Categoria: Rettili

  • Le Cure: pitone scappa da appartamento e va in casa dei vicini – FirenzeToday

    Le Cure: pitone scappa da appartamento e va in casa dei vicini – FirenzeToday

    Girando per casa si è trovata di fronte niente meno che un pitone. Deve essere stato un bello spavento per la vicina di casa di un appassionato di rettili che teneva in una teca del suo appartamento di via Berchet, poco distante dal cavalcavia ferroviario delle Cure, un esemplare di pitone.

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    La donna ha chiamato i vigili del fuoco, che sono intervenuti per recuperare il rettile, lungo circa un metro. L’esemplare è stato poi riconsegnato al legittimo proprietario, con la speranza che questa volta ne abbia maggiore cura. Per la donna per fortuna solo tanto spavento, ma nessuna conseguenza. Anche se, forse, le prossime notti si addormenterà con un po’ più di apprensione.

  • Stasera in tv su Italia 1: “Godzilla” di Roland Emmerich – Cineblog.it (Blog)

    Stasera in tv su Italia 1: “Godzilla” di Roland Emmerich – Cineblog.it (Blog)

    Italia 1 stasera propone “Godzilla”, film fantascientifico del 1998 diretto da Roland Emmerich (Independence Day) e interpretato da Matthew Broderick, Jean Reno e Maria Pitillo.

     

    Cast e personaggi

    Matthew Broderick: dottor Niko Tatopoulos
    Jean Reno: Philippe Roaché
    Maria Pitillo: Audrey Timmonds
    Hank Azaria: Victor ‘Animal’ Palotti
    Kevin Dunn: colonnello Hicks
    Michael Lerner: sindaco Ebert
    Harry Shearer: Charles Caiman
    Arabella Field: Lucy Palotti
    Vicki Lewis: dottor Elsie Chapman
    Doug Savant: sergente O’Neil
    Malcolm Danare: dottor Mendel Craven
    Lorry Goldman: Gene
    Christian Aubert: Jean-Luc
    Philippe Bergeron: Jean-Claude
    Frank Bruynbroek: Jean-Pierre

    Doppiatori italiani

    Sandro Acerbo: dottor Niko Tatopoulos
    Jacques Peyrac: Philippe Roaché
    Giovanna Martinuzzi: Audrey Timmonds
    Francesco Pannofino: Victor ‘Animal’ Palotti
    Angelo Nicotra: colonnello Hicks
    Giorgio Lopez: sindaco Ebert
    Antonio Sanna: Charles Caiman
    Anna Cesareni: Lucy Palotti
    Pinella Dragani: dottor Elsie Chapman
    Roberto Certomà: sergente O’Neil

     

    La trama

    Dopo un incipit che ci mostra gli esperimenti nucleari del governo francese nei pressi si alcuni isolotti polinesiani, scopriremo che un gigantesco rettile figlio di quegli esperimenti, e mutazione genetica decisamente abnorme, sta seguendo un percorso che sembra portarlo dritto dritto verso la città di New York.

    Sulle sue tracce un agente dei servizi segreti francesi Philippe Roachè (Jean Reno), l’esercito degli Stati Uniti e un team di scienziati tra i quali Niko Tatopoulous (Matthew Broderick) esperto di mutazioni da radiazioni, che ben presto capirà che la minaccia che ha di fronte è piu gigantesca e letale di qualsiasi cosa abbia mai studiato.

    Infatti giunto a New York il nostro Godzilla, come lo ha nel frattempo soprannominato l’unico sopravvissuto ad un devastante naufragio causato dal mostro al largo delle coste giapponesi, semina distruzione e panico in quel di Manhattan, mentre l’esercito tenta invano di abbatterlo irritando ulteriormente l’animale che reagirà amplificando la devastazione.

    Solo in un secondo momento Tatopoulos capirà che Godzilla sta proteggendo la sua prole pronta a nascere da alcune uova che la creatura ha deposto tra le macerie della stazione del Madison Square Garden, diventata nel fratempo un gigantesco nido che verrà scovato da Roachè, Tatopoulos ed un’intraprendente giornalista televisiva, proprio nel momento in cui tutte le uova si stanno schiudendo liberando un’orda di famelici e letali mini-godzilla.

     

    Il nostro commento

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    Il regista Roland Emmerich si cimenta nuovamente con materia da disaster-movie e dopo Independence Day aggiunge alla contaminazione sci-fi anche un’icona del monster-movie made in Japan, americanizzando il mostrone giapponese Godzilla, rappresentazione nipponica degli orrori e i pericoli del nucleare e attualizzandolo donandogli una connotazione alla Jurassic Park e sfornando un pocorn-movie all’ennesima potenza.

    Il problema di fondo della pellicola di Emmerich è che dopo aver goduto nei primi minuti dei fasti della CG con l’ennesima e catartica devastazione della Grande Mela, si comincia a percepire l’eccessiva lunghezza della pellicola causa un fastidioso ripetersi di ridondanti scene action e devastanti passeggiate in notturna della creatura, che dopo un po’ perdono di efficacia, problema dovuto in parte anche alla poca cura dedicata ai comprimari umani che rimangono troppo ai margini e Broderick a parte, tutti privi del giusto appeal.

    Le lacune della pellicola si accentuano nel paragone con il recente reboot di Gareth Edwards, con l’epico Pacific Rim di Guillermo del Toro e nel passaggio dal grande schermo alla visione casalinga, in cui si perde in parte l’appeal e l’impatto visivo degli effetti speciali, mostrando ulteriormente i motivi che non hanno trasformato la pellicola di Emmerich in qualcosa di memorabile; troppi i richiami ai dinosauri di Spielberg e un’indigestione di distruzione e CG, insomma tecnicamente ineccepibile, a tratti coinvolgente, ma senza una vera anima che vada oltre l’effetto speciale.

     

    Curiosità

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    – Il film è un remake americano del film giapponese Godzilla del 1954 diretto da Ishirō Honda.

    – Il film oltre ad aver vinto due Razzie Awards su cinque nomination (peggior remake o sequel e peggior attrice non protagonista a Maria Pitillo), ha vinto anche un Saturn Award per i migliori effetti speciali.

    – Roland Emmerich ha ammesso che non gli piaceva il Godzilla originale e di aver accettato il progetto solo dopo che gli fu data piena libertà creativa.

    – I fan dell’originale che non hanno per nulla apprezzato questo remake hanno coniato un soprannome per distinguere questo film dall’originale: G.I.N.O., che è l’acronimo di “Godzilla in Name Only / Godzilla solo di nome”, indicando così la loro avversione per il film.

    – I piani originali prevedevano due sequel, ma viste le critiche negative e la reazione die fan i piani sono stati accantonati.

    – A metà di una proiezione, Kenpachirô Satsuma, attore giapponese che ha interpretato i film di Godzilla dal 1985 al 1995, uscì dalla sala affermando: “Non è Godzilla. Non ne ha lo spirito.”

    – Questo Godzilla fa parte del mito ufficiale Gojira della Toho ed è stato ribattezzato “Zilla” in Giappone. Nel film del 2004 “Godzilla Final Wars”, Zilla è uno dei mostri controllati dagli alieni per distruggere la terra, ma viene facilmente eliminato da Godzilla in una sorta di affermazione di potere del vero e unico “Re dei mostri” giapponese.

    – Il primo teaser trailer del film ha fatto il suo debutto nei cinema un anno prima che il film uscisse nelle sale. Il trailer conteneva un’inquadratura della mastodontica zampa di Godzilla che attraversa il tetto di un museo per frantumare uno scheletro di T-Rex. Questa scena costata 600.000$ è stata tagliata dalla versione finale del film.

    – Il Sindaco Ebert e il suo assistente Gene sono parodie dei critici cinematografici Roger Ebert e del suo collega Gene Siskel. Questo in risposta alle recensioni negative del duo ai precedenti film di Emmerich, Stargate (1994) e Independence Day (1996). I due critici entrambi scomparsi (Siskel nel 1999 e Ebert nel 2013) non hanno apprezzato la citazione nel film con Siskel che ha definito la cosa “meschina” eleggendo con Ebert il film come uno dei loro peggiori titoli del 1998.

    -C’era abbastanza vernice utilizzata per il film da dipingere l’intero Golden Gate Bridge.

    – Il ruolo principale è stato scritto appositamente per Matthew Broderick, l’attore ha firmato per il film senza leggere una sceneggiatura completa.

    – La sceneggiatura originale e il design di Godzilla in origine erano molto diversi da quello che poi si vedrà nel film. La sceneggiatura aveva un Godzilla come un mostruoso rettile rimasto ibernato per migliaia di anni, che al momento del suo risveglio incontrava e combatteva un mostro alieno mutaforma chiamato “Il Grifone”. Entrambe le creature erano state progettate da Stan Winston e il film doveva essere diretto da Jan de Bont. Al ritiro di De Bont (che alla fine girò Twister), a causa di vincoli di budget, Roland Emmerich e lo sceneggiatore Dean Devlin sono stati assunti e hanno modificato lo script per adattarlo al budget che lo studio aveva offerto per il film.

    – Il poliziotto visto durante l’arrivo di Godzilla è lo stesso poliziotto (interpretato dallo stesso attore) visto improvvisamente lasciare la sua auto di pattuglia nel bel mezzo di un incrocio in Independence Day.

    – Una serie animata chiamata Godzilla: The Series (1998) che ha continuato la trama del film è stata realizzata. Nella serie Tatopoulos scopre accidentalmente l’uovo che è sopravvissuto alla distruzione del nido. La creatura alla sua nascita vede per primo Nick credendolo il suo genitore.

    – La combinazione di colori di Godzilla è basata sull’ambiente urbano di New York in modo che il mostro sarebbe stato in grado di fondersi con l’ambiente circostante.

    – 2.000 pesci di polistirolo sono stati realizzati per creare la gigantescapila di pesci servita come esca.

    – La prima sequenza degli elicotteri da caccia Apache AH64 che inseguono Godzilla attraverso le strade sono un omaggio a L’Impero colpisce ancora (1980) come le frasi in codice pronunciate dai piloti, pronunciate da Luke Skywalker in Star Wars.

    – Quando questo remake moderno fu concepito nel 1990 a James Cameron era stata inizialmente offerta la possibilità di dirigere. Quando passò la mano, ci fu Tim Burton collegato al progetto per alcuni anni, anche il nome di Joe Johnston venne fatto per qualche tempo. Paul Verhoeven aveva intenzione di dirigere, ma anche lui passò la mano. Poi arrivò Jan de Bont ma il suo budget per il film, stimato in 150 milioni di dollari, era superiore a quello che lo studio era disposto a pagare.

    – (A circa 1 ora 40 minuti) Una piccola statua di un alieno da Independence Day è visibile nella cabina di trasmissione al Madison Square Garden.

    – Per i set è stato usato abbastanza legname da poterci costruire 50 case.

    – Il nome del personaggio di Matthew Broderick è Dott. Niko Tatopoulos, il nome del progettista e supervisore del design di Godzilla è Patrick Tatopoulos.

    – Toho Co. Ltd., lo studio cinematografico giapponese che possiede i diritti per Godzilla, ha dato il suo consenso per una versione americana, ma solo se lo studio statunitense accettava di seguire alcune linee guida in modo che il film riuscisse a “catturare lo spirito di Godzilla “; sia lo script che il design della creatura sono stati immediatamente approvati e secondo Patrick Tatopoulos i membri della Toho Co. Ltd. sono stati colpiti dai suoi disegni del progetto definitivo.

    – In un’intervista lo sceneggiatore Dean Devlin si è preso la colpa per alcune mancanze del film, affermando che quando il budget è stato improvvisamente aumentato e gli aspetti produttivi sono stati ampliati, è stato così sopraffatto dai suoi doveri di produttore che ha trascurato di affinare le parti del copione che aveva sempre pensato di aggiornare.

    – Patrick Tatopoulos, che ha progettato il nuovo Godzilla, afferma che il look della creatura mescola elementi di vari rettili; Inoltre ha voluto che la creatura fosse imponente e ispirasse rispetto. A tal fine è stato ispirato dal personaggio di Shere-Kan presente in Il libro della giungla; la tigre aveva un mento evidente e Tatopoulos ha applicato questa caratteristica per il suo design, prendendo quela caratteristica è aggiungendovi alcuni elementi tipici dei draghi. Ha anche dato alla creatura spalle e mani umanoidi, molto simili alle caratteristiche incluse nel progetto originale.

    – Una linea di action figures è stata prodotta in concomitanza con l’uscita del film da una società chiamata Trendmasters. La serie ha originariamente venduto bene, anche se l’interesse dei consumatori è scemato rapidamente una volta che il film ha debuttato nella sale cinematografiche, tanto che i negozi sono rimasti con un eccesso di scorte di giocattoli indesiderati. A causa di questo i negozi hanno annullato i loro ordini con la Trendmasters della successiva nuova linea di toys e action figures basate sulla serie animata Godzilla: The Series del fumetto, un crollo delle vendite che alla fine ha spinto la società al fallimento.

    – In risposta alla reazione offesa degli spettatori giapponesi di fronte ad una rivisitazione americana del “loro” mostro, un portavoce della Toho, Masahiko Suzuki, ha considerato tale reazione ipocrita, aggiungendo che i giapponesi avevano criticato aspramente anche il film originale di Godzilla quando uscì nelle sale.

    – Tutte le immagini dei test nucleari all’inizio del film sono americane, non francesi. La maggior parte delle detonazioni mostrate sono avvenute nel Pacifico presso gli atolli di Bikini e Eniwetak delle Isole Marshall.

    – Toho Studios ha dato ai creatori americani un dossier di 75 pagine di quello che potevano e non potevano fare con il personaggio di Godzilla. Ciò includeva le seguenti regole:

    – Godzilla non può mangiare persone, solo pesce

    – Deve avere tre file di pinne dorsali

    – né più né meno di tre dita sui suoi piedi e quattro dita sulle mani

    – non può essere ridicolizzato

    – Non può morire nel film

    Quasi tutti questi punti sono stati disattesi e secondo Patrick Tatopoulos le uniche istruzioni specifiche che Roland Emmerich gli aveva dato era la richiesta che Godzilla fosse in grado muoversi in maniera incredibilmente veloce.

    – Un tornado ha interrotto le riprese a Jersey City il 6 maggio 1997. La troupe è riuscita ad ottenere alcuni filmati del disastro.

    – Ted Elliott e Terry Rossio hanno ricevuto crediti parziali per la scrittura del film, nonostante il fatto che la loro sceneggiatura è stata totalmente abbandonata quando Roland Emmerich è salito a bordo.

    . Roland Emmerich è stato assunto all’inizio del 1996 perché ha promesso di dirigere il film con un budget di meno di 100 milioni di dollari, che era molto meno rispetto al budget precedente che altri registi avevano richiesto. Tuttavia dopo il successo al box-office conseguito da Emmerich con Independence Day il budget è stato aumentato fino a 130 milioni di dollari.

    – Lo sceneggiatore Dean Devlin ha difeso in maniera aggressiva il film su vari forum di internet a volte mandando letteralmente al diavolo i fan di Godzilla che attaccavano il film. Il forum ufficiale di Godzilla è stato chiuso poco dopo a causa di tutte queste discussioni ritenute troppo accese. Anni dopo Devlin ha ammesso di riconoscere i difetti del film e si è scusato con i fan in varie interviste.

    – Nelle versioni precedenti il mostro aveva un potere chiamato “Respiro atomico”, la capacità di soffiare via quasi tutto con un solo respiro. A causa di una protesta da parte dei fan che volevano che anche il nuovo Godzilla fruisse del suo caratteristico respiro atomico, questo è stato cambiato con una sorta di gas combustibile che la creatura poteva liberare dalla sua bocca che se innescato in aria imitava il famoso respiro atomico dell’originale.

    – In una intervista con la rivista Empire, Roland Emmerich ha ammesso che all’epoca voleva fare un film catastrofico su una meteora piuttosto che un film di Godzilla. Tuttavia Armageddon – Giudizio finale (1998) e Deep Impact (1998) erano già stati realizzati, così ha diretto questo film.

    – Il film è stato concepito come il primo capitolo di una trilogia, con lo studio giapponese Toho che ha messo il franchise in attesa fino al 2005, anno in cui ci si attendeva che la trilogia americana prodotta da Sony sarebbe stata completata. Il fallimento di questo film ha fatto si che entrambe le aziende modificassero radicalmente i loro piani. Sony ha caldeggiato per un po’ l’idea di un reboot totale con un Godzilla ridisegnato. Toho nel frattempo ha prodotto il film low-budget Gojira ni-sen mireniamu (1999), nel tentativo di riportare il “vero” Godzilla sugli schermi con il film che è stato successivamente rilasciato negli Stati Uniti, così da preparare il pubblico al reboot americano. Purtroppo Godzilla aveva così poco appeal che la Sony ha scartato l’idea di fare un reboot e Toho ha continuato a sfornare altri a titoli low-budget su base annua, che hanno portato anche gli spettatori giapponesi ad una saturazione. Così nel 2004 il franchise è stato messo in stand-by e ci è rimasto per 10 anni.

    – Il co-sceneggiatore e produttore Dean Devlin ha ammesso il falllimento del remake Godzilla in un’intervista dove ha sostenuto che era stato un fan del personaggio fin dall’infanzia. In un’intervista del 2014 ha detto che due più grandi difetti della sceneggiatura erano che Godzilla non era stato gestito come un personaggio, ma un semplice animale e che le storie legate al background dei personaggi umani sono state spiegate troppo tardi nel film, quando ormai gli spettatori avevano già preso una decisione su di loro. Tuttavia anche se si è preso la colpa per gli errori dello script, Devlin pensa che l’odio contro il film sia stato gonfiato a dismisura.

    – 35 tonnellate di acciaio sono state usate per costruire i set.

    – Il film doveva essere il grande debutto cinematografico dell’attrice Maria Pitillo che invece ha ricevuto il suo primo Razzie Award come peggior attrice non protagonista e ha smesso di ricevere offerte per ruoli in film alcuni anni dopo.

    – Il mostro originariamente avrebbe avuto la possibilità di cambiare il colore come un camaleonte.

    – Il film costato 139 milioni di dollari ne ha incassati worldwide circa 379.

     

    La colonna sonora

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    – Le musiche originali dle film sono di David Arnold compositore britannico noto per aevr musicato 5 film di James Bond (Il domani non muore mai, Il mondo non basta, La morte può attendere, Casino Royale e Quantum of Solace). Arnold torna a collaborare con il regista Roland Emmerich dopo aver musicato Stargate e Independence Day.

    – La colonna sonora include brani di The Wallflowers, Jamiroquai, Puff Daddy e Foo Fighters.

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    1. The Wallflowers – Heroes
    2. Jamiroquai – Deeper Underground (Radio Edit)
    3. Puff Daddy featuring Jimmy Page – Come with Me
    4. Rage Against the Machine – No Shelter
    5. Ben Folds Five – Air
    6. Days of the New – Running Knees
    7. Michael Penn – Macy Day Parade
    8. Fuel – Walk The Sky
    9. Foo Fighters – A320
    10. Silverchair – Untitled
    11. Green Day – Brain Stew” (The Godzilla Remix)
    12. Fuzzbubble – Out There
    13. Joey DeLuxe – Undercover

    Opening Titles – David Arnold:

    Puff Daddy featuring Jimmy Page – Come with Me:

    Jamiroquai – Deeper Underground:

     

    Clip e video

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    Fpnte: IMDB / Wikipedia

  • Cos’è e cosa fa una guardia forestale – SocialPost

    Cos’è e cosa fa una guardia forestale – SocialPost

    Il Corpo Forestale dello Stato, fondato il 15 ottobre del 1822, è una forza di polizia (formata da circa 8.500 unità) concentrata sulla salvaguardia dei beni naturali e paesaggistici, sulla prevenzione e sulla repressione dei reati ambientali e agroalimentari. Vediamo quali sono i principali compiti e come diventare guardia forestale.

    Innanzitutto la Guardia Forestale si occupa della difesa dei boschi dagli incendi, sia come prevenzione che come spegnimento e arresto degli incendiari.

    Il Corpo Forestale presidia e difende l’ambiente rurale e montano (bosco, suolo, risorse idriche,…) e svolge il ruolo di primo intervento in caso di emergenza in loco (calamità naturali, ricerca di persone scomparse, soccorso alpino, etc.); per questo compito, si trova nell’ambito della Protezione Civile. Le Guardie Forestali di questa divisione si occupano di monitorare i territori innevati, di prevedere i pericoli valanga, di vigilare e di soccorrere chi pratica sport invernali sulle piste da sci, di aggiornare la cartografia e la banca dati meteonivometrica.

    I nuclei di controllo CITES effettuano controlli sul commercio internazionale delle specie di fauna e di flora minacciate di estinzione e dei loro derivati(ad esempio mammiferi, uccelli e rettili riprodotti in cattività; manufatti in avorio, in pelle di rettile, in tessuti o pellicce pregiati; legname delle foreste tropicali, etc.).

    Altro compito fondamentale delle Guardie Forestali è quello di contrastare la criminalità, le frodi e la contraffazione dei beni di qualità nell’ambito della salute umana e del comparto agroalimentare; si occupano, inoltre, di tutti i reati connessi all’inquinamento ambientale, al traffico illecito e allo smaltimento illegale dei rifiuti (discariche e sversamenti non a norma, inquinamento falde acquifere,…).

    Più in generale, il Corpo Forestale si adopera per la tutela del paesaggio (contro per esempio l’abusivismo edilizio), dell’acqua, dell’aria, della fauna e della flora, per la prevenzione e la repressione dei reati contro gli animali, per la sorveglianza dei Parchi, delle Aree Naturali Protette e delle 130 Riserve Naturali dello Stato (dove segue attività di ricerca, di conservazione e di educazione ambientale). Svolge anche i compiti di polizia venatoria per soffocare il fenomeno del bracconaggio, di polizia giudiziaria garantendo ordine, sicurezza e soccorso pubblici.
    Per l’esecuzione delle sue molteplici funzioni, il Corpo Forestale impiega il servizio cinofilo (negli interventi di protezione civile, ricerca e soccorso di persone), il servizio a cavallo (per la sorveglianza dei boschi e delle aree di interesse naturalistico) e del servizio nautico (per la tutela degli ecosistemi costieri, marini, fluviali e lacustri).

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  • Quando gli alligatori escono dai sentieri battuti… – Bluewin

    Quando gli alligatori escono dai sentieri battuti… – Bluewin

    Il rettile, inizialmente sopravvissuto alla sua piccola fuga, è poi morto un giorno dopo la sua cattura, senza una ragione apparente. Per il momento, la provenienza dell’alligatore resta un enigma.

    Simpatici per alcuni, spaventosi per altri, gli alligatori fanno sempre più spesso irruzione nei luoghi più insoliti, anche in Europa.

    A volte, sono lasciati deliberatamente nel bel mezzo della civiltà, come testimoniano le immagini della nostra galleria.

  • India, coccodrillo la trascina dentro il fiume: lei si salva colpendolo … – Il Messaggero

    India, coccodrillo la trascina dentro il fiume: lei si salva colpendolo … – Il Messaggero

    Un’impresa al limite dell’impossibile. Eppure Sabitri Samal, casalinga di 37 anni, ha mostrato un coraggio esemplare quando si è ritrovata a lottare con un coccodrillo per salvare la sua vita sulle rive del fiume che sfiora la periferia di Singiri, villaggio dell’India orientale.

    Venerdì Sabitri si era recata sulle sponde del torrente per lavare alcuni utensili da cucina quando è stata attaccata dal rettile: «Non ho mai saputo che ci fossero coccodrilli nella nostra zona, nessuno di noi ne aveva mai avvistato uno in passato – ha raccontato dal suo letto d’ospedale la donna al giornale The Hindu – L’attacco è stato così improvviso che ho avuto poco tempo per reagire. Una pentola in alluminio e un mestolo mi hanno salvato da morte certa. Il rettile si è avventato su di me e mi ha trascinato in acqua. Solo allora ho iniziato a colpirlo sulla fronte e sugli occhi, e a quel punto l’animale lentamente ha lasciato la presa. Ho agito di impulso ma continuavo a pensare che mi avrebbe divorato. È stata una fuga miracolosa».

    Per adesso Samal rimane in ospedale sotto osservazione e il dipartimento forestale ha fatto sapere che sosterrà i costi per le sue cure. L’incidente è avvenuto nel distretto di Kedrapara al di fuori di un parco nazionale, il Bhitarkanika National Park, ricco di mangrovie, che sono l’habitat ideale di questi rettili. Negli ultimi due mesi, nella stessa zona, due residenti sono stati uccisi dai coccodrilli e altri sette feriti. Le autorità forestali accusano la gente del posto di avventurarsi nei fiumi infestati dai coccodrilli senza prendere alcuna precauzione.

  • L’arma segreta del dente del T. Rex – Scienze Fanpage

    L’arma segreta del dente del T. Rex – Scienze Fanpage

    Per diversi milioni di anni tiranneggiò sulla superficie terrestre, terrorizzando le sventurate creature che incontrava lungo il suo cammino: al pari di altri celebri teropodi “killer” storici, il Tirannosaurus Rex doveva il suo grande successo a quella dentatura fortissima, specializzata nel distruggere la carne e nel masticare le ossa degli altri grandi rettili. Ma quei denti, strettamente serrati, non avevano soltanto delle punte aguzze, simili a quelle di un seghetto, che tagliavano qualunque cosa: essi erano infatti strutturati in un modo tale da aumentare la potenza e migliorare la funzionalità della vorace masticazione dei predatori. In che modo? Lo spiegano i ricercatori Kirstin Brink e Robert Reisz della University of Toronto Mississauga in un articolo pubblicato da Nature Scientific Reports.

    Il T. Rex e i sui fratelli

    I campioni dentali provenienti da otto carnivori teropodi disseminati in diversi musei del territorio – tra cui il T. Rex, l’Allosauro, il Celofisio e il Gorgosauro – sono stati analizzati dagli scienziati ricorrendo ad un microscopio elettronico a scansione, estremamente potente, e ad un sincrotrone, ossia un acceleratore di particelle che può essere usato come un microscopio in grado di rilevare la composizione chimica delle sostanze.

    Denti seghettati in profondità

    È stato così possibile osservare in maniera dettagliata quella struttura seghettata, scoprendo che caratterizzava i denti anche in profondità: tale caratteristica distingue i teropodi dagli altri animali carnivori ed ha, senza dubbio, costituito un fattore fondamentale perché questi animali prosperassero sulla Terra per circa 165 milioni di anni. L’aspetto decisamente interessante è che questa caratteristica non si sviluppava in risposta alle abitudini predatorie dei terapodi ma era diffusa sia tra gli esemplari giovanissimi sia tra quelli più anziani; e, evidentemente, rendeva il T. Rex e i suoi parenti ancora più efficienti di quanto ipotizzato fino ad oggi nello gestire le proprie prede.

    L’erede del T. Rex

    Il periodo dei grandi rettili – si sa – si è concluso circa 65 milioni di anni fa, ragion per cui quei terrificanti bestioni ci sono noti soltanto attraverso le loro fattezze ossee (anche se c’è chi coltiva il sogno di riportare in vita i dinosauri). Ma – hanno spiegato i ricercatori – esiste una creatura terrestre tutt’ora vivente, e altrettanto spaventosa, che conserva nei propri denti la stessa caratteristica dei terapodi: si tratta del Varanus komodoensis, meglio noto come drago di Komodo.

    Profilo del drago di Komodo

    in foto: Profilo del drago di Komodo

    Questo rettile, diffuso in alcune isole indonesiane, ha dimensioni ragguardevoli (può raggiungere fino ai 3 metri di lunghezza) e fama decisamente sinistra: alcune ricerche degli ultimi anni avrebbero già evidenziato che potrebbe essere una specie rappresentante di quelle creature che si estinsero con la fine del Cretaceo. In effetti, oggi, il drago di Komodo domina decisamente nei territori insulari in cui vive: anche se la riduzione del suo areale ha portato l’IUCN ha includerlo tra le specie vulnerabili.

  • Fossile di serpente con 4 zampe, mostra un’origine terrestre di … – IN DIES

    Fossile di serpente con 4 zampe, mostra un’origine terrestre di … – IN DIES

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    La scoperta in Brasile di un fossile di serpente con quattro zampe suggerisce che gli antenati di questi rettili avevano un’origine terrestre e non acquatica, secondo uno studio pubblicato sulla rivista americana Science.

    Questa nuova specie, chiamata Tetrapodophis amplectus e vivente all’inizio del Cretaceo, in un periodo compreso tra 146 e 100 milioni di anni fa, presenta molti tratti fisiologici simili a quelli dei serpenti moderni, come il muso corto, il cranio allungato, la mascella molto flessibile per ingoiare le prede di grandi dimensioni.

    Il rettile con quattro zampe aveva anche una struttura spinale simile a quella dei suoi discendenti moderni che permette loro di avere un’estrema flessibilità, necessaria per soffocare la preda stringendola.

    La sola differenza tra il Tetrapodophis e i serpenti moderni sono le quattro zampe che, a quanto pare, non erano utilizzate dai primi per spostarsi, ma piuttosto per afferrare le prede o durante l’accoppiamento.

    Gli autori di questo studio pubblicato su Science hanno anche notato l’assenza, nel Tetrapodophis, della coda lunga tipica dei rettili acquatici, come gli alligatori, cosa che rafforza l’ipotesi che certi serpenti non abbiano antenati acquatici e non siano discendenti da essi.

    Batterie più longeva con l’elettrodo che si autoripara

    Dune a forma di V su Marte

    N103B: trovati i resti dell’esplosione di una supernova particolare

    Bill Gates finanzia il preservativo del futuro

    Lo smog ha distrutto tonnellate di colture alimentari in India

    Curiosity ha fotografato una piramide su Marte

  • Gli antenati dei serpenti avevano quattro zampe – Focus.it – Focus

    Gli antenati dei serpenti avevano quattro zampe – Focus.it – Focus

    I serpenti preistorici erano predatori terrestri muniti di zampe: lo sostiene uno studio pubblicato su Science, dov’è descritto in dettaglio uno straordinario fossile di Tetrapodophis amplectus, una specie vissuta circa 110 milioni di anni fa: lungo l’impronta dello scheletro sono a un certo punto evidenti quattro minuscoli arti, che secondo i ricercatori non servivano già più per la locomozione.

    Il fossile del Tetrapodophis amplectus. | Dave Martill/University of Portsmouth

    Una storia curiosa. Il capo della ricerca David Martill ha raccontato che il reperto (scoperto in Brasile) si trovava nel museo di Solnhofen, in Germania, dov’era «parte di un’ampia esposizione di fossili del periodo Cretaceo: ma nessuno aveva colto la sua importanza», ha spiegato il paleontologo. «Quando l’ho visto ho capito che si trattava di un esemplare incredibilmente importante.»

    Le piccole zampe posteriori del rettile. | Dave Martill/University of Portsmouth

    Caratteristiche. Lo scheletro sinuoso, che misura 19,5 centimetri, conta 272 vertebre e due paia di zampe lunghe meno di un centimetro. All’altezza dello stomaco si vedono i resti dell’ultimo pasto, un piccolo vertebrato che dimostra le abitudini carnivore del rettile.

    Come ha evidenziato Nick Longrich, coautore dello studio, le appendici erano ormai inadatte a camminare, ma sarebbe sbagliato liquidarle come semplici organi vestigiali. Le dita affusolate farebbero infatti pensare a  strutture altamente specializzate, usate forse per afferrare e stringere le prede.

    Tra lucertole e serpenti. Nonostante di recente fossero già emerse prove che gli antenati dei serpenti moderni avessero almeno due zampe posteriori, è la prima volta che gli scienziati si trovano di fronte a un fossile con quattro arti. Questo rafforzerebbe l’ipotesi, molto dibattuta, secondo cui i rettili striscianti non arriverebbero dal mare, ma sarebbero un’evoluzione di un’ancestrale lucertola terrestre.

    Non tutti sono però concordi nel classificare il T. amplectus come un possibile anello di congiunzione tra le due specie. Michael Caldwell, paleontologo presso Università di Alberta (Canada), ha ad esempio dichiarato che diverse caratteristiche della colonna vertebrale non giustificano l’inserimento dell’esemplare nell’albero evolutivo dei serpenti.  «Penso che il campione sia importante, ma non so ancora dire che cosa sia.»

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  • Sì, l’antenato dei serpenti viveva sulla terraferma | Galileo – Galileo (Comunicati Stampa) (Blog)

    Sì, l’antenato dei serpenti viveva sulla terraferma | Galileo – Galileo (Comunicati Stampa) (Blog)

    Arrivano altre prove a conferma che i lontani parenti dei serpenti fossero degli abitanti della terraferma (vedi Galileo: “Che aspetto avevano i primi serpenti”). La scoperta di un fossile con quattro zampe (lo sapevamo) di un progenitore dei serpenti, rinvenuto nella Formazione Crato in Brasile, è la prova che questo rettile si sia evoluto da antenati che abitavano la terraferma. Grazie ad un’analisi genetica e morfologica, questo unico esemplare ci fornisce così un quadro più chiaro di come avvenne l’evoluzione fino ai moderni rettili striscianti.

    Tetrapodophis amplectus – così è stato riobattezzato il fossile – visse durante il Cretaceo inferiore (tra i 146 e i 100 milioni di anni fa) e conserva molte delle caratteristiche che i serpenti di oggi presentano, come il muso corto, una scatola cranica e un corpo molto lunghi, le squame, le due zanne, e una mascella molto snodata per ingoiare prede anche di grandi dimensioni. Inoltre il fossile ha una caratteristica struttura delle vertebre, tipica dei serpenti moderni, che permette loro di avere un’estrema flessibilità per trattenere meglio la preda.

    La principale differenza di Tetrapodophis amplectus con i serpenti moderni è la presenza dei quattro arti. Questi non sembrerebbero essere stati utilizzati per la locomozione, anzi: le dita esterne più brevi e il secondo dito allungato suggeriscono che gli arti fossero usati principalmente per afferrare e catturare la preda e per tenere meglio il compagno durante l’accoppiamento. Inoltre dall’analisi risulta evidente come questo organismo era privo di una coda lunga e una compressione laterale del corpo, tipica di molti organismi marini, suggerendo così che i serpenti non si siano evoluti da antenati che vivevano nelle acque, ma appunto terrestri, forse addirittura scavatori.

    Riferimenti: Science Doi: 10.1126/science.aaa9208

    Credits immagine: Julius T. Cstonyi

  • I VVF di Putignano recuperano un pitone in un appartamento di … – Putignano Informatissimo

    I VVF di Putignano recuperano un pitone in un appartamento di … – Putignano Informatissimo

    Il rettile di oltre un metro e mezzo forse era nascosto in casa da giorni. In corso le indagini per scoprirne la provenienza

    Un risveglio piuttosto brusco quello di una famiglia di Monopoli venerdì mattina, in una appartamento al sesto piano di una palazzina ubicata in una zona centrale della cittadina. Un grosso serpente dalle particolari striature metalliche si aggirava furtivo in cucina.

    Alla sconvolgente scoperta gli occupanti dell’appartamento non sapendo come comportarsi, né se il rettile fosse o meno pericoloso,  hanno deciso allertare i Vigili del Fuoco affinché provvedessero ad immobilizzarlo.

    Solo all’arrivo dei pompieri del distaccamento di Putignano, turno D, guidati dal cse Stasolla, si è potuto stabilire che in realtà trattavasi addirittura un pitone, per via della testa grossa, distinta dal corpo e denti a forma di uncino, con gli occhi piccoli e le pupille verticali.

    Il pitone, che comunque non è velenoso, si era rintanato proprio sotto la cucina, ma questo non ha impedito ai Vigili del fuoco di catturarlo e metterlo in sicurezza, fino all’arrivo di erpetologo castellanese Nicola Nitti, che lo ha preso in consegna per gli adempimenti e alla profilassi di rito. L’animale è stato infatti assicurato presso un centro faunistico specializzato, in attesa di comprendere peraltro da dove possa essere arrivato.

    Dato che il ritrovamento è stato fatto in un appartamento del centro di Monopoli al sesto piano, si sospetta che possa trattarsi di un esemplare detenuto da qualche appassionato, fuggito dalla teca di un privato.

    Secondo i Vigili del Fuoco, il ritrovamento di animali esotici risulta un fenomeno sempre più frequente soprattutto nel periodo estivo. Come per gli animali d’affezione, infatti, anche i rettili vengono spesso abbandonati.  Della questione è stato investito anche il comando di Polizia Municipale del luogo.