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  • Quali sono le razze di cane più adatte a vivere in campagna? – Petpassion.tv

    Quali sono le razze di cane più adatte a vivere in campagna? – Petpassion.tv

    Ci sono alcune razze di cani che si adattano meglio a vivere in campagna, che amano stare all’aria aperta. Ecco quali sono.

    Ci sono cani che amano vivere in casa, perennemente sdraiati sul divano e cani che amano maggiormente la vita all’aria aperta. L’importante, però, è non eccedere né in un senso né nell’altro: non va bene che il cane stia sempre e solo in casa, senza mai fare neanche una passeggiata. Ma non va neanche bene che il cane venga lasciato sempre e solo in giardino, lontano dai suoi umani. Un giusto mezzo sarebbe la soluzione ideale.

    Razze di cani adatti alla vita in campagna

    È fuori discussione il fatto che ci siano razze di cani da campagna, cani che meglio si adattano a una vita in campagna, in giardino o all’aria aperta. Pensiamo, per esempio, a un Pinscher dal pelo raso o a un vaporoso Maltese: non sono cani da campagna. Sono cani che sì, vanno portati a spasso, ma che non devono essere lasciati a vivere solo in giardino. Il Pinscher patirebbe troppo il freddo non avendo un mantello folto, mentre il Maltese si sporcherebbe subito, intrappolando nel pelo ogni sorta di foglia e rametto.

    Per contro, ci sono cani maggiormente adatti alla vita in campagna, per diversi motivi. Pensiamo a un Pastore Maremmano-Abruzzese: sono cani rustici per eccellenza, abituati a cavarsela da soli e anche indipendenti, per cui non hanno problemi a vivere in un ambiente rurale. Anche cani come il Pastore tedesco, il Cane Corso, il Dobermann o il Rottweiler vivrebbero bene in campagna, ma attenzione: non vanno mai lasciati sempre soli in giardino. Questo perché sono razze che hanno bisogno di vivere a stretto contatto con il loro branco umano, sono razze molto sociali e lasciate abbandonate a se stesse in giardino potrebbero sviluppare sgraditi problemi comportamentali e sociali.

    Anche cani come il Beagle o il Setter hanno bisogno di un bel giardino, anche se si adattano tranquillamente alla vita domestica. Stessa cosa dicasi per i Dalmata e i Border Collie.

    I cosiddetti cani da compagnia non sono, invece, proprio indicati alla vita in campagna. O meglio: ci possono stare, ma per brevi periodi. Tendenzialmente vogliono vivere a stretto contatto col loro umano e sono razze più “cittadine”: pensiamo a Chihuahua, Carlino, Bouledogue francese, Shih-Tzu e affini.

    Il cane non va lasciato da solo in giardino

    Bisogna precisare che nessun cane andrebbe mai lasciato da solo in giardino. Purtroppo, molto spesso si prendono cani anche di grossa taglia, convinti che siano ottimi cani da guardia e che vadano, per questo motivo, lasciati da soli in giardino. Prima di tutto bisogna distinguere fra cane da guardia e cane da difesa: il primo difende il territorio, il secondo la persona. Se si prende un cane da difesa e lo si tiene lontano dalla sua famiglia, in giardino, non solo non si sfrutteranno le sue potenzialità, ma si corre il rischio di incorrere nello sviluppo di problemi comportamentali, spesso comprese forme di aggressività da mancata socializzazione.

    Se il cane ha la possibilità di scorazzare libero in giardino o di essere portato a spasso in campagna, ottimo, anche se si tratta di una razza di piccola taglia: giocare con il cane all’aria aperta soddisfa un preciso bisogno etologico dei cani. Ma abbandonare il cane in giardino e dimenticarselo, lasciandolo lontano dai suoi umani, è uno dei torti che maggiormente si possono fare a un cane.

    CREDITS:

    Immagine di copertina: Shutterstock
    Approfondimento: Purina ONE

  • Il gatto nel labirinto. L'esperimento di CatPusic – Blitz quotidiano

    Il gatto nel labirinto. L'esperimento di CatPusic – Blitz quotidiano

    Il gatto nel labirinto. L'esperimento di CatPusic

    Il gatto nel labirinto. L’esperimento di CatPusic

    ROMA – L’intelligenza dei gatti è nota, hanno una memoria 200 volte superiore a quella dei cani, e lo YouTuber bielorusso

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    CatPusic ha deciso di mettere alla prova il suo felino domestico, costruendo in casa un complesso labirinto di cartone.

    Su YouTube, CatPusic ha quasi 450.000 abbonati e posta video toccanti e adorabili del suo gatto, Pusic.
    In 12 giorni ha ordinato i materiali, progettato e costruito il labirinto e filmato la valorosa fuga del gatto. Per realizzare il video di tre minuti ha impegnato 32 ore e sulla piattaforma web ha dichiarato:”L’ingresso è bloccato. Le pareti sono alte un metro. Non c’è modo di trovare una scappatoia o una botola. L’unico modo per uscire è trovare… l’uscita. Il gatto sarà in grado di farlo? Grazie per aver guardato!”.
    Nel divertente video postato su YouTube, si vede mentre fa entrare Pusic nel labirinto, due telecamere seguono il felino mentre si muove.

    Alcuni utenti non hanno apprezzato e parlato di crudeltà ma la maggior parte ha commentato che la clip è divertente ed è piaciuto l’approccio del gatto per scappare dal labirinto. Un utente ha osservato scherzosamente:”Non ha ricevuto nemmeno un premietto!”.

  • Cani: scoperto legame tra alcuni ortaggi e malattie al cuore – GreenStyle

    Cani: scoperto legame tra alcuni ortaggi e malattie al cuore – GreenStyle

    Alcuni ingredienti contenuti nei cibi per cani potrebbero essere responsabili di pericolose patologie cardiache. È quanto sostiene la Food & Drug Administration (FDA), l’organismo statunitense che analizza la composizione chimica di alimenti, farmaci e altri prodotti umani e animali prima dell’immissione sul mercato.

    La FDA negli ultimi tempi ha indagato il possibile collegamento tra alcuni ortaggi e legumi presenti nei prodotti alimentari per cani – tra cui patate, lenticchie, fagioli e molti altri – con la cardiomiopatia dilatativa canina. Si tratta di una patologia che comporta la dilatazione dei ventricoli del cuore del cane, riducendo la capacità dell’organo di pompare sangue e portando, sulla distanza, all’insufficienza cardiaca e spesso alla morte. L’idea di indagare l’alimentazione è sorta perché, negli ultimi anni, la malattia si è presentata con una certa frequenza anche in razze di quadrupede non predisposte geneticamente per la comparsa del disturbo.

    => Scopri perché gli esperti sono contrari alla dieta raw per cani

    Patologia tipica dei cani di grande stazza, quali i Terranova, ultimamente si registrano molti casi anche nei Labrador, negli Shih-Tsu e nei Bulldog, tutti esemplari non geneticamente inclini a sviluppare questo disturbo. I ricercatori hanno quindi rilevato come la presenza della malattia in questi quadrupedi sia direttamente proporzionale al consumo, all’interno della loro dieta, di alimenti a base di patata, lenticchie, fagioli e molti altri legumi.

    => Scopri la dieta corretta per i cani anziani

    Sebbene ulteriori studi serviranno per comprendere se questa ipotesi sia effettivamente fattibile, la FDA ha richiesto a tutti i consumatori di segnalare, tramite i loro veterinari, la presenza di animali non geneticamente predisposti ma ugualmente malati. A oggi, non esistono simili allarmi a livello europeo, né preoccupazioni particolari per l’alimentazione canina. Quest’ultima, tuttavia, dovrà essere sempre concordata con il medico veterinario: è importante, infatti, che il cane possa aver accesso a una dieta sana e perfettamente equilibrata.

    16 luglio 2018

  • I cani possono mangiare il cocomero? L'anguria è pericolosa o fa … – greenMe.it

    I cani possono mangiare il cocomero? L'anguria è pericolosa o fa … – greenMe.it

    Il cane può mangiare il cocomero? Possiamo dare un po’ di anguria al nostro amico peloso o fa male? La risposta è sì, ma con alcune accortezze

    Estate tempo di frutta fresca e succosa, ma come regolarci con i nostri amici a quattro zampe? Immaginate una vacanza estiva voi e il vostro cane che, godendosi un po’ di ombra, vi guarda bramoso sbranare l’anguria a fette che vi siete portati da casa. Sappiamo bene quanto siano golosi i nostri cuccioli, ma se anche loro hanno voglia di morderne un pezzettino? 

    Vero, con loro condividereste volentieri qualsiasi cosa, anche un pezzetto di rossa anguria, ma il problema è che non siete certi sia un frutto sicuro per il consumo canino.

    Per rinfrescare l’estate dei nostri quadrupedi già vi abbiamo fornito 10 fantastiche ricette per preparare per loro in casa gelati e ghiaccioli, ma la tentazione di dare loro qualche pezzo di frutta fresca in giorni così caldi può essere forte.

    E allora, l’anguria è buona per Fido?

    Solitamente la frutta non è una scelta popolare per un’alimentazione alternativa del nostro cane e il suo grande appetito non può in ogni caso portarci a dargli qualunque cosa, non fosse altro che alcuni alimenti potrebbero finanche avvelenarlo.

    Ma l’anguria, così come pochi spicchi di arancia, la mela o la banana, non rientra tra i cibi da non dare mai ai nostri cani. Ricche di licopene, vitamina C, acido pantotenico, rame, vitamina A, potassio, biotina, magnesio, vitamina b6 e vitamina b1, hanno anche proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Ciò significa che i cocomeri possono essere consumati non solo per il loro gusto ma anche per il loro valore nutrizionale e sì: l’anguria il cane la può mangiare, ma con un po’ di accortezze.

    I benefici dell’anguria per i cani

    • L’anguria è una buona fonte di beta-carotene, che migliora la vista
    • Contiene magnesio, importante per l’elaborazione cellulare canina
    • È una grande fonte di vitamina C, che rafforza il sistema immunitario
    • Contiene anche una discreta quantità di potassio, che serve per il corretto funzionamento degli enzimi e mantiene anche la salute di muscoli e nervi
    • Contiene moltissima acqua, per cui è un ottimo modo per idratare, ma ricordate che niente batte l’acqua vera e propria per placare la sete anche di Fido

    Raccomandazioni ed errori da evitare

    Le angurie, insomma, sono buone per i cani, ma ci sono ancora una serie di raccomandazioni.

    • Basteranno uno o due pezzi e non di più: troppa anguria potrebbe portarli a una minzione frequente e a cambiamenti del movimento intestinale. In ogni caso, la porzione dipende dalla taglia: più il cane è piccolo e più dovrà essere piccola
    • Togliete i semi, che potrebbero creare seri problemi al cane che non riesce a digerirli
    • Niente buccia. Se per noi è utile riutilizzarla in cucina in una ricetta alternativa, non lo è altrettanto somministrarla al nostro cucciolo. La scorza dell’anguria può causargli disturbi gastrointestinali e, è molto dura, non è molto buona per la sua salute orale del nostro cane. I risultati probabili per questo sono danni ai denti e carie.

    Quanto alle allergie? Pare non ci siano casi documentati di cani che hanno avuto reazioni allergiche dopo aver mangiato l’anguria. Tuttavia, prima di far mangiare per la prima volta il cocomero al nostro amico cominciamo a provare con dei piccoli pezzi poco alla volta.

    Solo dopo, via libera a un po’ di anguria anche per i nostri amici pelosi, qui potreste trovare qualche ricetta gustosa per loro a base di cocomero e latte di cocco.

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  • Gatti in fila per sei col resto di due – La Repubblica

    Gatti in fila per sei col resto di due – La Repubblica

    Facebook è in allarme. Una strana coincidenza a Napoli: 12 gattini abbandonati nei trasportini all’ospedale veterinario Frullone e altri 12 – lo stesso numero, saranno da giocare al lotto? – trovati a Posillipo. Hanno più o meno la stessa età. Non si riesce assolutamente a ipotizzare chi potrebbe aver fatto nascere questi felini per poi abbandonarli per strada nel caso del quartiere bene di Napoli, e davanti a una struttura sanitaria, come si faceva due secoli fa all’ospedale Annunziata: quando mio nonno ne era vicedirettore, già non accadeva più, ma poi gli abbandoni – di infanti e di bambini – sono ripresi oggi. 

    Le volontarie animaliste sono a pezzi e non da ora. Gattili a Napoli non ce ne sono e un piccolo rifugio, che però pure serviva allo scopo, di una associazione che si chiama Progetto Progatto, è stato sfrattato dalla stessa Asl veterinaria  da un suolo che fino a ieri non serviva a nessuno ma ora deve ospitare nuove strutture universitarie veterinarie. Via i gatti. Via anche da un rifugio casertano dove portano gli animali sotto sequestro giudiziario: convivevano male con tutti gli altri.

    E del resto il suo titolare, il veterinario Giovanni Ferrara, persona di grande disponibilità, aggiornato e amico degli animali, ha dovuto portare otto muli davanti alla Procura di Santa Maria Capua Vetere qualche giorno fa per protesta, perché le Procure (per fortuna) sequestrano, ma poi lo Stato si guarda bene dal pagare. Napoli, Pianura per meglio dire, aveva un gattile ma curiosamente nessuno si era accorto che era contaminato dalla panleucopenia, una malattia gravissima dei gatti che li porta a morte in poche ore, e per fortuna i carabinieri e le guardie zoofile vi apposero i sigilli e finì una tragedia costata 300 morti in pochi mesi. Come sempre a Napoli, morto un santo non se ne fa nessun altro. Il gattile, storico e per i tempi in cui fu costruito (primi decenni Novecento) assolutamente avanguardistico, è rimasto fermo nell’istantanea che lo ritrae al momento del sequestro. 

    Al nord aprono “Gatto-Bar”, dedicano alloggi stradali colorati e ben accetti ai discendenti della dea Bastet. Decine di libri parlano dei gatti e della loro straordinarietà: per primo leggerei quello del mai abbastanza compianto Giorgio Celli, ma poi mi diletterei con Doris Lessing, Charles Bukowski,  Thomas Sterne, Colette, Burroughs, Natsume Soseki, Hiraide Takashi. Una giovane napoletana, Serena Venditto, è riuscita a stampare con Mondadori i suoi gialli che hanno come detective un gatto. Insomma il felino tira. Ma allora vorremmo sapere perché 24 gatti si sono aggiunti in poche ore ieri ai circa 850 che nel mese di giugno sono stati trovati, abbandonati, nelle strade di Napoli e provincia?
     

  • Cani: come ridurre la perdita di pelo – GreenStyle

    Cani: come ridurre la perdita di pelo – GreenStyle

    Il cambio del pelo del cane, noto come muta, avviene in due momenti dell’anno: in primavera e in autunno, ovvero con il cambio di stagione. Ma negli ultimi periodi gli sbalzi termici, e il meteo un po’ altalenante, hanno spinto il quadrupede ad affrontare mute più lunghe. Il cambio del sottopelo, che si dirada durante la bella stagione e diventa più spesso per l’inverno, è un momento fondamentale per la salute di Fido. Gli consente un ricambio sano del manto, ma anche una protezione costante dell’epidermide dall’azione del caldo e del freddo.

    Perché perde il pelo

    Come anticipato, la perdita del pelo è una procedura fisica stagionale comune e naturale, che serve ad agevolare il cambio del manto nel cane così da eliminare quello vecchio. Il pelo protegge la pelle e la cute del quadrupede, più delicata e magra rispetto a quella umana, ma che vede la presenza di uno strato lipidico leggero che la impermeabilizza. Il pelo si trasforma in schermo contro freddo e caldo, la muta è quindi necessario anche per agevolare la microcircolazione cutanea. Le fasi principali sono tre: crescita e rinnovo del pelo, stabilizzazione quindi caduta, e spesso sono condizionate da fattori esterni alla stagione come la vita casalinga con temperature costanti, la dieta, stress e allergie.

    => Scopri le leggende legate al pelo del cane

    Razze e perdita di pelo

    Alcune razze sono maggiormente predisposte a un ricambio di pelo, con conseguente caduta e muta corposa. In questa categoria rientrando tutti i cani con il manto medio/lungo, che necessitano di una toelettatura costante, anche casalinga ma regolare. Inoltre i quadrupedi che vivono all’aria aperta sono maggiormente soggetti alla muta, con produzione più evidente di pelo. Altre razze invece sono caratterizzate da una caduta minore, anche se presente, come Bassotto, Chihuahua, Pinscher, Levriero, Doberman, solo per citarne alcuni.

    Anomalie

    Cane triste

    La muta diventa anomala quando la perdita di pelo presenta problematiche e cadute irregolari, con la produzione di macchie sulla cute, arrossamenti, eruzioni, croste e piaghe. Anche la perdita di ciuffi o strisce di pelo è da considerarsi sinonimo di problematica, in particolare se seguita da prurito, graffi da parte del cane, leccate e pelo spento e opaco. In questi casi è bene consultare subito il veterinario di fiducia per una visita accurata.

    => Scopri come rinforzare il pelo del cane

    Soluzioni

    Non esistono soluzioni definitive per bloccare la perdita di pelo, perché è un procedimento naturale e necessario. Ma è possibile arginare e dimezzare il quantitativo in caduta, spazzolando il cane quotidianamente con articoli specifici. Un procedimento da mettere in atto con delicatezza così da strappare il manto in eccesso senza graffiare Fido, togliendo il sottopelo che tanto danneggia la salute del manto stesso. Oppure agendo con bagni, shampoo e prodotti specifici, utili ad ammorbidire il pelo, fino a rendere la dieta più bilanciata, sana e nutriente, anche con l’aggiunta di integratori specifici solo su consiglio del veterinario.

    16 luglio 2018

  • Mia, cagnolina gettata in mare con una pietra al collo: urgenti pene più severe!

    Mia, cagnolina gettata in mare con una pietra al collo: urgenti pene più severe!

    Le lega una pietra al collo e la lancia in mare. È accaduto a Mia, una cagnolina, a Valderice in provincia di Trapani. Un gesto che le sarebbe costato la vita se Mia non fosse riuscita a liberarsi e a raggiungere la riva sotto gli occhi di alcuni bagnanti che hanno allertato le forze dell’Ordine. Un gesto barbaro e crudele che ripropone in maniera drammatica il tema del maltrattamento e dell’uccisione di animali per cui esistono sì delle pene, ma non certamente adeguate alla gravità dei fatti e delle condotte. 

    LAV da anni sollecita il Governo e il Parlamento a prevedere pene severe per coloro che commettono violenza nei confronti degli animali e prende positivamente atto dell’annuncio del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, della volontà di inasprire le sanzioni e di quello dell’Ambiente, Sergio Costa, di costituirsi parte civile.

    Come ha dichiarato il Presidente LAV, Gianluca Felicetti, ci attendiamo ora o la rapida formalizzazione di un Disegno di Legge come quello, ottimo, presentato nella scorsa Legislatura dall’On. Ferraresi attualmente Sottosegretario alla Giustizia o la calendarizzazione delle proposte che abbiamo fatto depositare nelle Commissioni parlamentari con le firme di deputati e senatori di ogni orientamento politico ma al momento assegnate solo a Palazzo Madama.

    E ci attendiamo anche che la giustizia faccia rapidamente il suo corso: il cane ha un microchip e il proprietario, subito identificato dagli agenti della Polizia Municipale, è stato denunciato per il reato di maltrattamento di animali.

    Ilaria Innocenti
    Responsabile Animali Familiari

  • Giustizia per Mia, il cane gettato in mare col sasso al collo scuote le … – greenMe.it

    Giustizia per Mia, il cane gettato in mare col sasso al collo scuote le … – greenMe.it

    La sofferenza di Mia forse non è stata vana. Qualcosa si è smosso dopo che le immagini del cane gettato con una pietra al collo in mare hanno fatto il giro del web. Per fortuna, Mia si è miracolosamente salvata e grazie al suo coraggio avremo pene più severe per i reati di maltrattamenti degli animali.

    Solo qualche giorno fa vi avevamo raccontato di come i reati verso gli animali siano in crescita purtroppo nel nostro paese, e l’orrore commesso contro questa povera cagnolina ne è la prova.

    Un uomo ha buttato in acqua l’animale, ma prima gli ha legato al collo una pietra per convincerlo a fare il bagno. Una vicenda che fa rabbrividire e che non ha lasciato indifferente il mondo politico. Il ministero dell’Ambiente Costa si costituirà parte civile e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede promette pene severissime.

    È successo nei giorni scorsi a Lido Valderice, nel trapanese, dove Mia è stata gettata come un sacco in mare. Per fortuna, l’istinto di sovravvivenza ha permesso al povero animale di liberarsi dal collare e di raggiungere la riva, dove è stato subito soccorso dai bagnanti.

    Questi ultimi si erano accorti dell’accaduto e avevano allertato le forze dell’ordine. Il microchip ha permesso di scoprire che il cane era una femmina e si chiamava Mia. Il proprietario è stato identificato dalla Polizia Municipale ed è stato denunciato per maltrattamento di animali.

    Mia è stata sottoposta a una visita veterinaria per valutare le sue condizioni di salute. A parte alcune ferite alle zampe e al collo, il cane sta bene.

    Il Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali promette battaglia.

    “Abbiamo inviato una ‘richiesta di accertamento’ ai Carabinieri del Comune ove vive il balordo che ha gettato il suo cane in mare con una pietra legata al collo tramite una corda (Comune oscurato per evitare problemi di ordine pubblico innanzi la sua abitazione vista la rabbia, comprensibile, di moltissimi cittadini) e mandata per conoscenza alle restanti autorità provinciali. Secondo alcune segnalazioni infatti, l’uomo avrebbe in casa altri animali, motivo per cui abbiamo chiesto al militari dell’Arma di intervenire, sequestrando in via cautelativa tutti gli animali in suo possessospiega il Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali.

    Risposte forti dai Ministeri

    Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha annunciato un inasprimento delle sanzioni per chi commette maltrattamento nei confronti degli animali.

    “Aumenteremo le pene verso chi maltratta gli animali, garantendo maggiore tutela rispetto a fatti gravi ancora non adeguatamente perseguiti. Quanto accaduto a Mia non dovrà ripetersi più!”

    Il Ministro dell’ambiente Costa ha fatto sapere che si costituirà parte civile:

    “Mi muoverò affinché le pene per il maltrattamento degli animali siano inasprite e come Ministero ci costituiremo parte civile nel processo contro il padrone di Mia”.

    Per la Lav, si dovrebbe velocizzare il più possibile la formalizzazione del disegno di legge per riconoscere gli animali come esseri senzienti e aumentare fino a 6 anni di reclusione la pena per il il maltrattamento e per l’uccisione di animali.

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  • Muore attaccato da un coccodrillo, la folla lo vendica e ne uccide 300 – News Italiane

    Muore attaccato da un coccodrillo, la folla lo vendica e ne uccide 300 – News Italiane

    Indonesia, muore attaccato da un coccodrillo, la folla inferocita lo vendica e né uccide 300. Nonostante i coccodrilli fossero in un oasi per animali nella provincia indonesiana Papua occidentale, dopo che un residente locale è stato ucciso da uno di questi, come riporta la BBC, tante persone Armate di vanghe coltelli e mazze hanno fatto irruzione nella riserva per uccidere questi coccodrilli, dopo aver fatto irruzione nella riserva per coccodrilli Marini e devastato l’ufficio del sito avrebbero ucciso tutti e 292 rettili che erano allevati nel sito. E’ questo quanto riferiscono le autorità oggi Aggiungendo che la vendetta è avvenuta circa 2 giorni fa al termine del funerale della vittima.

    I funzionari del sito hanno detto di non essere stati in grado di fermare l’attacco e ora possono soltanto esporre denuncia perché l’uccisione di una specie protetta è un crimine che comporta un’ ammenda o la reclusione in Indonesia. Il coccodrillo Marino dalla Nuova Guinea è diffuso in diverse zone dell’Indocina questo rettile estinto si in Vietnam Laos e in Thailandia la popolazione complessiva in rapido calo. Il protagonista della vicenda Era un signore di 48 anni che mentre cercava del mangiare per nutrire il proprio bestiame, è caduto nel recinto di un allevamento di coccodrilli ed è stato morso ad una gamba e colpito a morte dalla coda di uno di dei coccodrilli.

    Così gli abitanti già infuriati per la vicinanza dell’allevamento alla zona residenziale, avrebbero reagito autorità del posto avrebbero dichiarato che i parenti della vittima gli abitanti del luogo si sono diretti verso la stazione di Polizia. Bassar manulang, l’agenzia di conservazione locale Ha dichiarato che l’Oasi avrebbe accettato di pagare un risarcimento dichiarando che le parole dalla stessa agenzia avrebbero detto che: “Abbiamo raggiunto un accordo con la famiglia della vittima e abbiamo espresso le nostre condoglianze”.

    Nonostante l’accordo fra le famiglie e la sede dell’Oasi, la folla costituita da centinaia di persone non era ancora pagata così si è diretta verso l’allevamento dei coccodrilli armata di tutto e ha ucciso tutti quanti i rettili presenti. Hanno affermato anche le forze dell’ordine delle sito di non aver potuto fermarli. Avrebbero anche detto le forze dell’ordine che stanno ancora interrogando i testimoni, è questo nello specifico quanto afferma da Dewa Made Sidan Sutrahna, capo della polizia del distretto di Sorong.

  • Vacanze in Friuli-Venezia Giulia all'insegna della scienza – OggiScienza

    Vacanze in Friuli-Venezia Giulia all'insegna della scienza – OggiScienza

    COSTUME E SOCIETÀ – Montagna, pianura e mare… e scienza. Il Friuli-Venezia Giulia è una meta turistica per tutti i gusti, perfetta per chi cerca il relax di una spiaggia sabbiosa, chi ama immergersi nella natura e chi non vuole rinunciare all’arte e alla cultura. Il tutto abbinato al gusto di un’esperienza scientifica coinvolgente e appassionante.
    Ecco allora alcune cose da non perdere in Friuli-Venezia Giulia per una vacanza (anche) scientifica.

    Natura e dintorni

    Sea Watching – Riserva Marina di Miramare (TS)
    Una vacanza al mare non è solo il classico bagno nell’acqua. A Trieste, presso l’Area Marina Protetta di Miramare, è possibile osservare la flora e la fauna sommersa con tutte le specie animali e vegetali che popolano la costa giuliana. Sotto la guida dello staff del WWF, durante l’estate le attività di sea watching partono sia da terra sia da barca, queste ultime in ore serali, e sono adatte a tutti: l’unico requisito è saper nuotare! Orari da terra: sabato ore 10 e domenica ore 16. Da barca: mercoledì ore 18.30.

    Birdwatching – Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo (GO)
    Una zona protetta che occupa la parte finale del fiume Isonzo, tra i comuni di Staranzano, Fiumicello, S. Canzian d’Isonzo e Grado: la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo, con i suoi stagni, canneti, boschi e prati, è l’habitat ideale per numerose specie vegetali e animali. Al suo interno sono state censite 27 specie di mammiferi, 32 di pesci, 9 di anfibi, 11 di rettili e 340 di piante, oltre a diverse specie di uccelli, che possono essere avvistati grazie ai punti panoramici e agli osservatori attrezzati per il birdwatching. Vero e proprio cuore della Riserva è l’Isola della Cona. Orari d’apertura: tutti i giorni, dalle ore 9.00 al tramonto. Biglietto: intero € 5,00; ridotto € 3,50.

    Laboratori scientifici di gioco e creatività – Kaleidoscienza (UD)
    Sul territorio del Comune di Udine, l’associazione Kaleidoscienza propone una serie di incontri dal titolo MiniScienzaLab – DiverSimili. Si tratta di attività hands-on a carattere scientifico dedicate ai bambini dai 6 agli 11 anni, con alcuni incontri aperti anche agli adulti: unendo gioco, osservazione e creatività, i MiniScienzaLab vogliono avvicinare i più piccoli al tema della biodiversità umana. Gli appuntamenti di luglio e agosto (inizio ore 17) riguardano “Evoluzione & genetica” e “Tutti parenti, tutti differenti”.
    Kaleidoscienza è un’associazione culturale nata a Udine che si occupa di edutainment, formazione e divulgazione scientifica. Il progetto DiverSimili è nato nel 2016 con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulle attuali tematiche di integrazione e inclusione, usando un approccio scientifico per affrontare problematiche sociali.

    Un mondo nascosto – Le grotte del FVG
    Sono ben 10 mila le strutture sotterranee presenti in Friuli-Venezia Giulia, nessuna uguale all’altra, alcune per speleologi esperti altre per persone comuni. Il sito internet della Regione contiene l’elenco completo delle grotte presenti sul territorio: all’interno del catasto regionale delle grotte del FVG è possibile conoscere la localizzazione di tutte le cavità e scegliere così la propria destinazione.
    La più famosa è la Grotta Gigante vicino a Trieste, nel cuore del Carso: con le sue dimensioni (lunga 280 m, larga 65 m, alta 107 m) è considerata la cavità turistica più grande del mondo. Ricca di stalattiti e stalagmiti, la Grotta Gigante è formata da un insieme di gallerie che confluiscono in una grande cavità centrale che lascia il visitatore a bocca aperta. Qui tutte le informazioni.
    Vicino a Udine c’è invece la Grotta Nuova di Villanova, la più estesa cavità di contatto tra due diversi tipi di rocce visitabile in Europa. Ha 8 kilometri di gallerie e interessanti particolarità morfologiche che valgono bene una visita. Qui tutte le informazioni.
    A Clauzetto, in provincia di Pordenone, le Grotte Verdi di Pradis incantano il visitatore con il verde smeraldo delle pareti. Nelle immediate vicinanze, il Museo della Grotta raccoglie reperti archeologici preostorici, fossili e minerali. Qui tutte le informazioni.

    Musei

    Isola verde in città – Civico Orto Botanico (TS)
    Un vero e proprio viaggio alla scoperta della biodiversità, diviso in cinque aree tematiche, a pochi passi dal centro cittadino di Trieste. Il Civico Orto Botanico è un luogo dedicato non solo alla conservazione ambientale e alla ricerca scientifica ma anche alla didattica e al divertimento.
    Al suo interno si snodano inoltre il sentiero delle piante velenose, con informazioni scientifiche, curiosità e impieghi di alcune piante velenose; e un originale percorso geo-paleontologico per conoscere le rocce e i fossili più comuni del Carso triestino. Orari d’apertura: lunedì e mercoledì 9 – 17; martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica 9 -13. Ingresso libero.

    Scienza a portata di mano – Immaginario Scientifico (PN, UD, TS)
    Le attività dell’Immaginario Scientifico non vanno in vacanza. Il science center propone laboratori, visite speciali, tinkering e notti al museo, tutti organizzati secondo la filosofia di una scienza da scoprire ed esplorare in prima persona. Le sedi di Pordenone, Tavagnacco e Trieste sono aperte ai visitatori anche d’estate, con le consuete attività e alcuni appuntamenti speciali per vivere la scienza anche dopo il tramonto. Qui tutte le informazioni.

    Rocce e fossili – Museo Geologico della Carnia (UD)
    Anche il Friuli-Venezia Giulia era terra di dinosauri. Per saperne di più vale la pena fare una visita al Museo Geologico di Ampezzo dove sono conservati i fossili dei più antichi rettili volanti del mondo, gli pterosauri, ritrovati nel paese di Preone (UD). Il percorso espositivo del Museo ripercorre l’evoluzione geologica della Carnia; le ricostruzioni e gli exhibit multimediali permettono inoltre al visitatore di fare un salto nel passato e toccare con mano campioni di rocce e alcuni fossili risalenti anche a milioni di anni fa. Orari d’apertura: da martedì a domenica 9.30-12.30 / 15.00-18.00. Ingresso libero.

    Il dinosauro Antonio. Crediti immagine: elisabetta2005, Flickr

    Il dinosauro Antonio e lo squalo Carlotta – Civico Museo di Storia Naturale (TS)
    Botanica, zoologia, mineralogia, geologia e paleontologia: all’interno del Museo di Storia Naturale di Trieste è possibile osservare reperti storici unici al mondo. I grandi protagonisti delle sale espositive sono, però, il dinosauro Antonio e lo squalo bianco Carlotta.
    Antonio è il più grande e completo rettile preistorico mai ritrovato in Italia. Appartiene al genere Tethyshadros insularis, è vissuto circa 70 milioni di anni fa, era vegetariano e aveva la testa allungata con un becco a punte sporgenti.
    Carlotta è il più grande squalo bianco al mondo visibile in un museo. Appartiene alla specie Carcharodon carcharias ed è stato catturato nelle acque del golfo del Quarnero più di un secolo fa dal capitano Antonio Morin. Orari d’apertura: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10-17; sabato e domenica 10-19; martedì chiuso. Biglietto: intero € 3,00; ridotto € 2,00; gratuito per bambini di età inferiore a 6 anni.

    Mammut, lupi e orsi – Museo Civico di Storia Naturale (PN)
    Tra oggetti meravigliosi e misteriosi, collezioni di coleotteri e farfalle, conchiglie e scheletri di animali, il Museo di Storia Naturale di Pordenone offre al visitatore un percorso di visita unico e sorprendente. A partire dal benvenuto: nel cortile del cinquecentesco Palazzo Amalteo dove ha sede il Museo è riprodotto a grandezza naturale (3 metri) un magnifico esemplare di mammut che accoglie i visitatori con la sua imponente figura.
    All’interno del Museo invece trova spazio una collezione di oltre novantamila reperti di mineralogia, petrografia, paleontologia, botanica, zoologia, etnografia e tecnologia, organizzati in diverse sezioni. Degna di nota la sezione dedicata agli strumenti scientifici antichi soprattutto di ottica, metrologia e topografia. Infine, quattro i percorsi tematici si snodano tra stanze delle meraviglie, minerali, vertebrati e invertebrati. Orari d’apertura: da mercoledì a domenica 15-19. Lunedì e martedì chiuso. Biglietto: intero € 3,00; ridotto: € 1,00.

    Buone vacanze!

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