I serpenti preistorici erano predatori terrestri muniti di zampe: lo sostiene uno studio pubblicato su Science, dov’è descritto in dettaglio uno straordinario fossile di Tetrapodophis amplectus, una specie vissuta circa 110 milioni di anni fa: lungo l’impronta dello scheletro sono a un certo punto evidenti quattro minuscoli arti, che secondo i ricercatori non servivano già più per la locomozione.

Il fossile del Tetrapodophis amplectus. | Dave Martill/University of Portsmouth

Una storia curiosa. Il capo della ricerca David Martill ha raccontato che il reperto (scoperto in Brasile) si trovava nel museo di Solnhofen, in Germania, dov’era «parte di un’ampia esposizione di fossili del periodo Cretaceo: ma nessuno aveva colto la sua importanza», ha spiegato il paleontologo. «Quando l’ho visto ho capito che si trattava di un esemplare incredibilmente importante.»

Le piccole zampe posteriori del rettile. | Dave Martill/University of Portsmouth

Caratteristiche. Lo scheletro sinuoso, che misura 19,5 centimetri, conta 272 vertebre e due paia di zampe lunghe meno di un centimetro. All’altezza dello stomaco si vedono i resti dell’ultimo pasto, un piccolo vertebrato che dimostra le abitudini carnivore del rettile.

Come ha evidenziato Nick Longrich, coautore dello studio, le appendici erano ormai inadatte a camminare, ma sarebbe sbagliato liquidarle come semplici organi vestigiali. Le dita affusolate farebbero infatti pensare a  strutture altamente specializzate, usate forse per afferrare e stringere le prede.

Tra lucertole e serpenti. Nonostante di recente fossero già emerse prove che gli antenati dei serpenti moderni avessero almeno due zampe posteriori, è la prima volta che gli scienziati si trovano di fronte a un fossile con quattro arti. Questo rafforzerebbe l’ipotesi, molto dibattuta, secondo cui i rettili striscianti non arriverebbero dal mare, ma sarebbero un’evoluzione di un’ancestrale lucertola terrestre.

Non tutti sono però concordi nel classificare il T. amplectus come un possibile anello di congiunzione tra le due specie. Michael Caldwell, paleontologo presso Università di Alberta (Canada), ha ad esempio dichiarato che diverse caratteristiche della colonna vertebrale non giustificano l’inserimento dell’esemplare nell’albero evolutivo dei serpenti.  «Penso che il campione sia importante, ma non so ancora dire che cosa sia.»

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