Con l’arrivo della primavera e il ripopolarsi dei prati, boschi e montagne, molte persone si dedicano alla raccolta di un gustoso alimento, gli asparagi selvatici; ma insieme alla loro comparsa, si ha pure il risveglio di un abitante di quei posti che con il tepore della primavera inizia la sua stagione degli amori: la vipera. Dicono gli erpetologiche in Italia abbiamo 4 specie di vipere la più diffusa è la vipera aspis (comune), mentre nelle zone dei monti sibillini e sul gran sasso si trova più frequentemente la vipera ursini.

La Sardegna è priva di vipere

Sicuramente in Italia non esistono serpenti velenosi che in altri Paesi provocano un numero elevato di morti e di amputazioni di arti. Le statistiche più recenti parlano di circa 250 casi di morso di vipera in Italia negli ultimi 6 anni e di un solo caso mortale avvenuto nell’agosto 2016 vicino Norcia dove una persona di 58 anni con pluripatologie ha trascurato il morso e si è recato al P.S. dopo alcune ore con gravi sintomi. Gli erpetologi si raccomandano di provare almeno a distinguere una vipera da altri rettili non velenosi al fine di non uccidere qualsiasi animale che striscia con grave danno al sistema ecologico,occorre ricordare che tutti i rettili si cibano principalmente di piccoli roditori e che non attaccano l’uomo se non provocati (conoscono bene la nostra pericolosità).

Le vipere si riconoscono per la loro lunghezza che si aggira tre i 70-80 cm, corpo tozzo con coda tronca con una testa appiattita a forma triangolare sono caratteristiche le pupille verticali (ma sfido chiunque a chiedere ad una vipera di fermarsi e guardarla negli occhi). Il morso di vipera è caratterizzato dalla presenza di due fori profondi e distanti tra loro  circa 6-8 mm specialmente agli arti che sono facilmente riconoscibili quando il morso avviene sulla cute libera (priva di protezione di abiti (guanti o scarponi).

Il periodo che va da Marzo ad Ottobre è quello in cui si verifica il maggior numero di morsi, ma bisogna ricordare che circa nel 30%  dei casi, il morso è “secco” cioè il rettile non inietta veleno,a volte la quantità di veleno è trascurabile perché l’animale ha da poco morso un roditore, insomma non sempre il morso della vipera è pericoloso per la nostra salute.

Il veleno delle nostre vipere, contiene numerose sostanze enzimatiche e proteolitiche che agiscono principalmente sulla coagulazione e la circolazione. Il veleno inoculato principalmente per via sottocutanea, si propaga per via linfatica e entro pochi minuti produce sintomatologia nella zona del morso (gonfiore che può arrivare alla radice dell’arto,ecchimosi,dolore intenso,sono questi segni che confermano il morso e l’inoculazione del veleno,se non compaiono entro 2-3 ore significa che o non era una vipera o il morso è “secco”.

Ma esistono poi dei sintomi tardivi che coinvolgono tutto l’organismo caratterizzati da ipotensione, sintomi neurologici, vertigini disturbi respiratori vomito etc etc. Cosa dobbiamo fare? Per prima cosa prevenire con il ns comportamento di essere morsi perciò evitare di andare in montagna con infradito,ma calzare scarponi con calzettoni,utilizzare dei bastoni per fare rumore vibrazioni che allontanano le vipere, evitare di sedersi su pietraie e sassi se non dopo averli guardati bene,non mettere mani in cavità, buchi e sollevare sassi.

In caso di morso evitare quelle pratiche che la tradizione consiglia quali incidere la cute, applicare lacci emostatici, succhiare la sede del morso, perché completamente inutili ed anzi spesso dannose. Per prima cosa dobbiamo disinfettare il morso, rimuovere anelli, bracciali, orologi , immobilizzare l’arto colpito e se possibile applicare un bendaggio non molto stretto per rallentare la diffusione del veleno e raggiungere il prima possibile un pronto soccorso.

Discorso a parte merita il siero antivipera, da ragazzo ero boyscout e il ns capo lo portava nello zaino, per fortuna non è mai stato usato,sappiate che è più pericoloso del veleno perché è fatto con siero di cavallo,inoltre è termolabile per cui se non è conservato in frigo si denatura.

Oggi si usa un siero fatto con frazioni anticorpali e viene inettato solo quando si è certi di morso con inoculazione di veleno. E’ presente sul mercato,ma non in Italia,un dispositivo elettrico che emette piccole scariche che inibiscono il veleno e diminuiscono il dolore. Conludendo raccogliamo gli asparagi ma attenzione dove mettiamo le mani,inoltre sono in vendita dei raccoglitori che ci permettono di prenderli a distanza .

Andrea Mattei
02-05-2018 09:20
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