Roma, 20 febbraio 2018 – Un obolo di cento euro a cane, erogato una tantum. E’ questa la strategia di contrasto al randagismo messa in campo dall’amministrazione di San Giovanni Rotondo (Foggia) con il  bando per la gestione del canile comunale che, come dichiarato dall’assessore Nunzia Canistro, è stato vinto dalla Mapia di Bari.

Già oggetto di numerose contestazioni da parte dei cittadini, il bando era stato criticato anche dalla Sezione Enpa di San Giovanni Rotondo, che, peraltro, non aveva mancato di esprimere le proprie perplessità al Comune. A partire proprio da quell’obolo una tantum di cento euro riconosciuto per ogni cane adottato, fino a un massimo di 24mila euro, corrispondenti a un totale di 242 adozioni. «I problemi iniziano qui, perché – spiega la presidente della Sezione,  Gloria Capodilupo – dal testo del capitolato non è chiaro a chi debba essere erogato questo “incentivo”». Così riferisce una nota della Protezione animali.

In altri termini, non si capisce se a beneficiare delle “agevolazioni” debba essere il gestore della struttura – e questo rappresenterebbe una indubbia anomalia poiché il gestore viene pagato proprio per dare i cani in adozione e non ha certo bisogno di “incentivi”  – o non debbano essere, invece, gli adottanti. In ogni caso, a prescindere dagli effettivi fruitori dell’obolo, si tratta di una misura anacronistica e inefficace poiché pensata unicamente come un provvedimento svuotacanile – prosegue Enpa – . Un provvedimento che, tra l’altro, potrebbe essere molto pericoloso per gli animali.

«La prospettiva di un guadagno – prosegue Capodilupo – potrebbe attirare, infatti, numerosi malintenzionati. Persone il cui unico interesse sarebbe quello di intascare i cento euro, non certo di garantire una vita dignitosa all’animale. Se poi il destinatario dell’obolo fosse il gestore del canile, è facile immaginare come, concluse le 242 adozioni, verrebbe meno ogni incentivo al riguardo», conclude la nota.
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