Cominciamo con il definire lo stress, argomento delicato anche per l’uomo e per tutti gli animali in generale. Per stress si intende la risposta biologica che viene messa in atto quando si percepisce una minaccia della propria omeostasi (equilibrio psico-fisico) a causa di uno stimolo (stressor).

Possiamo distinguere diversi tipi di stress:

Eustress o stress “positivo/buono”, in cui l’animale investe il minimo sforzo nella risposta e nei tempi di recupero, può favorire reattività e rendimento fisico ad esempio nelle situazioni di problem solving, attivazione mentale, esercizi di educazione/addestramento e sportivi;

Distress o stress “negativo”, in cui l’animale impegna notevoli risorse nella risposta adattativa e si può ritenere che soffra coscientemente, può favorire l’innesco di patologie e predisposizione al comportamento aggressivo.

Si può parlare anche di Overstress nel momento in cui le risorse impegnate per far fronte agli stressors non riescono a ripristinare l’omeostasi psico-fisica per cui si va incontro a processi patologici cronici.

Le cause dello stress possono essere di vario tipo a seconda degli stimoli che il cane riceve. Si può andare dalla noia, quindi una mancanza di stimolazione e soddisfazione dei bisogni
primari del cane (approfondisci qui: http://www.riviera24.it/2016/10/come-essere-un-buon-leader-per-il-proprio-cane-236969/), alla sovrastimolazione con mille attività e impegni (eccesso di attività sportiva, incontri forzati con altri cani/persone a lui non graditi o uscite in luoghi affollati) che impediscono al cane di avere tempi di riposo e recupero. Il riposo è essenziale per i cani per permettere loro di ripristinare l’equilibrio a livello fisico e mentale.

Parliamo ora di “coping” e di strategie messe in atto per fronteggiare lo stress: sono comportamenti adattativi che permettono di scaricare la tensione nervosa prodotta dalla situazione in quel momento o per momenti prolungati. Porto un esempio: il cane che si sovreccita quando torniamo a casa, o quando arrivano persone a trovarci, può saltarci addosso in modo insistente e può prenderci magari una mano in bocca. Tutto questo perché la troppa eccitazione è uno stressor, il cane non è più in equilibrio e la sua strategia per scaricare la tensione è appunto saltare addosso rimbalzando su di noi o scaricare sulle nostre mani, questo si può chiamare coping innato, un po’ come l’essere umano quando si mangia le unghie se nervoso.

Se entriamo in risonanza con lo stato d’animo del cane in sovreccitazione e aumentiamo il suo stato con feste esagerate o ignoriamo totalmente il suo comportamento interrompendo la comunicazione, lui non avrà in questo modo gli strumenti per tornare ad uno stato di calma, questo perché in un caso la sovrastimolazione gli impedirà di tornare ad avere lucidità e nell’altro l’interruzione di comunicazione lo porterà in uno stato di frustrazione e aggiungerà un’accezione negativa al nostro rientro.

Una delle possibili soluzioni è offrire un giochino su cui il cane potrà scaricare la sua tensione emotiva, semplicemente tenendolo in bocca, come alternativa alle nostre mani ad esempio. Non è un invito al gioco, semplicemente è un’alternativa che offriamo, in questo modo si può parlare di coping appreso. Se non è possibile mettere in atto strategie di coping lo stress aumenterà.

I principali segnali di stress nel cane sono irrequietezza, nervosismo, reazioni eccessive ad uno stimolo, disturbi intestinali come vomito o diarrea (dopo stimoli paurosi che non sa gestire), atto di monta (non sessuale), danneggiamento di oggetti, espressioni vocali esagerate (ad esempio l’abbaio compulsivo).

Si parla di segnali calmanti in relazione ad interazioni con altri cani e persone, sono comportamenti messi in atto per calmare appunto una situazione percepita come poco tranquilla, ad esempio girare lo sguardo, leccarsi il muso, scrollarsi, sbadigliare, grattarsi, alzare una zampa, annusare per terra.

Disturbi dal punto di vista fisico possono essere irregolarità del calore nelle femmine, iper-sessualità nel maschio, comportamenti autolesionisti come il leccarsi una zampa fino a ferirsi, sviluppo di allergie o intolleranze, inappetenza o voracità eccessiva, formazione di forfora o di zone di alopecia, problemi cutanei in generale.

Questi sono solo alcuni dei comportamenti messi in atto, avere un occhio vigile sul nostro compagno a 4 zampe ci permette di riconoscere lo stato di stress in tempo per offrire lui una soluzione, un’alternativa, per ritrovare lo stato di equilibrio e per prevenire situazioni di maggior disagio per lui e per noi.

Dott.ssa Marzia Massocco

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