Arriva inaspettata la notizia che la nota Harlan di Udine probabilmente chiuderà, infatti l’allevamento oggetto di numerose manifestazioni e cortei animalisti sembra chiudere i battenti. 

L’Envigo (ex Harlan), ad Azzida frazione di San Pietro Al Natisone, è uno dei simboli della vivisezione in Italia e questo importante risultato è indice che finalmente la scienza sta cambiando e il mondo deve adeguarsi alle nuove prospettive di ricerca per motivazioni etiche e scientifiche. A tal proposito è bene ricordare che proprio nel 2010 venne approvata una legge regionale che prevedeva “ il finanziamento di 30mila euro per la diffusione dei metodi alternativi”, fondi che purtroppo non sono mai stati realizzati per adempiere a quanto previsto dalla legge.

In seguito alla notizia della chiusura riportata dalla stampa, la LAV ha scritto formalmente per chiedere quali piani abbiano attuato per la dismissione degli animali e rivalutazione della struttura ricordando che l’uccisione non necessitata è un reato penale, come il caso Green Hill insegna.

La ricerca su animali è estremamente costosa e sia le normative nazionali che la Direttiva europea vedono totalmente prioritari i metodi alternativi, è quindi fondamentale che gli stabulari che allevano e utilizzano animali, vengano convertiti in centri competitivi e all’avanguardia che attuino ricerche con modelli non animali.

Il No Harlan Group aveva appreso già nel 2014 della perdita di esercizio dell’azienda e della grave crisi in atto e annuncia nell’autunno del 2016 un Convegno nazionale riguardante la presentazione dei recenti risultati delle ricerche bio-mediche sostitutive alla sperimentazione animale.

Michela Kuan
Responsabile Area Ricerca senza Animali

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