Reggio Emilia, 3 maggio 2018 – Ha adottato un cane a distanza, pagando una quota per l’accoglienza in un apposito rifugio in Centro Italia.

Pensava di contribuire al benessere dell’animale, Principe, un meticcio di dodici anni di età. Ma quando ha deciso di andare sul posto per incontrare l’animale, si è accorta che la situazione era a dir poco drammatica.

«In questo rifugio, dove sono ospitati oltre duecento cani – racconta la reggiana Rita Vettorello – abbiamo trovato uno scenario che non ci saremmo mai aspettati. Principe era su una impalcatura artigianale, imbracato, con le zampe immobili su quelle posteriori, piaghe sui piedi causate forse dal leccare di altri cani che si aggiravano intorno».

Da quell’istante Rita ha subito pensato di portare via il cane da quella situazione, in cui si trovava da molto tempo.

«Ho contattato la padrona del cane per farmi firmare la cessione, in modo da poterlo portare via da quella struttura. L’ho portato da un veterinario di Reggio, ma le condizioni erano talmente critiche – aggiunge – che è stato dirottato subito alla clinica Miller di Cavriago, dove abbiamo trovato professionisti preparati e meravigliosi.

Il cane è stato munito di catetere e avviato la terapia antibiotica, per una infezione alle vie urinarie e una setticemia all’ultimo stadio, causata dalle numerose piaghe. Una di queste, sulla zampa anteriore sinistra, ha fatto scendere le lacrime al veterinario che aveva iniziato le cure».

Dopo una settimana di ricovero le condizioni sono stabili, ma la prognosi resta riservata. Ieri è stata eseguita una Tac con consulenza di specialisti veterinari per decidere il tipo di terapia da attuare. I costi sono notevoli: è stata pagata una settimana di cure per 875 euro e il solo esame di ieri è costato 900 euro.

Rita non è sola in questa battaglia: l’aiutano un’associazione di animalisti di Roma e volontari di ogni parte d’Italia, contribuendo a una raccolta di fondi per coprire le spese per le cure di Principe. E non finisce qui.

«Abbiamo già inoltrato una denuncia formale – aggiunge la Vettorello – alla sezione dei carabinieri forestali di Roma, che ora sta raccogliendo elementi di indagine per valutare le ipotetiche irregolarità in quella struttura per cani. Ci auguriamo che venga attuata un’azione coatta per cambiare le cose, perché in quel rifugio canino ci siamo trovati davanti a scene terribili, di cui qualcuno dovrà per forza rispondere davanti alle autorità».

È stato contattato anche un legale per poter seguire in modo diretto questa vicenda.

«Dal primo istante in cui ho visto Principe – conclude Rita Vettorello – ho avuto la netta impressione che con i suoi occhioni ci supplicasse di portarlo via. Io mi sono inginocchiata, l’ho baciato e gli ho promesso che sarei andata prenderlo da quel… ‘posto degli orrori’. Lì ho capito che la mia battaglia era iniziata. E così è stato. Ora è in un luogo sicuro, curato e amato. Ringrazio tutti coloro che ci stanno dando una mano per aiutarlo a guarire».

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