ForumCani Forum Educazione Come educarli CATTIVI PADRONI CATTIVI CANI

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    giorgia
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    una recente ricerca ha confermato che la decisione di acquistare o adottare un cane è strettamente correlata al desiderio di avere un “cane da compagnia”. le motivazioni intrinseche possono essere giustificate dal tentativo di alleviare la solitudine; dal prendersi cura di un essere vivente; dall’essere attratti dall’aspetto morfologico, e via dicendo. il concetto non cambia: la maggior parte delle persone prende un cane non per la funzione per la quale è stato selezionato ma affinché svolga il ruolo più antico del mondo: condividere la vita con l’uomo.

    l’arrivo di un cane in famiglia comporta un vero e proprio cambiamento dell’andamento di vita quotidiano. le variabili da mettere in conto sono numerose, ma ci limiteremo a citare quelle fondamentali: l’esperienza; le aspettative; il tempo a disposizione; la conformazione del nucleo familiare; la logistica della casa; la presenza di altri animali; l’aspetto economico; l’educazione da impartire.

    l’esperienza è un fattore determinante ma non sempre riesce a sopperire del tutto a nuove situazioni come il cambio di razza, di taglia o di sesso; inoltre anche all’interno di una stessa razza esistono le soggettività e troppo spesso le persone pretendono di replicarne al massimo le caratteristiche comportamentali.

    le aspettative nei confronti del nuovo arrivato sono spesso cariche di incertezze, di euforie, di scarsa conoscenza e le delusioni possono essere repentine. il tempo a disposizione è un elemento fondamentale per attivare tutte le cure di cui il cane ha bisogno, in primis l’evitare la solitudine, infatti è stato oramai appurato che diverse patologie, come ansia e depressione, possono essere causate dall’isolamento.

    un altro aspetto correlato al tempo è il bisogno di attività fisica di cui ogni cane necessita ma che, certamente, aumenta in relazione alla taglia e al tipo di razza. anche la tipologia familiare ha le sue specifiche poiché un conto è avere a che fare con una persona, un altro è rapportarsi a più componenti: se ognuno di questi mette in atto atteggiamenti differenti nei confronti del cane, a lui non resterà altro da fare che cercare di adeguarsi con risultati deleteri per il suo equilibrio mentale e debite conseguenze.

    lo stesso discorso vale per la presenza di altri animali ai quali il cane dovrebbe essere abituato in maniera graduale, attraverso un percorso di integrazione che non sempre ha una risultanza positiva. la logistica della casa ha una rilevanza evidente: abitare in un appartamento comporta obblighi quotidiani per le uscite; avere un giardino a disposizione è senz’altro d’aiuto ma di certo non risolve tutti i compiti perché ai cani piace esplorare e dopo un po’ il giardino diventa un territorio consumato dalla conoscenza. la questione che riguarda il terrazzo è troppo spesso fraintesa, se i cani vivono lo spazio come una restrizione, non faranno nient’altro che abbaiare e grattare la porta d’accesso all’abitazione; il terrazzo funziona bene quando il cane ha la possibilità di entrare e uscire a suo piacimento, per esempio attraverso una gattaiola.

    l’aspetto economico incide sul bilancio familiare poiché, oltre al mantenimento, il cane ha bisogno di cure veterinarie e di altre spese che possono riguardare la toelettatura, l’educazione, la pensione in caso di vacanze.

    l’ultima delle variabili precedentemente elencate è la più importante, determinante, essenziale per la buona riuscita dell’intera convivenza familiare, e stiamo parlando di educazione, ovvero, di un pilastro che regge la relazione con l’uomo e senza il quale l’intesa non avviene, non si realizza, non si sviluppa. ed è bene chiarire subito che l’educazione deve essere continuativa, protratta nel tempo, adeguata alle situazioni, nel rispetto della sensibilità del cane che ha diritto ad una vita serena e dignitosa.
    educare significa guidare, formare, ma anche rendere idonei allo svolgimento di certe funzioni e questo concetto ben si adatta ai cani. scegliere, fra le circa quattrocento razze disponibili, un cane da compagnia, non è facile perché ogni razza possiede particolari caratteristiche, che non sempre raccontano di disponibilità al ruolo preteso o immaginato dal proprietario.
    ci sono razze la cui storia non ha mai contemplato una stretta vicinanza con l’ambiente urbano ma che hanno sviluppato la loro esperienza su altipiani e pascoli infiniti a curare le greggi e a difenderle dai predatori; ce ne sono altre che sono state selezionate per difendere il territorio dagli intrusi a due zampe e che non amano farsi manipolare.
    certo, la selezione recente ha preso in considerazione correnti di sangue che garantiscono, oltre all’aspetto morfologico, anche un certo equilibrio psicologico ma tant’è che non sempre il compromesso dà i risultati sperati. e allora rimane il problema della scelta del cane giusto al posto giusto e della sua educazione per una corretta convivenza. gli atteggiamenti da mettere in atto sono apparentemente semplici, tra i fondamentali: coerenza, pazienza e autorevolezza.
    attraverso un comportamento coerente, si gettano le basi per una relazione basata sulla fiducia reciproca che consente al cane di non disorientarsi in un ambiente nuovo che è ancora tutto da esplorare. la pazienza è parte integrante della relazione poiché non tutti i cani reagiscono allo stesso modo alle richieste ambientali ed è necessario capire se il cane ha recepito la richiesta in maniera corretta. un atteggiamento autorevole consiste nel mettere in atto strategie volte a permettere al cane di integrarsi nell’ambiente, rispettando regole essenziali al buon funzionamento del rapporto. le regole fanno parte del vivere quotidiano e sono spesso riferite ad atteggiamenti apparentemente minimali quali per esempio il corretto svolgimento delle minzioni; il rispetto dell’arredamento; gli orari della somministrazione del cibo; una corretta condotta la guinzaglio; le regole del gioco. attraverso il rispetto delle regole, il cane cresce ben orientato, impara a maneggiare correttamente l’ambiente e a interagire con esso. capita spesso che le regole vengano infrante dall’uomo che, per pigrizia, disattenzione o quant’altro, tende ad assumere un comportamento incoerente se non addirittura destabilizzante per il cane.
    un esempio classico è quello di concedere più del dovuto nelle prime settimane di convivenza: consentire al cane di maneggiare l’ambiente a suo piacimento è un errore madornale dato che i tentativi di farlo rientrare nei ranghi sono faticosi e non sempre vanno a buon fine. si tende sempre a sottovalutare l’intelligenza e l’attenzione che i cuccioli pongono nell’osservazione di tutto ciò che li circonda senza tenere in debito conto che il loro lavoro è quello di esplorare, di conoscere, di maneggiare tutto ciò che li circonda.
    se l’uomo non incanala queste energie nella giusta direzione il rischio è quello di far crescere un soggetto anarchico, prepotente o semplicemente disorientato con tutte le conseguenze che ne possono derivare. l’educazione di un cane è un processo di adeguamento continuativo all’ambiente che lo circonda. senza l’aiuto dell’uomo il cane non potrebbe integrarsi in maniera consona a una serena convivenza; se gli viene impedito di imparare non gli resterà altro da fare che “arrangiarsi” per meglio adeguarsi alle richieste di sopravvivenza sociale e relazionale.
    e allora, viene proprio da dire: cattivi padroni, cattivi cani e, troppo spesso, la metafora si trasforma in tragedia.

    renata fossati
    http://www.fossatirenata.it

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