controlli in importazione e scambi di prodotti 4 638Il DDL Lorenzin riaccende la questione dei Veterinari a tempo determinato del Ministero della Salute. Personale in prima linea nei controlli, “ma che non è in pianta organica”.

Una lettera firmata inviata al nostro quotidiano ravvisa molte perplessità sui contenuti del Disegno di Legge 3868, che “anzichè pensare prima di tutto a stabilizzare le risorse già presenti nei suoi uffici, prevede unicamente la necessità di una norma che garantisca il reclutamento da altre aree sanitarie”.  Attualmente lavorano presso il Ministero della Salute circa 240 dirigenti delle professionalità sanitarie di ruolo in pianta organica e circa 165 dirigenti delle professionalità sanitarie, “ancora a tempo determinato fuori pianta organica, con una media lavorativa di 15 anni fino ad un massimo di 30 anni”. Eppure questi professionisti “sono stati reclutati tramite concorsi pubblici secondo le norme che prevedono l’accesso agli incarichi della pubblica amministrazione”.

Questo personale concorre a garantire il controllo sanitario nazionale ed internazionale alle frontiere. Al merito di queste professionalità va l’avere “garantito negli anni gli elevati standard di salute che vedono l’Italia sempre ai primi posti in Europa e nel mondo”. Basti citare, a titolo di esempio, il RASFF-sistema rapido di allerta per alimenti e mangimi- che vede l’Italia “sempre prima”: anche nel 2015 su 2967 notifiche di allerta europee, l’Italia è al primo posto con 511 notifiche, “la maggioranza delle quali, ben 374 arrivano proprio dai controlli degli uffici periferici di frontiera del Ministero UVAC-PIF-USMAF”.
A ciò si aggiungano i controlli che riguardano la sanità animale e umana, “fronteggiando negli anni le varie emergenze SARS, EBOLA, emergenza migranti, BSE, Blu Tongue, influenza aviaria,), dei controlli su strada per la verifica del benessere degli animali trasportati, dei controlli per il contrasto dei traffici illegali animali, prodotti, farmaci, ecc.”.

Questi controlli di frontiera sono svolti in gran parte dal personale sanitario precario che raggiunge il 50 fino all’88% dell’organico di questi uffici, ma non è in pianta organica“- è scritto nella lettera firmata.

L’esigenza di dare continuità certa a queste professionalità era emersa anche durante i lavori parlamentari nel 2015, attraverso una proposta di emendamento che prevedeva di stabilizzare questo personale con contratti a tempo indeterminato senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Di quella volontà e di quell’emendamento si è persa ogni traccia e il DDL Lorenzin- così come approvato dal Senato-  non sembra ritrovarla.  Il testo DDL Lorenzin –  ora all’esame della Camera- contiene (Art. 14) disposizioni sulla Dirigenza sanitaria del Ministero della salute.

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