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  • Ministro Giustizia annuncia aumento delle pene e nuovi reati contro animali

    Ministro Giustizia annuncia aumento delle pene e nuovi reati contro animali

    Plaudiamo all’impegno che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato via twitter (in photogallery) per “l’aumento delle pene per chi maltratta gli animali, garantendo maggiore tutela rispetto a fatti gravi ancora non adeguatamente perseguiti”.

    “E’ un punto previsto dal programma di Governo, ci attendiamo ora o la rapida formalizzazione di un Disegno di Legge come quello, ottimo, presentato nella scorsa Legislatura dall’On. Ferraresi ora Sottosegretario alla Giustizia o la calendarizzazione delle proposte che abbiamo fatto depositare nelle Commissioni parlamentari con le firme di deputati e senatori di ogni orientamento politico ma al momento assegnate solo a Palazzo Madama – ha detto Gianluca Felicetti Presidente LAV punti fondamentali sono quelli che puntano a ottenere concreti miglioramenti all’attuale Legge 189 del 2004 che va uniformata all’articolo 13 del Trattato europeo che riconosce gli animali come esseri senzienti, l’aumento fino a sei anni di reclusione per il maltrattamento e per l’uccisione di animali, l’abrogazione e la modifica di circostanze di illiceità speciale “per crudeltà’ e “senza necessità, la certa confisca degli animali oggetti di maltrattamenti, la creazione e il sostegno ai centri di recupero degli animali, il divieto per i condannati di poter continuare ad avere animali, l’introduzione del reato di zooerastia e zoopornografia, l’elevazione a delitto del reato di abbandono di un animale attualmente considerata una contravvenzione, l’istituzione del reato di strage di animali laddove si pongono atti idonei a determinare pericolo per la vita e l’integrità fisica di più animali mediante violenza, con la possibilità che dal fatto derivi la morte di uno o più animali, al fine di cagionare la morte di un numero indeterminato di essi per la natura del mezzo usato e le modalità dell’azione come avviene per gli avvelenamenti”.

  • Possiedi un cane? Hai diritto a 450 euro mensili. Ecco come … – News Italiane

    Possiedi un cane? Hai diritto a 450 euro mensili. Ecco come … – News Italiane

    E’ giunta una notizia molto attesa soprattutto dagli amanti degli animali e da coloro che ne possiedono uno in casa. Ovviamente avere un cane in famiglia vuol dire dover sostenere dei costi per l’acquisto dei medicinali, degli antiparassitari, delle vaccinazioni, dei giocattoli, degli alimenti tutto quello che può servire per poter mantenere in buona salute il proprio amico a quattro zampe. Sembra che il cane , o meglio il suo mantenimento pare sia stato equiparato al mantenimento di un figlio almeno è questo quanto riferito dal Ministero della Sanità degli animali domestici. ” Mi sembrava doveroso riconoscere queste spese, per potere così offrire l’ opportunità di ricevere un sussidio annuo in modo tale riuscire a combattere l’ abbandono degli animali, soprattutto di un cane”, è questo sostanzialmente quanto fatto sapere dal Ministero della Sanità degli animali domestici.

    Per poter far fronte alle problema dei cani randagi e soprattutto per la loro raccolta, secondo quanto riferito dal ministero occorrerebbero circa 15 milioni di euro anni e per cercare di far fronte a questi sprechi il premier pare che ha introdotto un contributo alle famiglie che hanno un animale domestico che sia riconosciuto dagli enti specializzati come l’EPa,  l’Ente animali e l’associazione per gli animali ovvero da associazioni attive da tanti anni ed il cui scopo è quello di garantire a questi animali un’esistenza che sia adeguata dal punto di vista qualitativo.

    Si tratterebbe Dunque di un contributo di circa €450 che sarebbe disponibile verso tutte quelle famiglie che pare abbiano un reddito inferiore ai €16500 e soltanto nel caso in cui l’intestatario sia residente nel nostro paese da circa 60 mesi. Questa notizia è stata accolta con Grande entusiasmo Tuttavia ancora non sembrano esserci delle notizie certe di ufficiali e quindi va presa con le giuste cautele.

    Ad ogni modo per poter usufruire del bonus il cane dovrà essere munito di microchip sottocutaneo e verrà istituita una sorta di carta d’identità dell’animale dove sia specificato il suo nome e quello del proprietario il comune di residenza e quello del proprietario. Inoltre dovrebbe essere istituito un vero e proprio sistema telematico che darà la possibilità di vedere dove si trovano gli animali sempre grazie al sistema gps integrato nel microchip. È prevista Inoltre una tessera sanitaria per l’animale che darà la possibilità di scaricare le spese mediche dalla dichiarazione dei redditi oltre che un libretto sanitario con il quale poi si potrà controllare in ogni momento dove si trova il cucciolo ed effettivamente Quali sono le sue condizioni.

  • Lampedusa: veterinari e volontari in campo, presto un presidio permanente

    9 medici veterinari volontari, 3 veterinari ASP, 1 assistente, 10 volontari: sono loro la squadra di speci

    alisti che, in base alle disponibilità e alle specializzazioni, si alterneranno fino al 22 luglio per dare concreta attuazione al “Progetto Isola – Uno strumento di civiltà”.

    La squadra sul campo procederà all’identificazione e sterilizzazione dei randagi di Lampedusa, all’accudimento dei cani vaganti sul territorio e al facilitare la loro adozione: sono circa 130 i cani randagi dell’Isola ai quali offriremo le necessarie cure, grazie a questo innovativo progetto avviato dal Comune di Lampedusa con LAV, Ordine dei Veterinari della Provincia di Palermo, ASP di Palermo, Corpo Forestale Regionale, IZS della Sicilia, Leishmania Center di Roma, e l’associazione locale “Il cuore ha quattro zampe”.

    Proprio nelle ultime ore è stato allestito, presso i locali del Corpo Forestale Regionale presenti sull’Isola, l’ambulatorio veterinario attrezzato per procedere alle prime sterilizzazioni dei randagi dell’Isola.

    Parte integrante del Progetto è anche l’accudimento dei cani vaganti sul territorio, con la distribuzione di mangiatoie, cibo e acqua, l’adozione degli animali e una campagna informativa destinata a turisti e cittadini, con depliant (in italiano e in inglese) distribuiti nei principali luoghi di transito sull’Isola.

    “Il Comune di Lampedusa e Linosa vuole tutelare la salute degli animali presenti sull’Isola e fornire loro tutta l’assistenza necessaria – afferma Salvatore Martello Sindaco del Comune di Lampedusa e Linosa Il progetto realizzato con LAV, che vede coinvolti i veterinari dell’ASP Palermo, dell’Ordine dei Medici Veterinari di Palermo, dell’IZS della Sicilia e del Leishmania Center di Roma, permetterà di garantire assistenza veterinaria a tutti loro. L’amministrazione comunale sta concludendo con l’aiuto della LAV le procedure per l’istituzione di un presidio veterinario pubblico permanente che diventerà un punto di riferimento per animali bisognosi di cure e per i volontari”.

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  • Dinosauri a Bergamo, un tour fra gli antichi rettili ospiti in città – BergamoNews.it

    Dinosauri a Bergamo, un tour fra gli antichi rettili ospiti in città – BergamoNews.it

    Abbiamo iniziato nel corso della prima puntata a conoscere i dinosauri ed abbiamo scoperto che per alcuni mesi saranno ospiti nella nostra città. Tuttavia ciò che conta è: chi erano questi esseri viventi?
    Facciamo un breve viaggio indietro nel tempo fra i punti nevralgici della nostra città.

    dinosauri

    1.Tyrannosaurus rex (Ospedale Papa Giovanni XXIII)

    Il timore dell’ospedale può esser uno dei più terribili, tuttavia nulla può far più paura della presenza di un dinosauro lungo quasi 12,5 metri di lunghezza per cinque tonnellate di peso. Stiamo parlando del tyrrannosaurus rex, uno dei dinosauri più conosciuti la cui una riproduzione è presente nei pressi dell’entrata dell’ospedale cittadino: vissuto nel Cretaceo Superiore (68 – 66 milioni di anni fa), il tirannosauro è stato considerato uno dei predatori più temibili che hanno solcato il nostro pianeta per via delle sue ampie fauci, vera arma del rettile, il cui morso era in grado di strappare cento chilogrammi di carne, con una forza tre volte quella del leone, dieci volte quella dello squalo e venti volte quella umana. Grazie alla forza del morso Tyrannosaurus poteva affondare i denti in profondità nella carne delle vittime e spezzarne anche le ossa; scuotendo violentemente la testa strappava quindi grossi bocconi che ingoiava senza masticare. Anche se il tirannosauro andava sicuramente a caccia per procurarsi il cibo, se si imbatteva in animali già morti li mangiava volentieri risparmiandosi la fatica di combattere.
    A differenza degli altri dinosauri carnivori gli occhi di Tyrannosaurus non erano posti sui lati della testa, ma di fronte; questo fatto consentiva all’animale di vedere anche davanti a sé, con ambedue gli occhi contemporaneamente. Per questo motivo Tyrannosaurus si rendeva conto molto bene della tridimensionalità e poteva calcolare con precisione le distanze grazie anche ad una vista particolarmente acuta, paragonabile a quella di un’aquila. La mole del Tyrannosaurus potrebbe far pensare ad un essere vivente lento, nonostante ciò all’essere vivebte la conformazione delle gambe consentiva di raggiungere una velocità di circa 25 km orari, cioè comparabile a quella di un atleta ben allenato.
    Una buona struttura fisica, tuttavia il celebre predatore soffriva di qualche problemino fisico: a dimostrarlo sono stati i reperti ritrovati dai paleontologi si possano osservare come parti dello scheletro fossero in alcuni casi deformate o corrose a causa di infezioni o altri tipi di disturbi che potevano provocare dolori alle giunture e rendere più difficili i movimenti. Anche il tirannosauro poteva soffrire di “gotta”, una malattia che colpisce pure l’uomo, una specie di intossicazione dovuta a un cattivo funzionamento dell’organismo imputabile a una dieta troppo ricca di carne.

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    2. Indricotherium transouralicum (Piazzale Guglielmo Marconi – Stazione Ferroviaria)

    Non solo dinosauri, ma anche mammiferi nel corso del nostro tour all’interno della città ed ad accogliere i turisti all’ingresso della città è l’Indricotherium transouralicum, mastodontico essere vivente vissuto a cavallo dell’Eocene e dell’Oligocene (37,2 – 22 milioni di anni fa). Con i suoi 8 metri di lunghezza ed i 5,5 metri di altezza, l’Indricotherium transouralicum viene considerato il più grande mammifero di terraferma, più alto delle attuali giraffe e pesante al pari di tre elefanti africani. A differenza dei suoi lontani parenti attuali, i rinoceronti, Indricotherium aveva zampe relativamente lunghe e slanciate ed era privo di corni. Le ossa del cranio mancano infatti della superficie rugosa sulla quale, nei rinoceronti attuali, si saldano i corni di cheratina, mentre alcuni crani possedevano la testa bombata, strutturalmente più robusta: in questi casi forse ci trovava di fronte ad esemplari maschi, che si guadagnavano il diritto alla riproduzione spintonandosi con la testa o sfidandosi a colpi di collo (“necking”) come fanno le giraffe.
    L’estremità del muso di Indricotherium era conformata per strappare le foglie: un labbro superiore prensile, analogo a quello del rinoceronte nero, portava le foglie in prossimità della bocca, dove gli incisivi potevano reciderle, dei quali i superiori, diretti verso il basso e simili a piccole zanne, erano maggiormente sviluppati. Il nome Indricotherium, che significa “bestia-Indrik”, deriva da quello di un essere della mitologia russa medievale descritto come “il padre di tutte le bestie selvatiche”, al cospetto del quale tutti gli altri animali si dovevano inginocchiare.

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    3. Pachyrhinosaurus lakustai (Largo Gianandrea Gavazzeni – Porta Nuova)

    Osservando il Pachyrhinosaurus lakustai numerosi sono gli elementi che rendono curioso questo rettile vissuto nel Cretaceo Superiore (73,5 – 72,5 milioni di anni fa, come gran parte delle specie appartenenti al gruppo dei Ceratopsia: l’enorme testa dotata di un becco simile a quello dei pappagalli, di un collare osseo che si proiettava all’indietro verso il collo e di un numero variabile di corna e protuberanze sul capo. Proprio una di queste protuberanze, quella rugosa che adornava le ossa nasali al posto del corno, ha caratterizzato il nome del rettile, il cui significato è “sauro dal naso spesso”: studiando la microstruttura dell’osso e facendo confronti con gli animali attuali, i paleontologi hanno riscontrato forti somiglianze con la fronte dei maschi adulti del bue muschiato attuale, Ovibos moschatos. Essa non era semplicemente ricoperta di pelle, ma rivestita da uno spesso cuscinetto di epidermide corneificata che ne aumenta di molto le dimensioni e aiuta ad assorbire gli impatti nei frequenti scontri tra rivali. Se questi scontri avvenissero anche tra i Pachyrhinosaurus non si sa: di certo si può presumere solo che, almeno in certi momenti dell’anno, questo animale vivesse in gruppo, come testimoniato dal ritrovamento di grandi accumuli di ossa con resti di individui di età differenti.
    Il collare osseo era adornato da diverse corna, tuttavia poiché i crani di Pachyrhinosaurus canadensis rinvenuti ad oggi sono piuttosto incompleti nella regione del collare, la ricostruzione della forma e dell’orientamento delle corna è stata basata su Pachyrhinosaurus lakustai, una specie leggermente più antica e di taglia più piccola: tra gli spuntoni che adornavano l’asse mediano del collare essa possedeva una lunga barra appuntita, perpendicolare, che fa pensare ad animali mitologici come l’unicorno, mentre altre protuberanze, simili a quella nasale, ma più piccole, erano disposte al di sopra delle orbite di Pachyrhinosaurus.
    I Ceratopsia come Pachyrhinosaurus brucavano al suolo nelle vaste praterie di felci dell’epoca e consumavano anche le abbondanti Angiosperme (piante con fiore), tranciando le piante con il becco possente e tagliuzzandole in minuscoli brandelli con batterie di denti affilati. L’efficienza dei denti era sempre massima, poiché non appena un dente veniva usurato, esso cadeva e ve ne era già sotto uno nuovo pronto a sostituirlo.

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    4. Diplodocus longus (Piazza Cittadella – Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” )

    Ultima tappa del nostro tour nella Bergamo di altri tempi è l’entrata del Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” dove fa buona guardia l’altissimo Diplodocus longus. Il Diplodocus era un sauropode di costituzione leggera, con un collo lungo e molto snello anche alla base, e con una interminabile coda che all’estremità si assottigliava come una frusta: si è calcolato che agitando la coda da destra a sinistra con una velocità alla base di 1,5-2,5 metri al secondo, essa avrebbe potuto acquisire all’estremità una velocità superiore a quella del suono, generando schiocchi duemila volte più intensi di quelli prodotti da una frusta. Questi schiocchi potevano essere uditi a grande distanza dai propri simili o intimorire e disorientare gli assalitori.
    La coda a frusta poteva servire anche per infliggere terribili sferzate ai nemici? Probabilmente no. Gli ultimi due metri di coda pesavano solo un paio di chili, dunque per arrecare danno a un avversario l’estremità della coda avrebbe dovuto oscillare a una velocità tale che l’impatto la avrebbe danneggiata seriamente. Un uso ripetuto della coda come arma dovrebbe aver lasciato inoltre sulle ossa fossili segni di trauma, che non sono mai stati osservati.
    Il Diplodocus poteva occasionalmente sollevarsi sulle zampe posteriori, scaricando parte del peso sulla coda e adottando una postura tripode: è probabile che i sauropodi assumessero questa postura solo durante i combattimenti inter- o intraspecifici, non per cibarsi delle foglie sui rami alti degli alberi. Messo alle strette, il Diplodocus poteva sollevarsi per cercare di schiacciare un nemico o di ferirlo scalciando con gli arti anteriori dotati di un grande unghione affilato sul pollice. La mole rendeva inattaccabili gli individui più grandi: gli adulti di Diplodocus potevano infatti raggiungere 35 metri di lunghezza e pesare oltre 20 tonnellate.
    In un mondo popolato da molti altri sauropodi, la lunghezza del collo non era un vantaggio nella competizione per il cibo, perché solo gli esemplari adulti delle specie più grandi avrebbero effettivamente potuto brucare a quote in cui non vi erano competitori. Un collo lungo era molto più vulnerabile agli attacchi dei predatori, e doveva essere una struttura dal complesso funzionamento meccanico e fisiologico. Infine, il collo era proporzionalmente più lungo negli adulti. Forse agli occhi di un Diplodocus maturo la lunghezza del collo di un potenziale partner doveva apparire come una prova che esso era stato capace di raggiungere l’età adulta nonostante i pericoli, risultando dunque forte e attraente. Il muso allungato era equipaggiato nella parte anteriore da denti simili a pioli, con cui l’animale strappava le foglie dai rami, ingoiandole intere e poi macinandole all’interno del robusto stomaco in cui rotolavano i sassi che l’animale ingeriva (gastroliti).

  • In vacanza con cane e gatto: quali garanzie assicurative accessorie … – Facile.it

    In vacanza con cane e gatto: quali garanzie assicurative accessorie … – Facile.it

    Estate, tempo di sole, di mare e di… viaggi con gli amici a quattro zampe, meglio se con un’assicurazione cane gatto stipulata prima della partenza, comprensiva di tutte le garanzie necessarie. Ricordiamo che la semplice RC animali domestici copre solo i danni procurati a terzi e alle cose, mentre le altre coperture (come l’assistenza sanitaria) sono facoltative e vanno aggiunte a discrezione del proprietario dell’animale.

    Vediamo quali sono quelle più utili.

    Una garanzia assolutamente necessaria è quella che tutela gli animali domestici durante il trasporto in automobile: il Codice Civile considera infatti cani e gatti come beni mobili (in pratica oggetti), senza quindi nessuna copertura in caso di incidente. Esiste però un’apposita polizza aggiuntiva, offerta da alcune compagnie, che prevede un rimborso per le spese veterinarie sostenute dal proprietario qualora l’animale subisca le conseguenze di un sinistro stradale con torto.

    Un secondo genere di copertura dell’assicurazione cane gatto in vacanza è la cosiddetta assistenza in viaggio, che permette sia di usufruire di tutta una serie di servizi utili per l’amico peloso (ricerca di strutture pet friendly, prenotazione biglietti sui mezzi di trasporto, info sui regolamenti nazionali e internazionali in materia di animali domestici, ecc.) che di un servizio medico-veterinario in caso di malattia grave o di infortunio occorso all’animale durante il periodo di vacanza, con tanto di rimborso dei costi. Si consiglia di leggere bene le clausole del contratto perché quasi sempre sono previsti dei massimali.

    Purtroppo un’assicurazione deve prevedere anche gli eventi più estremi e l’ambito cane e gatto non fa eccezione: ci sono infatti garanzie che contemplano un risarcimento economico nel caso in cui durante una vacanza l’animale domestico sfugga accidentalmente di mano al padrone andando incontro a un triste destino. Occhio però alle esclusioni: tale copertura è ammissibile solo per cani e gatti relativamente giovani, ovvero con meno di 7 anni di età.

  • Macron ha Nemo, Trump li evita I leader e la strategia dei cani – Corriere della Sera

    Macron ha Nemo, Trump li evita I leader e la strategia dei cani – Corriere della Sera

    L’Eliseo e la Casa Bianca sono uniti da una storica tradizione: non può esserci un presidente senza un cane. A Parigi Emmanuel Macron non si è permesso di interrompere il sodalizio nato negli anni Settanta tra labrador e presidenti, con Jupiter e Georges Pompidou: ad agosto scorso sua moglie Brigitte ha suggerito al marito di accogliere da un canile il peloso Nemo. Al contrario l’ultimo inquilino di Washington ha spezzato un’usanza che durava da 130 anni: niente cani per Donald Trump e famiglia. «Non li ama», raccontò l’ex moglie Ivana dopo il divorzio, e soprattutto — dicono le malelingue — non gli servono. A The Donald, presidente muscolare, non interessa apparire come «un buono», al contrario dei molti politici che da decenni applicano una semplice equazione: «Un cane rende simpatico il padrone: chi ne ha uno — ha raccontato lo storico Christian Delporte al magazine di Le Monde — non può sembrare un egoista, ma una persona capace di occuparsi degli altri».

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    Quando l?amicizia è (anche) strategia: i cani dei presidenti

    Lo sapeva Obama, che amava farsi fotografare con gli arruffatissimi Bo e Sunny, i due «First Dog» più amati della storia recente americana. Forse non quanto Checkers, il cocker che Nixon (allora in corsa da vicepresidente) citò in un discorso nel 1952: diventò un’icona ma non visse così a lungo da godersi una cuccia alla Casa Bianca. È andata meglio a Nemo, il cane di Macron che ha fatto pipì su un caminetto all’Eliseo durante una riunione (casualmente a telecamere accese): risate dei partecipanti e livello di gradimento umano per il padrone in lieve rialzo.

    Anche la Baltique di Mitterrand era un labrador: affettuoso e rassicurante, il retriever è quello che meglio trasmette «la forza tranquilla» cara al più longevo inquilino del Palais. Ne aveva una anche Putin, meno dolce: in un vertice del 2007 lasciò la sua Koni libera di aggirarsi tra le gambe della Merkel, evidentemente a disagio. Poi chiese scusa, ma i rapporti non sono migliorati.

    Se è vero che i cani somigliano ai padroni, anche loro si affezionano al potere: il terrier maltese Sumo di Jacques Chirac fu preso da depressione e ansia aggressiva quando la fine del mandato presidenziale lo costrinse a cambiare casa. Finì per dare un morso al padrone. Grande l’ affetto provato dal re thailandese Bhumibol che, anche in sedia a rotelle, si faceva guidare dalla trovatella Thong Daeng. Ora sul trono c’è il figlio Vajiralongkorn, per niente apprezzato dai sudditi per i suoi eccessi. Colpa anche di Fufu, che mangiò una torta dalle mani della principessa vestita solo con un perizoma.

    15 luglio 2018 (modifica il 16 luglio 2018 | 11:10)

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  • Gatto intrappolato da quattro giorni su un terrazzo: lo salva la … – BrindisiReport

    Gatto intrappolato da quattro giorni su un terrazzo: lo salva la … – BrindisiReport

    TORRE SANTA SUSANNA- La Protezione civile di cui Torre Santa Susanna vanta un primato con ben sei associazioni che si occupano di questo ramo, ha anche il compito di salvare animali in difficoltà. Nella mattinata del 16 Luglio, si è reso necessario un intervento da parte dei volontari dell’Agata Gallù per trarre in salvo un gatto intrappolato da ben quattro giorni sul terrazzo di una civica abitazione.

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    Ad allertare i  volontari sono stati  gli abitanti di via Latiano  (zona centro) che sentivano il gatto miagolare a mo’ di richiesta di aiuto. I volontari, giunti sul posto con l’ausilio di una scala sono saliti sul terrazzo ed hanno prelevato il gatto, che era impaurito e terrorizzato, con conseguente aggressione ai suoi soccorritori.

    Alla fine il gatto è stato consegnato alla sua legittima proprietaria, con la raccomandazione di tenerlo sotto controllo. In casi di soccorso ai gatti, non sempre si riesce a trarli in salvo. Spesso ritornano al posto in cui stavano in pericolo.

  • Dog Pride, le storie di cani che non si sono arresi – Il Secolo XIX

    Dog Pride, le storie di cani che non si sono arresi – Il Secolo XIX

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    Rapallo – La vera vita di Lacey è iniziata cinque mesi fa. Dall’Italia. E dal sorriso dolce di Francesca Michelon. Lacey è un greyhound, razza che appartiene al gruppo dei levrieri: è nata e cresciuta in Irlanda, destinata al mondo delle corse. Non era abbastanza veloce, però, Lacey. Ed era già stata destinata alla soppressione. «Tramite l’associazione Pet Levrieri siamo riusciti a salvarla – racconta Francesca, romana, in questi giorni in vacanza a Rapallo – è una cagnolina che ha subito tanti traumi e speriamo, passo dopo passo, di riuscire a farglieli superare».

    Dall’Irlanda al sud d’Italia. Dove il randagismo è la piaga, costante. Arriva da Benevento Sharon, musetto nero di un anno e mezzo: «L’hanno trovata in strada, abbandonata e poi è rimasta in stallo a Benevento – racconta Valentina Pini, di Rapallo – tramite la volontaria Paola Di Pasqua, è arrivata fino a qui. Com’è? Una coccolona». Storie di cani che non si sono arresi. Di padroni che li hanno salvati. Di rapporti profondi, che ora nutrono la loro quotidianità. Anche quest’anno il “Dog Pride” dell’Enpa – Ente Nazionale Protezione Animali Onlus – sezione Camogli e Levante Ligure, con la presidentessa Patrizia Bandettini Di Poggio ha fatto centro. Con più di 70 cani a sfilare, sabato sera, ai Giardini Partigiani di Rapallo, nel nome dell’orgoglio canino. Daisy, labrador di 4 anni, ha una caratteristica: «E’ genoana – racconta Massimo Rossi, di Rapallo – quando gioca il Genoa si piazza davanti a Sky e non la schiodi più». Nena, pastore belga di 11 anni, è «la Chiara Ferragni dei cani di Rapallo – sorride Maria De Feudis – è un cane sociale, andiamo ovunque».

    Greta Cioffi, di Rapallo prima aveva avuto solo gatti. Poi, due anni fa, per la laurea, ecco arrivare Margot, bulldog francese. «Vive con due gatti e forse pensa di essere pure lei, un gatto». E’ dolce, ha paura dei cani piccoli – lei, che piccola certo non è – e …ama le lucertole: è Lucy, il golden retriever di 2 anni di Giuseppina Ventura, di Rapallo. Fra le storie particolari: Elsa, meticcio di 2 anni e mezzo, è sopravvissuta al terremoto di Amatrice. «Si è salvata ma per mesi ha continuato a mettersi le zampe sul muso, strofinandole così tanto, in modo continuativo, da arrivare a perdere pure le unghie – racconta Anna Uselli, di Rapallo – quando l’abbiamo adottata tremava come una foglia».

    Amore e dispetti: Olimpia, lo shar pei di un anno e mezzo della famiglia Lasinio – papà Filippo, mamma Carlotta, le figlie Costanza e Caterina – è patita di ciucci da bambini.«Li ha inghiottiti due volte, in un attimo – dice, Filippo Lasinio, consigliere comunale a Rapallo – per fortuna entrambe le volte lo specialista è riuscito a estrarli senza dovere operarla». Un batuffolo attira coccole è Mishka- nome completo Mishka Isolda Orli San -, chow chow di 1 anno e sette mesi. «E’ indipendente, tranquilla. Dorme tanto e russa più di un essere umano» sorridono Mila e Riccardo Borghi, di Rapallo.

    Dolce e paurosa: ecco Kyra, jack russell di 2 anni e mezzo che se ne sta buona accanto alla sua padrona Enza Penna della provincia di Monza Brianza, in vacanza a Rapallo. Sempre da un canile del sud proviene Paco, bastardino di 2 anni. La sua padrona, Silvana Solari, di Rapallo si commuove: «Ho sempre fatto il “Dog pride” con Stella, il cane che avevo prima. Che dolore, quando è mancata! Ora sono qui.. con Paco». Certi amori, sono magici. Ambra Albericci, di Follo, lo scorso settembre ha visto in una manifestazione a Sarzana Nerone. «Era al canile di San Venerio, chiedevano una famiglia per lui e l’ho preso». Nerone è paralizzato, non ha l’uso delle zampe posteriori. «All’inizio è stato difficile, perché ha bisogno di attenzioni particolari. Poi, ogni cosa è diventata normale. E’ lui, Nerone. Ed è speciale».

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  • Come proteggere cani e gatti dal caldo – Quotidiano Piemontese

    Come proteggere cani e gatti dal caldo – Quotidiano Piemontese

    In questi giorni potreste assistere al fatto che il vostro cane mangi meno del solito, si muove meno e pare meno interessato a quanto accade intorno a lui, e spesso si gratta. Nessuna paura, non è assolutamente malato o depresso è solo che l’estate è il periodo peggiore per lui con la temperatura corporea che sale fino a 38 gradi creando uno stato di malessere, anche per il vostro gatto le cose non vanno bene in quanto per lui il sistema di autoregolamentazione della temperatura corporea passa dai polpastrelli e come se non bastasse sia per gatti che per cani d’estate possono esplodere le dermatiti e la parassitosi che possono colpire le razze più delicate quali i Boxer, i Bulldog inglesi e francesi, Carlini, Shar pei e Pastori Tedeschi.

    L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE dopo aver sentito veterinari e nutrizionisti ha stilato un piccolo decalogo di regole alimentari per i nostri amici a quattro zampe:

    1- Per il vostro cane è importante unire alle crocchette due cucchiai di cibo umido un composto idratante preferibilmente alternando la carne al pesce per il suo alto contenuto di omega 3 molto importante per pelo e pelle.
    2- Per il gatto mai unire invece crocchette ed umido ma darli differenziate. Ai gatti lasciare sempre un piatto con le crocchette in quanto in questo tempo caldo il nostro gatto necessita di fare 10-12 piccoli pasti al giorno mentre il cibo umido deve essere consumato al momento.
    3- Ovviamente sia per i cani che per i gatti sempre a disposizione una ciotola di acqua fresca ma non fredda da frigo, acqua che viste le temperature di questi giorni andrebbe cambiata frequentemente
    4- Per i cani anche una buona dose di verdure non fa male, in particolare zucchine, carote e cetrioli tagliati a pezzetti ed uniti al cibo direttamente in ciotola. Evitare la frutta per l’alto contenuto zuccherino che tende a far aumentare di peso i cani che d’estate sono più pigri.
    5- Secondo le indicazioni veterinarie inoltre è meglio evitare i pasti abbonanti alla sera.
    6- Attenzione ovviamente ai colpi di sole, per il cane un bagno rifrescante non fa male, ma mai con acqua gelida, se si usa lo shampoo specifico e delicato è possibile lavare il cane di frequente.
    7- Attenzione ai colpi di sole, non solo non lasciare in cane o il gatto chiuso in automobile, ma evitare anche le terrazze soleggiate e chiuse.
    8- Infine per il cane le corse in spiaggia e i bagni in mare sono il meglio del meglio, ma attenzione che non mangi la sabbia che rimane tutta nello stomaco con rischi per la sua salute
    9 – Infine se il cane o il gatto stanno male, evitare il fai da te ma consultare sempre il proprio veterinario, al quale sarebbe buona cosa sottoporre fido e micio per un controllo anche prima della eventuale partenza per le vacanze con loro al seguito.

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  • Intolleranze alimentari nel cane, quali sono le più frequenti e come … – Petpassion.tv

    Intolleranze alimentari nel cane, quali sono le più frequenti e come … – Petpassion.tv

    Capita spesso di avere cani che soffrono di intolleranze o allergie alimentari. Ecco quali sono i principali sintomi e segni clinici da tenere sotto controllo.

    Intolleranze alimentari e allergie sono abbastanza comuni anche nei cani. Sintomi di cattiva digestione nel cane devono sempre farci sospettare la presenza di qualche intolleranza o allergia, così come la dermatite nel cane, che fra le innumerevoli cause potrebbe avere anche una forma di intolleranza e allergia.

    Se notate questi sintomi nei vostri amici a quattro zampe, il consiglio è quello di contattare il vostro veterinario in modo da capire quale sia l’alimento colpevole e impostare una terapia.

    Intolleranze alimentari dei cani: le più frequenti e i sintomi

    Con il termine di intolleranza alimentare solitamente si intende una reazione avversa dell’organismo del cane nei confronti di determinati cibi. A differenza dell’allergia alimentare, nell’intolleranza non si ha coinvolgimento del sistema immunitario. Spesso, invece, queste patologie sono provocate da carenze enzimatiche. Altra differenza è che nell’intolleranza alimentare, spesso la gravità dei sintomi è basata sulla quantità ingerita di cibo a cui si è sensibili. Per le allergie alimentari, invece, bastano anche piccole dosi di allergeni per scatenare i sintomi.

    Fra le più comuni intolleranze alimentari nei cani troviamo:

    • latte: il problema è il lattosio. Spesso i cani non hanno i necessari enzimi per digerire il latte e i latticini;
    • glutine: capita più raramente nei cani, ma talvolta si hanno cani che sembrano soffrire di forme assai simili alla celiachia umana.

    I sintomi delle intolleranze alimentari, spesso, sono simili a quelli delle allergie e possono manifestarsi a carico di diversi organi:

    • pelle: dermatite con prurito, eritema diffuso in tutto il corpo, anche nell’orecchio;
    • stomaco e intestino: vomito, diarrea, meteorismo;
    • apparato respiratorio: rinite, asma, tosse;
    • occhi: congiuntivite, scolo oculare.

    Bisogna dire che la maggior parte delle volte si vedono più sintomi legati all’apparato gastroenterico e alla cute rispetto alle forme respiratorie, più tipiche del gatto.

    Allergie alimentari nel cane: le più comuni e sintomi

    Nel caso delle allergie alimentari, abbiamo il coinvolgimento di un sistema immunitario iper reattivo che tende a reagire in maniera abnorme ed esagerata a determinati stimoli provocati dagli allergeni. Anche i sintomi di allergia nel cane possono colpire diversi organi:

    • pelle: dermatite con prurito (e relativo aumentato nervosismo), eritema diffuso in tutto il corpo, anche nell’orecchio (otite), alopecia;
    • stomaco e intestino: vomito, diarrea, meteorismo, colite, maldigestione, malassorbimento e stipsi;
    • apparato respiratorio: rinite, starnuti, asma, tosse;
    • occhi: congiuntivite, scolo oculare

    Nel caso di allergie alimentari, raramente nei cani si vedono forme di shock anafilattico, solitamente quello è legato a forme di allergia derivanti da punture di insetti o farmaci. Per quanto riguarda gli allergeni, invece, il cane potrebbe essere allergico a:

    • determinate proteine alimentari;
    • additivi utilizzati per la conservazione dei cibi.

    Per una corretta educazione e una sana crescita del cucciolo, è necessario rispettare alcune regole base nella gestione dei pasti. Le regole fondamentali da seguire sono tre…

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    CREDITS:

    Immagine di copertina: Shutterstock
    Approfondimento: Purina Proplan