Il gatto selvatico è tornato nei boschi della Liguria. Due i ritrovamenti recenti: il primo nell’estremo Ponente ligure, il secondo nel Genovese. E la prova, dopo 40 anni di assenza, fa ben sperare riguardo a un suo ripopolamento del versante delle Alpi Marittime. Di più: mentre la dorsale del Ponente, nei boschi dell’Imperiese e in parte del Savonese, più vicino a Piemonte e Francia, è stata in passato suo territorio, il Genovese è in realtà un’area in cui mai era stato avvistato.  

Solitario e notturno, circondato da un alone di mistero per la sua estrema riservatezza, abile cacciatore, ha un mantello striato che si mimetizza perfettamente nell’erba secca. E’ in grado coprire lunghe distanze: il suo territorio di caccia arriva a 100 km quadrati. L’ultimo avvistamento nel Ponente della Liguria risale al 1977, anno in cui finalmente la legge italiana ha escluso l’animale dalle specie cacciabili, mentre fino a quel momento era addirittura considerato «nocivo» in base a un regio decreto del 1939.  

La sua ricomparsa in Liguria, oggi, è quasi un miracolo. Anche se i due esemplari rinvenuti, uno alle pendici del Monte Toraggio sopra Pigna, nel Parco delle Alpi Liguri, l’altro al Turchino, erano senza vita. «Da molto tempo non si sapeva nulla del gatto selvatico in Liguria – spiega la biologa Patrizia Gavagnin – che si trova in Appennino e nelle Alpi Orientali in Friuli. È un felino poco conosciuto ma importante, messo in pericolo dall’uomo, dalla scomparsa del suo habitat, perfino dai gatti domestici liberi, con cui rischia di incrociarsi. Va conosciuto e protetto».  

Il gatto selvatico, nome scientifico Felis Silvestris Silvestris, parente lontano del comune gatto domestico (che però deriva dal Felis Lybicus, un «cugino», originario della Mezzaluna Fertile) è uno dei due felini selvatici italiani insieme alla lince. L’esemplare trovato nel Ponente è stato rinvenuto da un forestale di Borgo San Dalmazzo che operava con un cane anti-veleno, nell’ambito di un’indagine su alcuni bocconi avvelenati anti-lupo trovati nei boschi sopra Pigna in Alta Val Nervia, coordinata dai carabinieri forestali di Imperia.  

Le analisi dell’istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta hanno confermato che si tratta di un maschio tra i 3 e i 4 anni, lievemente ibridato (un antenato della madre era domestico). Il gatto selvatico trovato vicino al Turchino si trovava, senza vita, vicino a una piazzola dell’autostrada: dagli esami è risultata una femmina gravida (con due feti) e anche lei ibridata (ma con un «parente» domestico più vicino nell’albero genealogico). Due vittime dell’uomo, in ogni caso. Che testimoniano però che la natura sa ancora riprendersi una parte di territorio, se la si lascia fare.  

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