Per Arturo è il primo Natale che trascorre in Svezia. Si rotola felice nelle neve, avvolto dall’amore di una famiglia. Ma non è stato sempre così. Prima ha dovuto sopravvivere alla vita da randagio in Ecuador. La sua storia, almeno quella che conosciamo, ha avuto inizio nella giungla amazzonica dove ha conosciuto degli amici inaspettati: quattro atleti scandinavi che stavano prendendo parte a una Adventure Race, una dura competizione a squadre, che si stava tenendo nel Paese sudamericano. 

Un giorno, durante una sosta, Mikael Lindnord, capitano del team svedese Peak Performance, ha condiviso una polpetta di carne con un randagio, sporco e denutrito. Non sapeva che quel gesto, semplice e normale, stava siglando un contratto di fedeltà senza limiti.  

Il cane li ha seguiti per tutto il resto del percorso: non importava quanto fosse faticoso il percorso, sotto la pioggia o il fango. Lui era sempre lì con loro. E’ rimasto con loro anche quando hanno dovuto fermarsi per prendersi cura di uno dei componenti della squadra: è rimasto di guardia, in attesa che la gara riprendesse. I quattro componenti hanno così attraversato il traguardo insieme al cagnolino. 

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Una tale dedizione non ha lasciato indifferente il team, soprattutto Mikael che ha così deciso di portarlo in Svezia. Ora, dopo quattro mesi di quarantena, Arturo è il cane più famoso della Svezia e vive con Mikael, sua moglie Helena e i loro due bambini nella loro casa di Örnsköldsvik, circa a cinque ore a nord della capitale Stoccolma. «Arturo ha scommesso tutta la sua vita su di noi – racconta Mikael in esclusiva al Mailonline -. Così ho deciso di scommettere tutto su di lui e sono stato molto fortunato: è il cane più dolce del mondo. Quando è arrivato in Svezia pensavo che avrei dovuto insegnargli come comportarsi in casa. Invece si è adattato sin dal primo giorno: è un cane molto educato e sa che cosa è giusto e sbagliato». 

Un cambiamento radicale, una vera fortuna per Arturo: «Nella capitale ecuadoriana Quito vivono circa 150 mila cani randagi e la loro aspettativa di vita media non va oltre i tre anni». Ora invece il cane coraggioso sta bene e si è subito abituato alla nuova vita: «Non gli piace divertirsi con i giocattoli. Preferisce stare con mia figlia o con gli altri cani. Pensavamo che avrebbe avuto problemi con gli altri quattrozampe vista la dura vita che ha dovuto sopportare, invece adora stare in loro compagnia». 

Una storia che presto verrà raccontata in un libro, una storia di coraggio e amore. 

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