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  • L’IZS di Teramo si costituisce parte civile: “atto dovuto”

    Giovedì, 12 Novembre 2015 10:59

    IZSTeramoProcesso per peculato e truffa. IZSAM chiederà risarcimento. Il direttore generale uscente Arnolfo: “Decisione presa con il nostro ufficio legale».
    L’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise si è costituito parte civile contro il suo ex direttore generale rinviato a giudizio per peculato e truffa. Lo riporta il quotidiano locale Il Centro.

    Per l’Istituto entrare nel processo -che comincerà a settembre del 2016- è stato «semplicemente un atto dovuto». Così lo definisce il direttore generale uscente (e dimissionario) Fernando Arnolfo, che tra qualche giorno – quando cioè la Regione nominerà il suo sostituto – uscirà di scena, ma alla cui gestione è da attribuire la decisione di costituirsi.  L’Istituto potrà avanzare richiesta di risarcimento per danno morale e d’immagine, un risarcimento quantificato in 50mila euro. “La decisione è stata presa sentito il nostro ufficio legale» ha aggiunto Arnolfo.

    A rappresentare lo Zooprofilattico nel giudizio sarà l’avvocato Renzo Di Sabatino, che spiega: «Non c’è una legge che obblighi un ente a costituirsi contro un proprio dipendente accusato di peculato, ma se nell’accusa c’è un danno diretto all’ente stesso, com’è in questo caso, bisogna recuperare i soldi. E se non lo si fa, poi qualcuno potrebbe chiedere di renderne conto».

  • I proventi della doppia tassazione vadano ai professionisti

    Giovedì, 12 Novembre 2015 10:22

    pressione fiscale«Utilizzare i proventi della doppia tassazione sulle Casse per accompagnare i giovani e le donne alla professione e supportare la loro capacità reddituale». È la proposta lanciata dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, davanti alla Commissione parlamentare di controllo sulle attività di previdenza degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, nel corso dell’audizione, che si è svolta ieri a Palazzo San Macuto, sull’«Indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei Fondi pensione e Casse professionali».

    «Al di là dei principi di equità sociale, l’investimento delle Casse sui giovani iscritti alle rispettive categorie professionali determinerebbe una spinta decisa allo sviluppo del settore professionale (inteso come parte rilevante dell’economia del Paese) e di conseguenza alla crescita del Pil nazionale e di tutta la comunità» ha affermato Stella, sottolineando che gli enti di previdenza privata gestiscono patrimoni stimabili in circa 70 miliardi di euro, di cui buona parte attualmente già investiti in titoli dello Stato.

    Cauta la posizione della Confederazione sugli investimenti delle Casse a sostegno dell’economia del Paese. Stella ha messo in guardia contro i rischi dell’incertezza normativa, fiscale e amministrativa che accompagnano gli investimenti pubblici e in infrastrutture e che potrebbero rendere gli investimenti delle Casse ancor più rischiosi di obbligazioni e titoli strutturati, tenuto conto che si tratta di enti di diritto privato».

    All’audizione di ieri erano presenti il coordinatore dell’area economica della Confederazione Italiana Libere Professioni (Confprofessioni) Luigi Carunchio, la dott.ssa Lucilla Deleo, consulente legislativo e per le relazioni istituzionali, e Francesco Monticelli, responsabile Centro Studi.

    La doppia tassazione– In Italia viene tassata sia la pensione erogata, sia i rendimenti dei patrimoni accantonati dagli enti di previdenza. E’ il cosiddetto modello ETT (esenzione, tassazione, tassazione) adottato solo da Italia, Danimarca e Svezia, contro il quale si è battuta l’Adepp. Per l’Associazione che riunisce le casse di previdenza l’’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea che grava gli enti di previdenza privatizzati di un “doppio balzello” . Il Presidente dell’Adepp Andrea Camporese, “tocca sia la pensione erogata sia i rendimenti dei patrimoni accantonati dagli Enti. Questo mentre nel resto dell’Europa si fanno scelte ben diverse. In Germania, ad esempio, i contributi versati sono esentasse”. La maggior parte dei Paesi europei- stante l’aumento degli anziani – è orientato al Modello EET (esenzione, esenzione, tassazione), che individua il momento della tassazione unicamente nella fase dell’erogazione della prestazione. I contributi e i rendimenti sono esenti da tassazione nella prima e nella seconda fase e vengono tassati al momento dell’erogazione della prestazione dato che essa è formata dai contributi versati dagli iscritti e dai rendimenti conseguiti dal fondo.

  • La Polizia Stradale di Udine scopre 49 cuccioli di cane in auto … – La Stampa

    La Polizia Stradale di Udine scopre 49 cuccioli di cane in auto … – La Stampa

    Ben 49 cuccioli di cane di varie razze (Pincher, Chiwawa, Cavalier King, Maltesi, Volpini, Barboncini, Pastori tedeschi ecc.) privi di microchip e documenti di accompagnamento scoperti dalla Polizia Stradale di Udine stipati in condizioni precarie in una macchina proveniente dalla Slovacchia. 

    «Il traffico illegale di animali è uno dei reati che colpisce maggiormente in quanto i cani viaggiano come merce, soprattutto di notte, rinchiusi in scatoloni o borse, nascosti nei bagagliai dove rimangono stipati per anche 10 o 11 ore senza bere o mangiare», osserva il comandante provinciale della Polizia stradale, Giuseppe Stornello. Alla guida del mezzo bloccato dalla Polstrada si trovava un torinese di 60 anni, tra l’altro con precedenti specifici in Toscana, Liguria, Piemonte e Lombardia.  

    L’uomo è stato denunciato e il mezzo usato per il trasporto illegale sequestrato. Tutti i cuccioli, infine, essendo risultati dell’età inferiore ai tre mesi e venti giorni previsti dalla normativa vigente, sono stati sequestrati e affidati immediatamente al controllo veterinario dell’Ass di Tolmezzo che ha prestato le prime cure agli animali.  

    *****AVVISO AI LETTORI******

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  • YOUTUBE Morso da serpente rifiutò cure per osservare e morì – Blitz quotidiano

    YOUTUBE Morso da serpente rifiutò cure per osservare e morì – Blitz quotidiano

    In un video la storia di Karl Patterson Schmidt, erpetologo che volle osservare su di sé gli effetti del morso di un serpente sconosciuto

    Pubblicato il 12 novembre 2015 07:00 | Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2015 00:41

    di redazione Blitz

    CHICAGO – Quando si dice dedicare la propria vita al lavoro… Ne sa qualcosa Karl Patterson Schmidt, erpetologo (cioè studioso di rettili) americano vissuto tra il 1890 e il 1957.

    A causarne la morte fu proprio il morso di un serpente, un esemplare velenoso di una specie trovata nell’Africa sub-sahariana.

    Nel settembre del 1957 un impiegato del Lincoln Park Zoo gli portò quel rettile da identificare. Durante l’esame approfondito, il professor Schmidt venne morso dal serpente. Non pensava che il veleno fosse letale, e così rifiutò le cure mediche e decise di osservare su di sé gli effetti del veleno di quel nuovo rettile, appuntando tutto su un diario. Ma 24 ore dopo morì.

    Un documentario di Science Friday ricostruisce le ultime ore del grande erpetologo.

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  • Firenze, l'associazione che si occupa dei gatti adulti ed anziani nei … – 055firenze

    Firenze, l'associazione che si occupa dei gatti adulti ed anziani nei … – 055firenze

    L’Associazione “Amici di Chicco” è la prima associazione che si occupa esclusivamente di gatti anziani ed adulti che si trovano nei gattili e nasce a Firenze nel 2011.

    Il loro principale obiettivo è informare le persone sui vantaggi e sulle belle esperienze che un gatto adulto può dare a differenza di un cucciolo, troppo spesso preferito ad un gatto con un vissuto dietro per pregiudizi e paure.

    Adottare un gatto piccolo, infatti, non è sempre la decisione migliore per una famiglia. I gatti non si “addestrano” come i cani. Adottare un gatto adulto al gattile, guidati dai volontari, significa partire con il vantaggio di conoscerne in anticipo il carattere e quindi, in qualche modo, scegliersi”.

    Ma…chi era Chicco? Chicco era un gatto bianco e rosso che viveva nel gattile da molti anni. La vita nel “recinto” diventava più dura di anno in anno per lui, così Elena e Francesco hanno deciso di adottarlo anche se ha otto anni. Dopo un anno Chicco è morto e ha lasciato un vuoto incolmabile per i suoi padroni che hanno trovato profondamente ingiusto che il gatto sia morto nel momento in cui finalmente aveva una casa.

    L’associazione “Amici di Chicco” è autofinanziata e si occupa solo occasionalmente di fare da tramite fra gli enti, ma non sono sovvenzionati da fondi pubblici, sono spinti da passione e amore per i felini.

    Per sapere di più sui loro progetti o per contattarli  visitate la pagina Facebook dell’associazione.

    L’associazione ha ottenuto anche l’attenzione di alcuni Vip come la fashion blogger Irene Colzi e di Enrica Della Martira, terza classificatta nella terza edizione di Masterchef Italia.

  • Mickey Rourke: «Il mio cane mi ha impedito di suicidarmi» – Trovalazampa (Comunicati Stampa) (Blog)

    Mickey Rourke: «Il mio cane mi ha impedito di suicidarmi» – Trovalazampa (Comunicati Stampa) (Blog)

    Un periodo bruttissimo della sua vita superato grazie all’amore per il suo chihuahua.

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    Le notizie di cani che hanno salvato la vita ai loro umani di sicuro non mancano. Ma ci sono salvataggi che probabilmente non faranno notizia ma sono ugualmente importanti: quei casi in cui i cani, con la loro compagnia e il loro amore infinito, salvano gli umani da loro stessi.

    È quanto è accaduto all’attore Mickey Rourke. Ultimamente ha raccontato di un periodo bruttissimo della sua vita e di come il suo adorato chihuahua l’abbia aiutato a superarlo.

    «Stavo attraversando un periodo davvero duro. Un giorno stavo molto male ed ero seduto sul pavimento all’interno di un ripostiglio. Non ce la facevo più e così ho afferrato una pistola – ha raccontato Rourke – Stavo decidendo dove spararmi quando il mio cane, Beau Jack, ha iniziato a piangere. Ci siamo guardati a vicenda…il suo sguardo diceva “Chi si occuperà di me?”. Questo mi ha fatto abbassare l’arma. Era venuto il momento di andare avanti».

    Purtroppo, Beau Jack è morto, ma l’attore ha mantenuto vivo il suo ricordo adottando molti altri cani. Come ogni amante degli animali, non si vergogna di esprimere la sua adorazione per i suoi amici a 4 zampe.

    Mentre ritirava il Golden Globe nel 2009 per il suo ruolo nel film The Wrestler, Rourke ha voluto ricordare il cane che l’ha salvato, e con lui tutti i cani che fanno parte della sua famiglia.

    «Voglio ringraziare tutti i miei cani, quelli che sono qui e quelli che non ci sono più, perché a volte quando un uomo è solo, tutto quello che gli rimane è il suo cane – ha detto – E loro sono tutto per me».

  • Sul ‘vile atto vandalico’ alla sede milanese dell’IZSLER

    Mercoledì, 11 Novembre 2015 17:36

    pro test izslerPro-Test Italia si unisce a Italia Unita per la Scienza “nel condannare il vile atto vandalico perpetrato ai danni della sede milanese dell’IZSLER.
    La “colpa” sarebbe quella di aver ospitato un evento informativo sulla sperimentazione animale”. Scritte ingiuriose, lancio di uova e vernice “non rientrano nelle forme di contrapposizione – afferma Pro-Test Italia sulla pagina Facebook – che un paese civile può accettare; pare che per alcune frange estremiste dell’animalismo anche solo la formazione del personale sulle nuove regole di gestione degli animali destinati alla
    ricerca scientifica, che sono più garantiste delle precedenti, sia motivo sufficiente per aggredire”. 

    Pro-Test Italia e Italia Unita per la scienza auspicano “una presa di distanza delle principali associazioni animaliste italiane contro queste intimidazioni” e reputano “che si debba dissipare questa ambiguità che molte associazioni animaliste adottano: non è accettabile sedersi con le Istituzioni di giorno e strizzare l’occhio agli estremisti di notte”. Pro-Test Italia, inoltre, chiede che le istituzioni prendano “più seriamente questi atti criminali” e auspica “che si velocizzi l’iter di iniziative normative sul bio-terrorismo attualmente in discussioni in Parlamento, in maniera da giungere a posizione analoghe a quelle già adottate da altri paesi, non solo europei”. (fonte)

    Italia Unita per la Scienza ha espresso “solidarietà all’Istituto, ai suoi dipendenti e ai ricercatori ospiti per l’evento e si augura che gli inquirenti che, in questo momento, stanno indagando sull’accaduto, possano individuare rapidamente i responsabili. Come gruppo – e come singoli – siamo favorevoli al dialogo con chi ha opinioni diverse dalle nostre, sulla sperimentazione animale così come su altri temi di interesse scientifico, fermo restando che riteniamo una fonte più affidabile le conoscenze, l’esperienza e le metodologie che la comunità scientifica affina e mette alla prova ogni giorno. Il vandalismo, il sabotaggio e la violenza, sia essa fisica o verbale, non hanno alcun posto all’interno di questo dialogo e riteniamo di doverli condannare fermamente”. Federico Dagostin, presidente di Italia Unita per la Scienza ha commentato che “il dibattito etico-morale che si va purtroppo radicalizzando. Lasciare soli i violenti, non permettere che si confondano nel mucchio, è l’unica via per impedire che le loro azioni qualifichino un movimento di opinione altrimenti legittimo, pacifico e, a mio parere, necessario come quello che vuole ottenere maggiori tutele per gli animali.”

    Lorenzo Rossi, consigliere di Italia Unita per la Scienza, sul posto nel giorno dell’attacco, ha dichiarato: “Un indice significativo di quanto poco spazio abbiano vandalismo e violenza all’interno di un dialogo adulto e maturo è dato dal fatto che ad essere attaccato è stato proprio un evento informativo sui vincoli legali posti alla sperimentazione animale e ai metodi alternativi, gli stessi a cui, secondo i vandali, i ricercatori dovrebbero dedicarsi in maniera esclusiva.”

  • Animali maltrattati in aziende Comune Roma.Procura e Istituzioni intervengano

    Un?incredibile sequenza di maltrattamenti e morti, di violazioni alle normative sanitarie e sullo smaltimento degli animali morti nelle aziende zootecniche pubbliche romane di Castel di Guido e Tenuta del Cavaliere, sono state riprese da video e foto oggi diffuse su Repubblica.it da Margherita D’Amico

    Per questo la LAV annuncia quattro atti concreti:?

    • la presentazione di una denuncia alla Procura della Repubblica;
    • la richiesta al Prefetto Gabrielli dell?immediato stop alle produzioni e al consumo di latte, mozzarelle e altro realizzati dalle due Aziende e servite a consumatori ignari;
    • la richiesta al Presidente della Regione Zingaretti, responsabile dei Servizi Veterinari pubblici, di rendere noto come sia stato possibile permettere tutto questo, evidentemente omettendo controlli o chiudendo tutti e due gli occhi, da parte di chi ? chiamato a far rispettare le leggi;
    • la richiesta al Prefetto Tronca, Commissario di Roma Capitale, di evitare la svendita dei due luoghi, peraltro di grande interesse naturalistico oltre che sociale, e la loro trasformazione in Centri di recupero di animali zootecnici, sequestrati o confiscati in base al Codice penale contro i maltrattamenti, realizzando quindi un servizio pubblico e davvero per tutta la collettivit?
  • Cari Colleghi, il Presidente Bottello scrive agli iscritti

    Mercoledì, 11 Novembre 2015 15:25

    giornali 3 Il Presidente dei Veterinari di Torino scrive in prima persona ai Colleghi e puntualizza la posizione dell’Ordine: adesso “un confronto serio”.
    Riceviamo e riportiamo la nota che il Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Torino, Thomas Bottello, ha inviato agli iscritti sul caso Ponzetto.

    Cari Colleghi,

    l’eco mediatica ha suscitato dalla pubblicazione di una foto che ritrae un medico veterinario con un leone da lui abbattuto durante una caccia in Africa, ha superato ogni aspettativa e non sembra spegnersi, almeno a breve.

    Sono pervenute, già solo al nostro Ordine, centinaia di mail. Giornali, radio e televisioni continuano a mantenere alta la tensione sull’episodio in questione.

    Inutile ricordare che la totalità delle mail di cittadini vorrebbero la radiazione del veterinario, ma anche all’interno della categoria moltissimi sono in linea con questo pensiero, o comunque chiedono pesanti sanzioni e rilevano incompatibilità etiche.

    Voglio ricordare che l’Ordine è un ente di diritto non economico, sussidiario dello Stato, e che il nostro Codice Deontologico trova applicazione all’interno dell’esercizio della professione o all’esterno, quando trasgressioni della legge violino anche dei doveri sanciti dal codice stesso.

    Mi sembra che, nel caso in questione, il collega abbia esercitato un’attività (quella venatoria), perfettamente legale, previa l’osservanza di regole e autorizzazioni precise: questo rende non sanzionabile la sua azione. Questa è la legge.

    Tuttavia è inutile nascondere che questa vicenda ha innescato una polemica anche all’interno della professione. Ci sono richieste (mi auguro solo provocatorie) di cancellazione dall’Albo per non condividere il senso di appartenenza con il collega in questione e, comunque, richieste di provvedimenti nei suoi confronti.

    In questo contesto i media, cavalcando la situazione, hanno riportato notizie e affermazioni tese soprattutto a fare “audience”, interpretando e travisando quanto dichiarato, utilizzando quelle regole giornalistiche per cui un titolo non virgolettato esprime il pensiero di chi scrive e non dell’intervistato. Poiché le smentite tendono ad essere meno incisive, ritengo importante specificare che mai è stato proposto un Albo speciale, mai si è entrati nel merito della professionalità del collega, il quale peraltro da sempre non nasconde la sua passione per la caccia.

    Cari Colleghi, questa vicenda ci piaccia o no, giusto o sbagliato che sia l’atto compiuto, ha sollevato una questione che ha una ricaduta enorme sulla nostra immagine professionale e non solo.

    Possiamo far finta di niente, rimanere incollati alle nostre sterili dispute sui social o nei bar, oppure prendere atto che la percezione e il concetto dell’etica che la gente ha nei confronti della nostra professione è cambiato, forse anche a causa nostra.

    Auspico che questa vicenda, brutta per tutti (collega in primis), sia il motivo per cominciare un confronto serio, non finalizzato solo alla polemica.

    Non si potrà mai avere una unanimità di consensi su questi temi, così come non tutti saranno d’accordo con quanto scrivo.

    So benissimo che non è facile affrontare argomenti sui quali le posizioni sono diametralmente opposte, ma non è impossibile e va sempre fatto nel profondo rispetto delle regole.

    In ogni caso tengo a precisare che la tutela del sentimento etico permea profondamente la nostra professione.

    Ricordo infatti che la cura degli animali d’affezione è totalmente gestita dalla libera professione, e come tale sottostà alle sue regole.

    Qualsiasi cliente è libero di scegliere il medico veterinario che preferisce in base a una scala di valori soggettiva e insindacabile. Spetterà solo a lui decidere liberamente se oltre ad essere un buon professionista debba anche presentarsi alto, biondo, con gli occhi azzurri o avere altre caratteristiche particolari.

    Resta tuttavia il fatto che non possiamo sottrarci dall’affrontare queste nuove tematiche con coraggio e senza ipocrisie.

    Ti saluto cordialmente,
    Thomas Bottello
    Presidente Ordine Veterinari Torino

  • Scandalo Italcarni: immagini choc. Chiediamo commissione d’inchiesta

    Lo scandalo degli animali a terra è stato denunciato già dieci anni fa dalla LAV e nonostante le condanne in diversi Tribunali e le note Ministeriali prodotte sull’argomento, è ancora una vergognosa prassi zootecnica molto diffusa nel nostro Paese e per la quale decine di migliaia di animali ogni anno subiscono abusi in allevamento, durante il trasporto e la macellazione”, questa la reazione a caldo di Roberto Bennati, vicepresidente della LAV alla video-inchiesta “Dentro al macello degli orrori” pubblicata oggi sul sito de Il Fatto Quotidiano, sulla vicenda della Italcarni, il mattatoio di Ghedi (Brescia), posto sotto sequestro dalla Procura di Brescia, che lunedì 9 novembre ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per due veterinari della Asl di Brescia e per i dipendenti del macello, per i gravi abusi inflitti ai bovini presso la struttura.

    Animali che arrivavano in gravi condizioni, non più in grado di reggersi sulle zampe e che, anziché essere macellati in allevamento, come prevedono le norme, o, in ultima analisi, sul camion, venivano scaricati e spinti con trattori o muletti, trascinati con catene e spinti con forconi, come hanno documentato le drammatiche immagini pubblicate da Il Fatto Quotidiano.

    “Prassi, più che eccezioni, che i servizi veterinari nei mattatoi continuano a non sanzionare in maniera adeguata – afferma Bennati – e che sono state oggetto di numerosi richiami da parte degli ispettori dell’ufficio veterinario Europeo nei confronti del Ministero della Salute e dei Servizi Veterinari di alcune Regioni”.

    Una illegalità non più tollerabile, pericolosa anche per la salute dei cittadini, già allarmati dalle evidenze sottolineate dall’Oms rispetto alla carne rossa: “chiediamo al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di istituire con urgenza una commissione di inchiesta, guidata dagli ispettori indipendenti dell’ufficio veterinario della Commissione Europea, sulla situazione degli animali a fine carriera negli allevamenti e nei mattatoi per riportare la legalità e il rispetto delle leggi e delle condizioni degli animali nell’industria zootecnica”. La carne dei bovini a terra, peraltro, è quella maggiormente usata per la produzione di hamburger e carne in scatola: i consumatori ne devono essere consapevoli.

    Cosa intende fare, inoltre, il Presidente Maroni, per scoprire dove andranno, da oggi, gli animali a terra che non sono più indirizzati al macello di Ghedi, considerato che le condizioni degli animali negli allevamenti non cambiano e che, pertanto, decine di animali saranno ridotti all’impossibilità di muoversi sulle proprie zampe, ma continueranno ad essere trasportati verso il macello? Cosa intende chiedere ai Servizi veterinari della Regione per evitare che il fenomeno sia solo spostato verso un altro mattatoio, con gli stessi pregiudizi per la salute dei cittadini e le condizioni degli animali?

    Rivolgiamo un appello al Consiglio comunale di Ghedi affinché imponga la costituzione di parte civile del Comune nel procedimento che vede imputati dipendenti e proprietario del mattatoio, e intervenga per far ritirare dal Sindaco, che è il cognato del titolare del macello, la convenzione tramite la quale il Comune di Ghedi concede l’uso della struttura, di proprietà comunale. “Aver fornito ai cittadini di Ghedi carni pericolose, certificate come invendibili dalle analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico di Torino, e aver praticato così tanti abusi sugli animali sono fatti che non possono restare impuniti – conclude Bennati – così come non può essere ulteriormente tollerato l’evidente conflitto d’interessi del Sindaco”.

    COMUNICATO INTEGRALE