Cani alla caccia di caprioli, Michele Brugnara: “Mettiamo le telecamere nei parchi o si mettano recinzioni”

TRENTO. “Una brutta sorpresa. Stavo tranquillamente passeggiando in compagnia di mia moglie al ‘Bosco della città‘, quando due cuccioli di capriolo sono sbucati dalla vegetazione inseguiti dai cani”, questa la denuncia di Michele Brugnara, consigliere comunale di Trento.

Il fatto è avvenuto nello scorso week-end e l’esponente targato Pd-Psi ha immediatamente allertato i servizi preposti e le forze dell’ordine. “Abbiamo – prosegue Brugnara – perfino incrociato la proprietaria dei quattro cani, ma siamo stati aggrediti e derisi verbalmente. La signora ha anche aggiunto in malo modo che questi animali sono fatti per dare la caccia alla selvaggina: così è la natura”.

Il consigliere ha fatto notare che, tra le norme di legge, i cani vanno tenuti al guinzaglio. “Il ‘Bosco della città’ è tra i parchi più belli e tra i più frequentati in città, anche da famiglie e bambini che possono venire spaventati dai cani lasciati liberi. Inoltre alcuni avventori del parco ci hanno riferito che nei giorni scorsi sono stati rinvenuti due esemplari di capriolo morti”.

All’ingresso del parco si trova il Centro avifauna della Lipu: “La maggior parte dei frequentatori del parco – commenta Marco Nones – compreso quelli con cane, si comporta bene, ma purtroppo a farne le spese per quei pochissimi che non rispettano le regole dopo sono tutti i possessori di animali. Questa situazione si protrae da mesi e sappiamo che la signora in questione ha già ricevuto un paio di multe”.

Una possibile soluzione? Secondo Michele Brugnara si potrebbe creare un’area dedicata ai cani, proposta che però trova contraria la Lipu. “Non crediamo – dice Nones – che questa possa essere la strada giusta. Sarebbe un peccato prevedere delle delimitazione all’interno del parco, che deve essere pienamente fruibile rispettando il regolamento”.

Un’altra proposta che potrebbe arrivare sui banchi del consiglio comunale è quella di installare delle telecamere.

“Una soluzione – conclude Nones – più interessante, ma anche un discorso generale in quanto i controlli e la sorveglianza degli spazi pubblici in Italia, Trentino compreso, sono carenti. E’ un piano da studiare per disporre al meglio l’attrezzatura, ma sicuramente utile per monitorare meglio parcheggi e aree. Queste però non sono nostre competenze, in quanto non siamo i guardiani del parco, ma semplici utilizzatori”.

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