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  • Kim Basinger e Priscilla Presley:”Basta con la carne di cane!” – TGCOM

    Kim Basinger e Priscilla Presley:”Basta con la carne di cane!” – TGCOM

    In prima fila, davanti al Consolato della Repubblica di Corea a Los Angeles per protestare contro il commercio di carne di cane, c’erano due star dello showbiz hollywoodiano: Kim Basinger e l’ex moglie di Elvis, Priscilla Presley. La prima con un cartello appeso al collo raffigurante tre cani morti e una scritta: “Basta con la carne di cane”, la seconda con un animale deceduto tra le braccia.

    Tante le celebrità di Hollywood che si sono unite ai manifestanti e alle due star con l’intento di far sentire la loro voce, tra loro anche Donna D’Errico e EG Daily. Una protesta che mostra immagini inquietanti con molti partecipanti che tenevano cani morti tra le braccia, oltre ai cartelli della LCA – Last Chance For Animals – che mostrava gli animali pelati e appesi per il collo ad uncini.

    Last Chance For Animals, che ha contribuito all’organizzazione dell’evento, non aveva annunciato sul suo sito ufficiale la presenza di cani deceduti.

    Il quotidiano The Blast ha riferito che gli animali sarebbero stati prelevati da un veterinario di Los Angeles (e poi rispettosamente cremati) per “servire da esempio di come cani amabili vengono uccisi e usati per il consumo in Corea del Sud”.

  • Film e gatti, i 5 mici da Oscar più famosi – Petpassion.tv

    Film e gatti, i 5 mici da Oscar più famosi – Petpassion.tv

    Sono tantissimi i gatti che hanno partecipato a celebri film. Anzi: in molti film loro sono stati il motore dell’azione o parti importantissime della trama. Ecco alcuni dei gatti più famosi della storia del cinema.

    Possiamo dire che cani e gatti nei film di Hollywood abbondano. Sono numerosi i film con gatti, pellicole che hanno annoverato nel cast anche uno o più gatti. Molti di questi film non sarebbero potuti esistere senza la presenza di questi felini. Senza contare, poi, i numerosi gatti presenti nei lungometraggi Disney: Lucifero in Cenerentola, lo Stregatto in Alice nel Paese delle Meraviglie, i due gatti siamesi in Lilli e il Vagabondo, tutto il cast felino degli Aristogatti, il protagonista di Oliver & Company… Andiamo dunque a vedere cinque film famosi con gatti.

    FBI: GG Operazione Gatto

    Rimaniamo nella Disney, ma questa volta andiamo su una pellicola con attori in carne e ossa. Incluso il gatto GG di FBI: Operazione Gatto. Può un gatto furbetto e dispettoso diventare il cuore di un’operazione dell’FBI volta a liberare una donna rapita? Ebbene sì, GG diventa il bandolo per risolvere la matassa dell’intrigo.

    Il Persiano bianco di Ernst Stavro Blofeld in James Bond

    Famosissimo anche il Persiano bianco appartenente a Ernst Stavro Blofeld nei film di James Bond. Il supervillain della saga di 007 tiene sempre in braccio un altezzoso Persiano candido, di cui ancora oggi si ignora il nome. Non si sa se e quando verrà mai rivelato il suo nome. Diciamo che nei film non ha un ruolo vero e proprio, ma serve, più che altro, a far emergere l’aura da cattivo di Stavro.

    Orione di Men in Black

    “La galassia è sulla cintura di Orione”: questo lo snodo centrale del film Men in Black. Apparentemente un personaggio secondario, il gattone Orione porta celato su di se un misterioso segreto che potrebbe cambiare le sorti dell’universo.

    Gatto di Colazione da Tiffany

    In Colazione da Tiffany, Audrey Hepburn ha un gatto di nome… Gatto. Il micio di Holly ha un ruolo fondamentale perché ci spiega, senza troppi giri di parole, la tormentata e complessa psicologia della protagonista. Inoltre se non si fosse perso sotto l’acquazzone, forse la storia fra Holly e Paul non avrebbe avuto quel finale. Che il micione si sia perso di proposito?

    Jonesy di Alien

    Jonesy non è un gatto spaziale (quell’appellativo lo lasciamo a Doraemon), ma è comunque un gatto astronauta. Si tratta del felino presente sull’astronave Nostromo nel film Alien. E’ un gatto speciale, non solo per il suo rapporto con la mitica Ellen Ripely, ma anche per il fatto che riesce a sopravvivere alla strage perpetrata dall’essere alieno del titolo del film, a differenza della quasi totalità dell’equipaggio. Inoltre Jonesy riesce a sopravvviere anche nel sequel Aliens.

    Menzione speciale a Church di Pet Cemetary

    Fra i gatti famosi dei film non possiamo non menzionare quel simpatico frugolotto felino che risponde al nome di Church. Lo trovate nel film Pet Cemetary, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King. Church potrebbe essere un gatto adorabile, non fosse che è un gatto zombie, leggermente aggressivo, dall’odore un po’ putrefatto e con una propensione per far fuori i suoi vecchi proprietari.

    In occasione della recente consegna degli Oscar, gli attori di Hollywood si sono mobilitati in massa perché l’Academy premiasse anche gli animali protagonisti di film. Però, un riconoscimento del genere c’era già. O meglio, è esistito dal 1951 al 1986. Si tratta del famoso “Patsy Award” (Picture Animal Top Star of the Year)…

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    CREDITS:

    Immagine di copertina: Shutterstock
    Approfondimento: Gourmet

  • Cane in vacanza, attenzione al sole – Cose di Casa

    Cane in vacanza, attenzione al sole – Cose di Casa

    Il cane in vacanza deve affrontare viaggi lunghi in automobile, soste in spiaggia sotto il sole, passeggiate nelle ore più calde della giornata. Se per le persone possono rappresentare un disagio in qualche modo sopportabile, per un cane momenti come questi possono trasformarsi in una sofferenza reale, con conseguenze anche molto gravi. Quello che spesso gli stessi proprietari dimenticano, infatti, è che il cane, a differenza dell’uomo e di altri animali come il cavallo, non suda con il corpo. Diversamente dagli esseri umani, che sono completamente rivestiti di ghiandole sudoripare, il cane per raffreddarsi e disperdere calore deve ansimare a bocca aperta e può contare solo su zone molto limitate in cui avviene la traspirazione, come le mucose della bocca e i cuscinetti plantari. Tuttavia, in alcune condizioni, con temperature particolarmente elevate o nelle ore più calde, anche questo meccanismo interno può non essere sufficiente e il cane potrebbe manifestare un disagio serio che non deve essere trascurato.  Vediamo come aiutare il cane in vacanza.

    Quelli che rischiano di più

    Il caldo soffocante e le alte temperature sono due minacce per il benessere e la salute di tutti i cani, in generale. Tuttavia ognuno di loro, a seconda della zona in cui vive, dell’età, della razza, reagisce in maniera diversa: alcuni animali non soffrono particolarmente il calore, altri possono perdere l’appetito, dormire molto più del solito, essere meno attivi e manifestare rischi ancora più elevati per le loro condizioni o la struttura fisica specifica.

    È il caso dei cani più appartenenti alle razze brachicefale, ossia con il muso corto e la testa larga, come il boxer, bulldog, il carlino e il pechinese: questi cani, infatti, hanno difficoltà respiratorie croniche per la particolare conformazione fisica e vanno tenuti, ancora di più, sotto controllo nel periodo estivo. Sono più sensibili anche i cani che non sono in condizioni ottimali: ad esempio quelli con problemi cardiaci o i soggetti anziani o i cuccioli o, ancora, quelli obesi. Sintomi come perdita di appetito, minore attività e maggiore sonnolenza sono segnali comunque da tenere sotto controllo soprattutto se si prolungano nel tempo: in questi casi, escludendo la presenza di altre patologie in corso, è molto probabile che il cane stia soffrendo per il caldo in eccesso e debba essere sostenuto.

    Le buone regole in estate

    Spesso per portate il cane in vacanza felicemente possono essere sufficienti alcuni semplici accorgimenti: basta  rendere il caldo più sopportabile. Ecco quindi un breve vademecum per non incappare in spiacevoli sorprese.

    Le passeggiate

    La stagione estiva sempre meglio prediligere passeggiate tranquille, senza corse o giochi eccessivi, nelle ore meno calde (mattino e tardo pomeriggio). Se proprio è necessario uscire sotto il sole cocente di mezzogiorno, cercare di fare tragitti molto brevi ed evitare il più possibile l’asfalto che trattiene il calore. Questo accorgimento diventa una regola ferrea quando si ha un cane anziano perché il rischio di un malore è ancora più alto: quindi passeggiate brevi, in zone fresche e ombreggiate.

    Al sole e in spiaggia

    Esattamente come le persone, anche il cane in vacanza rischia di scottarsi se esposto troppo a lungo ai raggi solari: i cani dal pelo scuro sono più predisposti ad assorbirli e quindi a surriscaldarsi velocemente, invece quelli dal mantello più chiaro richiedono una protezione solare maggiore poiché soggetti a scottature della pelle, in particolare nella zona del muso e sulle orecchie.

    Il pelo, infatti, protegge dai raggi solari soprattutto i cani con mantello bianco e cute rosea: i proprietari di questi cani devono sempre essere attenti ad avere sempre a portata di mano una crema solare appositamente formulata per i propri amici a quattro zampe, magari contenente biossido di titanio. Una lieve applicazione sulla punta del naso, delle orecchie e sulle altre zone esposte al rischio, è sufficiente.

    Un’eccessiva esposizione ai raggi solari, infatti, può creare danni alla cute. La famosa “tosatura” estiva, quindi, non è affatto così benefica come si tende a pensare: la maggior parte delle volte si rischia di esporre la pelle del cane al pericolo di ustioni, soprattutto se si esagera.

    In spiaggia, sarebbe meglio evitare le passeggiate sulla sabbia bollente che scotta i polpastrelli: si conceda un bagno in acqua e si faccia restare il cane all’ombra, in relax. All’uscita dal bagno in mare, in piscina o nel lago, è consigliabile risciacquare il cane e tamponare con un asciugamano per eliminare residui di cloro o sale, controllando che non scuota eccessivamente la testa. Se il bagno non è possibile, ottimo rinfrescare frequentemente alcuni punti specifici (magari anche solo “vaporizzando l’acqua o con leggere spugnature) come le ascelle, la pancia, il collo e l’interno coscia, per dare refrigerio al cane accaldato.

    In giardino

    Se il cane vive in giardino o, comunque, trascorre buona parte della sua giornata all’aperto, non bisogna mai sottovalutare che sia garantita adeguata ombra: ciotola e cuccia vanno posizionate in zone fresche e arieggiate, rinnovando spesso acqua e cibo. Per quanto riguarda la cuccia, in particolare, se possibile è meglio sceglierne una con il tetto in materiale “coibentato” che riesce a mantenere una temperatura stabile all’interno isolando dal caldo e dal freddo eccessivi.

    Aria condizionata e ventilatore

    In casa può essere utile accendere il ventilatore, preferendolo all’aria condizionata. Anche in questo caso, però, vale come sempre la regola del buon senso: fondamentale è non cambiare la temperatura in modo repentino.

    Alimentazione

    Per il cane in vacanza è meglio prediligere una pappa più leggera: è assolutamente normale, peraltro che il cane (esattamente come le persone) con il caldo abbia meno appetito. Si può optare per cibo meno deteriorabile come quello secco (crocchette): nel caso in cui il cane non ne voglia proprio mangiare, un consiglio è quello di unire un po’ di umido – solitamente più appetibile – insieme alle crocchette, in modo da invogliarlo. Importantissimo, invece, lasciare abbondante acqua a disposizione sempre fresca, ma mai fredda di frigorifero.

    In automobile

    Durante i viaggi verso le mete di vacanza, il cane ha bisogno di fare qualche sosta non solo per i propri bisogni e sgranchirsi ma anche per stare un po’ all’aria aperta, bere, rinfrescarsi. Mentre si viaggia l’aria condizionata può andare bene ma, come sempre, senza eccessi. Attenzione, invece, alle soste: mai lasciare il cane all’interno della macchina da solo, anche se l’automobile è parcheggiata all’ombra o con i finestrini parzialmente abbassati. La temperatura interna può salire di molto in breve tempo con ripercussioni anche molto gravi.

    Il colpo di calore: un pericolo reale

    Uno dei problemi possibili e pericolosi per il cane in vacanza è l‘eccessiva esposizione dell’animale ad alte temperature e all’umidità. Questo può causare un disagio e un malessere che possono sfociare in un disturbo più serio, il “colpo di calore”, al quale bisogna porre riparo da subito.

    I casi più frequenti si manifestano quando il cane viene lasciato in automobile, anche all’ombra e con i finestrini aperti: all’interno di una vettura la temperatura sale in breve tempo e per il cane può trasformarsi in una trappola mortale perché, con il suo ansimare affrettato, satura l’aria di umidità, impedendo così la funzione di termoregolazione.

    In generale i sintomi che devono mettere in allarme sono:

    -respirazione molto accelerata o difficoltosa

    – vomito

    – elevata temperatura corporea (che supera i 40 e arriva fino a 42 gradi mentre quella normale è di circa 38 gradi)

    – battito accelerato

    – difficoltà a camminare

    – mucose arrossate

    – lingua cianotica

    – crisi convulsive e al collasso.

    Di fronte a questi segnali l’animale deve essere portato il prima possibile in un centro veterinario attrezzato per essere sottoposto a una terapia mirata. Nel frattempo, come primo intervento durante il trasporto, spostare il cane all’ombra e in una zona più fresca, tamponandolo con un panno bagnato sul corpo nelle aree con meno pelo (dietro del collo, ascelle, area inguinale, orecchie, zampe). Attenzione, però, a non causare uno sbalzo termico eccessivo: per questa ragione non devono mai essere usati ghiaccio o acqua fredda per rinfrescarlo, perché si provocherebbe una vasocostrizione che rallenta il processo di raffreddamento. Non bisogna, nemmeno, forzare il cane a bere acqua: sarà il veterinario a intervenire valutando le condizioni fisiche del paziente.

  • Il bagno al gatto ed al coniglio va fatto? – Senza Linea (Comunicati Stampa)

    Il bagno al gatto ed al coniglio va fatto? – Senza Linea (Comunicati Stampa)

    Il bagno dal Toelettatore, argomento consolidato nel cane, chi suggerisce ogni mese, chi 2 volte l’anno, chi mai… e gatti e conigli? Troppo spesso girano video e foto di lunghi bagni “rilassanti”, ma saranno realmente tali?

    Quando è possibile fare il bagno a gatti e conigli?

    Gatti e Conigli sono tra gli animali più attenti alla propria “igiene” personale, in genere non dovrebbero essere lavati (se sani fisicamente e psicologicamente), è preoccupante quando uno di questi animali manifesta questa carenza, sicuramente è un segnale indicatore di disagio o una problematica seria, come l’obesità che non gli consente di pulire ogni punto del proprio corpo o dolore alla cavità orale che non consente il leccamento, per fare solo alcuni esempi.

    Sicuramente non è il toelettatore che decide se opportuno o meno lavare questi animali, ma vanno lavati esclusivamente su prescrizione ed indicazione veterinaria in casi come ad esempio patologie della cute.

    Diverso è il caso di gatti o conigli a pelo lungo per i quali si sono creati nodi o “placche” o animali che hanno vissuto un periodo di dissenteria, pertanto dove non possibile sciogliere i nodi con una facile spazzolata vanno tagliati e nel caso della diarrea potrebbe essere necessaria un bagno della zona “peri-anale”.

    Quando un neofita disinformato decide, in mancanza di queste condizioni di far lavare il proprio gatto o coniglio in quali problematiche può incorrere?

    Si tratta di specie molto diverse tra loro (basti pensare che uno è un predatore l’altro una preda), ma allo stesso tempo molto simili sul profilo psicologico: animali territoriali ed abitudinari ai quali situazioni stressanti, i cambiamenti repentini e le forti tensioni possono arrecare profonde problematiche talvolta gravi al punto da comprometterne la vita, incorrendo in problemi cardiaci o respiratori.

    Anche se va specificato che, non è tanto il bagno in se (che se fatto da un serio professionista, non dovrebbe far penetrare acqua e detergenti, che dovrebbero essere sempre quelli più indicati per quello specifico soggetto, in bocca, nel naso negli occhi e nelle orecchie), quanto ad esempio l’asciugatura con il phon che in animali facilmente soggetti al colpo di calore potrebbe aumentare eccessivamente la temperatura corporea ed andare in “fame d’aria”.

    In conclusione cosa fare quando nelle menti di noi “proprietari” fissati e perfezionisti si manifesta la sensazione che il nostro Felix o il nostro Bunny non siano abbastanza puliti?

    Sicuramente di non affidarci a negozianti e toelettatori (che, se professionali, rimanderanno gli argomenti che non sono di loro competenza al veterinario esperto), al “cugino che ne capisce” (che crea danni con le sue perle di saggezza, perchè ogni individuo è a se) o peggio, al fai da te con internet, il veterinario non deve essere consultato solo per vaccini o in casi estremi; è il detentore del benessere animale, un professionista al quale affidarsi per la quotidiana gestione psico-fisica dei nostri migliori amici!

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  • Animali domestici, proteggiamoli con una polizza – Canicatti Web Notizie

    Animali domestici, proteggiamoli con una polizza – Canicatti Web Notizie

    Chi intende o è obbligato a sottoscrivere un’assicurazione animali domestici può valutare le diverse tipologie di polizza offerte dal mercato assicurativo. Un aiuto concreto arriva dai comparatori online.

    Un animale domestico è in grado di regalare immense gioie.

    Gli amici a quattro zampe sono una compagnia ineguagliabile e offrono un mondo di affetto senza pretendere nulla in cambio.

    Ma possedere un amico pelosetto significa anche doversi sobbarcare un certo numero di responsabilità, considerando che un animale può anche essere fonte di guai soprattutto se provoca danni o disagi a terzi.

    Secondo il Codice Civile gli obblighi e gli oneri, che sono diretta conseguenza del possesso di un animale domestico, ricadono sul proprietario o di chi per esso ne ha la responsabilità in un determinato momento.

    Per saperne di più è bene leggersi le regole stabilite dall’art. 2052 del C.C.

    Polizza animali domestici: quando è obbligatorio sottoscriverla

    Può rivelarsi determinante poter disporre del livello di garanzia offerto da un’assicurazione animali domestici.

    Di fatto non esiste alcun obbligo nella sottoscrizione di una polizza animali domestici a patto che non si risulti possessori di alcune razze di cani considerati “a rischio elevato di aggressività” e per questo inseriti in uno specifico registro, di cui si occupano, aggiornandolo regolarmente, i servizi veterinari.

    A stabilire le regole è l’ordinanza del 6 agosto 2013 emanata dal Ministero della Salute (e prorogata con ordinanza del 28.8.2014).

    Tipologie diverse di polizza

    Chi intende o è obbligato a sottoscrivere un’assicurazione animali domestici può valutare le diverse tipologie di polizza offerte dal mercato assicurativo.

    Si tratta essenzialmente di scegliere un contratto destinato a tutelare dai danni, che può provocare un animale domestico, con possibili estensioni e coperture ad hoc per spese veterinarie e assistenza sanitaria nel caso di malattia dell’animale.

    Le diverse tipologie di protezione possono essere combinate in un contratto unico.

    Parliamo quindi di assicurazioni che consentono il rimborso dei danni di responsabilità civile a partire dai disagi provocati alle cose, sino al ferimento o ad altre lesioni personali a terzi, oppure di

    coperture sanitarie da acquistarsi singolarmente o integrate a piacere.

    La stipula di una polizza

    Per assicurarsi la miglior polizza animali domestici dove stipularla?

    La soluzione perfetta per garantirsi l’offerta più interessante è quella conseguente all’utilizzo dei comparatori online, che permettono di scegliere fra un ventaglio di proposte formulate ad hoc in base alle esigenze del sottoscrittore, valutando al contempo un aspetto determinante quale la convenienza della polizza.

    I comparatori, il cui utilizzo richiede pochissimi minuti ed un semplice collegamento ad internet, consentono all’utente di formulare una richiesta di preventivo in base ad esigenze specifiche.

    Richiesti i preventivi non resta che attendere l’invio delle proposte per poter scegliere quella adeguata oppure reimpostare la ricerca se non si è soddisfatti.

    I comparatori offrono la certezza d’una proposta a prezzi concorrenziali.

    Cosa valutare prima di sottoscrivere una polizza

    Prima di sottoscrivere una polizza è bene valutare le offerte proposte dalle compagnie assicuratrici, considerando soprattutto le varie clausole, le franchigie gli eventuali scoperti, così come le tutele, avendo ben chiaro a quali tipi di animale domestico sono estese e se presentano esclusioni.

    La lettura approfondita del contratto evita spiacevoli sorprese. I limiti posti a contratto infatti riducono pesantemente i vantaggi di una polizza, per questo è bene conoscere nel dettaglio le condizioni.

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  • La Casetta dei Gatti – Corriere della Sera

    La Casetta dei Gatti – Corriere della Sera

    Quand’ero adolescente, mentre io pensavo alle prime cotte e ai Duran Duran, mia madre passava molte domeniche al mese al rifugio dei cani abbandonati. Era uno dei rifugi più malmessi, che dipendeva dal buon cuore di pochi e ospitava i casi più disperati. Leshmaniosi, leptospirosi, parvovirus – lo stesso che presumibilmente colpì la mamma gatta di Milo -, e poi cimurro, rabbia, epilessia, paraplegia. C’era di tutto ed erano tantissimi. Mamma si armava di guanti usa e getta e andava. Per distribuire il cibo raccolto durante la settimana, con le donazioni e con i propri soldi; per donare il proprio tempo, donare una carezza. E quando tornava aveva sempre tante storie, di speranza e di disperazione. «Hai visto come ti ha riconosciuto, hai visto?», diceva a mio padre, commossa, quando lui l’accompagnava. Lei li avrebbe portati tutti a casa.

    Giorni fa, con la mia amica Cristina, sono andata alla Casetta dei gatti , associazione di volontariato non a scopo di lucro fondata a metà degli anni Duemila in un ex deposito per giardinieri nei pressi dell’Eur, a Roma, e oggi convenzionata con il Comune. La Casetta ha come obiettivo principale la lotta al randagismo, e ospita un centinaio di mici tra randagi, disabili, malati e abbandonati, cercando di trovar loro una casa, e tanti altri ne assiste nelle vicinanze, offrendo anche supporto e generi di prima necessità a colonie feline gestite da privati bisognosi. I volontari della Casetta sono una quindicina, a rotazione.

    È qui che un annetto fa Cristina ha adottato Coco, subito dopo la morte della Penni. Coco aveva già tre anni ed era arrivata alla Casetta dal Luneur, l’ex luna park di Roma, sito poco lontano, che prima della ristrutturazione ospitava una colonia libera. Inizialmente, Cristina e suo marito volevano un gattino piccolo, da crescere, ma la signora Anna, che li ha accolti, intuendone la sensibilità ha fatto notare loro che i gatti adulti hanno molte meno chance di trovare una casa rispetto ai cucciolini. È bastato uno sguardo, e si sono innamorati, e oggi Coco è una principessina, sorella minore di Lisi e Mini, e non lascia mai la mamma. Che differenza si può fare in una vita che ha vissuto le asprezze della strada o le ristrettezze di un gattile – che pur se ben gestito non è un ambiente naturale per un gatto, che al contrario del cane non è animale da branco.

    Il primo settore, entrando alla Casetta, è proprio quello dei cuccioli, e ti prendono il cuore. C’è Venere, piccola piccola, bellissima e color grigio chiaro, che salta da tutte le parti pretendendo attenzioni. Lei è una di quelli fortunati: è già stata adottata e andrà via entro fine mese, dopo il primo vaccino. Ma forse non lo sa, perché miagola e miagola, e ha sempre una manina, un piedino o il naso fuori dalla gabbietta, ad acciuffare il primo visitatore o volontario che passa. «Io, io», sembra che gridi, ed è determinatissima. «Accarezzami! Prendimi! Portami con te! Miao, miao». Anche Neko e Kelly, della gabbietta accanto, sono state adottate: due sorelline nere e tanto dolci di circa tre mesi. Ma ci sono anche i fratellini Semola e Merlino, della stessa età, bianchi e rossicci, e poi Harry e Meghan, così chiamati perché nati in coincidenza del matrimonio reale. Harry, bianco e nero, ha preso la mia mano e non la lascia più: lecca e fa le fusa, fa le fusa e lecca. Con la sorellina, più pudica, sono in cerca di adozione, e io non vorrei più staccarmi. Ma ci sono tanti altri gattini cui far visita. Il periodo estivo, si sa, è tempo di riproduzione e di abbandono. Alcuni cucciolini vengono portati alla Casetta anche dagli operatori ecologici dell’Ama, che a volte li trovano gettati nei cassonetti appena nati. Arrivati alla Casetta, i micetti vanno in isolamento, giusto il tempo di verificare che non abbiano qualche malattia in incubazione. E purtroppo a volte succede di perdere una vita a causa di una malattia infettiva grave. I volontari fanno tutto il possibile, e soprattutto sperano, ricacciando le lacrime.

    C’è Morgan, bellissimo e sinuoso, di colore bianco e grigio perla. Ha meno di quattro anni e la leucemia felina (Felv), ma non solo. Quand’è arrivato, racconta la signora Laura, aveva l’intestino retto espulso ed è stato operato tre volte. Vive in un’area molto piccola, in attesa che la Casetta possa costruire una zona dedicata ai mici con la Felv, un retrovirus che i gatti si passano attraverso i morsi o la saliva, che una mamma può trasmettere ai suoi cucciolini e che causa un sistema immunitario debole. Un’adozione del cuore è ciò di cui Morgan avrebbe bisogno. Qualcuno che possa seguirlo, con uno sfogo esterno come un giardinetto per il suo problema intestinale, peraltro contenuto con un’alimentazione mirata.

    Ma alla Casetta dei gatti ci sono anche Thomas e Lisetta, mici «da spremitura», come sono chiamati, perché non controllano le funzioni fisiologiche e devono essere aiutati. Quotidianamente, con manovre speciali insegnate dal veterinario. Thomas è tigrato, Lisetta è bianca e nera. Disabilità, la loro, purtroppo non rara. Dovuta spesso a traumi della colonna vertebrale seguiti a un investimento o a percosse. Alcuni di questi gatti sono incontinenti, altri vanno aiutati come Lisetta e Thomas, un po’ come si fa coi gatti cuccioli quando la mamma gatta non c’è. I volontari portano tutti i gatti dal veterinario, fanno le flebo, le iniezioni, l’Aerosol. Si può aiutare in tanti modi, spiega Laura. Con le adozioni a distanza, con le donazioni. Basta consultare la pagina Facebook alla voce “Aiutaci” per capire che serve di tutto: medicinali, cibo, antiparassitari, cucce, copertine, piatti di carta e traversine igieniche, lettiere.

    Perché, seppure rispetto a colonie gestite da privati senza sovvenzioni pubbliche la Casetta dei gatti è certo più fortunata, purtroppo, specie in estate causa emergenza cuccioli, il sostegno della pubblica amministrazione non è sufficiente. Così, la Casetta, come tante associazioni simili, si sostiene con le donazioni private, raccolte fondi e mercatini solidali. E allora è doveroso un appello. Proprio in questi giorni tantissimi di noi compilano la dichiarazione dei redditi: perché non scegliere di donare il proprio 5 x 1000 a una delle tante associazioni che si occupano di animali abbandonati?

    18 luglio 2018 (modifica il 18 luglio 2018 | 00:58)

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  • Raccolta di cibo e medicinali per il Rifugio del cane abbandonato … – Il Gazzettino di Sicilia

    Raccolta di cibo e medicinali per il Rifugio del cane abbandonato … – Il Gazzettino di Sicilia

    “Abbiamo bisogno subito di scatolette, qualsiasi marca va bene purchè siano bocconcini.
    Per favore, chi può ci aiuti”. Un messaggio che è un grido d’aiuto quello del Rifugio del cane abbandonato della Favorita, gestito dai volontari della sezione di Palermo della Lega del Cane. Dopo le ultime raccolte di cibo non sono andate come previsto il rifugio sta esaurendo le scorte e si appella alla sensibilità dei cittadini per continuare a prendersi cura dei 180 cani  che si trovano nella struttura.

    “Cari amici – si legge in un messaggio nella pagina Facebook dell’associazione – riproviamo a tornare in piazza nella speranza di recuperare per ultime raccolte andate male, i nostri magazzini delle scorte cibo sono praticamente semivuoti, questo è quello che succede quando riceviamo poche donazioni. Ogni giorno ci scervelliamo per capire cosa fare, cosa è più urgente, come risparmiare sulle spese ma il problema è che da noi non c’è nulla che non serva, niente che non sia indispensabile. Tutti i cani hanno diritto ad avere ciotole piene, chi ha delle patologie ha bisogno di mangimi specifici e farmaci, le bollette si devono pagare, i costi di gestione si devono affrontare. Noi volontari abbiamo un peso enorme sulla coscienza, 180 cani a cui pensare 365 giorni l’anno, 24 ore su 24.
    Speriamo vivamente che chiunque possa aiutare venga a trovarci o invii una donazione, il problema non è il giorno della settimana, il mese, il luogo della raccolta… la soluzione più adatta alle proprie esigenze per aiutare, si trova sempre.
    Vogliamo anche chiarire che non è la quantità o la somma che deve fermarvi, se potete donare una sola scatoletta piuttosto che un euro va benissimo comunque! La somma di tutte le donazioni alla fine della giornata farà la differenza per tutti i piccoli ospiti del Rifugio, per chi ha poco tutto è importante”.

    Venerdì 20 luglio, dalle 10.00 alle 17.00, i volontari saranno presenti con un banchetto in Piazza Unità d’Italia per raccogliere le offerte di cibo, medicinali o le donazioni. Questo il link dell’evento: https://www.facebook.com/events/230462387588869/.

    Le donazioni si possono effettuare anche direttamente al Rifugio Favorita in Viale Diana n.3, o spedendo un pacco a Rifugio del Cane Abbandonato della Favorita
    Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di Palermo , Viale Diana n.3 90146 Palermo.

    Si può effettuare anche un bonifico a:
    sezione di Palermo della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Viale Diana n°3 – 90146 Palermo
    codice IBAN: IT17E 02008 04667 000300566810
    Causale : ” Emergenza scatolette”.

    Orario di apertura al pubblico del Rifugio:
    Dal lunedì al venerdì 13-15
    Domenica e festivi 11-14

    Per info sul Rifugio, i cani, le donazioni, il volontariato e tutto quello che avete voglia di chiedere:
    TELEFONO 3405512698
    EMAIL info@legadelcane-pa.org
    SITO WEB www.legadelcane-pa.org
    https://www.facebook.com/legadelcane.palermo

  • Cani: i comportamenti che odiano nell'uomo – GreenStyle

    Cani: i comportamenti che odiano nell'uomo – GreenStyle

    Cane e uomo: un binomio perfetto, specialmente se la convivenza può contare su affiatamento, fiducia e affetto. Il quadrupede è un compagno fedele che rende migliore la quotidianità dell’umano, a cui si affida e che difende dai pericoli. Esistono però una serie di comportamenti e atteggiamenti che Fido non ama e gradisce particolarmente, che andrebbero evitati così da migliorare la sintonia di gruppo.

    Regole

    Il cane deve poter basare la sua esistenza sulla presenza di regole precise che definiscono la sua quotidianità, poche ma giuste per tracciare una linea da seguire. Sbagliato lanciare input contrastanti che possono creare confusione, come ad esempio lasciare a Fido la possibilità di salire sul letto in nostra assenza e vietargli l’accesso durante la notte. Questo produce sconcerto e frustrazione nell’animo del cane, che si sente spaesato. Un discorso simile va esteso all’assenza totale di regole, che spinge il cane a prendere il comando mostrando un atteggiamento poco gestibile e aggressivo.

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    Interazione e passeggiata

    Fido ama passeggiare e sgambare, anche per assolvere alle sue necessità fisiologiche, trascorrere troppo tempo in casa non è salutare. L’uscita deve rispettare le tempiste dell’amico che dovrà avere il tempo di annusare spazi e luoghi, così da decodificare i profumi presenti e marcando a sua volta il territorio. Anche l’interazione con gli altri cani deve sempre essere monitorata, senza forzatura alcuna per non favorire litigi e aggressività. Se Fido mostra disagio nei confronti di una situazione o di un altro cane, è giusto evitare l’approccio scegliendo un altro percorso.

    Carezze, abbracci e comportamento

    Il cane ama le coccole ma non adora sentirsi picchiettare sulla testa, in particolare se l’uomo è in piedi proteso verso l’amico assumendo involontariamente un atteggiamento di predominanza. Meglio inginocchiarsi alla sua altezza e accarezzarlo con delicatezza, permettendogli di avvicinarsi con serenità. Stop agli abbracci, che tollera solo dai bambini, perché lo mettono a disagio sentendosi intrappolato e minacciato. Inoltre è bene non fissarlo negli occhi con insistenza, per non favorire ansia, confusione e senso di minaccia.

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    Paura dei rumori forti e rassicurazioni

    Cane e bambini

    Fido non ama i rumori forti come il temporale e i fuochi d’artificio, per lui vero tormento e fonte di angoscia. Per questo è bene metterlo al sicuro lontano dalla fonte di disturbo, ma non rinchiuso da solo in un box, in una gabbia o in garage. La condizione potrebbe solo aumentare lo stato d’ansia e l’angoscia anche con esiti letali. Meglio fornire supporto emotivo, se necessario anche con prodotti naturali prescritti del veterinario, e parlare con un tono tranquillo e sereno, assumendo un atteggiamento pacifico e naturale. Fido avverte gli sbalzi d’umore del proprietario, cosa che lo confonde e destabilizza.

    Abiti e pulito

    Il cane non ama indossare abiti e accessori come se fosse una bambola, ciò incide sulla sua sicurezza personale favorendo frustrazione e snaturando il suo odore naturale. Un discorso simile vale per tessuti e abiti presenti nella vita del proprietario, il cui odore è molto rassicurante per il cane. Per questo può risultare utile affidare al cane un capo sporco prima di buttare tutto il resto in lavatrice, in questo modo l’amico si sentirà protetto anche in una casa igienicamente impeccabile.

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    Sonno e bambini

    Cane triste

    Il cane non ama essere interrotto mentre dorme, specialmente se il risveglio è brusco e improvviso, cosa che procura in lui ansia, angoscia e può produrre una reazione nervosa. Un discorso simile vale per l’ingresso in casa di un nuovo membro, come ad esempio un figlio appena nato che potrebbe apparire al cane come una minaccia. La conoscenza deve avvenire in modo graduale, magari con l’inserimento di oggetti e copertine del piccolo da far annusare a Fido così da familiarizzare. L’incontro avverrà in territorio neutrale, possibilmente fuori casa e senza forzature, così da consentire al quadrupede di valutare con calma la nuova presenza.

    17 luglio 2018

  • Massacrati 292 coccodrilli per l'uccisione di un uomo – Notizie.it

    Massacrati 292 coccodrilli per l'uccisione di un uomo – Notizie.it

    Massacrati 292 coccodrilli per l'uccisione di un uomo

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    Sono stati massacrati 292 gli esemplari di coccodrillo, barbaramente uccisi in una riserva-allevamento nel distretto di Sorong.

    Argomenti trattati

    Un massacro che la polizia non è stata in grado di impedire. Sono 292 gli esemplari di coccodrillo, barbaramente uccisi in una riserva-allevamento nel distretto di Sorong, nella Papua occidentale. Gli abitanti di un villaggio adiacente alla riserva si sono scagliati contro gli animali non appena saputa la notizia della morte di un loro compaesano, di 48 anni, sbranato dai rettili perché entrato nel loro habitat per raccogliere verdure e fasci d’erba per il suo bestiame.

    La vendetta

    Gli uomini del villaggio non hanno retto la notizia dell’uccisione di un loro compaesano ad opera dei coccodrilli. Armati di mazze, asce e vanghe, i popolani si sono avventati contro il recinto e una volta dentro la riserva si sono fatti giustizia da soli.

    La vicinanza tra gli abitanti e i rettili non era stata accolta dai primi nel migliore dei modi: la responsabile dell’agenzia nazionale indonesiana per la conservazione delle risorse naturali, Basar Manullag ha ha spiegato che l’area protetta era stata creata nel 2013 con l’obiettivo di allevare i coccodrilli di acqua salata e della Nuova Guinea, due specie sotto protezione.

    Ma una delle condizioni era proprio che la riserva non creasse disturbo alla comunità locale.

    Quando il quarantottenne si è infiltrato nel recinto non si era resoconto di essere stato puntato da uno degli esemplari, che in pochi istanti gli è stato addosso. “Un inserviente ha sentito qualcuno gridare e chiedere aiuto”, ha raccontato Manullag. Quando l’uomo ha raggiunto il recinto, ha fatto appena in tempo per vedere il coccodrillo scattare in attacco. Per la vittima non c’è stato nulla da fare. Gli inquirenti adesso stanno cercando di far luce su quanto è accaduto, le indagini sono in corso.

    Coccodrilli, una specie protetta

    Il coccodrillo della Nuova Guinea è una specie protetta, diffusa in diverse zone dell’Indocina ma estintasi in Vietnam, nel Laos e in Thailandia e la cui popolazione complessiva e’ in rapido calo. L’uccisione di animali di una specie protetta è punita in Indonesia con sanzioni pecuniarie e in alcuni casi con pene detentive.

    Il coccodrillo è per antonomasia riconosciuto come il principale rivale dello squalo nei principali film di mostri, ma, appunto, come dice il genere stesso, i rettili di Hollywood non hanno nulla a che vedere con gli animali veri e propri.

    Le pellicole che hanno rappresentato i coccodrilli come macchine di morte sono innumerevoli, tra prodotti ad alto budget e produzioni di serie Z: da Lake Placid – Il terrore corre sul lago, del 1999, a cui si sono susseguiti discutibili sequel, ai film della Asylum, nota casa di produzione americana, diventata famosa per la realizzazione di film trash o comunque di scarso valore cinematografico.

    Tuttavia, anche la cronaca non ha mancato di raccontare di coccodrilli mangia uomini. Il più famoso resta il rettile Gustave, conosciuto anche come il ‘terrore del Tanganika’. Questo serial killer a scaglie ha imperversato nel lago del Tanganika, in Africa orientale, è accusato dalle leggende popolari di aver ucciso 300 uomini. Il primo attacco di Gustave risale al 2004, la vittima si chiama Idelphonse Ndikumana, ventottenne del Burundi che aveva deciso di farsi un bagno nelle acque limpide del lago. Il suo nome compare nel lungo elenco di vittime attribuite al coccodrillo.

    I racconti

    I racconti popolari lo hanno descritto come un rettile colossale: tra i 4 e i 7 metri di lunghezza, con un peso di una tonnellata.

    Proprio per via della sua mole il coccodrillo potrebbe aver deciso di predilige prede lente e facili da cogliere nel sacco. Le cronache del tempo parlano di una vera e propria strategia: Gustave, per uccidere segue un rituale. Aspetta paziente e osserva, senza destare il minimo sospetto. Al momento giusto compare dal nulla, afferra le sue vittime, le annega nelle acque del lago e le fa letteralmente a pezzi.

    Il terrore del Tanganika non esiste più, però, perchè nel 2005, Alphonse Fofo, allora consigliere dell’Istituto per l’Ambiente e la conservazione della nature, ha annunciato la notizia che l’animale era stato catturato e ucciso, con buona pace di chi aveva intenzione di catturarlo per studiarlo. I coccodrilli mostruosi sono ormai relegati al cinema, e la furia dei cittadini del villaggio nel distretto di Sorong si è avventata su semplici animali che hanno risposto al proprio istinto di caccia. Le indagini in corso.

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