Chiunque condivida la sua vita con una animale domestico, che sia esso gatto, cane o canarino, sa bene quanto dolorosa possa essere la sua perdita. Peggio ancora di una naturale dipartita dell’animale, può essere solo la sua spontanea e deliberata fuga da noi e da quell’ambiente che lo ha accolto e lo ospita che noi pensiamo essere caldo e confortevole. Fino al 13 aprile al Teatro Quirino va in scena Qualche volta scappano, una divertente commedia francese, adattata, diretta e interpretata da Pino Quartullo che, insieme a Rosita Celentano e Attilio Fontana, porta sul palcoscenico la questione su come il fortissimo rapporto che si instaura con il proprio animale domestico riesca molto spesso a cambiare le nostre abitudini, il modo di percepire le relazioni sociali e persino la vita, in un rapporto di vera e propria dipendenza. Non del cane nei confronti suo padrone, ma dell’uomo nei confronti dell’animale.

Qualche volta scappanoQualche volta scappano, tratto dalla commedia Toutou dei due autori d’Oltralpe Agnès e Daniel Bess, racconta dei due coniugi Alessandro e Marzia che, in una sera come tante altre, sono sconvolti da un episodio improvviso e inaspettato: la fuga del loro amato barboncino Toutou. Durante l’abituale passeggiata serale, il cane decide di non rientrare a casa con il suo padrone come d’abitudine, lasciando la coppia in preda al panico più totale, tormentati dagli assillanti interrogativi sui possibili motivi della sua fuga: forse è stanco dei soliti croccantini? E se magari si fosse offeso per essere stato troppo sgridato? Fatto sta che la sua assenza, unita all’arrivo dell’amico Paolo (Attilio Fontana) che ne approfitta per sfogare tutta la sua intolleranza nei confronti del piccolo barboncino, innesca una serie di esplosivi meccanismi che rivelano un rapporto di coppia (forse) in crisi, fatto di non detti, di segreti del passato, di due persone che proiettano sull’animale domestico tutti propri vuoti affettivi. Sarà proprio l’amico Paolo a rivelarsi una figura chiave per lo svolgersi di tutta la vicenda, fino al positivo e rasserenante epilogo.

Una drammaturgia dinamica e divertente, con tanto di stacchetti musicali ballati e cantati dai protagonisti, che fa riflettere lo spettatore su come la presenza di un animale in casa riempia le nostre vite e le renda migliori, ma anche su come l’atteggiamento nei confronti dei nostri amici a quattro zampe qualche volta arrivi a rasentare il ridicolo e la morbosità, ovvero nei casi in cui questi si considerano umanizzati, dei veri e propri figli e compagni di vita da amare, coccolare, viziare, educare, fotografare e, troppe volte, sostituire ad altri essere umani.

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@vale_gallinari

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