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  • Allarme veleno, cane muore dopo una corsa in pineta – Il Tirreno

    MONTECATINI. Quel cucciolone di tre mesi era pieno di salute. Gli è stata fatale una breve corsa in pineta, nel pratone tra gli stabilimenti termali Tettuccio e Torretta, nei dintorni della fontanella. E subito scatta l’allarme dei proprietari dei cani.«Domenica mattina intorno alle 11,30 ho portato il mio American Stafforshire Terrier a fare una passeggiata nel parco – racconta Azzurra Rossi – ho visto diversi altri cani sciolti, allora ho deciso di lasciarlo libero di scorrazzare per un po’. Una volta legato di nuovo al guinzaglio e dopo essere saliti in macchina, ha però iniziato a guaire e a lamentarsi. Non immaginavo cosa potesse accadere dopo. Tornati a casa infatti si “butta” subito nella cuccia, a quel punto comincia a vomitare sangue e vedo che della schiuma bianca gli fuoriesce dalla bocca. Neppure un’ora dopo smette di respirare».Non è chiaro quale sia stata la causa di questo decesso (anche perché non è stata fatta un’autopsia veterinaria). È però sicuro che il caso dell’American Staff non è isolato. «Ieri sera (martedì, ndr) una mia amica è uscita in pineta con il suo bastardino – dice Clara Mingrino, l’organizzatrice del Dog Pride Day, la festa dell’orrgoglio canino che si tiene ogni anno proprio in pineta – l’animale ha trovato qualcosa di gommoso nell’erba che ha masticato e non riusciva a deglutire. Poi alla fine l’ha ingoiato. Ma è stato male durante tutta la notte, con diarrea e lamenti continui. Per fortuna però quello che aveva alla fine gli è passato. Non è il primo episodio che mi segnalano, e la cosa a me sembra deflagrante, come succede anche in altre città vicine alla nostra. Se poi un cucciolo muore è ancora più grave. Crescono gli amanti dei cani, ma anche chi non li sopporta. Il padrone a cui capita un fatto del genere dovrebbe subito rivolgersi a un veterinario, per capire la causa precisa che ha provocato il malessere del proprio cane».E nel parco termale sono in moltissimi che passano qualche ora all’aperto in compagnia di fido. «Io non so cosa può aver leccato o mangiato il cane -riprende Azzurra Rossi- ma volevo segnalare ciò che mi è successo per mettere in guardia tutti, perché dobbiamo stare sempre attenti. Addirittura nei giorni scorsi, sempre in pineta, sono stati ritrovati pezzi di wurstel con dei piccoli chiodi dentro, capaci comunque di bucare l’intestino. Io non avrò più indietro il mio cucciolo ma non è giusto che certe persone agiscano in questo modo contro dei poveri animali».In una città che amagli amici a quattro zampe l’ipotetico autore di bocconi avvelenati potrebbe avere le ore contate. E rischiare grosso. L’appello è poi rivolto anche al Comune, proprietario del parco termale, da parte degli amici dei cani, affinché sia intensificata la vigilanza. Intanto un cucciolone è morto.

  • Vennero dal Sudest asiatico gli antenati del cane domestico – Le Scienze


    Le Scienze

    Vennero dal Sudest asiatico gli antenati del cane domestico
    Le Scienze
    La separazione fra il lignaggio del lupo e quello del cane sarebbe iniziata 33.000 anni fa nel Sudest asiatico, durante l’ultimo picco glaciale, ma per migliaia di anni gli antenati del cane si sarebbero limitati a sfruttare gli scarti alimentari dei

  • Traffico cuccioli: 3 persone rinviate a giudizio. LAV costituita parte civile

    Si è aperto oggi presso il Tribunale di Udine, il processo nei confronti della titolare di una ditta di spedizioni ungherese e di due trasportatori, accusati dei reati di maltrattamento e di traffico illecito di animali da compagnia. La LAV si è costituita parte civile.

    Nel mese di settembre 2013, cinquantatré cagnolini di varie razze furono trovati a bordo di un mezzo di trasporto, in condizioni sanitarie non idonee, con aerazione e illuminazione insufficienti, privi di acqua e con escrementi che imbrattavano gli animali posti nei ripiani inferiori. I cuccioli, alcuni dei quali di età inferiore alle dodici settimane, erano privi delle necessarie certificazioni sanitarie e di passaporto valido.

    “Questo caso è particolarmente importante – commenta Ilaria Innocenti, responsabile nazionale del Settore Cani e Gatti LAV – poiché vede coinvolta la titolare di una ditta di spedizioni, che ha il preciso obbligo di rispettare le regole e, invece, avrebbe trasportato i cuccioli, infrangendo la normativa e sottoponendoli al maltrattamento”.

    La realtà che si cela dietro l’odioso fenomeno del traffico cuccioli è descritta nel libro “La Fabbrica dei cuccioli: l’amore non si compra”, in libreria dal mese di novembre e edito da Sonda. Il libro, scritto a quattro mani da Ilaria Innocenti e Macri Puricelli, narra le storie dei cuccioli introdotti illegalmente in Italia, quelle delle loro famiglie e quelle di coloro che, in modo truffaldino, li immettono sul mercato. Tra le storie, anche il dolore delle madri: una sofferenza sconosciuta, silenziosa lontana dai nostri occhi e dalle nostre coscienze.

    COMUNICATO INTEGRALE

  • Cosa sarebbe successo se i dinosauri non si fossero estinti? – Voglio Sapere

    August 20, 2010 --- This would have been a common scene some 65 million years ago, after that dinosaurs had been wiped up by, most probably, the impact of a 10-km comet from space. The image shows the skeletons of tyrannosaurs partially buried in the middle of what has becom --- Image by © MARK GARLICK/Science Photo Library/Corbis

    Alzi la mano chiunque sia stato al cinema e non abbia pensato, durante la visione del film cult Jurassic Park, cosa sarebbe accaduto all’uomo, ed in generale al pianeta, se i dinosauri fossero sopravvissuti alla catastrofe naturale che accadde ben 65 milioni di anni fa. Parliamo di un’eventualità impossibile da teorizzare, ma proprio per questo molto affascinante e stuzzicante per la nostra fantasia, sulla quale si sono cimentati diversi pensatori, paleontologi, scienziati ed esperti dell’evoluzione darwiniana.

    Ma partiamo dal principio. Circa 65 milioni di anni fa, un gigantesco asteroide atterrò sulla terra superando l’atmosfera e schiantandosi nella Penisola dello Yucatan, in quello che oggi chiamiamo Messico: questo corpo celeste, di cui oggi rimane come testimonianza il profondo cratere di Chicxulub, diede avvio ad una serie di eventi che cambiarono radicalmente volto al nostro pianeta, causando tsunami chilometrici, incendi e nubi di detriti che oscurarono il sole per migliaia di anni, provocando un raffreddamento globale del pianeta e la conseguente estinzione dei re della Terra: i dinosauri. In assenza di questi possenti ed impareggiabili predatori, le altre razze animali poterono evolversi in condizioni decisamente favorevoli. La domanda, dunque, è: come sarebbe oggi la situazione se quell’asteroide non avesse mai scelto il nostro pianeta come sfortunata base d’atterraggio?

    La risposta è impossibile da stabilire con certezza. Di sicuro, la vita sarebbe molto diversa: i dinosauri spopolerebbero ancora sulle lande del pianeta, seminando morte e distruzioni fra le specie che oggi sono in cima alla catena alimentare, a partire dall’uomo, e che invece al tempo dei dinosauri erano semplicemente dei pasti ambulanti. I predatori come leoni e tigri sarebbero ancora rinchiusi nelle loro nicchie microscopiche evolutive, oppure si sarebbero evoluti assumendo dimensioni spaventose, per poter sopravvivere ai dinosauri. Animali come le giraffe, poi, non avrebbero avuto alcuna occasione per sopravvivere e svilupparsi: un discorso che vale per la maggior parte degli erbivori. E l’uomo? Non avrebbe avuto la libertà per un’evoluzione così significativa. A meno che, per uomo, s’intenda necessariamente quello derivante dallo scimpanzé.

    Sì, perché se i dinosauri non si fossero estinti, avrebbero potuto conoscere un’evoluzione simile alla nostra. D’altronde, esistono ancora oggi molte culture dedite al culto degli uomini rettile, ovvero di esseri intelligenti come noi nati, però, dall’evoluzione dei dinosauri. E non stiamo parlando di fantascienza. 65 milioni di anni fa, infatti, uno degli esemplari di dinosauro più giovani era il Troodon: un rettile bipede, agile, di dimensioni compatte, dotato di artigli micidiali e di muscoli ed ossa pensati esclusivamente per la violenza tocca e fuggi. Se non fosse per i dubbi riguardanti il cervello dei dinosauri, piccolo e probabilmente arrivato quasi al culmine della sua evoluzione, oggi sarebbe davvero scontato teorizzare un mondo dominato da rettili intelligenti. E, chissà, invece dell’Homo Sapiens, oggi si parlerebbe di Homo Troodons.

  • Fido e Micio e l’acqua da bere: il cane fa il “cucchiaio” con la lingua … – Quotidiano.net

    Roma, 15 dicembre 2015 – Probabilmente servirà, in futuro, a curare cani e gatti con problemi alla bocca. Sicuramente avrà possibilità di sviluppo lungo il percorso per rendere  i nostri pet sempre più immuni da malattie. Certo è che si tratta di un’indagine singolare: i cani e i gatti – hanno accertato gli scienziati – bevono in modo diverso e sempre diversamente usano la lingua per tirare su l’acqua dalla ciotola. Si tratta di movimenti specifici che, per quanto alla vista possano apparire simili, in realtà sono quantomai diversi tra loro. Differisce, dicono sempre gli scienziati, il modo di raccogliere l’acqua per poi mandarla in gola. E non è solo questione di delicatezza (per i gatti) e irruenza (per i cani).   Non a caso i risultati di questo studio sono finiti tra quelli da IgNobel, ossia il premio che  viene assegnato annualmente a dieci ricercatori autori di ricerche “strane, divertenti, e perfino assurde”. Lavori improbabili che “fanno ridere ma  danno anche da pensare”. E, infatti, spesso i risultati di queste ricerche “alternative” vengono pubblicati anche su riviste scientifiche autorevoli.

    Per tornare a cani, gatti e al modo di bere, lo studio è stato condotto dagli ingegneri del Virginia Tech College ed è stato pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas). Grazie a macchine macchine fotografiche ultra veloci e con l’impiego di simulatori, i ricercatori hanno messo sotto esame 19 cani di razze e taglie differenti per analizzare e ricostruire la meccanica con cui muovono la lingua per bere l’acqua. Ultimati i rilievi, le misurazioni, che tenevano conto della velocità della leccata e della quantità di liquido prelevato, sono state confrontate con quelle ottenute in un altro studio analogo portato a termine sui gatti. «I gatti vengono considerati in genere più precisi e ordinati, mentre i cani vengono visti come più disordinati», spiega il ricercatore Sean Gart, esperto di meccanica e ingegneria biomedicale. «In realtà – precisa – i cani hanno la necessità di accelerare di più la loro lingua per sfruttare le dinamiche della colonna d’acqua». 

    Seppure cani e gatti abbiano, in comune, la caratteristica di dover muovere la lingua per bere perché non provvisti di guance in grado di consentire la suzione dei liquidi, il modo che hanno escogitato per ovviare all’incoveniente è diverso. Entrambi devono sfruttare l’inerzia dell’acqua però i cani immergono la lingua e la ritraggono più velocemente, piegandola in modo da formare una sorta di “cucchiaio” in grado di raccogliere più liquido e facilitare la risalita della colonna d’acqua. I gatti, invece, toccano delicatamente la superficie dell’acqua con la lingua senza immergerla: quando la riportano nella bocca, il liquido aderisce alla parte superiore formando un’elegante colonna d’acqua. 

    Questo dicono gli scienziati. E, nella speranza che il risultato di questa ricerca serva ad aiutare qualche animale con problemi alla lingua, le riviste scientifiche ne hanno dato notizia. Anche se, impressione personale, bastava guardare un cane bere e un gatto fare altrettanto per arrivare alla matematica certezza che i due lo facessero in modo diverso.
    Lorenzo Gallitto

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  • Un rifugio per delfini in Italia: la proposta di LAV e Marevivo

    Durante un working-group della Conferenza Scientifica Internazionale sui Mammiferi Marini – SSN  che si sta svolgendo a San Francisco (13 – 18 dicembre2015), è stata illustrata dagli esperti Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Joan Gonzalvo e Sandro Mazzariol, una presentazione sulle problematiche relative ai delfini in cattività e ai delfini spiaggiati, che sottolinea la necessità di realizzare un rifugio in mare per delfini in Italia.

    Infatti, nel nostro Paese non esiste un luogo idoneo dove poter ospitare o ricoverare i delfini, quando un delfinario chiude, per qualunque motivo, o quando dei delfini vengono trovati spiaggiati sulla costa. Solo nel corso del 2014 si sono stati trovati spiaggiati in Italia ben 164 delfini. L’area del Mediterraneo e, in particolare l’Italia, offre diverse opportunità, per motivi climatici e geo-morfologici, di luoghi idonei a realizzare un rifugio per delfini che sia di riferimento in Europa. 

    LAV e Marevivo sono promotrici dell’iniziativa discussa durante la Conferenza, e della produzione di un documento sui Criteri Fondamentali per un Rifugio per Delfini, ad opera di un team internazionale di esperti, che sarà presentato nell’ambito di un evento nella primavera del 2016. Proprio recentemente, si è appreso dell’intenzione di chiudere l’unico delfinario presente in Finlandia e della disponibilità a spostare i delfini in un Rifugio a Mare, il quale tuttavia, attualmente non è disponibile. La mancanza di un rifugio per delfini in Europa è una carenza con delle conseguenze importanti: infatti, i delfini provenienti da strutture di cattività, come i delfinari, possono solo essere spostati da un delfinario all’altro, mentre i delfini spiaggiati, anche quando feriti o in difficoltà, possono solo essere spinti al largo, senza che si possa avere notizie circa la loro sopravvivenza. Inoltre, quando un piccolo di delfino viene trovato vicino le coste, perché si allontana dal suo gruppo, o perché ha perso la madre, non c’è la possibilità di poterlo “ricoverare” temporaneamente in un luogo dove possa essere assistito, ed è dunque destinato a morte certa. 

    Mentre in tutti gli Stati Europei vengono promossi dei centri di recupero, per animali selvatici ed esotici terrestri, nessun Governo ha mai sollecitato la realizzazione di un rifugio in mare per i cetacei.

    LAV e Marevivo sono impegnate a promuovere la realizzazione degli studi tecnici di concezione e fattibilità, necessari e preliminari alla realizzazione di un rifugio a mare per delfini in acque italiane, di cui le due associazioni auspicano nel breve periodo.

    Gaia Angelini

    Responsabile Esotici in cattività

  • Modena:testa di coniglio lasciata al tavolo LAV. Gesto subito denunciato!

    “Una provocazione sanguinolenta contro la nostra campagna nazionale per salvare i conigli dagli allevamenti e dalla macellazione che non solo non ci fermerà ma che ben rappresenta chi ha fomentato via radio, nelle scorse settimane, una rivolta contro la nostra democratica manifestazione di pensiero a tutela di 30 milioni di esseri viventi uccisi ogni anno”.

    Così la LAV ha denunciato alla Polizia il folle gesto di un anonimo che ha lasciato una testa di coniglio in un sacchetto sabato scorso sul banchetto di raccolta firme posto dalla LAV di Modena sotto i Portici del Collegio. 

    “Abbiamo chiesto di far esaminare i poveri resti dell’animale nella speranza che si possa risalire agli autori di questo folle gesto, con la nostra iniziativa che si può firmare anche online www.coraggioconiglio.it chiediamo di fare coraggio ai conigli, coraggio che sicuramente non ha avuto questo difensore della carne a tutti i costi autore di questo vile gesto”.

  • IZS di Teramo: ‘nomina illegittima’, ricorso del Sivemp

    Martedì, 15 Dicembre 2015 15:51

    IZSTeramoIl SIVeMP ricorre contro la Regione Abruzzo per la presidenza di Manola Di Pasquale all’IZS. Quattro candidati alla direzione generale.
    E’ bufera su Manola Di Pasquale, neo presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise. L’incarico assegnatole in questi giorni sarebbe illegittimo anche per il Sindacato dei Veterinari di Medicina Pubblica, che ha presentato ricorso, “nell’interesse dei medici veterinari al corretto andamento di una Pubblica Amministrazione”, nei confronti della Regione Abruzzo.

    Per il Sindacato, la nomina della Di Pasquale-  deliberata dalla regione il 20 ottobre scorso-  corrisponde ad un curriculum che risulta privo del requisito della “comprovata professionalità ed esperienza in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti” in base all’articolo 11 comma 2, D.Lgs. 106/2012.

    Intanto, sono aperti i giochi per la direzione generale dell’istituto zooprofilattico di Teramo, chiamato a completare la governance per evitare il commissariamento. I quattro curricula  sul tavolo del governatore sono quelli di Mauro Mattioli, Antonio Petrini, Alberto Mancuso e Rossella Lelli. Mattioli è docente di veterinaria, direttore generale della Fondazione dell’Università di Teramo ed ex rettore dell’ateneo, mentre gli altri tre candidati sono figure interne all’Izs. Antonio Petrini è dirigente veterinario dell’istituto di Campo Boario con esperienza in numerosi progetti dell’Oie (l’organizzazione mondiale per la sanità animale). Alberto Mancuso ha ricoperto il ruolo di responsabile degli Affari internazionali dell’Izs, mentre Rossella Lelli, moglie dell’ex direttore generale Vincenzo Caporale, ha ricoperto per un periodo limitato il ruolo di direttore quando Caporale andò in pensione per poi ricoprire l’incarico di direttore sanitario dell’istituto zooprofilattico di Palermo. (fonte)

  • Maialetto sardo: via libera alla commercializzazione fuori dall’isola

    Martedì, 15 Dicembre 2015 07:59

    porcedduDopo 1.490 giorni di embargo, il maialetto sardo può essere commercializzato liberamente anche oltre i confini sardi.
    Ne dà notizia Assica (l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) che in un comunicato stampa condivide con Coldiretti la soddisfazione del risultato. Il via libera è stato formalizzato venerdì scorso dal Ministero della Salute- riferisce il comunicato-  che ha confermato quanto annunciato a ottobre ad Expo dal direttore generale Silvio Borrello: il porcetto trattato termicamente potrà essere esportato a condizione di un accordo di filiera tra gli allevatori, macellatori e trasformatori “volenterosi seri e onesti che rispettano le regole”.

    “E’ una giornata storica per tutta la Sardegna – la definisce il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – Grazie alla collaborazione con Assica abbiamo liberato il simbolo dell’agroalimentare sardo che era confinato nel perimetro sardo da oltre 4 anni. 49 mesi di sofferenza durante i quali abbiamo (in pochi) lavorato seriamente per arrivare a questo risultato. Di fondamentale importanza è stata la deroga che ha consentito al maialetto di essere presente per l’Expo; una vetrina internazionale durante la quale, in sinergia con gli allevatori e trasformatori abbiamo dimostrato al mondo che in Sardegna, nonostante gli innumerevoli errori commessi, riusciamo ad allevare in sicurezza un animale sano e genuino. I trasformatori, in prima linea la Genuina di Ploaghe, sono stati un esempio investendo, in un periodo nero per il suino, in nuove tecnologie come il termizzato che per il contingente ha consentito di avere il via libera alla commercializzazione e per il futuro rappresenterà uno strumento che rafforza le potenzialità e i target commerciali del nostro prodotto”.

    “E’ un punto di partenza che da fiducia ad un settore su cui in pochi credevano – commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Il lavoro da fare, come abbiamo sempre detto, è ancora lungo, ma adesso si può affrontare con più ottimismo. Stiamo ridando credibilità ad un prodotto unico ed inimitabile che solo noi sardi ci possiamo vantare di avere, e per questo ringrazio Assica, gli allevatori e i trasformatori con i quali abbiamo collaborato a stretto contatto.
    Il “porceddu sardo” termizzato andrà ad EXPO 2015

  • SSN, sciopero anche contro smantellamento della veterinaria

    Martedì, 15 Dicembre 2015 07:21

    locandina scioperoSi svolgerà domani lo sciopero nazionale della sanità. La mobilitazione durerà 24 ore e interesserà tutte le sigle sindacali  mediche e veterinarie.
    La mobilitazione (chirurghi e veterinari, dirigenti e convenzionati, ospedalieri e di fiducia) vuole essere una risposta contro il mancato finanziamento del Fondo Sanitario, contro la proroga del blocco dei contratti, contro il taglio dei servizi e del personale che – a detta di promotori- peggiora le condizioni di lavoro e comporta una carente tutela della salute del cittadino. Una attenta riforma della sanità pubblica è fondamentale e auspicabile da tutti, lavoratori di categoria e pazienti compresi, sostengono i sindacati.

    Il Sivemp protesta contro lo smantellamento dei servizi veterinari ministeriali, regionali e dei dipartimenti delle ASL. Per il sindacato della dirigenza pubblica veterinaria, ” la totale assenza di un confronto programmatico con le istituzioni e la mancanza di un contratto nazionale che possa rimediare alle deformazioni dei processi lavorativi determinati dalla legislazione contro i medici, chirurghi e veterinari, e i sanitari pubblici sono sempre più offensivi dei lavoratori e lesivi del diritto alla salute di tutti i cittadini”.

    Le rivendicazioni dello sciopero nazionale  evidenziate dal Sivemp puntano ad ottenere:
    • un nuovo contratto per valorizzare e recuperare 6 anni di blocco;
    • l’abolizione del comma 128 della legge di stabilità che ruba risorse ai contratti aziendali;
    • un piano di assunzioni e di stabilizzazione dei medici veterinari precari;
    • uno sblocco del turn over in previsione dei pensionamenti in arrivo nei prossimi anni;
    • la ridefinizione dell’art.22 del Patto Salute per un nuovo percorso di specializzazione e accesso al Ssn per i medici veterinari;
    • un concreto rilancio della prevenzione e della sanità pubblica veterinaria.

    L’Intersindacale della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria ha anche diffidato gli Enti del SSN dall’utilizzare modalità difformi dalla normativa vigente. Esiste una normativa chiara che definisce la limitazione del diritto di sciopero in ambito sanitario per garantire i Servizi pubblici essenziali. A tale normativa tutti gli Enti del SSN sono tenuti ad attenersi, senza diversa “interpretazione”, quindi evitando ” modalità e prassi applicative non conformi alla normativa vigente sui contingenti minimi di personale da mantenere al lavoro e ricordando che “l’adesione allo sciopero non necessita di preventiva comunicazione: non è quindi possibile richiedere, né tantomeno pretendere informazioni sulla decisione di astenersi o meno dal lavoro. È, infatti, lecito manifestare tale decisione contestualmente all’inizio dell’orario di lavoro previsto per il giorno di sciopero, semplicemente non presentandosi al lavoro”.

    In particolare,  l’Intersindacale della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria diffida gli Enti del SSN dal porre in atto qualsivoglia modalità o prassi finalizzata ad incrementi surrettizi dei contingenti minimi di personale in difformità alla normativa vigente; dall’inviare qualsivoglia richiesta generalizzata di adesione e/o di non adesione allo sciopero, con qualsivoglia tempistica e/o modalità, ai Dirigenti non individuati come sopra, e a maggior ragione dal pretenderne qualsivoglia risposta; dal porre in atto ogni qualsivoglia altra modalità o altra prassi di previsione e/o di rilevazione dei Dirigenti aderenti allo sciopero in oggetto non esattamente corrispondente a quanto previsto dalla normativa vigente.

    La decisione di inviare una diffida  segue quanto già annunciato nei mesi scorsi “quando erano state ipotizzate iniziative per evitare possibili violazioni di tale diritto come ad esempio cooptazioni in servizio non conformi alla normativa vigente”.

    La locandina SIVeMP per lo sciopero del 16 dicembre