Categoria: ANMVI

  • Farmaci veterinari: non solo una questione di 'cascata'

    cane pillolaDalle proposte di modifica della ‘cascata’ ad una disamina più generale del farmaco veterinario. Ascoltati Ministero e FNOVI.
    Le audizioni informali di ieri sui disegni di legge De Poli e Amati hanno amplificato il raggio d’azione dei due testi che- identici nei contenuti- si limitano a chiedere la modifica dell’articolo 10 del Decreto Legislativo 193/2006 riguardante l’uso in deroga dei medicinali nel trattamento di animali non destinati alla produzione di alimenti (cosiddetta ‘cascata’).

    L’iter dei due disegni di legge, entrambi  presentati nel 2013, è appena iniziato. Prima di esaminarlo, la 12 Commissione Igiene e Sanità ha deciso di tenere un ciclo di audizioni, apertosi ieri  con gli interventi della Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari e della FNOVI. I testi delle audizioni informali rispettivamente depositati dal Direttore Generale Silvio Borrello e dalla rappresentante FNOVI, Raffaella Barbero, saranno consultabili nelle pagine on line della 12° Commissione.

    La FNOVI ha “apprezzato lo sforzo nel cercare di alleviare, almeno in parte, i costi a volte gravosi cui sono sottoposti i proprietari degli animali così come le strutture di ricovero, tuttavia ha sottoposto alla Commissione alcuni spunti di riflessione”. Nel suo comunicato post-audizione, la Federazione ha messo in risalto alcuni aspetti che vanno oltre le proposte dei DDL, a cominciare dal  nuovo Regolamento Europeo sul Farmaco Veterinario la cui bozza si trova attualmente al vaglio ed alla revisione congiunta della Commissione Europea. Evidenziato anche il tema dell’antibioticoresistenza, dei farmaci veterinari equivalenti e delle misure anti-spreco.

    Equivalenti, cascata e antibioticoresistenza– Le stesse relazioni introduttive ai due ddl sono più vaste del loro articolo unico e chiamano in causa anche i cosiddetti generici (farmaci equivalenti) alla cui regolamentazione stanno lavorando le istituzioni europee. Al riguardo, la Commissione “si è dimostrata molto interessata”- riferisce la FNOVI- la cui diffusione dovrà essere incoraggiata ed implementata rendendoli più facilmente riconoscibili dal pubblico.

    Il nuovo Regolamento europeo innoverà anche la cosiddetta cascata. Dopo la modifica apportata dall’Europarlamento alla bozza della Commissione, l’impiego del medicinale veterinario si rafforza come scelta terapeutica primaria, secondo un orientamento che va in direzione opposta a quella dei ddl Amati e De Poli.
    La FNOVI ha “raccomandato in ogni caso cautela nell’utilizzo di farmaci ad uso umano, in particolar modo gli antibiotici”, alla luce del quale “un accesso diretto al farmaco ad uso umano potrebbe non essere una strategia ottimale”.

    Blister– Il contenimento dei costi può passare anche da un impiego più razionale dei medicinali veterinari che contempli la lotta agli sprechi. Si avrebbero anche ricadute positive sull’ambiente. La Fnovi ha fatto notare che alcune specialità medicinali veterinarie sono confezionate per quantitativi che possono rivelarsi sovradimensionati rispetto alle dimensioni del paziente animale, alla sua specie e alla durata del trattamento. Frequentemente il proprietario si ritrova con rimanenze di medicinali veterinari, che vanno sprecate, che aumentano il rischio di polluzione ambientale e soprattutto il rischio di cure fai da te, o sul proprio cane o su quello di parenti e amici.

    Per contenere la spesa sulle terapie degli animali da compagnia, un rimedio potrebbe realizzarsi nel consentire al Medico Veterinario curante di dispensare ai proprietari dei pazienti in cura i singoli blister, anziché l’intera confezione del prodotto medicinale. Una soluzione quest’ultima che stava per approdare ad un emendamento ad hoc sulla base di un proficuo confronto scaturito dal recente Festival degli Animali di Roma.

    —————-
    DDL 540 AMATI
    Modifica all’articolo 10 del decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193, in materia di uso di medicinali in deroga per il trattamento veterinario di animali non destinati alla produzione di alimenti
    DDL POLI
    Modifica all’articolo 10 del decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193, in materia di uso di medicinali in deroga per il trattamento veterinario di animali non destinati alla produzione di alimenti

  • MNC, elenchi anche per i Medici Veterinari e i Farmacisti

    canine acupuncture 1FOFI e FNOVI sollecitano la possibilità di creare elenchi presso i rispettivi Ordini degli iscritti che esercitano l’Agopuntura, la Fitoterapia e l’Omeopatia.

    E’ dal 2013 che è stata disciplinata la formazione dei medici e degli odontoiatri che esercitano l’Agopuntura, la Fitoterapia e l’Omeopatia. Da allora, nonostante sia espressamente previsto, le norme  -non sono state estese ai medici veterinari e ai farmacisti. Il ritardo è stato fatto notare da FNOVI e FOFI che si sono rivolte alla Conferenza Stato Regioni.

    Le norme definite con Accordo Stato-Regioni del 7 febbraio 2013 hanno la duplice finalità di tutelare i cittadini e garantire il corretto esercizio professionale. Oltre a dare una definizione di legge alle tre metodiche “non convenzionali”, l’Accordo prevede la creazione di elenchi presso gli Ordini professionali degli iscritti che le praticano, suddivisi per disciplina.
    Per l’inserimento nell’elenco servono specifici requisiti di formazione, da sottoporre alla valutazione dell’Ordine.

    L’Accordo prevedeva una fase transitoria di 36 mesi che si è ormai conclusa. Fra le disposizioni transitorie finali figura anche il rinvio ad un successivo Accordo, per estendere i le norme alle professioni di medico veterinario e farmacista. Allo scopo, dovevano essere acquisiti i pareri della Federazione nazionale ordini veterinari italiani e della Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti italiani. La Conferenza Stato Regioni è stata quindi sollecitata a procedere.

    DEFINIZIONI
    Agopuntura: Metodo diagnostico, clinico e terapeutico che si avvale dell’infissione di aghi metallici in ben determinate zone cutanee per ristabilire l’equilibrio di uno stato di salute alterato.
    Fitoterapia: Metodo terapeutico basato sull’uso delle piante medicinali o di loro derivati ed estratti, opportunamente trattati, che può avvenire secondo codici epistemologici appartenenti alla medicina tradizionale oppure anche all’interno di un sistema diagnostico-terapeutico sovrapponibile a quello utilizzato dalla medicina ufficiale.
    Omeopatia:Metodo diagnostico e terapeutico,  basato sulla “Legge dei Simili”, che afferma la possibilità di curare un malato somministrandogli una o più sostanze in diluizione che, assunte da una persona sana,  riproducono i sintomi caratteristici del suo stato patologico. Nella definizione di omeopatia sono comprese tutte le terapie che utilizzano medicinali in diluizione come specificato dal Decreto legislativo n. 219 del 24/4/2006 e successivi atti.

    ——————
    Accordo 7 febbraio 2013
    Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente i criteri e le modalità per la formazione ed il relativo esercizio dell’agopuntura, della fitoterapia e dell’omeopatia da parte dei medici chirurghi ed odontoiatri”. Accordo ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

  • Spesometro e tessera sanitaria: quali adempimenti?

    MODELLOSPESOMETROI Veterinari coinvolti nel Sistema TS dovranno trasmettere allo Spesometro i dati che non entrano nella dichiarazione precompilata.

    Come comportarsi con lo spesometro dopo la novità del Sistema Tessera Sanitaria? I medici veterinari dovranno trasmettere allo spesometro i dati non inviati al Sistema TS: “oltre agli acquisti, anche le spese sostenute da soggetti che non sono “persone fisiche” – precisa il consulente fiscale dell’ANMVI Giovanni Stassi- e le spese sostenute da soggetti sono persone fisiche ma che non sono riferibili ad animali da compagnia o ad animali destinati alla pratica sportiva (ad esempio animali da allevamento)”.

    L’esonero- Lo spesometro è il modello di comunicazione polivalente ( o tracciato record) con il quale indicare analiticamente le fatture per singolo cliente o fornitore, ovvero, di un elenco clienti e fornitori 2017. Per i Medici Veterinari l’esonero di invio allo spesometro è stato previsto dal DM 1 settembre 2016, che tuttavia fa riferimento ai soli dati da trasmettere al Sistema Tessera Sanitaria
    L’attività veterinaria complessiva annovera anche dati e spese non inviabili al Sistema TS (in quanto non detraibili nel 730), pertanto, secondo il consulente Stassi, “l’interpretazione corretta della legge esclude dalla trasmissione dello spesometro solamente i dati relativi alle spese mediche già trasmesse al “Sistema Tessera Sanitaria”.
    Quindi lo spesometro si dovrà trasmettere e conterrà:
    – tutti i dati relativi agli acquisti;
    – tutti i dati relativi alle fatture emesse che non sono stati trasmessi al sistema tessera sanitaria.

  • Lombardia, approvato il regolamento tutela animali e randagismo

    CANEGATTOParere favorevole in Commissione Sanità di Regione Lombardia al nuovo regolamento per la tutela degli animali e per la prevenzione del randagismo. :
    Approvato il “Regolamento di attuazione delle disposizioni di cui al Titolo VIII, capo II, della l.r. n. 33/2009 recante norme relative alla tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo”.

    Hanno votato a favore i componenti dei gruppi di maggioranza, astenuti Pd e Patto Civico, contrario il M5Stelle che ha ritenuto insufficienti le misure adottate sul randagismo. “In Lombardia, dove vige l’obbligo di registrarli, abbiamo 1 milione e 200mila cani – ha evidenziato la relatrice Lara Magoni (Lista Maroni) – e abbiamo ritenuto doveroso istituire norme specifiche utili a sensibilizzare i proprietari verso una corretta e responsabile conduzione dell’animale nei luoghi pubblici, garantendo anche l’incolumità delle persone”.

    Fra gli obblighi per i proprietari introdotti nel regolamento, quello di fornire all’animale un ricovero adeguato, cibo e acqua in quantità sufficiente e un’adeguata attività motoria.
    Fra i principali divieti introdotti, quello di tenere i cani alla catena, se non per ragioni sanitarie certificate da un veterinario o per temporanee ragioni di sicurezza. Viene confermato l’obbligo di identificazione e iscrizione all’anagrafe degli animali d’affezione per tutti i cani e per i gatti destinati al commercio, e quindi l’obbligo per i proprietari di recarsi dal medico veterinario per far loro applicare il microchip.
    Per chi non rispetta le norme del regolamento, la legge regionale prevede sanzioni che vanno da 150 euro per le violazioni minime fino a 900 euro in caso di abbandono degli animali.

    E’ stata inoltre recepita la possibilità di accesso di cani, gatti e conigli negli ospedali e nelle case di riposo, secondo le condizioni di sicurezza stabilite dalle strutture sanitarie e sociosanitarie. Disposizioni normative specifiche sono previste in merito alla cattura dei cani vaganti e sulle procedure da attivare all’arrivo del cane al canile sanitario e per il suo eventuale trasferimento al rifugio: i rifugi dovranno essere aperti al pubblico per almeno 4 giorni alla settimana compresi il sabato e la domenica per un minimo di quattro ore al giorno, con l’obiettivo di favorire la ricollocazione degli animali presso nuovi proprietari.

  • Il 'giorno del lupo': aumentano le regioni che fanno marcia indietro

    lupo predatoreConvivenza del lupo con le attività umane, ibridazione e randagismo. Il nuovo Piano del MinAmbiente è oggi alla prova dell’Accordo Stato-Regioni.

    Il Ministero dell’Ambiente e i rappresentanti delle giunte regionali si accorderanno questo pomeriggio, in via definitiva, sul nuovo Piano di conservazione del lupo. Il Piano prevede 22 azioni e per ognuna sono indicati esplicitamente tempi, priorità, responsabili, programma e indicatori di realizzazione. Sono previste azioni di prevenzione e mitigazione dei danni al bestiame domestico, di controllo del randagismo e degli ibridi, di applicazione delle deroghe, di attività di antibracconaggio, di sensibilizzazione, divulgazione e informazione.

    L’abbattimento controllato come estrema ratio- Il passaggio più critico riguarda l’abbattimento controllato, tanto da non escludere che la misura sia stralciata dalle 22 azioni complessive del Piano.  La 22/a misura (“Ordinanza ministeriale per la caccia in braccata”) prevede, qualora quelle precedenti non abbiano dato risultati, un abbattimento controllato fino al 5% della popolazione complessiva di lupi in Italia, previo un piano regionale approvato da Ispra e Ministero.
    Alcune amministrazioni regionali, dopo un primo assenso tecnico, il 24 gennaio scorso, di fronte alle proteste hanno fatto marcia indietro. A Lazio e Puglia, contrarie da subito, si è aggiunto l’Abruzzo, mentre Friuli, Veneto, Piemonte, Liguria e Campania, in varia misura, hanno chiesto un ripensamento. La Lombardia ha dichiarato che non si avvarrà della deroga.
    La misura potrebbe quindi essere stralciata e ridiscussa in seguito, oppure lasciata definitivamente cadere. La Conferenza oggi potrebbe arrivare ad un Accordo che approva il Piano senza l’abbattimento.
    Per il ministro Galletti, si tratta di una misura seria e scientificamente motivata, che non mette a rischio la specie e che comunque va usata solo se tutti gli altri sistemi non hanno dato risultati. A suo avviso, senza questo intervento controllato, gli allevatori finirebbero per risolvere il problema da soli, col bracconaggio.

    Tornare alle recinzioni e ai cani pastore- Secondo il Wwf, i lupi in branco preferiscono cacciare animali selvatici, cinghiali e caprioli. Solo i singoli puntano al bestiame. Gli abbattimenti destrutturano i branchi e creano “lupi solitari” che cercano  prede facili. La soluzione al problema al loro avviso è tornare ai tempi antichi: stalle, recinti e “robusti” cani pastore. Il wwf chiede che siano garantite dal ministero dell’Ambiente e dalle Regioni le risorse finanziarie necessarie per attuare le altre 21 azioni previste dal Piano per la prevenzione e il risarcimento dei danni alla zootecnia, per promuovere studi e ricerche indispensabili per una stima attendibile sul numero e distribuzione della specie nel nostro Paese e per azioni efficaci di contrasto del randagismo canino e del fenomeno dell’ibridazione cane-lupo.

    Il contesto internazionale- Il lupo è tutelato, a livello internazionale, dalla convenzione di Berna («Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa»). L’articolo 9 della convenzione permette, in presenza di determinati presupposti, alcune deroghe alle rigorose disposizioni contemplate per le specie animali elencate; qualora non vi sia altra soluzione soddisfacente e la deroga non debba nuocere alla sopravvivenza della popolazione interessata, gli animali delle specie in questione possono essere abbattuti per prevenire, tra l’altro, danni significativi al bestiame. In base all’articolo 9 sopra citato, la Svizzera ha autorizzato l’abbattimento di alcuni lupi appartenenti alla popolazione presente nell’arco alpino e responsabili di gravi danni ad animali da reddito; 

    A livello europeo il canis lupus è una specie identificata e tutelata dalla direttiva 92/43CE (Direttiva Habitat); nonostante l’articolo 12 di tale direttiva vieti «qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata sulle specie», è permesso comunque agli Stati membri di mettere in atto delle azioni di gestione in deroga ad alcune condizioni: a) dimostrare che la deroga è necessaria;  b) dimostrare che non ci sia alternativa soddisfacente all’azione in deroga;  c) dimostrare che l’azione in deroga non abbia impatto negativo sullo stato di conservazione della specie.
    In Francia (altra nazione dove sono frequenti attacchi di lupi alle aziende agricole e zootecniche) è stato presentato dal Governo il «piano per il lupo 2013-2017», dove è stata introdotta la possibilità di catturare gli «esemplari» per scopo «educativo»: sulla base dei parametri stabiliti dalla convenzione di Berna, in Francia non si potranno abbattere più di 11 lupi l’anno;

    I lupi si sono moltiplicati negli ultimi anni. .Nel nostro paese ci sono fra i 100 e i 150 esemplari sulle Alpi e fra i 1.070 e i 2.472 in Appennino, il 18% dei lupi della Ue.
    ———————————
    Accordo sul Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, in attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità.

  • TTIP: Europa e Stati Uniti fanno il punto della situazione

    TTIP: Europa e Stati Uniti fanno il punto della situazione

    Le motivazioni economiche e strategiche per un accordo tra le due economie industriali avanzate più grandi del mondo “restano forti”.
    Lo dichiara la Commissione Europea che pubblica per la prima volta lo stato dell’arte del TTIP, il  Trattato fra USA e Unione Europea (da non confondere con il TTP asiatico) in apertura della Presidenza Trump. Per la Commissione, “negli ultimi tre anni sono stati realizzati considerevoli progressi per la conclusione di un accordo equilibrato e di alto livello che stimoli la crescita, migliori la competitività e crei posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico”.

    Cecilia Malmström, Commissaria europea per il Commercio e Michael Froman, Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, firmano una dichirazione congiunta del TTIP (partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP). La Commissaria al Commercio Cecilia Malmström  si è detta “lieta di collaborare con la nuova amministrazione USA per il futuro delle relazioni commerciali transatlantiche.”

    La relazione congiunta UE-USA delinea i progressi compiuti in tutti i settori dei negoziati, vale a dire un migliore accesso ai mercati per le imprese europee e americane, una semplificazione dei regolamenti tecnici, evitando un livellamento verso il basso, e nelle norme globali per gli scambi, compreso in materia di sviluppo sostenibile, lavoro e ambiente, con un capitolo dedicato specificamente alle piccole imprese. Oltre a delineare le convergenze raggiunte, la relazione indica i settori che richiedono ancora notevoli interventi per risolvere le differenze, tra cui il miglioramento dell’accesso ai mercati degli appalti pubblici, una solida protezione degli investimenti che mantenga il diritto a regolamentare e la conciliazione degli approcci in materia di marchi e indicazioni geografiche.

    Scambi commerciali fra l’Italia e gli USA- ricerca per località

  • Audit sul benessere degli avicoli da carne in Europa

    ImmagineLa Commissione Europea pubblica una panoramica degli audit svolti nell’Unione per valutare i controlli ufficiali sul benessere dei polli da carne.
    Il report- Use of Slaughterhouse Data to Monitor Welfare of Broilers on Farm (2017)205766 – si basa sui dati raccolti nei macelli, in particolare di indicatori del livello di benessere che gli animali hanno avuto in allevamento.

    La pubblicazione fornisce una panoramica sui sistemi definiti, a livello di macellazione, negli Stati Membri per monitorare il benessere dei broiler. Le informazioni provengono principalmente dalle verifiche effettuate dalla Direzione generale europea per la Salute e la sicurezza alimentare  (DG SANTE) tra il 2013 e il 2015.

    Nella produzione di polli da carne, indicatori di benessere come la dermatite di contatto possono essere monitorati durante le ispezioni post mortem. Essi consentono di esporre segni di condizioni di benessere sub-ottimali a livello di azienda.  Gli Stati membri controllati producono oltre l’80% della produzione annuale UE di carne di pollo e la relazione conclude che solo una piccola percentuale di polli da carne (circa il 20%) passa attraverso sistemi di monitoraggio completi ed efficaci.

    Il rapporto evidenzia anche che attenersi alla conformità letterale della legge non è sufficiente a garantire l’impatto di questi sistemi sul miglioramento del benessere in allevamento. I sistemi che si sono dimostrati efficaci sono quelli standardizzati e, in generale, sostenuti dall’industria.

    Essenziale infine una  buona comunicazione e il coordinamento tra le autorità di vigilanza a livello dei macelli con quelli a livello di allevamento.

    L’Italia concorrre per il 10% della produzione europea di avicoli da carne

    pdfREPORT_INTEGRALE_copy.pdf491.57 KB

    Animal Welfare – welfare of chickens kept for meat production

  • Gene editing: nati 11 vitelli immuni da tubercolosi

    Gene editing: nati 11 vitelli immuni da tubercolosi

    Nati 11 vitelli ‘immuni’ dalla tubercolosi bovina: li ha ottenuti, per la prima volta al mondo, un team del College of Veterinary Medicine di Shaanxi.
    Hanno utilizzato utilizzando la tecnica del gene editing, il ‘taglia e incolla’ del Dna che permette di introdurre nel genoma modifiche ad hoc con precisione sartoriale. Il risultato, pubblicato su ‘Genome Biology’, è stato messo a segno da Yong Zhang e colleghi del College of Veterinary Medicine della Northwest A&F University di Shaanxi.

    I ricercatori sono riusciti a inserire nel Dna animale un gene chiamato Nramp1, che conferisce resistenza alla Tbc bovina, utilizzando una nuova versione di editing genetico (Crispr/Cas9n) che
    ha permesso di introdurre con successo il gene nella posizione desiderata, senza produrre effetti su porzioni di genoma diverse da quella bersaglio. Ridurre il rischio di modifiche non intenzionali,
    sottolineano infatti gli autori, è una delle priorità di chi lavora con le nuove frontiere della ricerca genetica.

    “Quando si vuole inserire un gene nel Dna di un mammifero – spiega Zhang – la difficoltà principale è trovare il posto migliore dove metterlo. Bisogna scandagliare il genoma alla ricerca di una regione in cui l’introduzione del gene produca il minimo impatto possibile sui geni vicini. Abbiamo adottato un approccio meticoloso per identificare l’area più giusta per l’inserzione” e questa attenzione ha pagato: “Nessuna modifica ‘off target’ è rilevabile nel genoma bovino corretto in laboratorio con la nuova tecnica”, assicura lo scienziato.

    Attraverso il nuovo gene editing Crispr/Cas9n, i  ricercatori hanno introdotto il gene Nramp1 nel Dna di fibroblasti  fetali bovini prelevati da vacche da latte. Una volta modificate,
    queste cellule sono state usate per la clonazione. La metodica  impiegata è quella del trasferimento nucleare, la stessa utilizzata in Scozia nel 1996 dai ‘papà’ della pecora-fotocopia Dolly: il nucleo  della cellula corretta con il nuovo gene è stato inserito in un ovulo  di mucca, dal quale in laboratorio è stato ottenuto un embrione;  quest’ultimo è stato impiantato in una mucca e ha dato origine a una  gravidanza. Per confrontare i risultati, l’esperimento è stato  condotto anche utilizzando la versione tradizionale di editing  genetico (Crispr/Cas9).

    In totale sono nati 11 vitelli ‘ogm’. Mappandone il Dna, l’équipe  cinese ha potuto dimostrare che il genoma di tutti quanti presentava  l gene Nramp1, integrato nella posizione in cui era stato inserito.  Ma contrariamente ai vitelli ‘figli’ del gene editing tradizionale  Crispr/Cas9, nessuno di quelli ottenuti con la nuova versione  Crispr/Cas9n mostrava modifiche genetiche diverse da quella desiderata. Quando infine gli animali sono stati esposti a Mycobacterium bovis – l’agente patogeno della tubercolosi bovina – gli studiosi hanno potuto verificare una maggiore resistenza ai germi,  valutata misurando in un campione di sangue indicatori spia di  infezione. Hanno inoltre scoperto che i globuli bianchi prelevati dagli animali erano molto più resistenti all’esposizione a M. bovis in laboratorio.

    “Il nostro studio – commenta Zhang – è il primo a provare che il sistema Crispr/Cas9n può essere utilizzato per creare animali transgenici senza rilevabili effetti genetici indesiderati”. Inoltre,
    il lavoro “indica nel genoma bovino una posizione precisa in cui applicare questa nuova tecnologia di gene editing in modo efficace, inserendo con successo nel Dna bovino porzioni genetiche utili al miglioramento del bestiame”. (AdnKronos Salute)

    Single Cas9 nickase induced generation of NRAMP1 knockin cattle with reduced off-target effects

  • Diossine nei mangimi, revisione del monitoraggio

    olioLa Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari ha rivisto le disposizioni sul monitoraggio obbligatorio delle diossine nei mangimi. L’obiettivo della revisione ministeriale è di consolidare e semplificarne le procedure.  Con la nota ministeriale del 30 gennaio la DGSAF sostituisce una precedente circolare emanata, nel 2013 (prot 24036), sulla base del Regolamento 225/2012. A questi provvedimenti ha fatto seguito il Regolamento 2015/1995, che ha modificato la regolamentazione comunitaria in materia di igiene dei mangimi, con particolare riguardo ai test per la diossina di oli, grassi e prodotti da essi derivati; per facilitarne l’applicazione, la Direzione ministeriale ha diffuso la nota sostitutiva del 30 gennaio, all’indirizzo delle autorità e degli operatori del settore.

    Tre allegati riassumono e dettagliano le procedure relative agli oli vegetali e i grassi miscelati destinati all’alimentazione animale, in fase di produzione, trasformazione, monitoraggio, stoccaggio e trasporto.
    Le autorità deputate ai controlli, PIF e Assessorati alla Sanità sono stati sollecitati all’inoltro delle nuove disposizioni alle Asl e a verificarne la puntuale applicazione.

    pdfDIOSSINE_LA_NOTA_DELLA_DGSAF.pdf3.17 MB
    ————–
    Regolamento 183/2005
    Regolamento 225/2012
    Regolamento 1905/2015

  • Malattie animali, 165 milioni dalla UE per aiutare gli Stati Membri

    EUROPAEUROLa Commissione ha impegnato 165 milioni di euro per aiutare gli Stati Membri a combattere le malattie animali e le zoonosi nel 2017.
    I fondi stanziati aiuteranno le autorità nazionali a identificare e a intervenire contro i focolai che possono avere gravi ripercussioni sulla salute umana, l’economia e il commercio. Gl impegni di spesa sono anche finalizzati a sostenere ulteriormente i programmi di indagine dei parassiti dei vegetali.

    Nell’ambito della sanità animale, sono stati assegnati 150 milioni di euro a 131 programmi di eradicazione, controllo e vigilanza di malattie quali la tubercolosi bovina, la rabbia, la salmonellosi, le encefalopatie spongiformi trasmissibili e la brucellosi bovina. Inoltre, per il 2017 sono stati stanziati 9,5 milioni di euro per combattere la peste suina africana (un aumento di oltre 2 milioni di euro rispetto al 2016).

    Ci sono 3 tipi di programmi veterinari, co-finanziati nell’ambito del Regolamento 652/2014:
    -programmi di eradicazione, finalizzati all’estinzione biologica di una malattia animale o di una zonosi.  L’obiettivo finale deve essere quello di ottenere lo status di indennità
    -programmi di controllo, finalizzati a conseguire o mantenere il livello di una malattia degli animali o zoonosi di sotto di un dato livello sanitario
    -programmi di sorveglianza, finalizzati a raccogliere e registrare dati riferiti a specifiche malattie in un dato periodo di tempo, per valutarne l’evoluzione epidemiologica e la capacità di controllo o eradicazione da parte degli Stati Membri

    Il Regolamento (UE) n 652/2014 elenca le malattie animali e le zoonosi per i quali l’Unione Europea concede sostegno finanziario agli Stati Membri. I programmi nazionali, annuali o pluriennali, possono essere sovvenzionati dalla Commissione in base al grado di minaccia che le zoonosi rappresentano per la salute umana, all’impatto delle malattie animali sulle produzioni zootecniche e sul loro commercio e, infine, in base agli sviluppi scientifici o epidemiologici.

    ————-

    Tutti i programmi nazionali

    WORKING DOCUMENT SANTE/11726/2016 Rev1a
    Outcome of the evaluation procedure of eradication, control and surveillance programmes submitted by Member States for Union financial contribution for 2017and following years: list of the programmes technically approved and final amount allocated to each programme.

    WORKING DOCUMENT SANCO/10181/2014 Rev7
    Guidelines for the Union co-funded programmes of eradication, control and surveillance of animal diseases and zoonoses for the years 2015-2017
    Update for 2017