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    giorgia
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    per ricordare il xx anniversario di fondazione del club

    in italia si inizia a parlare del leonberger alla fine degli anni ‘50, quando ancora la razza era veramente rara, persino nel proprio paese d’origine.
    il primo leonberger di cui si ha memoria fu affidato da un militare tedesco, durante il ritiro della wehrmacht dall’italia, a un abitante di pieve di cadore, nel 1945.
    ma fu dante visioli di novara a importarne un primo esemplare nel 1955: cecil von bildstockle. di questo cane si innamorarono i coniugi bonazzola, di varese, che nel 1961 e 1962 importarono un paio di cani dalla germania, betty von waldfrieden e bodo von tuttlingen, e negli anni seguenti ebbero a produrre 3 cucciolate, gran parte delle quali rientrarono in germania dove c’era una maggiore richiesta di cuccioli.
    i coniugi bonazzola frequentavano di tanto in tanto le esposizioni dove il leonberger veniva però riconosciuto da pochissimi cinofili senza avere la fortuna dei molti estimatori che si era già guadagnato negli altri paesi centro europei.
    da un soggetto nato presso i signori bonazzola presero ad allevare negli anni seguenti aurelio leone a roma, con l’affisso del monte scalambra e i signori bonann,o che già allevavano riesenschnauzer con l’affisso di rocca scura.
    questi primi tempi non contribuirono, se non molto marginalmente, all’instaurarsi di un vero e proprio allevamento italiano. non esisteva che qualche sporadico amatore e la razza rimase quasi del tutto sconosciuta e praticamente assente dalle esposizioni.
    la vera stagione del leonberger in italia germoglia dunque a metà degli anni ottanta con l’arrivo di un cane nato nei pressi di leonberg nell’allevamento di heidi reichert, floran von der hexenbruecke, importato in italia da guido perosino all’inizio del 1986, seguito un anno dopo da ophelia von loh, femmina allevata da gerhard zerle.
    ophelia, capostipite dell’affisso berljon, rappresentò la molla che diede il via definitivo alla nuova stagione della razza in italia. questa imponente leonberger, ricca di personalità, potente ed elegante, fu la prima vera fattrice che attraverso una folgorante carriera espositiva, sia in italia che all’estero, ma soprattutto attraverso le sue cucciolate, ottenute in sei anni da tre diversi stalloni, diede spessore all’ allevamento di questa razza nel nostro paese imprimendovi un significato di qualità, segnandone lo stile e il gusto.
    in quegli anni, soprattutto grazie alla nascita del club italiano del leonberger, finalmente la razza iniziò dunque a ottenere i meritati riconoscimenti, conquistare spazio sulle pubblicazioni specializzate, a contare amatori ed appassionati.
    apparvero articoli su riviste importanti come “il cane che piaceva a garibaldi” su argos, oppure “le origini del leonberger” sulla rivista ufficiale dell’enci “i nostri cani”. più tardi la de vecchi di milano pubblica il primo libro monografico sulla razza “il leonberger” destinato a diventare il punto di riferimento per tutti gli amanti e gli allevatori italiani della razza.
    alcuni dei cani che avevano iniziato a frequentare i ring delle esposizioni si fecero conoscere per qualità e bellezza e iniziarono persino a imporsi all’attenzione dei grandi ring d’onore a livello internazionale. tra questi vanno ricordati soggetti di allevamento italiano come il multi best in show berljon corsaro cheops di francesca mavilla e, più recentemente, berljon matador mandarin di roberto resta, tabouc del sambro di pietro gaetani, la campionessa del mondo berljon orkidè odessa di guido perosino, berljon ulisse ueberall di samuele ermini e cani importati dall’estero come il plurititolato ikaros kalakirian’s (danimarca) di alex frediani, achat von bergischen loewen (germania) di paola bianchi e il multi best in show zeldas foxtrot (svezia). successi persino migliorati negli anni di oggi da soggetti come bobby ensson bohemia (repubblica ceca) di lucio migni (affisso del sambro) che ha ottenuto i più grandi successi della storia italiana e forse europea della razza, accumulando il maggior numero di piazzamenti in raggruppamento e nel best in show delle esposizioni internazionali mai prima realizzati, riverberati in grandi carriere di figli quali la campionessa mondiale 2006 mona lisa del sambro.
    oggi sono ormai numerosi gli allevatori e gli affissi sotto cui si alleva la razza e l’italia rappresenta uno dei paesi di maggior interesse, non tanto per la quantità di cuccioli prodotti, attestata intorno a 200 nuovi nati ogni anno, quanto per la qualità che alcuni appassionati riescono a mantenere, spesso a costo di notevoli sacrifici e grazie alle conoscenze maturate negli anni.
    il club italiano del leonberger: dalla fondazione alle spille d’oro di leonberg ai giorni attuali.
    il club italiano del leonberger venne fondato a torino il 25 marzo del 1987, su iniziativa di guido perosino.
    i soci fondatori furono: guido perosino, sonia falletti, giancarlo sambucco, patrizia valentino, valeria ferretto, roberta perosino, maria candida ortu, patrizia ortu, alberto braccioni, gianfranco juliano, che firmarono di fronte al notaio l’atto costitutivo. soci sostenitori: piergianni minelli, marisa brivio chellini, germano cagliero. il primo consiglio eletto dall’assemblea generale composta da 51 soci era così composto: guido perosino (presidente), sonia falletti (vicepresidente), ivo ferrua, piergianni minelli, maria candida ortu, patrizia ortu e giancarlo sambucco (consiglieri).
    con l’aiuto di ermanno e marisa brivio lo stesso anno venne organizzato il 1° meeting internazionale del leonberger, che ebbe anche la veste di segnare il 1° campionato sociale del club. questo raduno si tenne in occasione della esposizione internazionale di bellagio dell’ottobre 1987. fu un grande evento per tutta la cinofilia italiana, mai si erano infatti visti tanti leonberger in una nostra manifestazione; a qual tempo erano una vera rarità e praticamente sconosciuti poiché fino ad allora non si erano neppure pubblicati articoli monografici o divulgativi. l’attività promozionale dei pochissimi che fino ad allora avevano allevato qualche esemplare era stata infatti pressoché nulla. fu chiamato a inaugurare l’attività del club il principe alexander von ratibor und corvey, notissimo per i suoi leonberger allevati da sempre al castello di markroeningen, vicino a leonberg. il raduno fu un successo: tutta la cinofilia ufficiale ne parlò così come, finalmente, iniziò a riconoscere e a interessarsi della razza. quell’anno il club fece anche la richiesta di riconoscimento all’enci e venne accolto come componente ufficiale della internationale union fur leonberger hunde che si riuniva annualmente a leonberg.
    nel 1992 finalmente l’enci riconosce il club italiano del leonberger come socio collettivo prima e come società specializzata poi, approvandone in pieno il vigoroso lavoro di sviluppo della razza, le prerogative tecniche e zootecniche che lo avevano animato e permettendo così di dare una maggior consistenza alla selezione e un più alto contenuto tecnico al titolo di campione italiano di bellezza. il club nomina proprio presidente onorario la ormai anziana piera bonazzola castelli, che per prima, nel lontano 1961, aveva iniziato l’allevamento della razza nel nostro paese. piera bonazzola, pur senza portare a compimento un progetto vero e proprio di promozione e di allevamento del leonberger vi era rimasta fedele per più di 30 anni. nel luglio 1995 arrivano le dimissioni dalla presidenza di guido perosino, che era stato chiamato alla direzione generale dell’ enci. assume la funzione di presidente, per poche settimane, mario benedetto. la prima assemblea successiva riunitasi a firenze elegge, nel gennaio 1996, un nuovo consiglio direttivo che nomina presidente francesca mavilla.
    nel maggio 1996 si svolsero a leonberg i festeggiamenti ufficiali per la celebrazione del 150° anniversario di nascita ufficiale della razza. al cospetto di circa 500 invitati, tra cui i presidenti di tutti i club aderenti alla unione internazionale del leonberger, il sindaco della città di leonberg, il presidente della vdh, il presidente del dclh signor gerhard zerle, tre sole persone vennero insignite della spilla d’oro del club tedesco, tra queste due italiani: piera bonazzola castelli, “socia straniera del club tedesco, senza interruzione, da più anni” e guido perosino “per aver fondato il club italiano del leonberger e aver dato lustro alla razza nel mondo, come giudice, cinofilo, scrittore”. la spilla d’oro è il massimo riconoscimento del club tedesco riservato ai cinofili che più si sono distinti nella tutela, studio e promozione della razza. la consegna fatta a due italiani, tanto più nel 150° anniversario della razza stessa, è il massimo riconoscimento anche per la attività del giovane club italiano.
    nel 1997 in seguito alla morte di piera bonazzola viene nominato presidente onorario del club guido perosino, fondatore e forte punto di riferimento per la razza, apprezzato e considerato in tutto il mondo come uno dei suoi massimi esperti.
    negli stessi anni, soprattutto grazie all’apporto tecnico di lucio migni, che collabora attivamente nella sua qualità di zootecnico, il club si evidenzia per l’organizzazione di incontri di formazione per i soci, dedicati alla salute dei cani, ai problemi del parto e della sfera riproduttiva, alla displasia dell’anca e del gomito. in particolare lucio migni e guido perosino misero a punto la prima versione delle prove di attitudine all’allevamento (paa), che si sono poi dimostrate un importante strumento si selezione zootecnica, persino mutuata da altri club all’estero, fino a divenire parte integrante dell’attuale riproduzione selezionata.
    speciale attenzione è stata infine rivolta al lavoro del cane in particolare nel salvataggio in acqua. si sono costituiti più gruppi dediti a questa disciplina e il club ha regolarmente organizzato corsi di avvicinamento e corsi più avanzati di salvataggio.
    nel febbraio 2003 l’assemblea del club elegge un nuovo consiglio direttivo di cui diventa presidente lucio migni, zootecnico, giudice internazionale della razza, apprezzato da tutti per le grandi doti di equilibrio e la profonda conoscenza del cane e dell’allevamento.
    nei primi mesi di attività il consiglio organizza un importante campionato sociale ad assisi, emana i definitivi regolamenti interni del club nonché le linee guida per l’allevamento, definisce e promulga l’importantissimo codice deontologico degli allevatori e approva il nuovo statuto dell’associazione, per consolidare le basi di un futuro proficuo miglioramento della razza.
    i tre anni di attività di lucio migni sono caratterizzati da un grande interesse per gli aspetti tecnici e per la diffusione della cultura del “miglioramento della razza”. negli ultimi mesi del mandato lucio migni rimette mano ad una nuova versione, aggiornata e di più alto livello delle prove di attitudine all’allevamento.
    nel febbraio 2006 si svolge l’assemblea generale dei soci del club che rinnova il consiglio direttivo. alla presidenza viene eletta wanna bressa.
    la vita del club è poco dopo funestata dalla prematura scomparsa di lucio migni; lascia un ricordo indelebile in tutti gli amanti del leonberger che lo rimpiangeranno come profondo esperto della razza, uomo di grandi doti tecniche ma anche ricco di umanità e dedizione: senza ombra di dubbio l’unico presidente che in soli tre anni aveva saputo farsi apprezzare da tutti senza riserve.
    l’enci nello stesso anno emana i nuovi protocolli che danno vita alla tanto attesa “riproduzione selezionata”, ovvero la prima vera e propria forma di selezione zootecnica cui sono state ammesse un certo numero di razze che, attraverso le proprie commissioni tecniche, avevano presentato degli schemi di selezione approvati dalla commissione tecnica centrale dell’enci e dal ministero dell’agricoltura. tra queste il leonberger che ha così visto riconosciuto il grande sforzo di aver guardato alla cinofilia non solo come hobby domenicale ma come responsabilità verso l’allevamento ed il miglioramento delle razze canine. le paa diventano pertanto l’elemento caratterizzante la selezione nel leonberger ponendo l’italia all’avanguardia delle tecniche di selezione del cane.
    dopo appena un anno wanna bressa lascia il proprio incarico nel club e alla presidenza viene eletta stefania bonati, forte di un’ottima esperienza di allevatore e di una lunga militanza nel club sviluppata con competenza soprattutto nei tre anni in cui ha lavorato al fianco di lucio migni come consigliere responsabile delle prove di attitudine all’allevamento.
    il 12 e 13 maggio 2007 a tuoro sul trasimeno, oltre al tradizionale campionato sociale si sono tenute, con grande successo di pubblico e di soci, le celebrazioni per festeggiare il xx anniversario della fondazione del club italiano del leonberger alla presenza di numerose autorità, delegazioni straniere e di amatori giunti da germania, svizzera, francia, olanda, stati uniti d’america, russia, svezia e regno unito.

    (testo tratto dalla pubblicazione ufficiale redatta dal cil in occasione del proprio ventennale, integrato per”i nostri cani” da stefania bonati)

    a cura di
    stefania bonati

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