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  • Cane in città: regole di comportamento – Cose di Casa

    Cane in città: regole di comportamento

    Per chi ha uno o più cani e vive in città, alcune regole di buon comportamento in realtà non dovrebbero nemmeno essere scritte: sono semplici norme civili di buona educazione. Tuttavia, proprio per la difficoltà di farle rispettare, i Comuni italiani hanno emanato una serie di Ordinanze e di Regolamenti che se non vengono rispettate potrebbero farci incorrere in sanzioni amministrative.

    Il cane nei luoghi pubblici

    In particolare nel 2013 il Ministero della Salute ha stabilito le nuove regole per la passeggiata dei cani in luoghi pubblici. Ecco le principali.

    • Obbligo del guinzaglio: è obbligatorio tenere il cane al guinzaglio negli spazi aperti al pubblico e nelle aree urbane, tranne in quelle specificamente destinate dove possono correre e muoversi liberamente. La misura del guinzaglio non deve superare il metro e mezzo.
    • Portare con sé la museruola: il proprietario deve sempre avere con sé la museruola, da utilizzare in caso di pericolo per l’incolumità di persone o altri animali oppure se formalmente richiesto da un cartello o dall’autorità competente.
    • Sacchettini e palette: a spasso con il cane bisogna avere sempre il kit di sacchetti e paletta. È obbligatorio raccogliere le deiezioni del proprio amico a quattro zampe.
    • Cani morsicatori: per loro sono obbligatori l’assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi e l’uso della museruola in qualsiasi luogo pubblico, anche se al guinzaglio.

    Anche nelle aree riservate ci si comporta bene

    Sono sempre più numerose in tutte le città, nei parchi e nei giardini, le aree cani, zone verdi destinate ai cani liberi senza guinzaglio. Anche in questi spazi, però, è importante rispettare regole di civile convivenza. Ecco quindi il decalogo del proprietario ben educato (fonte ASL Milano):
    raccogliere i bisogni del cane: per evitare la diffusione di parassiti intestinali (e per lasciare pulito!) il proprietario è pregato di raccogliere le feci;
    – i cani possono entrare se sono registrati, microchippati e con medaglietta (con nome e recapito telefonico). Oltre a essere obbligatoria per legge, l’iscrizione all’Anagrafe Canina è utile in caso di smarrimento del cane per facilitare un rapido ritrovamento;
    meglio se vaccinati: è opportuno far entrare nelle zone comuni solo cani già trattati contro i parassiti esterni e vaccinati per evitare la diffusione di parassitosi e malattie;
    non introdurre cani aggressivi e femmine in calore: situazioni di questo tipo potrebbero scatenare competizioni e aggressività tra i cani. L’ingresso di questi cani sarà possibile solo in orari specifici in cui non sono presenti altri animali;
    non portare giochi o palline: questi oggetti potrebbero far scattare atteggiamenti aggressivi per il loro possesso;
    non portare cibo, al massimo solo acqua: per la stessa ragione è indispensabile evitare di far entrare nelle aree di sgambamento leccornie di vario tipo. Stesso discorso per l’acqua che va portata solo se non ci sono fontanelle in zona;
    niente guinzaglio: è fondamentale non tenere mai il proprio cane al guinzaglio all’interno di queste aree. Il giunzaglio infatti scatena senso di territorialità e aggressività e può rappresentare anche un pericolo per persone o cani che possono inciampare;
    – tenere sempre sotto controllo il cane: fino a quando il proprio cane è all’interno dell’area sgambamento non ci si può assentare o distrarre perché potrebbe scappare all’ingresso di un altro cane o azzuffarsi;
    consentire a tutti l’accesso: se il proprio cane è incompatibile con altri, vanno rispettati tempi massimi di permanenza all’interno dell’area cani per consentire a tutti l’ingresso.

    Bar, ristoranti e negozi

    La normativa a riguardo è poco chiara e, al momento, lascia un ampio ventaglio di libertà. È vietato l’ingresso se il gestore del locale ritiene opportuno esporre un cartello all’ingresso con la frase “Vietato l’ingresso ai cani” oppure “Io resto fuori” con il disegno del cagnolino. Per quanto riguarda i supermercati, invece, il divieto resta ferreo sempre: quando si fa la spesa gli animali devono aspettare fuori. Unica eccezione i cani dei non vedenti per i quali l’accesso è libero ovunque. 
    Detto questo, se il gestore – come sempre più spesso accade – è disponibile e l’ingresso al cane nel locale pubblico è consentito (tranne ovviamente nel locale cucina dove si preparano cibi e bevande), restano comunque valide alcune regole di galateo:
    – il cane dev’essere tenuto legato al guinzaglio accanto al proprietario per non ostacolare i camerieri e gli altri clienti del locale;
    – deve comportarsi educatamente senza creare situazioni di pericolo per gli ospiti;
    – deve essere pulito;
    – bisogna cambiare il tavolo se chi si trova accanto è allergico al pelo del cane,
    – se il locale dispone di un’area con dei tavoli all’aperto meglio decidere di spostarsi lì,
    – se nel locale ci sono altre persone con cani al seguito, meglio evitare di sedersi al tavolo vicino
    non offrire cibo dalla tavola al cane mentre è buona norma portare uno snack o un gioco da far rosicchiare al proprio amico a 4 zampe;
    – a metà del pranzo o della cena, far fare una piccola passeggiata al cane per fargli fare i bisogni.

    La normativa è poco chiara

    Una questione da sempre spinosa è quella che vede da una parte i proprietari di cani e dall’altra i gestori di locali pubblici come bar, ristoranti e negozi. Gli animali, infatti, si vedono spesso negare l’accesso in questi luoghi con la scusa della presenza di alimenti o per questioni di igiene.
    L’ANCI, Associazione Comuni Italiani ha ribadito che “Vietare l’ingresso ai cani nei locali pubblici e quindi negli esercizi commerciali è illegale”. Nei Comuni italiani dove è entrato in vigore il regolamento per il benessere e la tutela degli animali, il proprietario del cane che vede rifiutato l’ingresso del proprio amico a quattro zampe nel locale può rivolgersi ai vigili urbani (a meno che gli esercenti non abbiano esposto in modo visibile all’entrata del locale l’ormai tristemente noto cartello che vieta l’ingresso ai cani). I fatti, però, smentiscono decisamente.
    In realtà è dell’anno scorso una notizia che aveva fatto esultare i proprietari di cani. La Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), infatti, aveva diffuso un “Manuale di corretta prassi operativa per ristorazione, gastronomia e pasticceria” (presentato insieme al Ministero della salute che ha collaborato alla stesura del volume) secondo il quale non esistono motivi igienico sanitari per impedire ai cani di entrare nei pubblici esercizi.
    Attenzione però! La libertà di circolazione è ammessa solo se il proprietario del locale è d’accordo e se non ha esposto il cartello : “Vietato l’ingresso ai cani” oppure “Io resto fuori”.
    Quindi, l’unica differenza rispetto al passato è che sui cartelli che vietano l’ingresso ai cani non ci potrà più essere scritto “come da norme igienico-sanitarie del Ministero della Salute Italiano“, perché questa norma è stata adeguata a quelle europee.

    Sui mezzi di trasporto pubblico

    In linea di massima gli animali possono salire sui mezzi di trasporto pubblico, sempre tenendo il cane al guinzaglio e, per i cani di taglia grossa, con la museruola. A seconda delle città esistono poi alcune differenze che si possono leggere sul regolamento di trasporto in genere esposto sulle vetture. Vediamone alcune.

    A TORINO: gli animali non pagano il biglietto ma entrano solo quelli di piccola taglia, obbligatoriamente in braccio o in gabbiette e trasportini coperti. Il regolamento stabilisce inoltre che debbano essere dotati di “strumenti, quali museruola, guinzaglio, ecc., che impediscano loro di nuocere agli altri passeggeri”. Il trasporto dell’animale può essere rifiutato in caso di notevole affollamento dei mezzi pubblici.

    A MILANO: possono salire sui mezzi pubblici i cani di piccola e media taglia ma pagano tutti il biglietto. Devono essere muniti di museruola e guinzaglio e non possono viaggiare nelle ore di punta a meno che non siano cani guida per non vedenti. Il regolamento ricorda che “su ogni vettura è ammesso il trasporto di un solo cane, sia sui mezzi di superficie che in metropolitana”.

    A ROMA: i cani di piccola o media taglia, muniti di guinzaglio e museruola, possono salire ma solo a pagamento (tariffa ordinaria). In metropolitana devono stare solo nel primo e nell’ultimo vagone.

    A NAPOLI: sono ammessi solo cani da caccia sulle linee extraurbane e durante la stagione venatoria e cani guida per i non vedenti, oltre ai piccoli cani che viaggiano gratuitamente. Può viaggiare un solo cane per passeggero e in ciascun autobus non possono esserci più di quattro cani. Il cane deve essere munito di museruola e tenuto in braccio, se si tratta di piccolo cane o al guinzaglio, negli altri casi. In caso di affollamento è vietato il trasporto dei cani, esclusi quelli che guidano i non vedenti.

    A PALERMO: non sono ammessi animali ad eccezione dei cani guida, muniti di museruola, per non vedenti e dei cani di piccola taglia tenuti in braccio e muniti di museruola a maglie fitte. Per questi il trasporto è gratuito.

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  • Indagine sugli animali del Cras, sette indagati a Semproniano

    Martedì, 15 Dicembre 2015 06:12

    Procura GrossetoSono sette gli indagati per i presunti illeciti avvenuti al Crase e Crasm di Semproniano, i centri di recupero di fauna selvatica ed esotica che ospitano animali sequestrati.
    E’ stata chiusa qualche giorno fa l’indagine condotta dalla Forestale di Grosseto coordinata dal pubblico ministero Salvatore Ferraro, che ha portato all’invio degli avvisi di chiusura indagine contenenti le accuse di peculato e violazione dei sigilli. Avvisi che nei giorni scorsi sono stati recapitati ai sette indagati.  I legali che li assistono dovranno presentare memorie o indagini difensive. «Le stiamo preparando proprio in questi giorni – ha spiegato Francesco Salamone, il legale che insieme a Franco Mugnai assiste uno degli indagati dell’inchiesta – e appena studiati gli atti abbiamo chiesto al pm Ferraro l’interrogatorio del nostro assistito, perché possa chiarire tutti gli aspetti che lo vedono implicato».

    Peculato e violazione dei sigilli, quindi, le due accuse che la procura di Grosseto ha mosso nei confronti di sette persone. Secondo la Procura, che ha effettuato indagini approfondite su almeno un migliaio di animali in due anni, gli esemplari che finivano al Centro a seguito di sequestri delle forze dell’ordine, avrebbero preso altre strade oppure, nel caso di specie esotiche (si parla di tigri, scimmie e pappagalli), fatti riprodurre.

    L’inchiesta avrebbe accertato che alcuni animali «ricoverati» al centro di Semproniano erano spariti e non c’erano le documentazioni che accertassero il decesso. Gli investigatori si sono anche concentrati sul cercare di capire se le specie esotiche (soprattutto i pappagalli) venivano davvero fatti accoppiare per poi vendere i piccoli e ricavarne denaro, ma anche se, quando gli animali morivano, i decessi venivano segnalati o se, in alcuni casi, siano stati nascosti per continuare a incassare le sovvenzioni.

    La Forestale di Grosseto ha indagato in un arco temporale di sette anni (dal 2004 al 2011) in cui sono stati compiuti sequestri e soprattutto è sono state fatte le catalogazioni di animali presenti al centro di Semproniano. (fonte)

  • Macello di Ghedi: Ministro Lorenzin annuncia task force di controllo. Ottimo!

    “Esprimiamo apprezzamento per la decisione del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, di istituire una task force Ministero-Nas, per verificare lo stato dei controlli sui macelli di bovini nel Bresciano: un provvedimento che la LAV aveva chiesto all’indomani del sequestro del macello di Ghedi (Brescia) da parte della Procura di Brescia, per poter far luce su questo ennesimo scandalo sulle mucche da latte a fine carriera”, dichiara Roberto Bennati vicepresidente LAV. 

    “Abbiamo scritto al Ministro della Salute e al Comandante dei NAS, per mettere a disposizione le nostre informazioni ed il lavoro che abbiamo fatto in questi anni, documentando il fenomeno, e preparando le forze dell’ordine e i veterinari, che hanno voluto collaborare con la nostra associazione – aggiunge Bennati – ci auguriamo che i controlli vengano effettuati senza preavviso alcuno, e che ad effettuarli siano chiamate persone di grande esperienza, che non abbiano nessun condizionamento ambientale, situazione che più volte gli stessi veterinari hanno denunciato. Questa task force sia quindi l’occasione per stroncare definitivamente, in sinergia con i provvedimenti della Magistratura, questo vergognoso business che, vogliamo ricordarlo, è illegale, e sul quale il nostro Paese è stato più volte richiamato anche dall’Ufficio veterinario della Commissione Europea, in diverse ispezioni”.

    COMUNICATO INTEGRALE

  • Picchiano il cane, entrano in casa e arraffano di tutto – CorrierediRagusa.it

    MODICA – 14/12/2015

    Cronache – Ladri audaci in contrada Guadagna

    I proprietari erano fuori

    Foto Corrierediragusa.it

    Il cane faceva il loro dovere abbaiando ai ladri e per questo le ha buscate di santa ragione. Non si sono fatti troppi scrupoli nel tramortire il povero animale i ladri che hanno fatto razzia in una casa di contrada Guadagna, tra Modica e Scicli. I malviventi hanno rubato un televisore, un computer e due tablet. L´amara scoperta del furto è stata fatta al loro rientro dai proprietari, molto più dispiaciuti per le botte al loro amato cagnolino che non per il furto in sé.

    Notizia letta: 2008 volte

  • Picchiano il cane, entrano in casa e arraffano di tutto – CorrierediRagusa.it

    MODICA – 14/12/2015

    Cronache – Ladri audaci in contrada Guadagna

    I proprietari erano fuori

    Foto Corrierediragusa.it

    Il cane faceva il loro dovere abbaiando ai ladri e per questo le ha buscate di santa ragione. Non si sono fatti troppi scrupoli nel tramortire il povero animale i ladri che hanno fatto razzia in una casa di contrada Guadagna, tra Modica e Scicli. I malviventi hanno rubato un televisore, un computer e due tablet. L´amara scoperta del furto è stata fatta al loro rientro dai proprietari, molto più dispiaciuti per le botte al loro amato cagnolino che non per il furto in sé.

    Notizia letta: 2008 volte

  • Pornografia animale via web: la nostra denuncia

    Nei mesi scorsi, sono pervenute alla LAV diverse segnalazioni di annunci apparsi su un sito per “incontri”, relativi alla ricerca di animali, da utilizzare per attività di zooerastia. In particolare, è stata individuata una dozzina di annunci, da parte di altrettanti inserzionisti, residenti in diverse città italiane.

    “Nei diversi annunci, con dovizia di particolari, venivano cercati animali come cani, stalloni, capre, giumente, per praticarvi attività sessuali: un vero serraglio della perversione. Oltre a denunciare gli autori, abbiamo chiesto il sequestro preventivo delle pagine del sito in cui compaiono gli annunci,  e il sequestro degli animali eventualmente utilizzati nelle attività di zooerastia”afferma Ciro Troiano, criminologo,Responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, e autore di un’indagine sulla zooerastia. 

    Nell’esposto presentato dalla LAV alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, è stato ipotizzato il concorso di più persone nella realizzazione dei reati di maltrattamento di animali, art. 544 ter c.p. (animali sfruttati per attività zoopornografiche) e di istigazione a delinquere, art. 414 c.p., poiché il contenuto degli annunci e il tenore degli stessi, esaltavano l’attività di sesso con animali. 

    “Ogni abuso sessuale su animali integra il reato di maltrattamento di animali, come ha cristallizzato la Suprema Corte di Cassazione. Siamo però convinti – conclude Troiano – che, vista la complessità del fenomeno, sia necessaria un’articolata rivisitazione della questione, anche sotto il profilo della tutela penale, e una giusta collocazione del precetto in seno al Codice penale, prevedendo apposite disposizioni, la cui violazione sia punibile con la reclusione e la multa”.

    DOSSIER

  • In Giappone è stato inventato uno spray che profuma di gatto – La Stampa

    Ad eccezione di quando hanno il pelo bagnato dalla pioggia, i gatti hanno un ottimo profumo. Per questo l’azienda giapponese “Felissimo” ha pensato bene di creare uno spray che sa di micio. “Moho Mohu Odeko no Kaori” costa quasi dieci euro, e si può spruzzare nell’aria in casa, se per esempio sentite la mancanza del vostro gatto, oppure in auto, se quando siete in viaggio volete portarvi l’odore con voi. Si può usare sui cuscini, sulle tende, sulle lenzuola, o su qualsiasi altro oggetto. 

    Yohji Yamamoto, il fondatore dell’azienda giapponese, ha trascorso quattro mesi di ricerche olfattive per trovare la fragranza migliore. Come? Andando ad annusare centinaia di fronti dei gatti, nei tipici «Neko Cafè» giapponesi. Già, perché l’azienda parla di uno spray, dolce ed aromatico, che odora come la fronte di un felino. 

    Il mese scorso “Fellissimo” ha lanciato in commercio il risultato dei suoi esperimenti, e secondo alcuni sondaggi, le risposte più frequenti dei clienti sono state: «Assomiglia un po’ al profumo del pane appena sfornato», o «sembra l’odore del sole». Per altri dà una sensazione di confort e rilassatezza, «Specie se quando lo si usa, si ha un animale in braccio».  

    E’ pensato per i proprietari dei quattrozampe, come per chi vuole semplicemente sperimentare una fragranza originale. E siccome siamo in un periodo di acquisti natalizi, l’azienda ha creato anche una linea di oggetti legati ai mici. C’è una crema per le mani, che promette di «renderle soffici come le zampe di un felino» oppure ci sono fodere dei cuscini, con baffi e orecchie. 

    *****AVVISO AI LETTORI******

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  • Hai un gatto? Devi accarezzarlo almeno 4 volte al giorno: ecco perché – Il Gazzettino

    Coccolare i gatti fa bene all’uomo ma anche ai nostri amici a 4 zampe. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Preventive Veterinary Medicine le carezze aiuterebbero i gatti a restare sani.

    È stato condotto un esperimento su due gruppi di gattini: un gruppo è stato coccolato amorevolmente più volte al giorno (almeno 4), l’altro solo nutrito senza carezze. Con la crescita i mici coccolati si sono dimostrati più felici e sani, mentre i gatti che non hanno ricevuto affetto hanno sviluppato quasi tutti diverse malattie all’apparato respiratorio.

    L’appagamento dei gatti stimola la produzione di un anticorpo che aiuta a combattere i disturbi delle vie respiratorie superiori. «Abbiamo scoperto che il gatto domestico è molto sensibile al buon trattamento degli esseri umani», ha dichiarato Clive JC Phillips, professore di benessere degli animali presso l’Università del Queensland e altro autore dello studio.

    Gli autori dello studio hanno annunciato di voler portare avanti la ricerca e capire se l’effetto coccole valga anche per altri animali.

    Lunedì 14 Dicembre 2015, 11:52

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    Hai un gatto? Devi accarezzarlo
    almeno 4 volte al giorno: ecco perché

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  • Hai un gatto in casa? Devi accarezzarlo almeno 4 volte al giorno … – Leggo.it

    Coccolare i gatti fa bene all’uomo ma anche ai nostri amici a 4 zampe. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Preventive Veterinary Medicine le carezze aiuterebbero i gatti a restare sani.
    È stato condotto un esperimento su due gruppi di gattini: un gruppo è stato coccolato amorevolmente più volte al giorno (almeno 4), l’altro solo nutrito senza carezze. Con la crescita i mici coccolati si sono dimostrati più felici e sani, mentre i gatti che non hanno ricevuto affetto hanno sviluppato quasi tutti diverse malattie all’apparato respiratorio.   L’appagamento dei gatti stimola la produzione di un anticorpo che aiuta a combattere i disturbi delle vie respiratorie superiori. «Abbiamo scoperto che il gatto domestico è molto sensibile al buon trattamento degli esseri umani», ha dichiarato Clive JC Phillips, professore di benessere degli animali presso l’Università del Queensland e altro autore dello studio.   Gli autori dello studio hanno annunciato di voler portare avanti la ricerca e capire se l’effetto coccole valga anche per altri animali.

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  • Gatti, ora va il maculato. Parola di Stefano Gabbana – Vanity Fair.it

    I gatti, si sa, sono i soggetti più postati sui social, protagonisti di scatti attira like tra Instagram e Facebook. Non è da meno la coppia di gatti di razza Bengala di proprietà dello stilista Stefano Gabbana, Zambia e Congo, divenuta popolare anche grazie al loro splendido pelo maculato e apparsa anche sui magazine di moda, con un effetto camouflage su stampe animalier, in puro stile D&G.

    Noto anche come Bengalese, il gatto Bengala è un felino muscoloso, con le zampe posteriori leggermente piú alte delle spalle e il caratteristico mantello a rosette tricolori, dall’aspetto setoso e morbido con punte trasparenti, come la pelliccia dei felini selvatici.

    Divenuta molto popolare negli Stati Uniti e in Europa, questa razza ha origini recenti: nasce, infatti, negli anni Ottanta, quando il genetista americano Centerwall incrociò il gatto leopardo asiatico (Asian Leopard Cat) con un gatto domestico. Il risultato? Dei mini leopardi dal carattere dolce e tranquillo.

    La famiglia dei gatti maculati comprende anche l’elegante razza AsheraPer pochi, facoltosi proprietari, i felini appartenenti a questa categoria sono rarissimi e molto costosi: un felino di razza Ashera costa tra i 15.000 e i 19.000 euro, da cui le numerose polemiche degli animalisti. Ibrido felino commercializzato dalla società statunitense di biotecnologie Lifestyle Pets come animale domestico ipoallergenico, nasce dall’incrocio tra il gatto domestico con alcuni felini selvatici (il gatto del Bengala e/o il Serval) selezionando una razza felina che possiede una variante ipoallergenica della proteina Fel d 1 (il principale allergene del gatto, presente nella saliva e nelle ghiandole sebacee). Il risultato è un felino di circa 15 Kg e di un metro e 20 di lunghezza. Alcune indicazioni: si può portare in giro a guinzaglio, necessita di una cuccia extra large, meglio se climatizzata e, se lo tenete in casa, dovrete fargli indossare dei ripara-artigli speciali, per evitare che distrugga l’arredamento. Insomma, un gatto decisamente non alla portata di tutti. Musetto dolcissimo, grandi orecchie da volpe e pelo da lince delle nevi per il gatto Savannah, speciale incrocio tra un servalo africano e un gatto domestico. Noti per la loro corporatura snella e slanciata e la grandezza delle loro orecchie, questi gatti appartengono a una razza recente. Caratteristiche principali: hanno una personalità dolce e socievole, amano avventurarsi fuori casa (si fanno anche condurre al guinzaglio e spesso riportano indietro bastoncini e giochi come un cane!). Una curiosità: i Savannah hanno un debole per l’acqua e spesso si avvicinano di loro spontanea volontà a rubinetti e docce in azione.

    Portamento regale e occhi verde chiaro per l’Egyptiona Mau, o Mau egiziano, razza di gatto tra le più antiche ad essere state allevate dall’uomo. Affascinante per il suo aspetto, che ricorda quello di un ghepardo, è un gatto raro (si contano solo 3000 esemplari in tutto il mondo). Molti studiosi sono convinti che sia il discendente dei gatti che gli Egizi addomesticarono partendo da una sottospecie del Gatto Selvatico Africano, il Lybica Ocreata. È l’unico gatto ad avere un mantello tabby naturale e non frutto della selezione dell’uomo: non è un caso che in papiri e sculture dell’antico Egitto siano spesso raffigurati gatti maculati. Il ruolo del Mau nella religione, nella mitologia e nella vita quotidiana degli egiziani esprimeva il grado di affetto e di rispetto riconosciuti a questi gatti,venerati come divinità, protetti dalle leggi e mummificati alla loro morte. Dotato di grande capacità di adattamento, rappresenta il gatto domestico più veloce del mondo: raggiunge senza problemi i 55 Km all’ora . Indipendente e riservato, è molto affettuoso con la piccola cerchia della sua famiglia.

    È invece selvaticissimo il Gatto di Pallas, una vera e propria palla di pelo dal musetto buffo. Noto anche come “Gatto delle steppe”, è un piccolo rappresentante dei Felidae diffuso nelle zone erbose dell’Asia centrale (vive fino ai 4.000 metri di altitudine). Impossibile non riconoscerlo: pur appartenendo alla famiglia dei felini, ha caratteristiche fisiche leggermente diverse dal gatto domestico, con le sue zampe corte e la corporatura tozza e compatta. Vive nelle grotte (dalle quali esce con il buio per cacciare roditori e uccelli) e presenta un folto manto grigio e ocra (che muta con le stagioni), perfetto per mimetizzarsi nel paesaggio e resistere alle temperature più rigide.A lungo cacciato per la sua pelliccia, è protetto in gran parte delle zone nelle quali è diffuso. Addomesticarlo, però, è impossibile: ha bisogno di grandi spazi all’aperto e ha un carattere forte e indipendente.

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