Toy era il cane della ragazza che mi ha fatto innamorare e che è divenuta mia moglie. Quando l’ho conosciuto aveva 7 anni, ma nonostante questo e nonostante il profondo affetto che lo legava a lei ed alla sua famiglia mi scelse poco tempo dopo l’inizio della nostra frequentazione

Ricordo perfettamente che una sera, tornati da una delle nostre rare uscite, lo invitai a venire a dormire sotto il mio letto mentre lui era abituato a dormire sotto quello di Rossella; ci mise un po’ a prendere la sua decisione mentre io lo blandivo con le mie moine e Rossella faceva altrettanto; poi, d’improvviso, si cacciò sotto il mio letto e non ci fu più modo di farlo venire fuori. 

Quel gesto è ancora presente in me con un’intensità tale che riesce a commuovermi assieme al fatto che mi scatena un senso di orgoglio e riconoscenza che, raramente, ho provato in tutta la mia vita.  

Toy è stata una delle cose più belle della mia vita.  

Amo intensamente i miei cani attuali, ho amato altrettanto intensamente quello che li preceduti, ma, non posso nasconderlo il rapporto con Toy è stato davvero speciale, unico e, forse, irripetibile. 

Toy era mio amico, era mio fratello, era mio tutto.  

Nei tre anni successivi al nostro primo incontro mi ha donato sensazioni meravigliose, ho imparato più cose da lui che dai libri che ho letto, che dalle scuole che ho frequentato, che dagli esami che ho sostenuto, perché lui mi ha insegnato ad amare in maniera incondizionata. 

E quasi mai sono stato un allievo alla sua altezza.  

E’ per questo che quando è morto, a soli 10 anni per una torsione dello stomaco, ho provato un dolore davvero grande paragonabile a quello che avevo provato per la morte dei miei nonni e, anni dopo, per quella di mio padre. 

Non mi vergogno a dire certe cose perché la sua perdita ha lasciato un vuoto che non può essere riempito e se qualcuno non lo capisce è perché non ha mai avuto il privilegio di vivere con un cane. 

Assieme al vuoto, però, Toy ha lasciato anche un pieno, il pieno della consapevolezza del suo amore incondizionato, il pieno del suo ricordo che mi accompagna ovunque, il pieno del suo muso bianco e nero che è ancora dentro i miei occhi e che ci resterà finché non si chiuderanno anche loro. 

Il tempo non conta; sono trenta anni che Toy è morto, ma lui mi fa ancora compagnia ogni volta che, come adesso, ne ho bisogno.  

Ciao Toy, io non ti ho amato, ti amo! 

SANDRO BARLETTAI  

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