Nelle scorse settimane i riflettori erano stati puntati su alcune aggressioni a pecore avvenute nella zona di Castelnuovo Don Bosco e dintorni, con un precedente a Buttigliera con la sparizione di dieci galline, e in altre località dell’Astigiano. Tra le ipotesi si è pensato a un attacco di alcuni esemplari di lupi, a branchi di cani randagi o animali selvatici. Tra gli allevatori colpiti c’è chi opta per la presenza di lupi affamati, tornati nelle nostre campagne alla ricerca di cibo. Questi casi sono stati al centro di discussioni per chiarire la vicenda e capire se realmente il lupo si sta spostando dalla montagna verso le zone collinari abitate.  

La ricerca  

Intanto i casi nel Castelnovese sono stati studiati da parte di tecnici ed esperti dell’Ente Parco delle Aree Protette del Po Torinese. L’ente dal 2015 aderisce al programma di ricerca «Wolf in the Alps» per il monitoraggio e la conoscenza del lupo in Piemonte, oltre all’eventuale dispersione degli esemplari verso aree di pianura e premontane. Sulla base di analisi e verifiche l’ente smentisce la presenza di lupi a Castelnuovo Don Bosco. «La predazione in questione – spiegano – è da attribuirsi a cani e non a lupi, come molti continuano a pensare. Sono stati avvistati inoltre due cani simili a labrador e un cane lupo in occasione di altre aggressioni di capre». Le autopsie sugli animali aggrediti e trovati morti sono state effettuate dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino e dall’Istituto Zooprofilattico di Torino dal servizio di patologia animale. L’esito? Risulta siano aggressioni e morsi di cane.  

Il sindaco  

Il primo cittadino di Castelnuovo Don Bosco si attiene ai risultati delle analisi effettuate. «Non essendo un esperto in materia – spiega il sindaco Giorgio Musso – mi baso sull’esito degli esami. Le segnalazioni sono importanti. Probabile ci sia sul territorio la presenza di cani randagi, ma bisognerebbe intercettarli».  

La differenza tra cani e lupi  

Per comprendere meglio la dinamica di un’aggressione da parte di un lupo, piuttosto che di un cane, è necessario affidarci a un conoscitore della materia. Tommaso Fogliato, veterinario dirigente dell’Asl To5 di Chieri, in pensione dal 2015, residente in frazione Serra di Buttigliera, ha seguito da vicino la vicenda. «Non metto in dubbio – spiega Fogliato – ci siano lupi in zona. Ma il caso del castelnovese mi fa pensare a cani. Il lupo attacca per fame; aggredisce la sua preda con morsi profondi nelle g ambe e nelle orecchie».  

I cani invece: «Loro agiscono a gruppi di due o tre. Azzannano gli animali su più parti, a caso. Sono cani, selvatici o provenienti da cascine, che hanno l’istinto primordiale e il vizio di uccidere. Non certo per fame». Tommaso Fogliato, pur restando dell’idea che siano stati cani ad uccidere le pecore degli allevatori in zona, ribadisce che gli autori degli episodi non sono stati avvistati. Il dubbio resta.  

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