Giovedì, 11 Febbraio 2016 15:56

petizioneLa Commissione-petizioni dell’Europarlamento accoglie la petizione di Horse Angels: indagine preliminare sulle istanze sollevate.
Sì, è materia dell’Unione Europea e quindi la petizione viene accolta all’esame preliminare. Cecilia Wikström presidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo ha risposto favorevolemente all’associazione Horse Angels secondo la quale in Europa ci sono circa  sei milioni di cavalli di UE e 1,5 milioni di asini che non sono coperti da una normativa specifica.

La petizione al Parlamento Europeo chiede “un testo unico, quadro, di tutela degli equini, che prenda in considerazione l’intero arco di vita dell’animale, e offra soluzioni coerenti e, vista la crisi economica in atto in molti paesi, che offra soluzioni sostenibili”. Al momento- fa notare Horse Angels-  “non esiste una legislazione comunitaria specifica per salvaguardare il benessere degli equini in Europa, nonostante il contributo dell’industria equina per le economie europee. Mentre gli equini allevati appositamente per le carni, in allevamenti registrati, sono controllati alla pari di altri animali da allevamento, gli equini allevati per la compagnia e per gli sport equestri , o quelli allevati abusivamente, sfuggono alla tracciabilità. Quando sono anagrafati come NON DPA (non destinabili alla produzione alimentare), i farmaci utilizzati nel corso della loro vita non sono registrati, e dove vanno a finire questi animali quando non hanno più un impiego negli sport equestri, o chi li aveva non li può più mantenere? Si può ipotizzare che finiscano nel circuito della macellazione clandestina, con danno alla Salute Pubblica”.

Inoltre, “esistono diverse aree di problemi e la maggior parte di questi problemi si devono affrontare a livello europeo- si legge nel testo della petizione-  tra cui: “una migliore identificazione e registrazione per la tracciabilità; politiche di responsabilizzazione nel possesso degli equini; politiche di sensibilizzazione per combattere il maltrattamento, il randagismo equino e le corse clandestine; occorre pensare alla tutela di questi animali con il divieto di trasporto a lunga distanza per la macellazione; c’è necessità di rivedere come vengono macellati gli equini, affinché gli impianti escludano la violenza gratuita e non necessaria, tenendo conto delle specifiche della razza e, non da ultimo, che siano riviste e uniformate le norme sulla sospensione dei farmaci per arrivare a maggiore coerenza nella scelta del destino ultimo”.

Quanto alla situazione italiana- la petizione richiama la presenza di “aree dove la registrazione degli allevamenti di equini è un optional, e i cavalli non sono regolarizzati in anagrafe equidi, anche per paura del fisco, essendo i cavalli in Italia inseriti nel redditometro”, oltre ad aree “dove ci sono problemi di randagismo equino”.
Infine, il Codice di principi di buona gestione e tutela degli equini in vigore nel nostro paese, “è un buon testo, uniformato con gli standard europei”, ma “non si rivela particolarmente utile in caso di maltrattamento, perché l’applicazione è discrezionale. In Italia, ci sono ancora le corse clandestine di cavalli, e abbiamo problemi, anche in caso di sequestri, ad arrivare a sentenze di colpevolezza, anche quando ci sono evidenze di doping e di mancanza di tracciabilità di quegli equini, che presumibilmente quando non più utilizzati nelle corse finiscono nel racket della macellazione abusiva”.

Tutte questioni “ricevibili” per la Presidente Wikstrom. che ha risposto ufficialmente che chiederà alla Commissione Europea “di svolgere una indagine preliminare”. La Commissione Petizioni agirà di conseguenza una volta ricevute le valutazioni di Bruxelles.

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