Con l’arrivo della bella stagione bisogna fare i conti con i temuti forasacchi, nemici dei nostri amati animali. “Forasacco” è il nome popolare che indica l’arista delle graminacee selvatiche, in particolar modo l’avena e l’orzo selvatico. Essi si trovano in gran parte del territorio nazionale, principalmente nei prati di aperta campagna, ma anche nelle aiuole cittadine, specialmente quando la loro manutenzione non viene curata. Il periodo dell’anno nel quale bisogna prestare maggior attenzione va da aprile a ottobre. Durante la bella stagione le ariste si seccano e si trasformano, di fatto, in piccoli aghi molto appuntiti, lunghi da uno a tre cm circa. La forma caratteristica acuminata e la superficie ispida e zigrinata rende il forasacco capace di procedere solo in avanti, così una volta penetrato nell’animale risulta davvero difficile che esso ne esca in maniera naturale. I forasacchi possono infilarsi nella cute e procedere verso zone anatomiche differenti, dando così origine a svariate sintomatologie, talvolta anche molto gravi. Essi possono, altrimenti, penetrare attraverso orifizi naturali come occhi, orecchie, bocca, genitali, naso e da qui giungere fino ai bronchi. Altra sede particolarmente soggetta alla localizzazione del forasacco sono le zampe,(spazi interdigitali e zona limitrofa al cuscinetto plantare).

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Quando il forasacco si localizza nei bronchi: il sintomo caratteristico di questa localizzazione è la comparsa di una tosse improvvisa. Se il forasacco non viene rimosso tempestivamente le conseguenze possono essere davvero gravi come la comparsa di ascessi polmonari, polmoniti, pleuriti e nei casi più infausti la morte dell’animale. Vediamone un esempio in questo video dove è possibile assistere alla rimozione di un forasacco bronchiale per via endoscopica 
 

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A cura della dott.ssa Katiuscia Camboni

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