Un dramma sfiorato. La sensazione forte che prima o poi qualcosa di infausto potrebbe accadere. L’unica salvaguardia, paracadute temporaneo per «persecutore» e possibili vittime, il ricovero con il trattamento sanitario obbligatorio al quale deve però seguire una presa in carico specialistica.

Il Jack Russel

È una vicenda emblematica quella che stanno vivendo gli abitanti di due palazzine a Villa Carcina. Una strada privata, un angolo di tranquillità turbato negli anni da un uomo costretto a combattere con i demoni dell’anima e della mente che l’hanno portato due volte, tra luglio e agosto, a subire il trattamento obbligatorio. Da qui l’esposto-denuncia con una ventina di firme presentato venerdì scorso ai carabinieri del paese, ultimo atto di una sequenza che conta altre puntate.Il dramma sfiorato, indice che chi sta male ha alzato l’asticella rompendo i freni inibitori, è del 29 agosto scorso. Sono le 22 e uno degli abitanti delle palazzine sta passeggiando con il cane. Prima le minacce di morte – «ammazzo te e tuo figlio» – poi il marcamento stretto a bordo dell’auto. L’uomo, seguito da vicino, decide di tornare a casa e a questo punto l’auto viene lanciata a tutta velocità puntando dritto sui due bersagli. Uno scarto provvidenziale, una manciata di centimetri buoni per salvarsi, e l’uomo si toglie dalla traiettoria mentre il Jack Russel finisce la sua vita sotto le ruote.L’investitore scappa con l’acceleratore a tavoletta. Verrà fermato dai carabinieri alle tre di notte alla Stocchetta: identificazione in caserma e poi via al Civile per il tso Dopo questo episodio il malessere è al massimo: «Abbiamo paura, ormai la situazione è insostenibile — confidano alcuni residenti —. Questo signore ha fatto un salto di qualità inquietante: da dispetti e provocazioni si è passati a uccidere. Si potrebbe dire che, anche con tutto l’affetto, è morto solo un animale. Ma questo è un segnale chiaro: se non è stata coinvolta una persona nell’investimento è solo per fortuna».

14 famiglie in ansia

Da qui l’esposto-denuncia: «Sostanzialmente abbiamo firmato tutti. Si è astenuto qualche anziano per paura di scatenare una vendetta. Anche questo è indicativo dell’aria che si respira nelle nostre palazzine». Un caso che non è isolato. Persone che soffrono di problemi psichici e non sono adeguatamente sostenute finiscono per precipitare nel baratro e, magari, trascinarsi appresso qualche vittima.A Villa Carcina, nel pieno della disperazione, i residenti hanno coinvolto anche il sindaco Gianmaria Giraudini: «Ho ricevuto l’esposto firmato da 14 famiglie. Sono molto preoccupato perché il Comune non ha possibilità di intervenire direttamente. Ho sollecitato risposte chiare al Dipartimento di salute mentale di Rovedolo. Dobbiamo tutelare la comunità e chi ne ha facoltà deve dare risposte precise e prendere in carico la cura di questa persona, non solo nei momenti acuti».A Villa Carcina una situazione come chissà quante altre, anche in provincia di Brescia. Come sottolinea il sindaco Giraudini: «Garantire una cura efficace significa assicurare una vita migliore a questa persona e, se possibile, permettergli di ritrovare un ruolo in società. Intanto, però, anche la società va salvaguardata».

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