Giovedì, 19 Maggio 2016 15:39

nutria tacIl veterinario: “Sono animali davvero molto simpatici che possono essere addomesticati facilmente se tenuti in giardino e accuditi amorevolmente”.
Sta facendo parlare di sè A.L., il medico veterinario di Mussetta (Treviso) che si è preso cura di una nutria ferita in seguito all’urto di un’auto. L’animale era stato adottato da una donna, che lo custodiva in giardino dopo il rinvenimento lungo le strade del litorale. Fino all’incidente stradale per il quale la donna si è rivolta al Veterinario e da questi portata in clinica per una TAC.

Non è il primo caso. I veterinari vengono interpellati per sterilizzarle: «Io ne ho sterilizzate già una decina», racconta il dottor A.L. alla Nuova Venezia «e non c’è da stupirsi di questo. Sono animali davvero molto simpatici che possono essere addomesticati facilmente se tenuti in giardino e accuditi amorevolmente. In questo caso, la nutria era stata investita e la signora che l’aveva adottata si è rivolta a me per le cure. L’animale aveva delle lesioni, per questo siamo andati alla clinica veterinaria per sottoporla all’esame necessario. Potremo così esaminare esattamente le lesioni riportate e studiare la cura e le medicazioni necessarie».

«Non credo ci sia da stupirsi di questa nuova tendenza ad avere nutrie in casa», aggiunge il veterinario, «e ritengo che le nutrie possano essere considerate molto simili ad esempio ai castori, alle cavie peruviane e altri roditori che da tempo vivono nelle case come animali di affezione perfettamente riconosciuti e tollerati da tutti».

Le nutrie- classificate fra le specie aliene e invasive come la zanzara tigre- per la legge italiana non sono più considerate fauna selvatica protetta. In Veneto, la Regione ha dato il via libera all’abbattimento e i cacciatori ne potranno eliminare 150 mila nel solo Veneto Orientale. E’ del 17 maggio l’approvazione da parte del Consiglio regionale della nuova legge per il contenimento finalizzato alla eradicazione delle nutrie. Quello del sovra popolamento delle nutrie lungo i corsi d’acqua del Veneto è un problema che negli ultimi anni ha assunto carattere quasi di emergenza, soprattutto per i danni creati da questi roditori alle colture agricole e agli argini.

L’Unione Europea ha emanato nel 2014 il primo regolamento comunitario in materia, per prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. In base a questo regolamento- che rimanda agli Stati Membri il compito di prendersi carico di quelle ormai fuori controllo nel loro territorio- “le specie esotiche invasive possono mettere a repentaglio la biodiversità e i servizi ecosistemici collegati, anche con gravi effetti sulle specie autoctone, nonché sulla struttura e sulle funzioni di un ecosistema alterandone gli habitat, mettendo in atto comportamenti di predazione e competizione, trasmettendo malattie, sostituendosi alle specie autoctone in una parte cospicua dell’areale e inducendo effetti genetici mediante ibridizzazione”.

Foto La Nuova Venezia

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