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  • #STOPBOTTICELLE: amaro NO da Consiglio Comunale ma grazie a noi impegno per riconversione

    #STOPBOTTICELLE: amaro NO da Consiglio Comunale ma grazie a noi impegno per riconversione

    “Il respingimento della proposta è amaro per noi e i cittadini dopo tre anni di battaglie per la calendarizzazione ma grazie alla nostra Delibera popolare che la maggioranza non ha avuto purtroppo il coraggio di approvare, oggi l’Aula dell’Assemblea Capitolina ha almeno ufficializzato un impegno a Sindaco e Giunta per far modificare la Legge Regionale del Lazio sui servizi di trasporto non di linea che permetterà l’abolizione delle botticelle a Roma e finalmente a dare una data, il prossimo martedì 8 maggio, per l’ufficializzazione dell’avvio della Delibera alternativa M5S che sposterà le botticelle, speriamo da subito, dal traffico alle ville urbane, atto sul quale non siamo stati mai incontrati a differenza dei vetturini”.

    Così le associazioni Animalisti Italiani, Avcpp-Io libero, Enpa, Lav e Oipa commentano il voto dell’Aula Giulio Cesare che ha registrato sei favorevoli (Pd e Lista Civica Giachetti), 26 astenuti (M5S e FdI) e nessun contrario.

    “Registriamo con favore almeno lo zero fra i contrari dopo i preannunci che negli anni le Amministrazioni di ogni colore hanno fatto, compresa l’attuale che aveva l’abolizione delle botticelle fra i punti programmatici elettorali. Si è continuato a parlare solo grazie alla nostra delibera popolare delle sofferenze dei cavalli, delle trasgressioni alle pur minime regole sugli stop delle trazioni animali dei veicoli per il caldo – continuano Animalisti Italiani, Avcpp-Io libero, Enpa, Lav e Oipa – infine c’è da notare, amaramente, che è mortificante per gli strumenti di partecipazione popolare non essere stati convocati in audizione né dalle Commissioni consiliari né dal Presidente dell’Assemblea a rappresentare le motivazioni della proposta di Delibera firmata, lo ricordiamo da più del doppio dei cittadini, oltre 10.500, il quorum necessario a depositare una formale delibera popolare”.

  • Spagna, ragazza di 23 anni uccide un gatto in lavatrice. Arrestata – Blitz quotidiano

    Spagna, ragazza di 23 anni uccide un gatto in lavatrice. Arrestata – Blitz quotidiano

    Spagna, ragazza di 23 anni uccide un gatto in lavatrice. Arrestata

    Spagna, ragazza di 23 anni uccide un gatto in lavatrice. Arrestata (Foto Instagram)

    MADRID  –  Una giovane spagnola di 23 anni è stata arrestata dalla Guardia Civil per avere ucciso un gatto mettendolo in lavatrice e avviando il dispositivo.

    La ragazza, che lavora come cameriera, ha anche filmato la scena e postato poi il video in rete, dove ha ricevuto moltissime critiche e attacchi. Proprio grazie al filmato la donna è stata denunciata, individuata e arrestata. A portare al fermo è stata infatti una mobilitazione generale sul web, dove una petizione che chiedeva l’arresto della donna ha raccolto in pochi giorni oltre 300mila firme.

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    La ragazza, di Villarrubia de los Ojos, non molti chilometri a sud di Madrid, si è giustificata dicendo che il gatto avrebbe tentato un approccio sessuale con la sua micia: “Questo è quel che accade quando un gatto si avvicina troppo alla mia gattina”, ha scritto su Instagram pubblicando il video.

    Per questo motivo ha messo in lavatrice l’animale, che però è sopravvissuto ad un primo lavaggio. Così la ragazza ha fatto partire la lavatrice una seconda volta, questa volta aggiungendo parecchio detersivo, e uccidendo il povero micio.

  • “Canile lager”, così Rita ha salvato il cane Principe – Il Resto del Carlino

    “Canile lager”, così Rita ha salvato il cane Principe – Il Resto del Carlino

    Reggio Emilia, 3 maggio 2018 – Ha adottato un cane a distanza, pagando una quota per l’accoglienza in un apposito rifugio in Centro Italia.

    Pensava di contribuire al benessere dell’animale, Principe, un meticcio di dodici anni di età. Ma quando ha deciso di andare sul posto per incontrare l’animale, si è accorta che la situazione era a dir poco drammatica.

    «In questo rifugio, dove sono ospitati oltre duecento cani – racconta la reggiana Rita Vettorello – abbiamo trovato uno scenario che non ci saremmo mai aspettati. Principe era su una impalcatura artigianale, imbracato, con le zampe immobili su quelle posteriori, piaghe sui piedi causate forse dal leccare di altri cani che si aggiravano intorno».

    Da quell’istante Rita ha subito pensato di portare via il cane da quella situazione, in cui si trovava da molto tempo.

    «Ho contattato la padrona del cane per farmi firmare la cessione, in modo da poterlo portare via da quella struttura. L’ho portato da un veterinario di Reggio, ma le condizioni erano talmente critiche – aggiunge – che è stato dirottato subito alla clinica Miller di Cavriago, dove abbiamo trovato professionisti preparati e meravigliosi.

    Il cane è stato munito di catetere e avviato la terapia antibiotica, per una infezione alle vie urinarie e una setticemia all’ultimo stadio, causata dalle numerose piaghe. Una di queste, sulla zampa anteriore sinistra, ha fatto scendere le lacrime al veterinario che aveva iniziato le cure».

    Dopo una settimana di ricovero le condizioni sono stabili, ma la prognosi resta riservata. Ieri è stata eseguita una Tac con consulenza di specialisti veterinari per decidere il tipo di terapia da attuare. I costi sono notevoli: è stata pagata una settimana di cure per 875 euro e il solo esame di ieri è costato 900 euro.

    Rita non è sola in questa battaglia: l’aiutano un’associazione di animalisti di Roma e volontari di ogni parte d’Italia, contribuendo a una raccolta di fondi per coprire le spese per le cure di Principe. E non finisce qui.

    «Abbiamo già inoltrato una denuncia formale – aggiunge la Vettorello – alla sezione dei carabinieri forestali di Roma, che ora sta raccogliendo elementi di indagine per valutare le ipotetiche irregolarità in quella struttura per cani. Ci auguriamo che venga attuata un’azione coatta per cambiare le cose, perché in quel rifugio canino ci siamo trovati davanti a scene terribili, di cui qualcuno dovrà per forza rispondere davanti alle autorità».

    È stato contattato anche un legale per poter seguire in modo diretto questa vicenda.

    «Dal primo istante in cui ho visto Principe – conclude Rita Vettorello – ho avuto la netta impressione che con i suoi occhioni ci supplicasse di portarlo via. Io mi sono inginocchiata, l’ho baciato e gli ho promesso che sarei andata prenderlo da quel… ‘posto degli orrori’. Lì ho capito che la mia battaglia era iniziata. E così è stato. Ora è in un luogo sicuro, curato e amato. Ringrazio tutti coloro che ci stanno dando una mano per aiutarlo a guarire».

  • L'amicizia speciale fra un cane e un gatto va ben oltre la morte – La Stampa

    L'amicizia speciale fra un cane e un gatto va ben oltre la morte – La Stampa

    Un cane e un gatto uniti in tutto. Un amore incredibile è quello che legava il gatto Kuu a suo fratello Shino, cane di razza Shiba con l’Alzheimer di 18 anni, morto lo scorso 7 marzo in Giappone. 

    Sconvolto dalla perdita, il loro compagno umano ha iniziato a pubblicare una serie di foto dell’adorato cane, «morto pacificamente e improvvisamente. Spero che possa condurre una bella vita in paradiso», ha scritto, affidando a Instagram le immagini di una amicizia senza confini. 

    A causa dei suoi problemi di salute, Shino nell’ultimo periodo faceva difficoltà a camminare, a coordinasi e a fare le piccole cose quotidiane. Ma accanto a lui c’era sempre Kuu, il gatto, da 7 anni sua fidata guardia del corpo. 

    Bastano queste tenerissime immagini e far capire l’amore che legava questi due animali. Una amicizia senza confini, fatta di empatia, coccole e piccole attenzioni quotidiane.  

    «Il giorno prima che Shino morisse, l’ho tenuto tra le mie braccia per tutta la notte. Sembrava avesse la febbre… e quando l’ho portato in ospedale, Kuu ha subito capito che c’era qualcosa che non andava. Il veterinario lo ha ricoverato, per tenerlo sotto osservazione. E quando sono tornato a casa senza di lui, il gatto per la prima volta si è intrufolato sotto il piumone con me, per starmi accanto. Una cosa che non aveva mai fatto prima». 

    Poi poche ore dopo è arrivata la telefonata più temuta. E a soffrire per la morte del cane è stato anche il gatto. Per giorni ha smesso di mangiare e ancora oggi «se ne sta per ore a fissare la sua cuccia vuota, ad accoccarsi ai suoi giochi». Una mancanza devastante, che gatto e uomo stanno affrontando insieme, nel ricordo del loro amato amico a quattro zampe. 

    *****AVVISO AI LETTORI******

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  • 24° Vertice Antimafia di Napoli: si discute anche di Zoomafia

    24° Vertice Antimafia di Napoli: si discute anche di Zoomafia

    Nell’affascinante cornice del palazzo di via Depetris 130, della Fondazione Mediterraneo, ospitati dal fondatore, Michele Capasso, si svolgerà quest’anno il XXIV Vertice Nazionale Antimafia – Antonino Caponnetto. Inizio lavori ore 16 di sabato 5 maggio 2018.

    La Fondazione Caponnetto da circa quindici anni, raccogliendo l’insegnamento del Giudice Caponnetto, raduna attorno a sé personaggi del mondo dell’antimafia: magistrati, investigatori, giornalisti, politici, studiosi, professionisti e gente comune, che si batte per divulgare il seme della legalità e per contrastare tutte le organizzazioni criminali. 

    Tra i relatori anche il dottor Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV.

    PROGRAMMA

  • Gatti, pesciolini e Fido col nonno in casa anziani – laRegione

    Gatti, pesciolini e Fido col nonno in casa anziani – laRegione

    Società

    03.05.2018 – 13:25

    Sempre più strutture in Svizzera consentono ai residenti di tenere con sé animali o ne ospitano, perché danno gioia agli ospiti e sono un diversivo

    Sempre più case per anziani in Svizzera consentono ai residenti di tenere con sé animali o ne ospitano esse stesse. È quanto emerge da un sondaggio dell’associazione Protezione Svizzera degli Animali (PSA) presso oltre 400 istituti. Molte case per anziani è importante che i nuovi ospiti non debbano separarsi dai loro animali domestici. Oltre un quinto di quelle interpellate ha fatto sapere che li autorizzano a portarsi il loro. Quello portato più spesso con sé è il gatto, seguito da pesci, cani e uccelli. La risposta alla domanda sull’esperienza fatta in questo ambito è in genere positiva. Quali motivazioni per l’autorizzazione viene citato in primo luogo il fatto che gli animali danno gioia agli ospiti anziani e costituiscono per loro un diversivo. Inoltre stimolano i contatti e aiutano a calmare chi è colpito da demenza senile. Quali punti negativi sono menzionati il lavoro supplementare occasionato per mantenere l’igiene, una mancanza di chiarezza in fatto di responsabilità, aggressioni di residenti agli animali, il fatto che questi ultimi possano suscitare invidie o paura. La PSA si rallegra che molte case per anziani tengano animali o li autorizzino. Il suo servizio denominato Grizzly si dice disponibile in caso di domande o problemi.

    Archivio

    12 mesi

    In crescita il fatturato dei casinò di Mendrisio e Lugano. Calo per Locarno

    41 %

    svizzera

    case anziani

    residenti

    ospiti

    case

  • Gli errori da non fare quando si viaggia con animali in auto – Quotidiano.net

    Gli errori da non fare quando si viaggia con animali in auto – Quotidiano.net

    Proponiamo il vademecum di Sicurauto riguardo il trasporto di animali in auto realizzato da Riccardo Ambrosi. Cani e gatti in particolare, ovviamente.

    Partire per un viaggio lasciando a casa i nostri amici a quattro zampe è un pensiero che non farebbe vivere appieno una vacanza. Ma quali sono i consigli per farlo viaggiare tranquillo? E quali le cose più utili che potrebbero servire in viaggio o una volta arrivati a destinazione?

    Sempre più strutture ricettive, alberghi, B&b e locali pubblici accettano di ospitare anche animali domestici per coloro che non possono o non separarsi dal cane o dal gatto quando sono in vacanza. Abbiamo quindi raccolto gli errori più frequenti da non fare quando si viaggia in auto con un animale domestico. E come rendere il viaggio più piacevole.

    1. NON IMPRIGIONARLO

    Un cane o un gatto che non riconosce l’auto come un ambiente familiare non vivrà il viaggio in auto con piacere, e recluderlo in un box può avere un effetto anche traumatico. Le cassettine sono molto utili per far viaggiare in sicurezzail nostro amico a quattro zampe, guarda qui il video per scegliere i box per animali più sicuri testati dal TCS, ma se il nostro amico è al suo primo viaggio fuori porta l’ideale sarebbe abituarlo molto tempo prima al grande evento, facendolo salire nell’auto spenta e parcheggiata dove potrà trovare il suo gioco preferito.

    L’allenamento va ripetuto con frequenza nei giorni aumentando sempre più il tempo di permanenza in auto e solo quando il passeggero peloso è sereno, avviare il motore per farlo familiarizzare con nuovi stimoli. Superato questo step poi si inizia a fare qualche giro dell’isolato o verso il parco, cercando di tanto in tanto di premiare anche il nostro amico con un biscottino alla fine dell’allenamento. L’uso di tranquillanti deve avvenire sotto stretto consiglio del veterinario e solo se indispensabile.

    2. SOLO IL GUINZAGLIO NON BASTA

    Sulle regole prescritte dal Codice della Strada per trasportare in sicurezza il nostro animale in auto, vi rimandiamo alla nostra guida approfondita qui, ma dal punto di vista più pratico, uno degli errori più frequenti è dimenticarsi “la valigia” del nostro fido. Oltre ai croccantini, il nostro amico peloso dovrà sentirsi sempre sereno e per questo ritrovare sempre a portata di zampa i suoi effetti personali: giocattoli, brandina, ciotole e copertina lo terranno impegnato in auto e lo faranno ambientare in poco tempo anche nel nuovo alloggio. E non dimenticate le sue medicine, vedi punto sotto!

    3. DIMENTICARE I DOCUMENTI OBBLIGATORI

    La prudenza non è mai troppa quando si viaggia con un animale, soprattutto se alla sua prima esperienza fuori casa, per questo è bene memorizzare sul cellulare il numero del proprio veterinario e informarsi in anticipo se ci sono veterinari nella zona dove passerete le vacanze. A tal proposito ricordate di portare anche il libretto sanitario del cane o del gatto e se viaggiate all’estero ricordate che dal 1 ottobre 2004 è obbligatorio il passaporto europeo per cani, gatti e furetti. Anche se dovrebbe essere un’attenzione che prescinde dai viaggi, la vaccinazione antirabbica è una profilassi obbligatoria per viaggiare in Europa. Se il vostro cucciolo ha meno di 3 mesi però accertatevi delle procedure da seguire tramite il vostro veterinario.

    4. PARTIRE A PANCIA PIENA

    Non fa bene alle persone che con l’auto ci convivono da oltre un secolo mangiare prima di un lungo viaggio. Figuriamoci agli animali che potrebbero più facilmente soffrire la nausea. Se il cane o il gatto ha una predisposizione all’ansia e al vomito quando non si sente a casa, il veterinario potrebbe prescrivergli qualche compressa contro il mal d’auto.

    Ma più in generale il consiglio dei veterinari  è far viaggiare il nostro animale a digiuno. O almeno dopo 3 ore dall’ultimo pasto. In viaggio è bene tenere acqua fresca non troppo fredda a portata di mano. E fare delle pause almeno ogni 1,5-2 ore. In questo modo potremo fare una passeggiata per sgranchire gambe e zampe. E fare anche i bisogni dopo aver bevuto acqua fresca. Il cibo solido in viaggio va evitato il più possibile. E solo se la permanenza in auto si protrae per più di mezza giornata è consigliabile dargli qualche crocchetta o biscottino ai pasti umidi.

    5. TROPPA ARIA FREDDA O CALDA

    Fermarsi all’ombra in autogrill non è sempre facile. Anche se sarebbe preferibile poiché una volta rientrati dalla passeggiata il guidatore apre istintivamente tutti i finestrini (pericoloso se il cane non è assicurato o nel box) o accende a palla l’aria condizionata. Entrambe le ipotesi non fanno particolarmente bene all’animale poiché potrebbe contrarre l’otite. Meglio invece aerare l’auto prima di risalirci. Regolare la temperatura del climatizzatore non troppo bassa (guarda qui come usare al meglio l’aria condizionata) e aprire solo di qualche centimetro i finestrini se serve. Va ricordato anche in viaggio che prenderci cura degli animali. Anche quando non sono nostri e li incrociamo sofferenti in strada però è un gesto di amore. Oltre che obbligatorio 

    Come soccorrere un animale ferito in strada.

    Ultima modifica: 3 maggio 2018

  • Inseguita da Carabinieri, aizza il cane che azzanna un militare – Triesteprima.it

    Inseguita da Carabinieri, aizza il cane che azzanna un militare – Triesteprima.it

    Aizza i suoi cani contro i Carabinieri, uno dei quali viene ferito. L’episodio è successo ieri notte e si è concluso con l’arresto della triestina K. K., di 43 anni,  già nota alle forze dell’ordine per alcuni precedenti, per il reato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. I Carabinieri di Muggia stavano effettuando dei controlli sul territorio quando hanno fermato un’auto con due persone all’interno.

    La conducente, K.K., non si è fermata all’alt della pattuglia, costringendo i militari a inseguirla. Dopo qualche centinaio di metri la donna, alla richiesta di esibire i documenti, ha opposto un secco rifiuto, ripartendo velocemente nel tentativo di far perdere le proprie tracce.

    Raggiunta nuovamente dalla pattuglia, la donna è stata invitata a scendere dalla vettura e ha iniziato a inveire contro i militari, per poi richiamare i suoi due cani di grossa taglia (dei pastori australiani) che sedevano sul sedile posteriore dell’auto. Uno dei due animali è saltato fuori dal veicolo ed ha azzannato alla gamba e al torace uno dei due carabinieri. 

    Approfittando della situazione di vantaggio, la donna ha cercato di darsi alla fuga per la terza volta, a piedi, ma è stata raggiunta dall’altro carabiniere dopo pochi metri, e arrestata. Il Carabiniere è stato medicato al Pronto Soccorso e sottoposto alla profilassi prevista in questi casi. Al termine degli adempimenti previsti e di concerto con la Procura della Repubblica di Trieste, K.K. è stata sottoposta al regime degli arresti domiciliari, dovendo rispondere dei reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

  • L'isola dei cani è il primo film distopico di Wes Anderson – Wired.it

    L'isola dei cani è il primo film distopico di Wes Anderson – Wired.it

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    Non lo sapevamo fino a prima de L’isola dei cani ma quello tra Wes Anderson e il Giappone è il matrimonio perfetto. Lo stile geometrico, rigoroso e sentimentalmente contenuto (che però non significa “freddo”) del regista si accoppia benissimo con la maniera in cui il Giappone è percepito dal resto del mondo, con il suo design minimale, la tendenza a trattenere i sentimenti e a mostrarsi rigorosi, innamorati di regole, tradizioni e rituali. Addirittura anche la fissazione per le divise si rispecchia pienamente nel cinema di Wes Anderson.

    Certo quello di questo nuovo film animato in stop motion non è propriamente il Giappone di oggi ma una specie di versione kitsch di un possibile futuro retro anni ‘50 (siamo avanti ma tutto appare come quando eravamo indietro). L’isola dei cani è ambientato in un futuro in cui tutto è andato male e in particolare la guerra eterna tra il clan che supporta i gatti e quello che invece è dalla parte dei cani, i quali, avendo perso, sono stati tutti esiliati su di un’isola da un primitivo sistema di carrucole.

    Lì i cani si sono scannati per le poche risorse alimentari e, come in una versione desolata di 1997: fuga da New York, hanno stabilito un loro regno con dinamiche di potere e violenza, tra un ammasso di rifiuti organizzati simmetricamente come solo Wes Anderson potrebbe fare.

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    Epidemia più isolamento desertico più legge della giungla, L’isola dei cani è il primo film distopico di Wes Anderson, quello in cui parlare di un mondo futuro paradossale è un modo di parlare di quello che viviamo oggi.

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    Certo non è propriamente fantascienza (per quanto molta tecnologia sia coinvolta nella lotta dei cani per tornare alla terraferma), ma quei rifiuti ammassati come avevamo visto in Wall-E, solo in scala ridotta e con un gusto maggiore per lo scarto organico, sono costruzioni sofisticate di design, praticamente l’equivalente degli arredi interni degli altri film di Anderson. Quella che in precedenza era carta da parati sempre in armonia con gli abiti dei personaggi, qui diventa una quantità impressionante di scenografie meravigliose costruite con fondi di bottiglie colorati, ammassi di carta o cumuli di immondizia.

    È solo uno dei molti dettagli che parlano dell’estrema sofisticazione cui è giunto questo regista che lentamente, di film in film, ha colmato la distanza da marginale autore di nicchia a cineasta mainstream apprezzato da un larghissimo pubblico. L’isola dei cani non è il suo miglior film ma è comunque uno show godibilissimo nella maniera in cui riesce ad usare l’umorismo non per far commedia ma per raccontare di come gli uomini (anche quando sono interpretati da cani) lottino internamente contro la propria natura e stabiliscano rapporti che sono sempre una variazione sul tema di quello paterno.

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    Stavolta infatti il padre riottoso e infantile è il bambino, l’unico umano in quell’isola, andato a riprendere il proprio cane Spots e finito in un luogo in cui non capisce nessuno e nessuno capisce lui. Il figlio della situazione invece è uno di questi cani, particolarmente reticente a prendere parte alla grande rivoluzione, eppure anche così pronto a rivedere i suoi assunti. E proprio questo è il potere di Wes Anderson: la maniera in cui riesce ad inserire in Capo (doppiato da Bryan Cranston) una doppiezza immediatamente evidente. In ogni suo attestato di autonomia c’è già il desiderio opposto, chiaro per tutti. In ogni momento del film è già insita la spinta contraria, che poi è la difficoltà che chiunque riscontra nel vivere come vorrebbe o anche solo essere felice (sempre un miraggio nei film di Anderson). Questo, che per ogni altro autore sarebbe un punto d’arrivo cui giungere a fine film, per lui è l’inizio, da lì Capo costruirà la sua avventura controvoglia.

    Le contraddizioni del cane protagonista e di quelli che girano intorno a lui come una specie di banda di anziani di provincia dediti ai pettegolezzi, ci parlano dell’umanità e lo fanno tanto con le personalità sofisticate, educate e molto composte tipiche di Anderson, sia con la soluzione prettamente registica degli occhi lucidissimi. Il dettaglio che da sempre gli animatori usano per dare ai loro personaggi un’evidente umanità, qui diventa l’arma di Anderson per farci credere che questi cani siano in realtà sono uomini.

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    E forse proprio questo facilissimo e scontato parallelo (in qualsiasi film in cui gli animali sono protagonisti, questi si comportano come esseri umani e la loro storia ci parla di noi) racconta meglio di come abbiamo visto in passato uno dei temi più sottovalutati dei film di Wes Anderson: il contrasto tra istinto e ragione. Questa dialettica così evidente negli animali, che già era il cuore pulsante di Fantastic Mr. Fox, è quella che anima tutti i personaggi della filmografia di Anderson, sempre indecisi tra il loro carattere sobrio e controllato, il loro mondo sofisticato e raggelato, e qualcosa che gli si agita dentro potente. È un desiderio, una voglia o un sentimento inespresso e mal comunicato che i film di Anderson riescono in mille modi diversi a farci intuire tramite le avventure pretestuose messe in campo.

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