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  • Muore avvelenato Sheeba, il cane migliore amico di un bambino … – La Stampa

    Muore avvelenato Sheeba, il cane migliore amico di un bambino … – La Stampa

    Quello che rattrista di più la famiglia di Sheeba, è che il cane è morto per colpa della crudeltà umana o per la vendetta di qualcuno che detesta gli animali. Scheeba era un pastore tedesco che viveva felice in una casa con giardino a Denton, a Manchester. Il suo migliore amico era il suo piccolo proprietario, un bambino autistico con il quale aveva un rapporto molto complice e intenso. «Trascorrevano moltissimo tempo insieme – racconta la mamma Natalie Johnson – si volevano bene». 

    Poi qualche settimana fa qualcuno ha improvvisamente gettato un sacchetto dentro al giardino di casa loro. Era una busta che conteneva cibo per gatti, paracetamolo, veleno per topi e fertilizzanti. Scheeba si è avvicinata, e attratta dal gusto dell’impasto ne ha ingerito il contenuto, che le è stato fatale. «Ho trovato vomito e feci di colore azzurro in casa – racconta la proprietaria, Natalie Johnson -. L’ho immediatamente portata dal veterinario, che gli ha fatto una flebo e dato degli antidolorifici». Diagnosi: il veleno aveva corroso e distrutto il suo intestino

    «Siccome nei giorni successivi lei non migliorava, e i danni agli organi avevano causato un’emorragia interna, i veterinari ci hanno detto che non c’erano possibilità di salvarla – racconta la famiglia -. Così Sheeba è stata soppressa».  

    Oggi il giardino è protetto da una recinzione di un metro e mezzo, ma Natalie, che ha due figli di nove e cinque anni, non si sente al sicuro perché altri cani sono stati avvelenati nella zona, a partire dal Jack Russel Cassius, morto per aver mangiato un composto tossico. Se il figlio minore di Natalie oggi non capisce cosa sia successo, ma sa che il cane non tornerà più indietro, al più grande – che è autistico ed ha trovato per primo il sacchetto con il cibo avvelenato – i genitori hanno raccontato una piccola bugia per non traumatizzarlo. «Gli abbiamo detto che è morto di vecchiaia – commenta triste la mamma -. E lui ci ha creduto». 

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  • Chiede un po’ d’acqua per il cane e il bar la mette nello scontrino … – La Stampa

    Chiede un po’ d’acqua per il cane e il bar la mette nello scontrino … – La Stampa

    Tempi di crisi, poca sensibilità verso gli animali o una burla? Difficile dirlo, rimane il fatto che un bar a Treviso avrebbe fatto pagare un po’ d’acqua che due clienti hanno chiesto per il loro cane. Almeno questo è quanto emerge da uno scontrino che riporta la dicitura “Acqua cane” per 30 centesimi e che, pubblicato su Facebook, è diventato subito virale scatenando la rabbia e l’indignazione di chi ama i quattrozampe. 

    La scena sarebbe accaduta nel centralissimo bar «Signore e Signori» in piazza a Treviso, quando due persone si sono sedute per bersi uno spritz e un’acqua e menta. Dato il caldo, i due hanno pensato di chiedere un po’ d’acqua per il loro cagnolino dando per scontato che nulla avrebbero dovuto. Ma al momento del conto quella ciotola d’acqua è stata 30 centesimi, un prezzo marginale, ma davvero qualcosa di insolito visto che normalmente gli esercizi la forniscono con un sorriso e magari anche una carezza al quattrozampe. 

    Proprio in questi giorni un’altra immagine gira sul web in maniera virale: è quella di un avviso pubblicato nel 1877 con cui un magistrato civico di Trento (non Treviso) rammentava «ai proprietari di negozi, botteghe ed officine l’obbligo di tenere costantemente, durante tutta la stagione calda, esposto il prescritto recipiente d’acqua monda, affinchè i cani vaganti possano dissetarsi». 

    Un obbligo, non un invito: violarlo avrebbe comportato una punizione. Ma era il 1877, non era Treviso, ma Trieste, non si parlava di esercizi pubblici, ma di botteghe e negozi, forse non c’era la crisi, o forse c’era un’altra sensibilità. 

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  • Un po’ d’acqua per il cane al bar finisce nello scontrino: 30 centesimi … – Corriere della Sera

    Un po’ d’acqua per il cane al bar finisce nello scontrino: 30 centesimi … – Corriere della Sera

    TREVISO

    Un po’ d’acqua per il cane al bar
    finisce nello scontrino: 30 centesimi

    Il «caso» postato su Facebook fa esplodere la polemica contro il locale: insulti e minacce

    TREVISO Quella ciotolina d’acqua per dissetare il cane, è già diventata un caso. Il centralissimo bar «Signore e Signori» in piazza a Treviso, ha fatto pagare 30 centesimi, battuti anche nello scontrino, un po’ di acqua data a un cagnolino. La foto dello scontrino «incriminato» è stata subito postata su Facebook ed è diventata virale, trascinandosi dietro la rabbia e l’indignazione di tutti quelli che amano i cani. E il bar è finito nel mirino di insulti e minacce.

    Una coppia di trevigiani seduti ai tavoli del bar per uno spritz, nella torrida domenica pomeriggio aveva chiesto ai gestori del locale «Signore e Signori» di poter dissetare il loro cucciolo. Ma al momento del conto, quella ciotola d’acqua per l’amico a quattro zampe se la sono ritrovata sullo scontrino alla voce «acqua cane» 30 centesimi.

    Una «scelta» quella del locale trevigiano che ha scatenato un inferno di polemiche, com’era prevedibile. Difficile giustificare quei 30 centesimi. Qualsiasi bar o ristorante, in qualsiasi località, infatti, se c’è da dissetare un cagnolino lo fa gratis, da sempre.

  • Pacobace: ‘Trovare meccanismi nuovi rispetto all’attuale gestione’

    Lunedì, 20 Luglio 2015 12:59

    michele dalla piccolaAvviato il tavolo tecnico. L’assessore trentino Dallapiccola: “L’accettazione sociale dell’orso è sempre più a rischio e la revisione delle regole non è più rinviabile”. Questo il messaggio che l’assessore Michele Dallapiccola ha lanciato nel primo pomeriggio ai responsabili di Ispra e Ministero dell’ambiente, nel corso della prima riunione tecnica, in video conferenza, autorizzata dal Ministro Gian Luca Galletti su richiesta del presidente Ugo Rossi. Dallapiccola ha richiamato i contenuti della lettera che quest’ultimo ha inviato mercoledì allo stesso Ministro, chiedendo misure urgenti per la gestione dell’orso in Trentino. “La nostra prima necessità, ha detto l’assessore Dallapiccola, è garantire l’incolumità della popolazione e restituire serenità ai trentini. Per questo – ha spiegato l’assessore – stiamo continuando le ricerche, mai interrotte, dell’orsa KJ2 responsabile dell’aggressione di Cadine, secondo l’ordinanza emessa a poche ore dall’episodio, ordinanza tuttora vigente”. “Oggi abbiamo avanzato le nostre proposte tecniche – ha detto Dallapicola – adesso ci aspettiamo una risposta urgente”.

    Il compito del tavolo è quello di valutare, dal punto di vista tecnico, l’adeguamento degli strumenti di gestione attualmente vigenti, con particolare riferimento alla possibilità di intervento in caso di orsi problematici e nello stesso tempo per arrivare alla definizione di un contingente massimo di soggetti compatibile con la situazione ambientale e sociale che caratterizza il territorio trentino.

    I tecnici della Provincia hanno avanzato ai responsabili di Ispra e Ministero dell’ambiente alcune proposte tecniche concrete e dettagliate, che, nel rispetto delle regole vigenti, possano servire ad affrontare nel modo più efficace possibile la situazione. Si è ragionato in particolare sulla necessità di intervenire con maggiore rapidità in caso di orsi dannosi o pericolosi e sulla possibilità di fissare, ogni anno, una soglia entro la quale operare con celerità per la rimozione degli eventuali orsi problematici. L’intento, è stato detto nel corso della video conferenza, è di trovare meccanismi nuovi rispetto all’approccio del piano di gestione attuale (Pacobace) anche per dare una prospettiva al progetto di conservazione dell’orso bruno sulle Alpi. Al centro del confronto anche il tema dell’accettazione sociale dell’orso.

    Ispra e Ministero hanno evidenziato come, a loro giudizio, le problematiche possano essere affrontate utilizzando le regole attuali, quelle previste dalla direttiva europea Habitat e si sono detti disponibili a valutare rapidamente le proposte avanzate dai responsabili del Servizio Foreste e Faune della Provincia in modo da arrivare, già la settimana prossima, ad una posizione tecnica condivisa. (fonte)

  • Ruocco: l’Italia è modello per la UE. Su Ogm posizione ‘prudente’

    Lunedì, 20 Luglio 2015 12:40

    giuseppe ruoccoL’Italia ha sviluppato, a partire dagli anni Sessanta, un sistema di controlli sul cibo che oggi propone come modello per i Paesi finora meno sensibili al fenomeno della contraffazione.

    Al convegno internazionale sui crimini alimentari- organizzato a Expo 2015 dal Ministero della Salute, da quello delle Politiche agricole e dall’Arma dei carabinieri- Giuseppe Ruocco, direttore generale  per l’igiene e la sicurezza degli alimenti del ministero della Salute, ha spiegato che l’obiettivo è quello di creare una rete mondiale contro le frodi alimentari.

    “Il nostro modello – ha detto il Direttore Generale- sul piano operativo è efficace proprio perché prevede la collaborazione di veterinari, medici che si occupano della salute umana e ispettori che si occupano della salute dei prodotti e della sicurezza alimentare nelle stesse strutture. Questo ci consente di avere un dialogo più forte”.

    Per Giuseppe Ruocco, i controlli che si fanno in Italia sul cibo e sugli animali sono un patrimonio di tutta l’Ue. “Abbiamo sul territorio centinaia di migliaia di controlli all’anno, con almeno 100.000 campionamenti con analisi di laboratorio, abbiamo una lunga sfilza di controlli o ispettivi o anche con analisi in tutta la rete di circa sessanta uffici periferici del ministero che opera alle frontiere. Abbiamo quindi un patrimonio anche di strutture che quotidianamente consente l’ingresso di prodotti, molti dei quali non sono neanche destinati al mercato italiano, ma a quello comunitario. Quindi noi riusciamo a contribuire in modo significativo anche alla sicurezza dei nostri concittadini europei”

    “Almeno il 60% delle malattie degli uomini proviene dagli animali – ha aggiunto- quindi se non si cura il benessere degli animali aumenta il rischio di malattie. Molte malattie degli animali potrebbero essere trasmesse attraverso il cibo, quindi controlli sul cibo possono consentire poi di risalire eventualmente ad allevamenti che non siano in ordine o viceversa. Per questo un dialogo costante, una vicinanza tra soggetti che si occupano di questi aspetti, non è una cosa banale perché in molti posti non c’è e quando c’è va utilizzata ed è un pregio perché consente un’efficacia maggiore”.

    La questione ogm- Il tema degli organismi geneticamente modificati fa fatica a introdursi nel dibattito sulla nutrizione in corso a Expo 2015, ma quando ci riesce non passa inosservato. E’ il caso dell’intervento del commissario europeo alla sicurezza alimentare e alla salute, Vytenis Andriukaitis, che ha puntato l’indice contro quei Paesi, come l’Italia, che vietano la coltivazione sul proprio territorio di piante Ogm, ma poi importano ogni anno milioni di tonnellate di prodotti transegenici. Questo atteggiamento, ha detto a margine di un convegno nel padiglione dell’Unione europea, “è populismo. Forse questi Paesi hanno un doppio standard”. A suo parere la proposta di regolamento adottata dalla Commissione lo scorso 22 luglio, che consente agli Stati membri di vietare l’utilizzo di alimenti e mangimi geneticamente modificati sul proprio territorio nazionale, è comunque “una buona base giuridica” di partenza.

    Pronta la replica dell’Italia, che con il direttore generale Giuseppe Ruocco, ha ribadito la posizione del governo: “Certamente è un tema che non può essere ignorato, però le soluzioni che la Commissione sta proponendo in questo momento vedono il nostro governo prudente rispetto a una accoglienza perché, soprattutto la decisione di lasciare ai singoli Paesi ogni decisione in merito, creerebbe ulteriori disparità di mercato che non è quello che bisognerebbe cercare di avere”.

    L’Italia sta dunque ancora studiando il dossier, ma conferma di non avere in questo momento una posizione del tutto favorevole alla proposta della Commissione. Per entrare in vigore il provvedimento deve comunque ancora passare dal Parlamento europeo e dal Consiglio. (fonte askanews)

  • Veterinario denuncia avvocato per diffamazione su FB

    Lunedì, 20 Luglio 2015 12:08

    Tribunale e FacebookUn medico veterinario, ex assessore comunale, sporge querela contro un avvocato per alcune affermazioni fatte dal legale sul proprio profilo facebook.

    Il medico veterinario – che esercita in un comune della provincia di Lucca dove è consigliere comunale ed ex membro della giunta comunale (delega ai servizi sociali)- ha presentato la propria querela venerdì mattina. La controparte è un avvocato del Foro di Prato. Il reato ipotizzato dal querelante è quello di diffamazione.

    Al centro del caso c’è un post dell’avvocato sul social network, del gennaio scorso, che annuncia risvolti in sede penale di un annoso contenzioso legale fra i due: «Lo avevo avvisato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe dovuto rispondere delle minacce e delle ingiurie, ma lui assolutamente incurante ha continuato e continua. E io continuo a denunciarlo. Finirà di offendere… o si devono aprire le porte del carcere per fargli capire i reati che commette ogni volta che apre bocca?».
    Il veterinario ha sporto denuncia perchè ritiene che quelle parole lo descrivano «come un imperterrito e impassibile criminale dedito sistematicamente all’ingiuria, inetto e sciocco, incapace di governare il proprio linguaggio e il proprio comportamento».

    Ma non basta, il post dell’avvocato ha generato una serie di commenti da parte di altri utenti, «disdicevoli e lesivi» secondo il veterinario,  capaci di innescare «un meccanismo perverso e irreversibile dovuto alla risonanza dei social nel costume quotidiano». La querela di Bianchi si estende «contro tutti coloro che si sono resi responsabili di diffamazione» a suo danno; il veterinario parla di «comportamenti altamente lesivi per la mia dignità, la mia professionalità, la mia presenza politica sul territorio».

    Veterinario e avvocato sono protagonisti di una questione aperta da anni per vicende personali.  La novità intercorsa nell’annosa lite è una possibile diffamazione tramite social network, un tema che la giurisprudenza in Italia sta affrontando con sempre maggiore intensità, anno dopo anno. La questione coinvolge due persone conosciute nella comunità e affermate per la rispettiva professione. (fonte il tirreno.it)

    Cose da sepere prima di postare su Facebook (Professione Veterinaria 26/2015)

  • Madia: sì autonoma area contrattuale per dirigenza medica e veterinaria

    Lunedì, 20 Luglio 2015 11:41

    marianna madiaIl Ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha accolto come raccomandazione l’ordine del giorno dell’On Miotti e altri.
    L’atto parlamentere impegna il Governo ad avviare le opportune iniziative affinché venga sottoposta ad accordo fra ARAN e le rappresentanze sindacali, la proposta di attribuire una autonoma area contrattuale e connesso comparto, alla dirigenza medica, veterinaria e sanitaria.

    Nel corso dell’iter parlamentare per la riforma della Pubblica Amministrazione (Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche) sono state richiamate le specificità e le caratteristiche peculiari in ordine ai requisiti professionali ed alle funzioni operative della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria non medica del Servizio Sanitario nazionale.

    Si tratta di peculiarità,” che giustificano la distinzione dalla dirigenza regionale” , e “la individuazione di una autonoma area contrattuale per cui sarebbe necessario rideterminare la composizione dei comparti di contrattazione collettiva previsti dal decreto legislativo n. 150 del 2009, articolo 54”- si legge nell’ordine del giorno.

    Il Ministro Marianna Madia ha accolto l’ordine del giorno come raccomandazione venerdì scorso in Aula. “C’è da augurarsi che il governo voglia al più presto definire le pre condizioni necessarie per l’apertura della stagione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, come peraltro richiesto dalla Corte Costituzionale, in maniera coerente con quanto deciso dal Parlamento, superando veti di qualsiasi genere e provenienza”, ha commentato l’Associazione dei Medici Dirigenti Anaao.
     
    Attualmente i quattro comparti previsti dal decreto legislativo n. 150 del 2009 corrispondono a quattro aree della dirigenza che riguardano:
    – scuola
    – ministeri
    – enti locali
    – regioni che comprende la sanità. “Risulta evidente – si legge nell’ordine del giorno- che la dirigenza sanitaria supera dell’80 per cento la dirigenza amministrative e tecnica regionale ed appare evidente che la distinzione della dirigenza sanitaria dai restanti dirigenti consentirebbe di assicurare omogeneità al comparto, spostando conseguentemente la dirigenza amministrativa regionale ad altra analoga dirigenza pubblica”.
    Alla vigilia dell’avvio della stagione contrattuale, l’ordine del giorno ritiene “utile e necessario riprofilare i comparti assegnando alla dirigenza sanitaria, medica e veterinaria uno dei quattro comparti ed in tal senso il Governo è chiamato a svolgere un ruolo decisivo in sede Aran”, l’Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni.

  • Aree cane nelle spiagge libere attrezzate di Loano, Cepollina … – SavonaNews.it

    Aree cane nelle spiagge libere attrezzate di Loano, Cepollina … – SavonaNews.it

    Richiesto l’inserimento di alcuni criteri minimi nel futuro bando comunale per la gestione

    Una mozione sulle aree cani nelle spiagge libere attrezzate di Loano. A presentare il documento è il consigliere comunale Giovanni Battista Cepollina, che spiega:”Il comune di Loano è concessionario di n. 06 spiagge libere attrezzate ed uno stabilimento balneare che sono state affidate in gestione, nel 2011, a seguito del risultato di una gara d’appalto, all’A.T.I. (associazione temporanea di impresa) denominata “operatori loanesi”, detto affidamento scade in data 31 Dicembre 2015″.
    “Già all’articolo 3 del contratto di affidamento, sottolinea l’esponente forzista, era indicato tra gli oneri a carico dei gestori “la realizzazione di una spiaggia per cani” però nel corso del contratto, a causa della vaghezza della dicitura riportata, sono state realizzate in tre S.L.A. aree cani di piccole dimensioni, poste in fondo alle file di ombrelloni, a grande distanza dal mare, senza attrezzature dedicate al benessere degli animali e con aree dedicate alla balneazione degli stessi non sempre adeguatamente segnalate. Una delle attuali aree cani, posizionata in ultima fila senza nessuna attrezzatura per il benessere dell’animale”.
    “Le continue richieste, spiega Cepolline, sia verbali che tramite i social network di persone intenzionate a soggiornare a Loano ma scoraggiate dall’assenza di aree attrezzate adatte ai loro amici a 4 zampe mi hanno ancor più convinto che sia necessario attrezzare almeno una area per cani comunale di buone dimensioni e correttamente attrezzata. Ciò costituirebbe una ulteriore attrattiva turistica per la nostra città perché risponderebbe all’esigenza di turisti che oggi, magari, non scelgono Loano proprio perché non sanno dove portare al mare il loro cane”.
    “Proprio per rispondere a questa esigenza, sentita anche da molti residenti, vado a chiedere l’impegno del Sindaco e della Giunta affinché nel bando per la gestione delle Spiagge Libere Attrezzate e dello Stabilimento Balneare, in concessione al Comune di Loano, che si andrà a presentare entro i prossimi mesi, per l’anno 2016 e seguenti, sia inserito tra i requisiti richiesti ai partecipanti il seguente:
    “realizzazione di almeno una area attrezzata per cani che dovrà essere aperta almeno per tutto il periodo della stagione balneare, dal 1° maggio al 30 settembre, con i seguenti orari minimi : dal 01/05 al 31/05 dalle ore 10,00 alle ore 16,00, dal 01/06 al 15/09 dalle ore 9,00 alle ore 19,00, dal 16/09 al 30/09 dalle ore 10,00 alle ore 16,00.
    Detta area dovrà avere una superficie minima di mq 300 (trecento), con minimo 20 (venti) postazioni dotate di ombrellone od altro riparo per il sole, sdraio o lettini per i proprietari dei cani, stuoia e ciottola amovibile per l’acqua per gli animali, una doccia con alla base relativo piatto doccia dedicata agli animali, accesso diretto alla battigia per almeno 12 (dodici) ml e, nello specchio acqueo antistante la zona di arenile attrezzata, area dedicata al bagno dei cani, durante tutto l’orario di apertura, dotata di idonea e ben visibile attrezzatura galleggiante, opportunamente fissata al fondale, finalizzata ad impedire la fuoriuscita degli animali.
    L’area attrezzata per cani dovrà essere adeguatamente pubblicizzata con cartellonistica all’ingresso della spiaggia di almeno ML 2×1 e sul sito internet del gestore.
    Le altre norme saranno riportate nell’ordinanza annuale di disciplina delle attività balneari.”

    r.g.

  • Peste suina africana: contenere diffusione nei cinghiali

    Lunedì, 20 Luglio 2015 10:29

    cinghiale selvaticoDopo il focolaio epidemico nell’Europa Orientale, l’EFSA raccomanda una combinazione di varie misure gestionali per contenere la diffusione di peste suina africana.
    La Commissione europea ha chiesto all’EFSA di eseguire una valutazione sul recente focolaio epidemico di peste suina africana verificatosi in Europa orientale e di fornire consulenza scientifica sulla sua diffusione nonché sulle misure di contenimento. La malattia ha fatto il suo ingresso in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, colpendo popolazioni di cinghiali selvatici sin dal 2014. La malattia è stata anche riscontrata tra suini domestici in Lettonia, Lituania e Polonia.

    La peste suina africana è una malattia virale innocua per l’uomo, ma letale per i suini domestici e i cinghiali selvatici. Attualmente non sono disponibili né vaccini né cure.

    La maggior parte dei focolai negli allevamenti di suini domestici si sono verificati negli allevamenti a carattere familiare e in un periodi tempo assai limitato. La malattia si sta ancora diffondendo a livello locale tra le popolazioni di cinghiali selvatici, dove il contenimento è più difficile.

    Sembra che singole misure applicate isolatamente attecchiscano solo dopo diversi anni. L’EFSA raccomanda pertanto l’applicazione di una serie di misure come la caccia mirata, la rimozione delle carcasse rinvenute in natura e l’assoluto divieto di dare nutrimento ai cinghiali selvatici che – in associazione ad altre misure – si tradurrebbe in una ridotta riproduzione di cinghiali selvatici e porterebbe a un contenimento della malattia.

    FAO: Raising African swine fever awareness in Eastern EuropeRaising African swine fever awareness in Eastern Europe

  • La Spezia, intesa Dogane, Pif e Ministero della Salute

    Lunedì, 20 Luglio 2015 10:20

    CONTAINER LA SPEZIAL’Ufficio delle Dogane della Spezia e il Posto di Ispezione Frontaliero – Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute hanno siglato un protocollo d’intesa.
    L’obiettivo è il rafforzamento della cooperazione tra le due amministrazioni e al miglioramento dell’attività di vigilanza e controllo sanitario alle frontiere.

    L’intesa, è finalizzata a mettere in atto ogni azione, implementando quelle già esistenti, volta a garantire che i controlli veterinari vengano eseguiti su tutti i prodotti di origine animale ed i mangimi e sugli animali che entrano nella Comunità, in particolare permettendo ai Posti di Ispezione Frontaliero di acquisire i dati di cui dispongono i servizi doganali, e considerata l’assoluta necessità di porre in essere ogni utile iniziativa per incrementare l’attività di coordinamento delle amministrazioni competenti, al fine di garantire al meglio la Sanità Pubblica e la difesa del consumatore europeo.

    L’accordo impegna le due amministrazioni, nel rispetto delle specifiche competenze, a rafforzare la collaborazione istituzionale, razionalizzando e semplificando le procedure operative, nonché a migliorare l’attività di vigilanza e il controllo sanitario. In tal modo saranno garantite l’efficacia e l’efficienza dei controlli destinati alla tutela e alla difesa dei diritti e della salute dei cittadini, anche a seguito di un incremento quantitativo di importazioni di prodotti di origine animale e mangimi, e di un incremento di traffici via mare da Paesi terzi nel porto spezzino.

    Prodotti di origine animale, un’intesa perché in porto non arrivi cattiva merce