E’ un viaggio sempre più turbolento quello che sta affrontando la compagnia aerea americana United Airlines dopo la morte in volo del cagnolino nella rotta tra Houston e New York di martedì. “Caro Mr. Kirby, scrivo per avere un’immediata spiegazione sul numero di animali morti mentre erano affidati alla vostra compagnia”, ha scritto ieri il senatore della Louisiana John Kennedy al presidente della United Airlines, J. Scott Kirby. Secondo le informazioni citate dal senatore Kennedy nella lettera (sotto), “18 dei 24 animali morti l’anno scorso sulle linee aeree Usa erano stati affidati a United, e altri 13 l’anno precedente”, mentre le compagnie Delta Airlines e American Airlines hanno fatto registrare solo due morti di animali domestici ciascuna.

KENNEDY: “TROPPI INCIDENTI, IMPERDONABILE”

Una frequenza di incidenti, quella di United, che Kennedy ritiene “semplicemente imperdonabile”. “Per molte persone – conclude il politico Usa -, i pets sono membri della famiglia e non dovrebbero essere trattati come pacchi insignificanti. Non dovrebbero essere messi nella stiva nè tantomeno nella cappelliera”. Emergono, intanto, altri dettagli sulla vicenda. La figlia undicenne della proprietaria del bulldog francese (che si chiamerebbe Kokito e non Papacito, come inizialmente appreso) avrebbe avvisato la hostess pronunciando la frase “è un cane, e un cane lì dentro non può respirare”, quando è stato ordinato di posizionare il trasportino nella cappelliera. Lì il cane sarebbe stato sentito abbaiare per circa due ore, poi più nulla.

UNITED: “LA HOSTESS NON HA CAPITO CHE ERA UN CANE”

Durante la tratta, un tempo molto perturbato avrebbe impedito ai proprietari di alzarsi a controllare l’animale. La compagnia, dal canto suo, spiega che la hostess non ha capito che si trattava di un trasportino con un cane dentro e pensava a una semplice valigia, anche se il cane viaggiava con un biglietto apposito del costo di 125 dollari. In futuro United identificherà chi viaggia con un animale a bordo con una fascia colorata per renderlo immediatamente riconoscibile a tutto l’equipaggio. Infine, ieri la compagnia aerea ha spedito un cane destinato a Kansas City in Giappone. Il pastore tedesco di dieci anni doveva volare dall’Oregon al Kansas ma quando i proprietari sono andati a prenderlo si sono visti recapitare l’altro cane, quello “giapponese”.

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