“La sentenza con cui la Corte d’Appello di Genova ha assolto due persone per la macellazione rituale di un capretto in strada, poiché il sentimento religioso sopravanza quello per gli animali, è un’aberrazione giuridica contraddetta dalla granitica giurisprudenza che ha doverosamente applicato dal 2004 ad oggi gli articoli del Codice penale sui reati contro gli animali. Per questo chiediamo l’intervento del Ministro della Giustizia Orlando”Così Gianluca Felicetti, presidente LAV, riguardo la decisione di annullare una sentenza di primo grado, illustrata dal giudice Mauro Amisano.

“La norma è chiara, la macellazione rituale, quindi senza stordimento preventivo, non può essere effettuata se non negli impianti autorizzati e questo pronunciamento, purtroppo già passato in giudicato, rischia di farci fare un passo indietro di più di dieci anni – prosegue il presidente della LAV – il Consiglio di Stato con sentenza n. 6317 del 27 settembre 2004 ha chiarito che gli animali vanno tutelati da “maltrattamento, abbandono e uccisioni gratuite in quanto esseri viventi capaci di reagire agli stimoli del dolore, e ciò in base ad un’interpretazione adeguata all’evoluzione dei costumi e delle istanze sociali in tema naturalistico” e la Corte di Cassazione con sentenza n.47661 dell’ 8 ottobre 2014 ha confermato in pieno un’importante sentenza del Tribunale penale di Ravenna secondo cui  “il riferimento al sentimento per gli animali, pur non avendo ancora identificato gli animali come soggetto di tutela diretta, ha comunque segnato un notevole avanzamento nel riconoscimento degli stessi quali beni di interesse giuridico autonomo, anche ai fini dello sviluppo della personalità dell’uomo, con il riconoscimento del valore emotivo dell’animale, in quanto capace di interagire con l’uomo proprio in termini emozionali”.

“La LAV – conclude Felicetti – continuerà a battersi fuori e dentro le Aule di Giustizia e del Parlamento, per ottenere almeno l’applicazione delle normative esistenti, la non macellazione degli animali e, laddove ancora permessa, chiede di  seguire l’esempio di Paesi come la Svizzera e la Svezia che hanno imposto lo stordimento preventivo obbligatorio degli animali e sempre negli impianti autorizzati senza alcun arretramento di fronte alle comunità ebraiche e mussulmane”.

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