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  • Cani e gatti: 5 benefici per la salute umana – GreenStyle

    Cani e gatti: 5 benefici per la salute umana – GreenStyle

    Vivere con un adorabile cagnolino e un affettuoso gatto è una scelta positiva sia per la vita dell’animale, che per il benessere emotivo e fisico dell’adottante. Molte persone sottovalutano gli effetti benefici della presenza di un quattro zampe, del suo potere curativo e calmante. Una quotidianità condivisa che risulta migliore, non solo per gli adulti ma anche per i più piccoli e, in particolare, per gli anziani. Prendersi cura di un essere vivente può scuotere dal torpore e dalla solitudine per chi preferisce vivere in modo molto riservato, magari senza molti contatti relazionali. Un quadrupede è sicuramente una marcia in più, capace di migliorare l’umore e l’atmosfera. I benefici sono tanti, vediamo quelli più importanti.

    Calma e relax

    Calma e relax, questo è ciò che dona la convivenza con un cane o un gatto: le fusa, ad esempio, possiedono un’azione riposante e tranquillizzante che agisce direttamente sull’animo. Accarezzare un animale permette al corpo di rilassarsi perché permette il rilascio di endorfine, quindi l’abbassamento della pressione arteriosa, il rilassamento della tensione muscolare e la regolarizzazione del battito cardiaco. Un animale può trasformarsi in cura riducendo le problematiche cardiovascolari, abbassando i livelli di cortisolo e aumentando quelli della dopamina. Un momento di pura serenità per il corpo ma anche per la mente, una pausa dalla routine assordante e dalle problematiche.

    => Scopri i benefici delle fusa del gatto

    Salute fisica

    Vivere con un quadrupede implica impegni quotidiani, come ad esempio la routine legata al gioco, oppure alle passeggiate multiple che Fido deve effettuare per i bisogni fisiologici ma anche per sfogare la voglia di correre e saltare. Camminare, correre, passeggiare, attività utili al benessere del corpo che allontanano dalla pigrizia, favorendo anche un’attività ginnica anche se blanda. L’appuntamento può trasformarsi in attività fisica, così da riportare in auge la forma e la dinamicità i un tempo. Per quanto riguarda gli anziani passeggiare con il cane può diventare una buona abitudine, così da tenere in allenamento articolazioni e muscoli.

    Pet therapy

    Innegabili i benefici del cane e del gatto in campo terapeutico, come dimostra da tempo la pet-therapy, che sta prendendo piede anche in Italia. Un supporto molto utile per chi soffre di disabilità fisiche o psichiche, una vicinanza che stimola all’attività terapeutica e invoglia all’attività ludica. Un percorso che può trovare applicazione valida per pazienti di ogni età, con effetti positivi e tangibili sulla salute. Una pratica che si avvale della presenza di animali educati a svolgere compiti precisi, dall’indole molto pacifica e paziente quindi dall’effetto calmante.

    => Scopri come adottare un cane possa migliorare la vita

    Interazione

    Bimbi e gatti

    Shutterstock

    L’interazione al centro della convivenza con un animale, non solo tra uomo e quadrupede di casa in qualità di affetto ma anche con il resto della comunità. Passeggiare con un cane o portare Fufi dal veterinario strappa alla solitudine casalinga anche gli animi più fragili, favorendo un contatto con chi ama gli animali o ne possiede uno. Un automatismo davvero utile, specialmente per chi soffre di depressione oppure è anziano, ma anche per chi è vittima di patologie degenerative. La responsabilità di aver cura di un amico è uno stimolo importante che spinge verso l’azione e la programmazione degli impegni.

    Emotività

    Dal punto di vista emotivo la convivenza crea legami forti, intensi, duraturi, perché Fido e Fufi sono parte stessa della famiglia e della vita casalinga. Al pari di una persona, la loro presenza diventa di vitale importanza, può aiutare e stimolare chi è timido, impacciato, rassicurare e calmare chi si sente isolato. Una valvola di sfogo emotiva per chi si sente solo e trova nel quadrupede la possibilità di dialogo e interazione, con la reale consapevolezza di sentirsi amato e compreso.

    3 maggio 2018

  • “Un gatto in casa fa bene ai bambini autistici” – La Stampa

    “Un gatto in casa fa bene ai bambini autistici” – La Stampa

    La presenza di un gatto in casa è benefica per i bambini con disturbi dello spettro autistico, secondo un recente studio americano pubblicato su `Frontiers of Veterinary Medicine´. I risultati indicano che l’animale domestico può essere di sostegno soprattutto per i piccoli con forme da lievi a moderate. I ricercatori delle università della California-Davis e del Missouri (Columbia) hanno intervistato 64 genitori con un figlio con disturbi dello spettro autistico moderati.  

    Successivamente hanno coinvolto altri 44 genitori con figli con disturbi moderati o gravi. In tutti i casi le interazioni tra i gatti e i bambini sono risultate simili, così come gli effetti. Anche se i felini apparivano più affettuosi con i piccoli con malattia moderata rispetto a quelli con forme più severe. La presenza dell’animale, nella pratica, sembra in grado di calmare il bambino e di farlo sentire protetto. 

    Il carattere del gatto, in ogni caso, non va sottovalutato perché può fare la differenza, indicano i ricercatori, consigliando ai genitori di scegliere l’animale candidato a far compagnia al bambino autistico proprio in funzione del suo carattere e non in base ad altre caratteristiche, come la bellezza ad esempio.  

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  • Shitzu sbranato per salvare i padroni. «I cani aggressori picchiati … – LeccoToday

    Shitzu sbranato per salvare i padroni. «I cani aggressori picchiati … – LeccoToday

    «La morte di Joe serva da monito: non lasciate che accada ad altri cagnolini. Se vedete animali maltrattati, o cani di grossa taglia incattiviti dai propri padroni, segnalatelo».

    Enrico Nocera non ha dubbi. L’uomo, residente dallo scorso luglio a Sirtori, non porta rancore verso il pitbull e il boxer che hanno sbranato il suo shitzu, e che hanno minacciato l’incolumità di suo figlio e di sua moglie. La volontà è sensibilizzare sulla violenza contro gli animali, perché i cani del vicino hanno agito in una maniera tanto feroce a causa delle condizioni disumane in cui erano costretti. «Non è mai l’animale a essere aggressivo – spiega – Dipende tutto dall’educazione che riceve dal proprio padrone, come accade con i figli».

    L’episodio ha fatto il giro del web nei giorni scorsi. Joe si è scagliato contro un boxer e un pitbull entrati nel giardino di casa, salvando la vita a un ragazzo 15enne e alla madre che, grazie al diversivo creato dal cagnolino, sono riusciti a rientrare in casa. Joe, purtroppo, non ha avuto la medesima fortuna, ed è stato sbranato in pochi secondi dai cani del vicino.

    «Addestrati per attaccare»

    «Quei cani venivano trattati in maniera disumana, picchiati con una cannola contenente sabbia e cemento e addestrati ad azzannare uno pneumatico attaccato al muro – ci ha spiegato Enrico Nocera – Ho inoltrato la segnalazione all’Enpa e alla guardia zoofila di Lecco. Più volte avevo consigliato al vicino di portare i cani da addestratori professionisti, ma il costo troppo elevato lo ha spinto a fare tutto da solo. Questo non deve accadere». Nocera, nonostante quanto accaduto, teme anche per la vita di un terzo cane detenuto dal vicino, uno shitzu proprio come Joe, costretto a vivere sul terrazzo. «Non può avvicinarsi agli altri cani altrimenti viene attaccato, ed è già successo in passato».

    I Carabinieri hanno provveduto alla denuncia d’ufficio, Nocera lo farà nei prossimi giorni. Questo episodio di cronaca ha avuto l’effetto di un terremoto all’interno della famiglia. «È estremamente traumatizzante – spiega – Mercoledì abbiamo fatto cremare il piccolo Joe ed è stato tutto molto triste. Joe era un membro della famiglia, proprio come un figlio. Lo portavamo sempre con noi, dalla passeggiata serale al viaggio all’estero. Dormiva nella nostra camera da letto ed era molto protettivo con noi».

    «Mia moglie e mio figlio non dormono più»

    Suo figlio e sua moglie stanno cercando di superare lo choc, ma non sarà semplice. «Mio figlio è andato a dormire da amici per cercare di distrarsi, non riusciva più a dormire. Mia moglie è in terapia farmaci per curare attacchi di panico. Lei, come me, era attaccatissima a Joe».

    Nocera preferisce non pensare più a quanto accaduto. Guarda avanti. E spera che altre persone non siano costrette a vivere un simile dramma. «Se fosse stato in casa mio figlio di quattro anni, o se i cani avessero scavalcato il muretto entrando proprio in casa? Un eventuale attacco avrebbe potuto uccidere anche i miei familiari. Non bisogna arrivare a questo. Se ci sono persone che vedono maltrattamenti di cani o situazioni oltre il limite, devono prontamente segnalarle».

  • Il piccolo Atari e il cane Spots, l'innocenza della rivoluzione – Il Manifesto

    Il piccolo Atari e il cane Spots, l'innocenza della rivoluzione – Il Manifesto

    C’è una città in un Giappone futurista come un fumetto degli anni Sessanta che si chiama Megasaki, il cui sindaco-dittatore Kobayashi perseguita i cani. E c’è un ragazzino, «il piccolo pilota» Atari, che fugge a bordo di minuscolo jet per ritrovare il suo amato cane Spots su quella che chiamano «l’isola dei cani», una terra post-apocalittica intossicata da cumuli di rifiuti di ogni tipo. È lì che il sindaco Kobayashi (gattaro incallito), suo padre adottivo, ha deportato tutti i cani della città, quelli coccolati di famiglia e quelli di strada perseguendo uno sterminio organizzato dalle radici antiche, e che da sempre oppone i Kobayashi alla specie canina.

    Isle of Dogs, il nuovo film di Wes Anderson ha la grana trasognata che caratterizza le sue immagini anche quando parlano di dolori e traumi e ingiustizie crudeli. Il regista torna all’animazione dopo Fantastic Mr.Fox e con la scelta della stop motion dà un effetto inverso all’andamento fluido del film digitale. La sua isola canina è il posto degli esclusi, dei perseguitati, di chi diventa «clandestino» e perde tutto, a cominciare dalla propria identità sociale, e per sopravvivere in modo aberrante è costretto a lottare contro lo sconforto, a ritrovare in ogni singolo gesto un po’ di umanità.

    E i suoi rivoluzionari, chi ha ancora l’energia di scuotere il mondo sono i bambini, gli stessi che in Moonrise Kingdom fuggivano dalle regole degli adulti per scoprire una magia imprevedibile dell’esistenza che può durare solo se non viene anestetizzata nei codici che vogliono organizzarla. Alla repressione razzista del politico che cavalca con pericolosissima deriva autoritaria le paure dei suoi cittadini – i cani sarebbero portatori di una pericolosa influenza che li rende aggressivi – si oppongono uno scienziato non pazzo ma consapevole che con la precisione della ricerca scientifica smaschererà la montatura, la sua assistente (con la voce di Yoko Ono) e soprattutto i giovanissimi studenti guidati da una ragazzina pure lei clandestina con la testa bionda di ricci che ricorda quella di Angela Davis.

    Diviso in capitoli con flash-back che riportano a momenti del passato dei personaggi, Isle of Dogs seguendo la ricerca di Atari, aiutato da cinque cani nell’impresa, tocca temi sensibili del nostro tempo: quel paesaggio quasi archetipico di rottami industriali ricorda nelle atmosfere i capannoni in cui vivono i marginali di Downsizing, il deserto di Blade Runner 2049 più che del primo Ridley Scott, i sotterranei di The Shape of Water o i terribili campi di concentramento per suini transgenici di Okja, in cui l’esclusione fonde esseri viventi e luoghi in un unico magma.

    I cani sono quelli che parlano inglese (con le voci di molte star tra cui Greta Gerwig, Bill Murray, Ed Norton, Frances McDormand, Harvey Keitel … e per questo si deve cercare la versione originale), gli altri, gli «umani» vengono tradotti (non tutti) dal giapponese. Non è questione di un semplice «contenutismo», perché non è difficile immaginare in quei cani i migranti e i clandestini di oggi, o chi è respinto ai margini, folle sempre più numerose da una divisione del mondo sempre più gerarchica di ricchezze e miserie o nel sindaco le strumentalizzazioni dei politici: il punto è il cinema che condivide un sentimento del contemporaneo a cui prova a dare un’immagine guardando alla sovversione di generi – fantascienza, horror, fantasy … – che si accordano forse perché «preveggenti» dell’epoca attuale.

    In questo mondo salvato dai ragazzini Anderson (che ha scritto il soggetto insieme a Roman Coppola, Jason Schwartzman, Kunichi Nomura) riversa le sue passioni, l’umorismo delicato, l’ironia, la musica (di Alexandre Desplat) i colori e le trame di un universo fantastico che la scelta della stop motion rende narrativamente più libero. All’inizio l’idea era quella di fare un omaggio a Akira Kurosawa, ma anche a Miyazaki, Suzuki, Kitano, e più in genere al Giappone di cui Anderson cita con gesti d’amore le arti, il sumo e il teatro kabuki, i ragazzini di scuola con le loro divise le stesse dei protagonisti dei pink movie anni Settanta – porno rosa come lente per ingrandire la società e inventarne un suo rovesciamento. Anche Atari e i suoi amici, umani e cani, ci dicono che è possibile cambiare. Magari con un po’ di rieducazione all’umanità.

  • Biancavilla, ucciso un altro cane: è caccia al “serial killer” di Piano … – La Sicilia

    Biancavilla, ucciso un altro cane: è caccia al “serial killer” di Piano … – La Sicilia

    Almeno quattro animali avvelenati negli ultimi giorni: a farne le spese non sono randagi, ma cani di proprietà

    BIANCAVILLA – «Hanno ucciso il mio Billy, non è giusto. Lo hanno avvelenato». Un ragazzino di 14 anni mostra il suo dolore su Facebook e chiede che i responsabili siano individuati. Si fa avanti anche una mamma: «Mia figlia è disabile, ha visto morire il suo cane e adesso sta soffrendo tantissimo». Interviene pure un papà: «Mia figlia chiama la sua cagnolina e la cerca in tutta la casa, ma la sua amica a quattro zampe non c’è più perché qualcuno gliel’ha uccisa».

    A Biancavilla è strage di cani: almeno quattro negli ultimi giorni. A farne le spese non sono randagi, ma animali di proprietà. Hanno avuto la sfortuna, gironzolando per il quartiere, di imbattersi in esche letali e quando sono tornati a casa avevano già i sintomi dell’avvelenamento. Billy, Sofia, Rocky e Luna sono le bestiole che non avevano dato mai fastidio a nessuno. La loro uccisione ha suscitato una forte indignazione e ha lasciato in lacrime i loro piccoli padroncini. Tutti e quattro i casi nella stessa zona, quella intorno a Piano Oliveri, tra le vie Trapani, Alcide De Gasperi, Nicolosi e Callicari.

    Per l’ultimo episodio sono intervenuti, ieri mattina, una pattuglia della polizia municipale e i volontari dell’Enpa (l’Ente nazionale protezione animali). Hanno provveduto a sequestrare la carcassa della bestiola per consegnarla alla sede catanese dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, che dovrà individuare con esattezza il veleno che lo ha ucciso. Per gli esiti ci vorrà qualche mese, ma potrebbe restringere il campo delle indagini. Prelevati anche quelle che sembrano esche avvolte in carta stagnola. Il Comune ha affisso avvisi – come prescrive la norma – invitando alla massima attenzione i residenti. Si spera nelle immagini delle telecamere del quartiere.

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  • Un'app per segnalare i cani randagi e gli ibridi cane-lupo – Il Sole 24 Ore

    Un'app per segnalare i cani randagi e gli ibridi cane-lupo – Il Sole 24 Ore

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  • Dai cuccioli ai nonni, i cani di Tavolara cercano casa | Foto – Città della Spezia

    Dai cuccioli ai nonni, i cani di Tavolara cercano casa | Foto – Città della Spezia

    Sarzana – Val di Magra – Gulliver, Fragolina, Bon, Lapotto, Kinder, Seth, Psyco, Castagna, Blacko, Uggs e Peggy.
    Questi i nomi dei cani, di proprietà del Comune di Castelnuovo, attualmente ospiti del Canile Lunae di Tavolara, il cui destino appare oggi più che mai incerto.
    Scaduta la convenzione con l’attuale gestore, il Comune un mese fa ha indetto una gara pubblica per individuare un altro operatore economico (nell’arco di 100 km da Castelnuovo) a cui affidare il servizio di custodia, mantenimento, gestione e cura dei cani comunali, gara che tuttavia è andata deserta.

  • Morsi di vipera, con la primavera torna il rischio di incontrarle – Il Quotidiano del Lazio

    Morsi di vipera, con la primavera torna il rischio di incontrarle – Il Quotidiano del Lazio

    Con l’arrivo della primavera e il ripopolarsi dei prati, boschi e montagne, molte persone si dedicano alla raccolta di un gustoso alimento, gli asparagi selvatici; ma insieme alla loro comparsa, si ha pure il risveglio di un abitante di quei posti che con il tepore della primavera inizia la sua stagione degli amori: la vipera. Dicono gli erpetologiche in Italia abbiamo 4 specie di vipere la più diffusa è la vipera aspis (comune), mentre nelle zone dei monti sibillini e sul gran sasso si trova più frequentemente la vipera ursini.

    La Sardegna è priva di vipere

    Sicuramente in Italia non esistono serpenti velenosi che in altri Paesi provocano un numero elevato di morti e di amputazioni di arti. Le statistiche più recenti parlano di circa 250 casi di morso di vipera in Italia negli ultimi 6 anni e di un solo caso mortale avvenuto nell’agosto 2016 vicino Norcia dove una persona di 58 anni con pluripatologie ha trascurato il morso e si è recato al P.S. dopo alcune ore con gravi sintomi. Gli erpetologi si raccomandano di provare almeno a distinguere una vipera da altri rettili non velenosi al fine di non uccidere qualsiasi animale che striscia con grave danno al sistema ecologico,occorre ricordare che tutti i rettili si cibano principalmente di piccoli roditori e che non attaccano l’uomo se non provocati (conoscono bene la nostra pericolosità).

    Le vipere si riconoscono per la loro lunghezza che si aggira tre i 70-80 cm, corpo tozzo con coda tronca con una testa appiattita a forma triangolare sono caratteristiche le pupille verticali (ma sfido chiunque a chiedere ad una vipera di fermarsi e guardarla negli occhi). Il morso di vipera è caratterizzato dalla presenza di due fori profondi e distanti tra loro  circa 6-8 mm specialmente agli arti che sono facilmente riconoscibili quando il morso avviene sulla cute libera (priva di protezione di abiti (guanti o scarponi).

    Il periodo che va da Marzo ad Ottobre è quello in cui si verifica il maggior numero di morsi, ma bisogna ricordare che circa nel 30%  dei casi, il morso è “secco” cioè il rettile non inietta veleno,a volte la quantità di veleno è trascurabile perché l’animale ha da poco morso un roditore, insomma non sempre il morso della vipera è pericoloso per la nostra salute.

    Il veleno delle nostre vipere, contiene numerose sostanze enzimatiche e proteolitiche che agiscono principalmente sulla coagulazione e la circolazione. Il veleno inoculato principalmente per via sottocutanea, si propaga per via linfatica e entro pochi minuti produce sintomatologia nella zona del morso (gonfiore che può arrivare alla radice dell’arto,ecchimosi,dolore intenso,sono questi segni che confermano il morso e l’inoculazione del veleno,se non compaiono entro 2-3 ore significa che o non era una vipera o il morso è “secco”.

    Ma esistono poi dei sintomi tardivi che coinvolgono tutto l’organismo caratterizzati da ipotensione, sintomi neurologici, vertigini disturbi respiratori vomito etc etc. Cosa dobbiamo fare? Per prima cosa prevenire con il ns comportamento di essere morsi perciò evitare di andare in montagna con infradito,ma calzare scarponi con calzettoni,utilizzare dei bastoni per fare rumore vibrazioni che allontanano le vipere, evitare di sedersi su pietraie e sassi se non dopo averli guardati bene,non mettere mani in cavità, buchi e sollevare sassi.

    In caso di morso evitare quelle pratiche che la tradizione consiglia quali incidere la cute, applicare lacci emostatici, succhiare la sede del morso, perché completamente inutili ed anzi spesso dannose. Per prima cosa dobbiamo disinfettare il morso, rimuovere anelli, bracciali, orologi , immobilizzare l’arto colpito e se possibile applicare un bendaggio non molto stretto per rallentare la diffusione del veleno e raggiungere il prima possibile un pronto soccorso.

    Discorso a parte merita il siero antivipera, da ragazzo ero boyscout e il ns capo lo portava nello zaino, per fortuna non è mai stato usato,sappiate che è più pericoloso del veleno perché è fatto con siero di cavallo,inoltre è termolabile per cui se non è conservato in frigo si denatura.

    Oggi si usa un siero fatto con frazioni anticorpali e viene inettato solo quando si è certi di morso con inoculazione di veleno. E’ presente sul mercato,ma non in Italia,un dispositivo elettrico che emette piccole scariche che inibiscono il veleno e diminuiscono il dolore. Conludendo raccogliamo gli asparagi ma attenzione dove mettiamo le mani,inoltre sono in vendita dei raccoglitori che ci permettono di prenderli a distanza .

    Andrea Mattei
    02-05-2018 09:20
  • Età del cane: smentito il mito dei 7 anni – GreenStyle

    Età del cane: smentito il mito dei 7 anni – GreenStyle

    Sarà capitato spesso di sentire, soprattutto agli appassionati di cani, la leggenda secondo cui a un anno del quadrupede corrispondano 7 anni umani. Una credenza popolare ben diffusa, tanto che la maggior parte delle persone calcolano l’esistenza dell’amico a quattro zampe proprio basandosi su questa definizione. Eppure nuovi interventi da parti degli esperti e della scienza smentiscono questa ipotesi, sottolineando come quella dei sette anni sia un’usanza priva di fondamento.

    Secondo gli esperti di Science Alert, i quali hanno reso disponibile una tabella per verificare quanto sia adulto l’amico cane, l’invecchiamento del quadrupede non segue le stesse logiche degli umani. La crescita avviene più velocemente nella prima fase della vita, mentre rallenta sensibilmente nella terza età. Nel dettaglio, a 12 mesi l’animale scodinzolante è praticamente sovrapponibile a un adolescente di 15 anni, poiché la maturazione sessuale è entrata nel vivo, mentre a 24 mesi la sua vitalità può essere paragonata a quella di uno studente universitario.

    => Scopri come prendersi cura di un cane anziano

    Da questo momento, la fase di invecchiamento comincia a rallentare: il periodo dell’età adulta si dilunga notevolmente, risultando in prospettiva anche più stabile rispetto all’evoluzione nel tempo tipica dell’uomo, mentre la vecchiaia vera e propria subentra negli ultimi due o tre anni di vita. È quindi impossibile usare l’equazione dei 7 anni: la prima fase dell’esistenza canina procede anche più velocemente, mentre quella finale più lentamente.

    => Scopri come allungare la vita del cane

    Ma da dove è giunta la leggenda relativa ai 7 anni? Secondo quanto riportato da AdnKronos, si tratterebbe di una consuetudine nata più a scopo di marketing che per altre ragioni. A sottolinearlo sono i veterinari della Kansas State University, nel rilevare come la consuetudine si sia affermata soprattutto nel ‘900, con la crescita degli acquisti rivolti agli animali domestici. Un’iscrizione presenza nell’Abbazia di Westminster, risalente al 1268, calcola tuttavia gli anni dell’amico domestico moltiplicandoli per nove.

    2 maggio 2018