Facebook è in allarme. Una strana coincidenza a Napoli: 12 gattini abbandonati nei trasportini all’ospedale veterinario Frullone e altri 12 – lo stesso numero, saranno da giocare al lotto? – trovati a Posillipo. Hanno più o meno la stessa età. Non si riesce assolutamente a ipotizzare chi potrebbe aver fatto nascere questi felini per poi abbandonarli per strada nel caso del quartiere bene di Napoli, e davanti a una struttura sanitaria, come si faceva due secoli fa all’ospedale Annunziata: quando mio nonno ne era vicedirettore, già non accadeva più, ma poi gli abbandoni – di infanti e di bambini – sono ripresi oggi. 

Le volontarie animaliste sono a pezzi e non da ora. Gattili a Napoli non ce ne sono e un piccolo rifugio, che però pure serviva allo scopo, di una associazione che si chiama Progetto Progatto, è stato sfrattato dalla stessa Asl veterinaria  da un suolo che fino a ieri non serviva a nessuno ma ora deve ospitare nuove strutture universitarie veterinarie. Via i gatti. Via anche da un rifugio casertano dove portano gli animali sotto sequestro giudiziario: convivevano male con tutti gli altri.

E del resto il suo titolare, il veterinario Giovanni Ferrara, persona di grande disponibilità, aggiornato e amico degli animali, ha dovuto portare otto muli davanti alla Procura di Santa Maria Capua Vetere qualche giorno fa per protesta, perché le Procure (per fortuna) sequestrano, ma poi lo Stato si guarda bene dal pagare. Napoli, Pianura per meglio dire, aveva un gattile ma curiosamente nessuno si era accorto che era contaminato dalla panleucopenia, una malattia gravissima dei gatti che li porta a morte in poche ore, e per fortuna i carabinieri e le guardie zoofile vi apposero i sigilli e finì una tragedia costata 300 morti in pochi mesi. Come sempre a Napoli, morto un santo non se ne fa nessun altro. Il gattile, storico e per i tempi in cui fu costruito (primi decenni Novecento) assolutamente avanguardistico, è rimasto fermo nell’istantanea che lo ritrae al momento del sequestro. 

Al nord aprono “Gatto-Bar”, dedicano alloggi stradali colorati e ben accetti ai discendenti della dea Bastet. Decine di libri parlano dei gatti e della loro straordinarietà: per primo leggerei quello del mai abbastanza compianto Giorgio Celli, ma poi mi diletterei con Doris Lessing, Charles Bukowski,  Thomas Sterne, Colette, Burroughs, Natsume Soseki, Hiraide Takashi. Una giovane napoletana, Serena Venditto, è riuscita a stampare con Mondadori i suoi gialli che hanno come detective un gatto. Insomma il felino tira. Ma allora vorremmo sapere perché 24 gatti si sono aggiunti in poche ore ieri ai circa 850 che nel mese di giugno sono stati trovati, abbandonati, nelle strade di Napoli e provincia?
 

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