L’Eliseo e la Casa Bianca sono uniti da una storica tradizione: non può esserci un presidente senza un cane. A Parigi Emmanuel Macron non si è permesso di interrompere il sodalizio nato negli anni Settanta tra labrador e presidenti, con Jupiter e Georges Pompidou: ad agosto scorso sua moglie Brigitte ha suggerito al marito di accogliere da un canile il peloso Nemo. Al contrario l’ultimo inquilino di Washington ha spezzato un’usanza che durava da 130 anni: niente cani per Donald Trump e famiglia. «Non li ama», raccontò l’ex moglie Ivana dopo il divorzio, e soprattutto — dicono le malelingue — non gli servono. A The Donald, presidente muscolare, non interessa apparire come «un buono», al contrario dei molti politici che da decenni applicano una semplice equazione: «Un cane rende simpatico il padrone: chi ne ha uno — ha raccontato lo storico Christian Delporte al magazine di Le Monde — non può sembrare un egoista, ma una persona capace di occuparsi degli altri».

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Quando l?amicizia è (anche) strategia: i cani dei presidenti

Lo sapeva Obama, che amava farsi fotografare con gli arruffatissimi Bo e Sunny, i due «First Dog» più amati della storia recente americana. Forse non quanto Checkers, il cocker che Nixon (allora in corsa da vicepresidente) citò in un discorso nel 1952: diventò un’icona ma non visse così a lungo da godersi una cuccia alla Casa Bianca. È andata meglio a Nemo, il cane di Macron che ha fatto pipì su un caminetto all’Eliseo durante una riunione (casualmente a telecamere accese): risate dei partecipanti e livello di gradimento umano per il padrone in lieve rialzo.

Anche la Baltique di Mitterrand era un labrador: affettuoso e rassicurante, il retriever è quello che meglio trasmette «la forza tranquilla» cara al più longevo inquilino del Palais. Ne aveva una anche Putin, meno dolce: in un vertice del 2007 lasciò la sua Koni libera di aggirarsi tra le gambe della Merkel, evidentemente a disagio. Poi chiese scusa, ma i rapporti non sono migliorati.

Se è vero che i cani somigliano ai padroni, anche loro si affezionano al potere: il terrier maltese Sumo di Jacques Chirac fu preso da depressione e ansia aggressiva quando la fine del mandato presidenziale lo costrinse a cambiare casa. Finì per dare un morso al padrone. Grande l’ affetto provato dal re thailandese Bhumibol che, anche in sedia a rotelle, si faceva guidare dalla trovatella Thong Daeng. Ora sul trono c’è il figlio Vajiralongkorn, per niente apprezzato dai sudditi per i suoi eccessi. Colpa anche di Fufu, che mangiò una torta dalle mani della principessa vestita solo con un perizoma.

15 luglio 2018 (modifica il 16 luglio 2018 | 11:10)

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