribuisce meriti che vanno dal responsabilizzare i più piccoli e gli adolescenti fino al ridurre il rischio che si ammalino di asma, diventino obesi o sviluppino allergie. Solo pochi mesi fa, i ricercatori della Florida hanno mostrato che la presenza di un cane aiuta i bambini a gestire lo stress.

Eppure la nuova indagine pubblicata su Anthrozoos, che gli autori descrivono come la più ampia mai condotta (più di 2000 bambini con animali domestici, circa 3000 senza) ha trovato qualcosa di completamente diverso.

Impostare un esperimento nel modo migliore, in questo caso, è virtualmente impossibile, perché richiederebbe una situazione di questo tipo: monitorare dallo stesso momento e per un uguale periodo di tempo due gruppi di bambini coetanei, l’uno con animale domestico e l’altro no, per poi valutarne le condizioni di salute dopo 5, 10 o 15 anni.

Nella ricerca in questione, gli scienziati (tutti associati alla no-profit RAND, organizzazione di ricerca) si sono serviti delle analisi statistiche per valutare i due gruppi di bambini controllando anche per quei fattori che potrebbero contribuire alla salute e al benessere dei piccoli, ricadendo poi negli effetti attribuiti alla presenza di un cane o di un gatto. Fattori come nascere e crescere in una famiglia benestante, vivere in un contesto agiato e via dicendo.

“Tutti nel gruppo sono rimasti stupiti”, racconta in un comunicato Layla Parast, co-autrice del lavoro ed esperta di statistica, “ognuno di noi è cresciuto con cani e gatti. Avevamo semplicemente assunto, basandoci sulle nostre esperienze personali, che ci fosse una connessione”.

Un po’ come probabilmente fa chiunque di noi condivida la sua vita quotidiana con un amico peloso. Cani e gatti ci sono nei momenti difficili, “curano” la solitudine, riempiono le giornate e, specialmente con i primi, abbiamo instaurato un rapporto così antico e così unico nel suo genere che ci pare impensabile vederne smontati i benefici.

Eppure “non siamo riusciti a trovare evidenze che i bambini cresciuti in famiglie con cani o gatti stessero meglio in termini di salute fisica o benessere mentale”, prosegue Parast.

Dal questionario sottoposto ai partecipanti è emerso che in effetti i bambini in famiglie con animali avevano una miglior salute generale, pesavano un po’ di più e spesso facevano attività sportiva, diversamente dalle famiglie senza cani o gatti. Obbedivano di più ai genitori, che a loro volta sembravano meno preoccupati in merito al comportamento, alle abilità di apprendimento e all’emotività dei figli.

Nei bambini con animali domestici, tuttavia, era anche più elevato il numero di casi di ADD, sindrome da deficit di attenzione, o ADHD, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività – che si stima riguardi oltre il 10% dei bambini americani, ma viene diagnosticato con maggiore efficacia laddove ci sia una buona rete tra scuola, famiglia e personale sanitario che entra in contatto diretto con i bambini.

Quando i ricercatori hanno inserito altre variabili nell’analisi (oltre a quelle menzionate prima anche guadagni familiari, lingue parlate, tipo di abitazione: casa o appartamento) l’associazione tra la presenza di animali in casa e la miglior salute dei bambini è scomparsa.

In attesa di ulteriori studi, chi di noi è rimasto deluso può consolarsi nel frattempo con lo scetticismo espresso da alcuni esperti. Tra questi c’è Frans de Waal, che sulla sua pagina Facebook scrive: “Mi riesce difficile crederci. Il campione è ampio, ma non ho letto lo studio e mi domando quali siano state le misurazioni psicologiche condotte, oltre all’età alla quale i bambini avevano un animale domestico e per quanto tempo lo hanno avuto. Molti studi arrivano a risultati contraddittori”.

In un’intervista a Medical Research, Parast conferma che “tra le limitazioni dello studio c’è il fatto che non abbiamo informazioni riguardo al tempo che l’animale ha trascorso in famiglia e sugli esiti a lungo termine della salute dei bambini […]”, aggiungendo che l’intero gruppo di ricerca è estremamente pet-friendly, e incoraggia altri scienziati a condurre ricerche che valutino gli effetti a lungo termine.

“Ovviamente le nostre scoperte non vogliono dire che gli animali domestici non portano benefici, ma che il possesso di un animale domestico non ha gli importanti effetti positivi suggeriti da altri studi. Di certo esistono molti altri benefici: gli animali portano gioia e fanno compagnia. Ci sono molte altre ragioni meravigliose per accogliere un animale domestico nella propria vita, oltre a provare a migliorare la salute dei vostri figli”.

@Eleonoraseeing

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