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  • Slalom fra i ricordini dei cani: ma ora i padroni non in regola … – Il Gazzettino

    Slalom fra i ricordini dei cani: ma ora i padroni non in regola … – Il Gazzettino

    di Tomaso Borzomì

    VENEZIA – Padroni di cani: attenti alle multe. In questi giorni sono decine le segnalazioni di sanzioni da parte di chi possiede un cane e non si trova in regola con le necessarie disposizioni per raccogliere le deiezioni canine. Infatti, per chi non abbia con sé museruola, sacchetti e paletta, o possieda un cane senza microchip, la multa potrebbe partire da 50 euro (in forma ridotta, se pagata entro sessanta giorni) per raggiungere anche i 500 euro. Se invece, caso più grave, il cane fosse aizzato o scappasse senza che il proprietario fosse in grado di tenerlo vicino a sé, la multa sarebbe di 350 euro.

    Il problema dei padroni che non raccolgono gli escrementi dei propri amici a quattro zampe è molto sentito in città, e alla Giudecca, forse più che in altre zone della laguna. Nell’isola infatti più che camminare si è costretti ad un continuo slalom per tentare di arrivare a casa indenni. Le deiezioni sono ovunque e spuntano sin dalle prime ore del mattino senza distinzione di zona: dalla fondamenta a dove ci sia un po’ di verde, dalle Zitelle a Sacca Fisola…
     

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  • Se ami il tuo animale, non costringerlo a fumare – Sigmagazine

    Se ami il tuo animale, non costringerlo a fumare – Sigmagazine

    (tratto da Sigmagazine bimestrale #7 marzo-aprile 2018)

    di Stefano Spagnulo

    Nelle visioni che l’uomo ha nei confronti della natura, antropocentrica e policentrica, si evince che, anche tra la maggior parte degli uomini e delle donne più rispettosi degli animali e delle piante, non ci siano molti individui che si pongano delle domande del tipo: “Se questa cosa fa male a me, a lui cosa farà?”. Molto spesso, solo per il fatto di aver preso una positiva decisione sulla futura vita del cane (o di un animale in generale), come un’adozione, ci si acquieta sensibilmente in termini di cure o prospettive. La nostra decisione di prenderci cura di un animale, invece, dovrebbe essere una presa di consapevolezza che in termini di responsabilità si dovrebbe tradurre in un consorzio di intenzioni e volontà, applicate nella massima tutela della salute. Non è detto che ciò che a noi non potrebbe mai accadere, non possa succedere all’animale. A noi, se adulti con una certa soglia di coscienza del mondo che ci circonda, non verrebbe mai in mente di inghiottire dei mozziconi di sigaretta presenti per strada, né di riaccenderli per fumarli (come Charlie Chaplin faceva in Tempi Moderni). Molto spesso si dovrebbe capire un concetto: quando si adotta un animale, qualunque esso sia, avvengono due eventi importanti, l’addomesticamento e l’ammaestramento. L’adattamento ad un ambiente civilizzato dall’uomo con oggetti, usi e costumi e successivamente il riconoscimento di un maestro sono due eventi fondamentali che agiscono in potenziale misura, positiva o negativa, sul futuro comportamento del cane. Qualcuno più coraggioso direbbe sulla sua educazione.
    Quando in casa si usano degli oggetti, il cane li vorrebbe usare per prenderci confidenza, a suo modo. Questo avviene addirittura in ambiente selvatico: se noi praticassimo un pic-nic in un grande bosco popolato da animali come il tasso (Meles meles) e in maniera poco oculata andassimo a gettare dei rifiuti con residui alimentari appetibili, questo animale divorerebbe il tutto con foga, intossicandosi con conseguenze, molto probabilmente, letali. Così in casa o fuori, un animale potrebbe ingerire un mozzicone di sigaretta gettato per terra, perché sporco di residui alimentari profumati o appetibili. Ci chiediamo, inoltre, se il fumo passivo possa fare male al nostro cane o animale domestico quando lo inala? Sono domande molto particolari visto che gli effetti del fumo passivo sono analoghi sia nel cane che nell’uomo.
    Negli animali domestici le principali cause di patologie legate al fumo passivo sono l’inalazione e il contatto diretto con i residui ambientali del fumo. Principale inquinante dei luoghi chiusi, il fumo passivo ha un’elevata concentrazione di sostanze cancerogene. Queste ultime si depositano sul suolo, sui mobili, sui tessuti e sul pelo degli animali, esponendoli a gravi rischi. Recenti studi hanno dimostrato che gli animali sono più a rischio degli esseri umani per quanto riguarda le patologie da fumo passivo dato che passano più tempo in casa con i proprietari. Generalmente i cani sono più esposti ai tumori di naso e polmoni, mentre i gatti ai tumori orali per la costante cura del pelo che mette in contatto le mucose orali con i residui rimasti. Sono riconducibili al fumo passivo anche altre patologie respiratorie, che vanno dall’irritazione o infiammazione delle prime vie aeree sino a forme di asma, bronchiti croniche e polmoniti. Un altro pericolo per gli animali domestici è l’ingestione di mozziconi: la nicotina assunta per via orale è un veleno neurotossico ed è frequente che, soprattutto i cani, attirati dalla saliva umana, ne ingeriscano una quantità potenzialmente letale. Il problema non deriva solo ed esclusivamente dai mozziconi di sigaretta ma anche da altri residui di oggetti “fumabili”: parti finali di un sigaro, buste con tabacco, gomme di nicotina. Tutti oggetti che hanno una differente concentrazione di nicotina.
    La nicotina è il principio attivo contenuto nelle foglie di Nicotiana tabacum. Tra i prodotti contenenti questa sostanza si annoverano le sigarette, i sigari, il tabacco da masticare, il tabacco da fiuto, le gomme e i cerotti alla nicotina, alcuni insetticidi, alcuni spray nasali ed altri prodotti. I segni clinici dell’intossicazione da nicotina sono dose-dipendenti e si possono presentare dopo circa un’ora dall’assunzione (di solito entro i primi 15-45 minuti). Nei casi di esposizione a basse dosi e/o nelle prime fasi di un’intossicazione da quantità elevate si ha stimolazione del sistema nervoso centrale con conseguente eccitazione, iperattività, tremori, disturbi uditivi e visivi, incoordinazione, lacrimazione, poliuria, contrazioni involontarie e possibili convulsioni.
    In caso di assunzione di dosi elevate può manifestarsi successivamente una paralisi discendente, associata a blocco delle funzioni nervose e muscolari. Questo blocco può condurre a debolezza muscolare e/o fascicolazioni, arresto respiratorio, coma e talvolta anche morte. Quantità ridotte di nicotina possono stimolare inoltre tutti i centri nervosi autonomi, con conseguente bradicardia dovuta alla stimolazione del nervo vago e vasocostrizione periferica dovuta alla stimolazione simpatica. Ad alte dosi si possono invece bloccare i centri autonomi, con comparsa di paralisi dei muscoli scheletrici, vasodilatazione ed ipotensione. Nel prosieguo possono manifestarsi segni cardiovascolari (ipertensione e tachicardia). Talvolta si può assistere all’insorgenza di fibrillazione ed arresto cardiaco. Il vomito si può verificare subito dopo l’ingestione per attivazione del centro del vomito. La dose letale per via orale nei cani è di 9,2 mg/kg di peso corporeo (da 4 a 8 mg secondo varie fonti). La dose minima letale riportata nei cani e nei gatti va da 20 a 100 mg (non tenendo conto del peso corporeo), corrispondenti a 1-5 sigarette o a 5-20 gomme.
    I danni provocati dal fumo sono suddivisibili in tre categorie: i danni primari (subiti da chi fuma), i danni secondari del fumo passivo (subiti da chi è presente quando qualcuno fuma) e i danni terziari (legati alle sostante ambientali residue lasciate dal fumo). I danni terziari sono quelli che possono colpire maggiormente gli animali domestici, perché passano più tempo in casa dei proprietari e perché più esposti al contatto diretto con i residui gassosi e particolati che si depositano nell’ambiente e sul pelo. Tra le patologie più diffuse che gli animali domestici possono contrarre spiccano i tumori nasali, polmonari e del cavo orale, i linfomi, le irritazioni dell’apparato respiratorio, asma e enfisemi. L’intossicazione da nicotina può causare eccessiva salivazione, eccitazione, tremori, vomito, mancanza di coordinamento, debolezza, convulsioni e insufficienza respiratoria. L’avvelenamento diretto dipende dal fatto che un mozzicone di sigaretta contiene da 4 a 8 mg di nicotina. La dose tossica nel cane e nel gatto è di circa 1-2 mg/kg peso corporeo.
    Uno studio della Colorado State University ha individuato una maggior frequenza di neoplasie nasali e dei seni nasali nei cani conviventi con fumatori rispetto a soggetti che vivono in ambienti privi di fumatori. Questo tipo di tumori nasali è più frequente nei cani con canna nasale allungata (detti dolicomorfi), come il pastore tedesco, i retriever, i collie e i levrieri. Lo stesso studio ha rilevato la maggiore frequenza di neoplasie polmonari nei cani a naso “breve” (come boxer, bulldog, carlino) conviventi con fumatori. Il transito più veloce permette ad una maggior quantità di particolato di raggiungere i polmoni e provocarvi lesioni.
    Gli studi eseguiti negli Stati Uniti dalla Tuft University School of Veterinary Medicine e dalla University of Massachusetts in Amherst, hanno permesso di correlare la comparsa di neoplasie orali feline (SCC) all’esposizione a fumo ambientale di tabacco. Le stesse università hanno anche ricondotto la convivenza del gatto con fumatori alla comparsa di linfoma maligno (con frequenza doppia rispetto a gatti che vivono in ambienti “smoke free”), che statisticamente uccide entro 12 mesi tre gatti su quattro. Secondo la Tuft, i gatti esposti al fumo passivo per più di cinque anni presentano un’elevata probabilità di contrarre il carcinoma a cellule squamose. Uno studio della University of Minnesota, inoltre, ha rilevato la presenza di nicotina e altre tossine nelle urine di gatti conviventi con fumatori.
    Un ulteriore studio condotto dall’Università di Glasgow ha evidenziato come i gatti siano gli animali in assoluto più vulnerabili per via dell’elevata sensibilità al fumo passivo (danni secondari del fumo) e della maggiore possibilità di sviluppare asma e bronchite. Secondo la stessa ricerca, i cani più a rischio sono quelli a muso lungo e quelli di piccola taglia, come yorkshire e barboncini, predisposti a malattie cardiache e respiratorie. Lo studio consente di osservare come i livelli di nicotina dei peli diminuisce significativamente se il consumo in casa scende al di sotto delle dieci sigarette al giorno. I ricercatori di Glasgow, guidati dalla professoressa Clare Knottenbelt, hanno trovato nei testicoli dei cani castrati un gene marcatore delle cellule danneggiate presenti nei cani che vivono con fumatori. Questo gene è alterato in alcuni tipi di cancro del cane, ed è meno presente quando il proprietario fuma fuori di casa. Le sigarette hanno effetti negativi anche su canarini e pappagalli: il fumo passivo è particolarmente dannoso per i volatili perché dotati di un tratto respiratorio molto sensibile. Le sigarette possono causare un accumulo di fluidi e portare alla polmonite, spesso letale.
    Ai fumatori proprietari di animali domestici che intendono arginare il più possibile i rischi del fumo passivo, è suggerito di non fumare in presenza dell’animale, di svuotare sempre il posacenere, di lavarsi le mani prima di toccare l’animale dopo aver fumato e di fumare all’aperto evitando che il fumo entri in casa. È opportuno munirsi di raccoglitore specifico per cicche di sigarette o residui di sigari o, meglio ancora, smettere di fumare.

  • “Mappa il randagio”, una app per segnalare i cani randagi e gli ibridi … – Il Secolo XIX

    “Mappa il randagio”, una app per segnalare i cani randagi e gli ibridi … – Il Secolo XIX

    Una app per segnalare cani randagi o ibridi cane-lupo sul territorio, condividendo foto e informazioni sui social. È l’obiettivo della app «Mappa il randagio», messa a punto dal progetto LIFE MircoLupo (per lo studio e la tutela dei lupi): il software consente di segnalare la presenza di cani vaganti sul territorio, contribuendo così alla creazione di una banca dati sul fenomeno del randagismo.

    L’iniziativa è parte integrante del progetto Life Natura, finanziato dall’Unione Europea ai Parchi Nazionali dell’Appennino Tosco-Emiliano (capofila) e del Gran Sasso-Monti della Laga, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto del randagismo canino sulla conservazione del lupo. A fronte di circa 2.000 lupi, in Italia si stima la presenza di 700.000 cani randagi, che alimentano gravi minacce per la conservazione del grande predatore: esiste un dimostrato ed urgente pericolo di ibridazione che inficia il patrimonio genetico del lupo appenninico.

    La App è scaricabile dal sito di progetto www.lifemircolupo.it. Cliccando su «Fai una foto» si ha la possibilità di scattare la foto, nominarla, salvarla, pubblicarla e condividerla sui social. Cliccando su «Mappa» appariranno le localizzazioni degli avvistamenti effettuati da chi sta usando l’App. Alla voce «Cerca», ogni utente potrà vedere tutti gli avvistamenti generati. L’applicazione fornirà, in tempo reale, i dati geo-referenziati dell’avvistamento, permettendo a coloro che operano nei Parchi di avere dati aggiornati sulla presenza di animali vaganti sul territorio.

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  • Gatto con il cuore più grande del normale ha i giorni contati ma ha … – La Stampa

    Gatto con il cuore più grande del normale ha i giorni contati ma ha … – La Stampa

    Dopo mesi di attesa, questo gatto ha trovato la famiglia che stava disperatamente cercando. Tommy ha una malformazione cardiaca congenita: un buco nel cuore che ha allargato così tanto i ventricoli da farli sporgere dal petto.  

    A causa di questo problema potrà vivere dai tre ai cinque anni e ora, che ha sei mesi, ha potuto finalmente sperimentare cosa vuol dire vivere in una casa circondato dall’amore. 

    Quattro mesi fa, Tommy e suo fratello Sammy sono stati portati al Pet Alliance of Greater di Orlando. E sebbene Sammy sia stato rapidamente adottato, Tommy invece è rimasto in rifugio ad aspettare il suo giorno. 

    Quando la volontaria Lisa Krakosky lo ha conosciuto è rimasta immediatamente attratta dalla sua personalità e dall’avidità che aveva nel ricevere l’affetto. «Era simpatico, stravagante e super affettuoso, non considerato da chi era alla ricerca di un cucciolo, ancora di più quando si è scoperto che era malato». 

    Il veterinario aveva diagnosticato a Tommy un soffio al cuore. Ma con delle visite più specifiche è venuta alla luce il suo vero problema. «Il cardiologo ha trovato un difetto del setto ventricolare e un conseguente allargamento atriale»: una patologia grave, che non gli permetterà di vivere a lungo. «Mi sono quindi offerta di promuovere la sua adozione, per trovargli al più presto possibile». E finalmente è arrivata. 

    «Ci voleva una persona speciale che aprisse il suo cuore e la casa ad un gatto così bisognoso». E per Tommy è arrivata Anne, anche lei volontaria del Pet Alliance. «Dal primo giorno ha chiesto informazioni su di lui, solo che all’inizio non avrebbe potuto portarlo a casa sua».  

    Poi le cose si sono sistemate, e non sarebbero potute andare meglio di così. «Tommy non pensa che ci sia qualcosa di sbagliato in lui. Nessun lo ha mai trattato diversamente dagli altri gatti». Poi «è un gran chiacchierone: appena ti incontra inizia a raccontarti tutta la sua giornata». E con Anne si è trovato dal primo momento. Un lieto fine per un gatto che meritava di vivere la sua breve vita nel migliore dei modi. 

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  • E il gatto Pilù ereditò un milione e mezzo di euro – La Repubblica

    E il gatto Pilù ereditò un milione e mezzo di euro – La Repubblica

    Avete presente gli Aristogatti, trattati come principini dalla loro padrona nel celebre film di Walt Disney? La favola diventa realtà: Pilù, gatto veronese adottato dalla signora Cecilia Anna D., classe 1930 è tra i gatti più ricchi del mondo: è passato da trovatello a ricco ereditiero. La sua padrona, venuta a mancare quindici giorni fa, gli ha lasciato un milione e mezzo di euro. Nel testamento della signora, ex funzionaria della presidenza del Consiglio,  c’è un “legato Pilù”, visto che per legge in Italia non possono diventare eredi gli animali, contrariamente a quanto accade in Francia o in Germania.  A raccontare la vicenda sono i legali della Fondazione risparmiatori, ai quali Cecilia Anna D. si era rivolta. 
    «Ci aveva incaricato – spiegano i legali – di predisporre un testamento in favore di Pilù: alla morte il suo patrimonio avrebbe dovuto essere “utilizzato” in funzione del gatto». Ora – spiegano i legali – quei soldi sono a disposizione di Pilù, per le spese veterinarie, per il mantenimento e per ogni altra necessità certificata.

  • Un leone in salotto – Corriere della Sera

    Un leone in salotto – Corriere della Sera


    A volte, non vorrei altro che passare con Milo tutto il giorno. Starcene abbracciati sul divano sotto il plaid, come ormai di rado riusciamo a fare al sabato, la delusione nei suoi occhi identica alla mia. Al mattino, adoro quando mi lava il viso di baci, farmi mordicchiare le dita – anche se quando s’infervora devo essere veloce a scansare la mano, sennò sono morsi veri. In questi giorni Milo ha compiuto cinque anni, e da quando è arrivato non so più immaginare la mia vita senza lui. Ho avuto tanti animali da ragazza, ma di nessuno, per l’età, ero mai stata madre. Milo mi ha resa madre quando non pensavo più che avrei avuto un figlio, mi è stato accanto negli anni del dolore e della malattia. Mi ha resa anche una persona migliore, perché quando sei single, e magari fai pure il mio mestiere, il mondo ruota intorno a te, mentre con Milo sono meno egoista, ho scoperto la gioia di dedicarmi totalmente a qualcuno. E se oggi quella carriera per cui ho tanto lavorato sta finalmente dando un po’ di frutti, io sono, sarò sempre, soprattutto la mamma di Milo.

    Siamo ossessionati dai nostri gatti, chiede il New Yorker in un video spassoso? Forse, ma è una gran bella ossessione. Nel video per la rubrica Obsessions “How Cats Tamed Us” (Come i gatti ci hanno addomesticati), Abigail Tucker, autrice di The Lion in the Living Room – titolo che sembra scritto apposta per Milo, con la differenza che lui è una pantera -, spiega che non siamo stati noi ad addomesticare i gatti, ma il contrario, e la nostra relazione con loro è una sorta di takeover, come quando un’azienda rileva il controllo di un’altra – nel nostro caso, un takeover niente affatto ostile. I gatti, insomma, hanno via via preso il controllo, e siamo gatto-dipendenti. Il gatto è il nostro capo, vero tiranno a volte, e hai voglia le lusinghe.

    Quella umana-felina, spiega Tucker, è una coesistenza della quale sono da sempre stati i gatti a decidere i termini. Gatti che si sono addomesticati da soli, scegliendo la prossimità agli umani come strategia di sopravvivenza, e provvedendo a contagiarli con un parassita uno dei cui sintomi, scherza Tucker ma non troppo, è l’attrazione ai gatti. Com’è, come non è. La scienza studierà per sempre quest’animale meraviglioso di cui sappiamo ancora soprattutto stereotipi, cercando di razionalizzarne il fascino e forse non riuscendovi mai, tanto sono esseri superiori. Nel mondo si stima ci siano oltre un miliardo di gatti, e non fanno che aumentare. Perciò, se vi sembra d’esser schiavi dei gatti, ossessionati, conclude il New Yorker, c’è una sola cosa da fare: arrendersi a loro (e prenderli sempre, sempre da un rifugio, mai comprarli).

    P.S. Al New Yorker, comunque, devono essere ossessionati pure loro, perché negli stessi giorni, di storie sui gatti, ne hanno pubblicato anche altre due. Una, “Morsi the Cat”, un lungo racconto sugli anni successivi alla primavera araba in Egitto visti dagli occhi di un gatto.

    4 maggio 2018 (modifica il 4 maggio 2018 | 07:47)

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  • Agenda animale, gli appuntamenti del weekend del 5-6 maggio 2018 – Il Sole 24 Ore

    Agenda animale, gli appuntamenti del weekend del 5-6 maggio 2018 – Il Sole 24 Ore

    Per segnalazioni scrivere a 24zampe@ilsole24ore.com o a twitter@24zampe

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    YOGA CON GLI ASINELLI, SALA BIELLESE (BI), SABATO 5 MAGGIO 2018

    “Ih-oh… ga!”. Fare yoga con gli asinelli è possibile sabato 5 maggio a Sala Biellese (Bi): due ore (dalle 10 alle 12) di pratica yoga insolita, immersi nella natura e circondati dagli amici dalle lunghe orecchie ospiti del Rifugio degli Asinelli Onlus, in via per Zubiena 62 a Sala Biellese (BI). I partecipanti sono guidati da Roberto Castellucci, insegnante yoga e amante degli animali. Per la partecipazione è necessario prenotare chiamando Roberto (3397812100) e presentarsi muniti di tappetino, coperta, abbigliamento comodo e adeguato alla temperatura. Parte del ricavato sarà donata agli asinelli. In caso di maltempo, la pratica si svolgerà in una sala interna e al termine sarà comunque garantita l’interazione con gli asinelli.

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    MERENDA CON-FUSA, MILANO, DOMENICA 6 MAGGIO 2018

    Che ne dite di una ricca e golosa “Merenda conFusa”, tante fusa? Siete tutti invitati a Gattolandia Onlus a Monza domenica 6 maggio 2018, per trascorrere con noi un piacevole pomeriggio. Vi aspettiamo dalle 15.30 alle 18.30 in Via Sardegna 73/B (15,65 km), 20900 – Monza (Comunicato)

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    FARE TESTAMENTO PER GLI ANIMALI, MILANO, SABATO 5 MAGGIO 2018

    Passa da Milano sabato 5 maggio il tour di incontri dedicati da Lav al tema del testamento in favore degli animali: gli esperti risponderanno a chi vuole saperne di più sulle opportunità e le modalità per contribuire alla difesa dei diritti degli animali, con un gesto d’amore “oltre la vita”. Il convegno dà a chi fosse interessato l’occasione di esaminare aspetti pratici, in particolare cos’è, perché e come si fa testamento; cosa è possibile lasciare in eredità; chi sono gli eredi e cos’è l’asse ereditario; differenza tra testamento e donazione e come tutelare i propri animali domestici. Per partecipare agli eventi, fa sapere Lav, è necessario prenotarsi chiamando il numero 06.4461325 o inviando una mail a lasciti@lav.it. L’appuntamento è sabato 5 maggio dalle 10 alle 13 alla Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4 (Ang. Via Muratori), Milano. Nel video sotto, diffuso da Lav, alcune testimonianze di donatori.

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    LIGABUE SCULTORE, ANCONA, FINO AL 24 GIUGNO 2018

    Capre, cavalli, buoi, cinghiali, ma anche tigri, scimmie, leoni, cerbiatti e aquile, calmi e distesi o feroci e violenti ma sempre rappresentati con una straordinaria intensità e precisione anatomica. Sono trentuno le sculture in bronzo, che si possono anche toccare, esposte fino al 24 giugno prossimo al Museo Tattile Statale per non vedenti ed ipovedenti Omero di Ancona, nell’ambito della mostra curata da Antonello Rubini “Antonio Ligabue, il realismo della scultura”. Una carrellata di opere realizzate da Ligabue tra il 1936 e il 1958 e che rendono conto dello straordinario talento scultoreo dell’artista. Le sculture in mostra fanno parte di un nucleo di 35, molte delle quali scolpite in creta e talvolta neanche cotte, salvate dalla distruzione facendole tirare in bronzo da un gallerista di Parma, Ennio Lodi. L’autodidatta Ligabue (1899-1965) ebbe modo di studiare le caratteristiche fisiche degli animali dagli esemplari impagliati nei musei o nei circhi. L’esposizione è corredata da video e documentari sul lavoro e la tormentata vita dell’artista che concorrono a divulgarne l’unicità e la genialità nella storia dell’arte. A Genova sono in mostra fino al 1° luglio 2018 circa ottanta dipinti di Ligabue tra animali e autoritratti.

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    CROWDFUNDING PER IL LUPO, ALTA VALLE DEL TARO (PR), FINO AL 27 MAGGIO 2018

    “Io non ho paura del lupo” è un progetto biennale di “citizen science” che vuole scoprire e raccontare le storie dei lupi che popolano l’alta Valle del Fiume Taro, un territorio vasto e selvaggio in provincia di Parma, nell’Appennino Settentrionale. Far conoscere significa far capire ed è il primo passo per arrivare al rispetto del lupo. Il progetto coinvolge già una settantina di volontari ma per realizzarsi appieno ha bisogno di fondi, che cerca attraverso una forma di finanziamento dal basso che si chiama crowdfunding. Si tratta di una colletta online che mira a raccogliere 65mila euro (ma permette a chiunque di donare qualsiasi cifra, anche solo 10 euro) per i costi di formazione, spostamenti, fototrappole e analisi, tra gli altri. “Io non ho paura del lupo” si propone di ottenere dati come la stima della popolazione di lupo presente, valutare l’estensione dei branchi sul territorio, rilevare le nascite e l’accrescimento dei cuccioli. Inoltre il monitoraggio verrà affiancato da una fitta campagna di comunicazione attraverso i social network e i media tradizionali, raccontando gli episodi più importanti e promuovendo il progetto con materiale informativo ed eventi che coinvolgano i cittadini e gli allevatori della zona. Qui e nel video sotto è possibile trovare le risposte a molte domande sulla durata, sui criteri del monitoraggio, su come verranno spesi i soldi raccolti e altro ancora.

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    MOSTRA LIGABUE, GENOVA, FINO AL 1° LUGLIO 2018

    Al Palazzo Ducale di Genova arriva la grande antologica dedicata ad Antonio Ligabue: allestita dal 3 marzo al 1 luglio, la mostra affronta le tappe salienti della vita e della ricerca artistica del pittore, uno dei principali del ‘900 italiano. Esposte circa 80 opere, in un percorso che si focalizza su due nodi cruciali della genialità creativa di Ligabue: gli animali, selvaggi e domestici, e gli autoritratti. Tra i primi si trovano alcuni capolavori come “Leopardo che assale un cigno”, “Tigre reale” realizzato nel 1941, “Lepre nel paesaggio”. Nella foto sopra “Gatto con topo”, olio su tavola di faesite, 1956-57, da collezione privata.

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    BESTIARIO PREISTORICO, BERGAMO, FINO AL 30 SETTEMBRE 2018

    Il centro di Bergamo è ‘invaso’ da dinosauri a grandezza reale. Si tratta di un’iniziativa collaterale a una mostra dal titolo “Noi abbiamo 100 anni, loro molti di più: dinosauri al museo”. L’esposizione, dal 10 marzo al 30 settembre 2018, celebra il centenario del Museo di Scienze naturali Enrico Caffi con 50 dinosauri a grandezza naturale oltre a riproduzioni di altri animali estinti, fossili, calchi, ricostruzioni e animali imbalsamati. A Bergamo i giganti della Preistoria si aggirano per la città e molti cittadini e turisti ne approfittano per scattare selfie. In piazza Cittadella, davanti al Caffi, c’è un enorme Diplodocus, alla stazione ferroviaria ad accogliere i passeggeri c’è un Indricotherium, mentre un Pachyrhinosaurus si aggira per piazza Vittorio Veneto, tra il Donizetti e il municipio. Un quarto dinosauro, il famosissimo Tyrannosaurus rex, staziona davanti all’ospedale Papa Giovanni XXIII.

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    A journalists takes a picture of a painting by Mexican artist Frida Kahlo (1907-1954) called "Self-portrait with Monkey" during a press visit to her exhibition "Oltre il mito" (Beyond the Myth) at the Mudec (Museo delle Culture - Museum of Culture) in Milan on January 31, 2018. The exhibition runs from February 1 to June 3, 2018. / AFP PHOTO / MIGUEL MEDINA / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY MENTION OF THE ARTIST UPON PUBLICATION - TO ILLUSTRATE THE EVENT AS SPECIFIED IN THE CAPTION

    GLI ANIMALI DI FRIDA, MILANO, FINO AL 3 GIUGNO 2018

    Fino al 3 giugno al museo Mudec di Milano c’è la mostra “Frida Kahlo – Oltre il mito”: oltre 70 dipinti, 150 foto e 50 disegni dell’artista messicana. Se per l’opera completa rimandiamo all’articolo, alla fotogallery e al video sul sito del Sole 24 Ore, su 24zampe segnaliamo il rapporto dell’artista con gli animali che ha ritratto nelle sue opere e il significato della loro presenza. Con una vita costellata da guai fisici e spesso costretta all’immobilità, Frida si circonda di animali accogliendoli e creando un “nido” che infonde sicurezza e fiducia. Sfortunata anche in amore, gli animali di casa sono i suoi veri amici e anche i figli che non avrà mai: oltre un terzo dei suoi autoritratti sono in realtà dipinti di gruppo con la presenza della scimmia, del gatto, del pappagallo, del cane nudo, del cerbiatto e della colomba. Il curatore della mostra Diego Sileo racconta i due livelli di lettura del rapporto di Frida con gli animali: “Il più semplice è quello di un legame di tipo affettivo: scimmie, cani nudi messicani e pappagalli sono i suoi animali domestici, in un atteggiamento molto moderno. La seconda lettura, più complessa, è il rimando alla simbologia precolombiana e azteca. La scimmia, presente in molte opere della Kahlo, significa desiderio di maternità ma anche lussuria: in ‘Autoritratto con scimmia’ del 1938, Frida vuole parlarci del suo amore per Nickolas Muray, una crepa nel suo tormentato rapporto con il marito Diego Ribera”. Anche le farfalle sono simboli funerei e funesti: rappresentano l’apparenza che inganna quando decorano la gamba più malandata dell’artista. Nell’autoritratto con la corona di spine “il gatto rappresenta la minaccia al suo amore con Ribera e le spine alle quali il colibrì è appeso il sincretismo religioso dell’artista, cattolica ma con rimandi precolombiani”. Nelle sue nature morte, in particolare in “Lacrime di noci di cocco”, i frutti “sono marci e ospitano insetti e lombrichi che vi si insediano e li portano a deteriorarsi, un parallelismo con sue malattie”, continua Sileo. Ne “Il pulcino” la Kahlo manda un messaggio politico dopo aver scoperto che gli Usa avevano chiamato la bomba sganciata su Hiroshima “The little chicken”. Le quattro scimmie di “Autoritratto con scimmie” rappresentano stavolta non i figli desiderati ma i suoi quattro alunni più fedeli e affettuosi mentre nell’autoritratto “Io con i miei pappagalli” gli animali, pappagalli amazzoni, Frida rappresenta un proprio momento di forza interiore e audacia sentimentale. In mostra anche il celebre dipinto “Il cervo ferito”: l’artista qui rappresenta il dolore fisico ed emotivo di una convalescenza difficile dopo un’operazione nel 1946. Si identifica con un cervo, forse l’amato Granizo, suo cerbiatto domestico, trafitto da numerose frecce (come il San Sebastiano del Mantegna) che giace ferito sotto un ramo spezzato, simbolo funebre messicano. L’esposizione è promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore Cultura del Gruppo 24 Ore. (foto Miguel Medina/Afp)

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    MIMETISMO ANIMALE, GENOVA, FINO AL 2 SETTEMBRE 2018

    Al Museo di Storia Naturale Doria apre sabato 10 febbraio la mostra “Kriptos. Inganno e mimetismo nel mondo animale”. Mimetismo non vuole dire solo nascondersi, ma fingere di essere qualcosa di diverso; gli animali assumono forme e colori di quanto li circonda, oppure spaventano i nemici con colorazioni vistose. Moltissimi fingono di essere quello che in realtà non sono: una foglia, un fiore, un rametto, un ciuffo di muschio, oppure adottano la livrea di specie pericolose quando sono del tutto privi di mezzi offensivi. Un’ esposizione ideale per le famiglie con bambini: rane variopinte, camaleonti, gechi, insetti foglia, mantidi e ragni con livree sorprendenti, presentati all’interno di grandi terrari arredati che riproducono l’ambiente naturale delle specie ospitate. Fotografie in grande formato e proiezioni video a parete a cura di Emanuele Biggi e Francesco Tomasinelli raccontano la vita segreta delle specie presenti. Dalle 10 alle 18 da martedì a domenica, info tel. 010564567.

  • “Mappa il randagio”, una app per segnalare i cani randagi e gli ibridi … – La Stampa

    “Mappa il randagio”, una app per segnalare i cani randagi e gli ibridi … – La Stampa

    Una app per segnalare cani randagi o ibridi cane-lupo sul territorio, condividendo foto e informazioni sui social. È l’obiettivo della app «Mappa il randagio», messa a punto dal progetto LIFE MircoLupo (per lo studio e la tutela dei lupi): il software consente di segnalare la presenza di cani vaganti sul territorio, contribuendo così alla creazione di una banca dati sul fenomeno del randagismo. 

    L’iniziativa è parte integrante del progetto Life Natura, finanziato dall’Unione Europea ai Parchi Nazionali dell’Appennino Tosco-Emiliano (capofila) e del Gran Sasso-Monti della Laga, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto del randagismo canino sulla conservazione del lupo. A fronte di circa 2.000 lupi, in Italia si stima la presenza di 700.000 cani randagi, che alimentano gravi minacce per la conservazione del grande predatore: esiste un dimostrato ed urgente pericolo di ibridazione che inficia il patrimonio genetico del lupo appenninico. 

    La App è scaricabile dal sito di progetto www.lifemircolupo.it. Cliccando su «Fai una foto» si ha la possibilità di scattare la foto, nominarla, salvarla, pubblicarla e condividerla sui social. Cliccando su «Mappa» appariranno le localizzazioni degli avvistamenti effettuati da chi sta usando l’App. Alla voce «Cerca», ogni utente potrà vedere tutti gli avvistamenti generati. L’applicazione fornirà, in tempo reale, i dati geo-referenziati dell’avvistamento, permettendo a coloro che operano nei Parchi di avere dati aggiornati sulla presenza di animali vaganti sul territorio.  

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  • “Un anno del cane non equivale a sette dell'uomo” – La Stampa

    “Un anno del cane non equivale a sette dell'uomo” – La Stampa

    Chi crede che un anno del cane equivalga a sette dell’uomo, si sta sbagliando. I quattro zampe hanno esigenze diverse dalle nostre e invecchiano molto più velocemente di noi nei primi due anni di vita, per poi rallentare nel corso dei successivi. A 12 mesi, infatti, un cane è gia adolescente e corrispondono a 14 o 15 anni umani, mentre dopo due si sale tra i 20 e i 24. Ecco spiegato così perché i nostri compagni animali raggiungono la maturità sessuale molto presto.  

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    La tabella sull’età stilata da Science Alert  

    Science Alert, sito web di notizie scientifiche, ha creato una tabella per aiutare le persone nel calcolo dell’età in base alle dimensioni del cane. Infatti, il peso conta molto nello sviluppo dell’animale. I quattro zampe di piccola taglia, di 9,5 chili o meno, invecchiano più lentamente rispetto a quelli di taglia grande (tra i 23 e i 40 chili) e gigante (sopra i 41). Un invecchiamento normale riguarda invece i cani di taglia media che pesano tra i 9,6 e i 22 chili.  

    La tabella di Science Alert che studia l’invecchiamento dei cani. La prima colonna (a partire da sinistra) rappresenta l’età umana; nella seconda quella dei cani di piccola taglia; nella terza i quattro zampe di media dimensione e nelle ultime due rispettivamente quelli di stazza grande e gigante  

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    Uno studio che dura da una vit

    Sono secoli che oramai si prova a studiare l’invecchiamento del cane in rapporto all’uomo. Già dal XIII secolo, in particolare in un’iscrizione del 1268 all’Abbazia di Westminister, si è calcolato che un anno umano equivale a nove nei cani. La regola dei sette anni invece è molto più recente. «La mia ipotesi è che si trattava di uno stratagemma di marketing» ha detto tempo fa un veterinario della Kansas State University in un colloquio con il quotidiano statunitense Wall Street Journal. 

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  • I rom adesso rubano pure i cani. In Italia un rapimento ogni 15 minuti – il Giornale

    I rom adesso rubano pure i cani. In Italia un rapimento ogni 15 minuti – il Giornale

    Non solo furti a raffica nelle case. Ora i rom rubano pure i cani. I dati resti noti da Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) parlano chiaro: ogni 15 minuti viene rapito un cane in Italia. Come denunciato da Quinta colonna, si tratta infatti del nuovo business dei nomadi in quanto la maggior parte dei furti sarebbe riconducibile a bande di rom organizzate. A parlare del fenomeno è stato anche Libero che spiega come i cani vengano direttamente prelevati dalle nostre case o dai giardini per poi scomparire nel nulla. Ma non solo: gli animali vengono direttamente rubati dalle mani del proprietario che gira con il guinzaglio. Un vero e proprio “scippo” del cane. Ma poi che fine fanno i nostri cani? Sempre secondo il quotidiano spesso si tratta di furti su commissione. Attraverso delle organizzazioni criminali i cani vengono poi smistati in “allevamenti lagher” nei paesi dell’Est mentre altri vengono venduti al Nord. A volte, però, il loro destino potrebbe essere più crudele: i cani rischiano infatti la vivisezione clandenstina oppure vengono trasformati in veri e propri corrieri della droga. In totale si tratterebbe di un business da 5-7 milioni l’anno.