aggressività

Ogni giorno leggiamo sulla stampa casi di aggressione di cani verso le persone. Oggi vorrei accompagnarvi con questo articolo verso la conoscenza del concetto di aggressività del nostro amico a quattro zampe…

Ogni giorno leggiamo sulla stampa casi di aggressione di cani verso le persone. Oggi vorrei accompagnarvi con questo articolo verso la conoscenza del concetto di aggressività del nostro amico a quattro zampe.

L’aggressività per molti viene vista come un problema o come una patologia invece è una componente normale del repertorio comportamentale di molte specie animali.

Nel cane esistono differenti forme di aggressività di cui vedremo cause e scopi diversi, ovviamente se abbiamo davanti un cane con iper aggressività sicuramente parliamo di un animale problematico.

Da oltre 15 anni mi occupo di cani aggressivi e la maggior parte delle volte ho notato che con una cattiva relazione famiglia-cane si hanno aggressioni rivolte ad un membro del nucleo familiare, con una cattiva socializzazione e gestione si hanno aggressioni rivolte verso estranei dal gruppo familiare, mai e poi mai ho visto cani aggressivi che il giorno prima erano ottimi animali da casa ed il giorno dopo totalmente impazziti. Il cane che impazzisce mi sembra una favola o meglio una giustificazione alla negligenza del proprietario.

Se la memoria non mi inganna vi ricorderete che negli anni ’70 erano presi di mira i Dobermann, come cani che impazzivano perché la loro scatola cranica era più piccola del cervello, e dopo 7 anni scoppiava e faceva impazzire il cane. Questa teoria fantascientifica non ha mai avuto fondamenti e riscontri scientifici. Infatti, andandoci per logica se il cervello dovesse scoppiare il cane morirebbe inoltre moltissime razze hanno una scatola cranica “piccola” (anche se termine non è appropriato) vedi i levrieri ed i collie.

Negli anni ’80 i media diedero lo scettro di “cane killer” ai pastori tedeschi, scrivendo pagine e pagine di aggressioni da loro causate.

In quegli anni la razza fu in auge, e moltissimi privati ed allevatori privi di competenze decisero

d’occuparsi dei loro accoppiamenti, non studiando le linee di sangue e non selezionando per carattere e salute ma per il semplice scopo di produrre dei cuccioli, così una buona percentuale dei cani erano simil pastori tedeschi o provenienti d’accoppiamenti a caso.

Negli anni ’90 le colpe vennero date ai rottweiler, e negli anni 2000 ai famosi pit bull, dando ad entrambe le razze una serie di interpretazioni comportamentali come nel dobermann “da bar” e non tecnico scientifiche, cosi etichettando dei mostri anziché dei cani duttili e validi come in realtà sono.

L’aggressività nel cane (normo comportamentale) si manifesta fin da subito durante i giochi con i fratelli e la mamma, sviluppando la necessaria gerarchia del branco ed imparando a conoscere le posture, gli atteggiamenti per cessare e controllare l’aggressività, assumendo la “postura di sottomissione”.

Nel cucciolone (dai 6 ai 12 mesi) e nel giovane cane (dai 12 mesi ai 18 mesi) l’aggressività si sviluppa per alcune precise ragioni che si protraggono anche in età adulta:

motivi di predominio o comunemente detto dominanza: per stabilire la scala gerarchica fra gli individui intraspecifici del branco ,per il buon funzionamento del branco,dando dei ruoli ad ogni individuo che ne fa parte;

motivi d’origine familiare: per il controllo e la gestione degli accoppiamenti durante il ciclo riproduttivo;

motivi d’origine sessuale: per la scelta del miglior riproduttore presente all’interno del branco;

motivi di preclusione alla fuga:  ogni via di scampo diventa impercorribile. Un esempio classico in etologia è “Cornered rad”,quando un topo è rinchiuso in un angolo senza vie di fuga, passa allo stadio di timore che lo porterà ad aggredire per poter fuggire;

motivi d’origine reattiva: quando un soggetto timido o pauroso aggredisce per prima al fine di celare la sua inferiorità, con lo scopo di far desistere l’avversario dalla sua azione;

motivi di difesa dell’ area protetta: nei confronti d’estranei intraspecifici.

Dopo aver analizzato in modo riassuntivo le motivazioni di un comportamento aggressivo vediamo di analizzare le varie tipologie di aggressività e le loro problematiche:

aggressività da dominanza/gerarchica/sociale rivolta verso  i proprietari;

aggressività da dominanza/gerarchica/sociale verso cani che vivono nella stessa casa.

I cani possono entrare in conflitto con altri individui con cui condividono il territorio proprio per una questione di leadership e spesse volte perché costretti a vivere in un territorio molto ristretto.

La gerarchia non è stabile, per cui un soggetto giovane, raggiunta la maturità sociale (entro i 15 mesi), potrebbe tentare la “scalata gerarchica” entrando in conflitto con l’altro cane più anziano che ricopre al momento attuale lo status di soggetto alfa.

Spesso, se lasciati fare, i due cani sanno gestirsi questi conflitti e decidere i rispettivi ruoli all’interno del branco. Se non si arriva ad una definizione dei ruoli ben chiara i conflitti possono susseguirsi nel tempo e diventare sempre più profondi fino all’uccisione, le femmine mostrano maggiore aggressività in questo ambito, arrivando anche a ferirsi gravemente o nei peggiori dei casi ad uccidere uno dei due.

Spesso è l’intervento del proprietario che peggiora le cose perché non ha ben chiaro il loro ruolo gerarchico e perché interviene come se dovesse rimproverare un essere umano e non un cane.

Aggressività tra cani dello stesso sesso che non vivono insieme:

l’aggressività tra individui dello stesso sesso è un comportamento normale dal punto di vista etologico nel cane.

Il sesso è decisamente il fattore più determinante nell’ intervento rieducativo in quanto gli ormoni sessuali maschili giocano un ruolo fondamentale ed è per questo che la castrazione del maschio, effettuata appena compare il comportamento, può essere molto utile, sempre dopo un esame appropriato ormonale.

Nelle femmine, invece, la sterilizzazione è controindicata perché aumenta questo tipo di atteggiamenti agonistici con i propri simili dello stesso sesso.

Aggressività indotta dalla  paura:

dopo l’aggressività  da paura, questa è la forma più frequente d’aggressività sviluppata verso le persone. In quanto  non è sessualmente dimorfica, si presenta cioè in ugual percentuale sia soggetti di sesso maschile sia nei soggetti di sesso femmine.

A volte i cani diventano aggressivi perché hanno fondamentalmente paura di un determinato stimolo.

Gli individui con questo problema cercano di evitare le situazioni conflittuali adottando come risposta comportamentale la fuga, indietreggiando o il ringhio fino a quando non hanno più via di fuga: se non riescono ad evitare la situazione che li spaventa possono anche mordere.

Quando i cani paurosi scoprono che l’aggressività è il mezzo più efficace per risolvere situazioni conflittuali causate dalla paura, la utilizzeranno sempre più spesso e con intensità sempre maggiori.

L’aggressività da paura si riconosce immediatamente dalla postura tipica di un soggetto : ripiegamento della coda tra le gambe, abbassamento della testa e del corpo, pelo rizzato, orecchie tirate all’indietro, sguardo non diretto e pupille dilatate.

Purtroppo, col passare del tempo, la postura diventa sempre più sicura e può essere difficile, ad un occhio inesperto, capirne la reale natura.

Le esperienze vissute precedentemente dal cane giocano un ruolo importante, ma anche l’età di adozione (mai prima dei 70 gg)e l’apprendimento (rinforzare anche se involontariamente i comportamenti aggressivi o di paura)  sono fattori determinanti.

Aggressività predatoria:

è diretta verso una persona, animale o cosa (es. macchina o bicicletta) percepita come preda. Generalmente la “preda” è in movimento.

A volte i bambini piccoli vengono identificati come preda, ma questo accade quasi sempre in soggetti che non hanno avuto contatti con bambini, specialmente nei primi tre mesi di vita.

È  per questo che i padroni che non hanno avuto mai contatti con bambini, devono portare molta attenzione nel caso di una nascita o altre situazioni a rischio.

Le esperienze precedenti e l’addestramento alla caccia sono fattori di rischio e sono i proprietari che devono portare molta attenzione nel gestire i cani con tali atteggiamenti per prevenirli. Il trattamento è molto difficile e richiede impegno e molto tempo.

Aggressività protettiva-territoriale:

l’aggressività territoriale ha per scopo la difesa di uno spazio. Se dopo una fase di intimidazione l’intruso entra nel territorio il cane lo attacca.

Spesso questa aggressività è accompagnata da quella per dominanza.

L’aggressività protettiva ha per scopo la difesa del proprietario e si manifesta verso persone o animali che tentano di avvicinarsi o interagire con la persona.

Sembra che gli ormoni abbiano un ruolo fondamentale in queste forme di aggressività, quindi la castrazione è indicata.

Aggressività materna:

si manifesta nelle femmine durante la gravidanza o la pseudo-gravidanza, in prossimità del parto e/o dopo il parto.

In questi casi non deve essere effettuato alcun trattamento, essendo tale comportamento una parte normale dell’istinto materno.

Quando i cuccioli sono svezzati o la pseudo-gravidanza terminata, al massimo in due mesi l’aggressività diminuisce.

Aggressività possessiva:

L’aggressività possessiva ha per scopo la difesa di un oggetto (gioco, osso, etc) e può essere rivolta a persone o cani.

Con l’aiuto di un buon educatore cinofilo, che utilizzi il metodo gentile, la competizione per gli oggetti può essere facilmente risolta, soprattutto se tratta fin dal principio.

Aggressività da irritazione:

un cane irritabile (per frustrazione o per dolore) può reagire con aggressività.

Se è un soggetto dominante morderà con decisione e spesso non scapperà, anzi, continuerà la sua minaccia, mostrando un atteggiamento sicuro.

Se invece è un subordinato morderà ripetutamente e poi scapperà, quasi spaventato.

Un cane irritabile andrebbe prima di tutto visitato da un medico veterinario, per escludere cause organiche (artriti, artrosi, zone doloranti, etc) e poi da un comportamentista che arrivi alla base del problema per risolverlo.

Aggressività rediretta:

si verifica aggressività rediretta quando un cane vorrebbe mordere un altro soggetto, ma non può raggiungerlo, e finisce per mordere l’individuo a lui più vicino.

Capita, ad esempio, che un individuo inizi a mostrare aggressività verso un altro cane che passa, ma essendo al guinzaglio non può raggiungerlo. Se il proprietario si avvicina, magari per prenderlo dal collare, il cane, ormai al massimo della sua eccitazione, potrebbe mordere la persona.

In realtà la sua intenzione non era questa, non voleva aggredire il proprietario (o il passante), bensì un altro soggetto. Proprio per questo si definisce “rediretta”.

Si può verificare anche tra due cani all’interno di un giardino quando vedono passare un altro cane: i due iniziano ad abbaiare furiosamente al soggetto che passa fuori dalla loro proprietà, ma finiscono poi per mordersi tra loro.

Per risolvere questo problema si deve prima di tutto prevenire, quindi evitare di toccare o infastidire un cane mentre mostra aggressività, e poi andare a risolvere il problema principale, cioè cosa causa veramente la prima reazione aggressiva.

Aggressività idiopatica:

questo è un comportamento anormale ed inspiegabile. Gli attacchi sono inaspettati e violenti, il cane morde improvvisamente e senza motivazione.

Questa rara forma di aggressività è ancora centro di molte ricerche in tutto il mondo e pare più frequente in alcune razze come il Cocker Spaniel fulvo.

Come visto analizzando ogni singola forma di aggressività: l’ambiente in cui è cresciuto il cane, le esperienze cui è stato sottoposto, l’età di adozione, il sesso del cane e l’apprendimento sono fattori determinanti in molte forme di aggressività, ancor più che la razza o i fattori genetici.

Come detto in precedenza è essenziale riconoscere quale forma di aggressività un cane manifesti per poter avere il giusto approccio e individuare la terapia comportamentale adatta.

L’aggressività, se trattata da specialisti, può essere diminuita notevolmente e curata in modo efficace. Rivolgetevi ad un comportamentista esperto appena notate il problema.

Non dobbiamo neppure sottovalutare l’importanza della prevenzione: come educare un cane fin dal principio secondo le giuste regole è fondamentale.

Leggere molti libri, informarsi, adottare cuccioli che non abbiano meno di due mesi di vita e che siano rimasti con la madre e con i fratellini e frequentare un corso di educazione gentile sono il primo passo per prevenire molti problemi di aggressività e paura.

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© Palermomania.it – Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Palermo n° 15 Del 27/04/2011

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