Una fatalità, ma anche una grave sottovalutazione dei rischi: una 21enne cinese ha perso la vita dopo essere stata morsa da un serpente che aveva acquistato online.
La giovane, residente nella provincia dello Shaanxi, aveva comperato il rettile per produrre del vino di serpente, riferisce l’agenzia Nuova Cina, un prodotto che si crede abbia proprietà curative. Il decesso risale a martedì 17 luglio, giorni dopo il morso da parte del bungaro fasciato, il cui veleno non le ha lasciato scampo.
Il serpente è stato venduto da un venditore della provincia meridionale del Guandong e consegnato da un corriere, che ignorava il contenuto del pacco. La vendita online di rettili e altri animali selvatici sarebbe illegale in Cina ma casi di questo genere sono tutt’altro che sporadici.
Il liquore che la giovane voleva produrre è un rimedio, diffuso nella medicina tradizionale cinese, che avrebbe un effetto ricostituente. In pratica consiste nel lasciar macerare un serpente, meglio se velenoso, in un recipiente pieno d’alcol. Dopo aver morso la 21enne il rettile è riuscito a fuggire, salvo essere riacciuffato a poca distanza.
Categoria: Rettili
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Compra online un serpente velenoso: viene morso e muore | Globalist – Globalist.it
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Compra online un serpente velenoso: viene morso e muore – Globalist.it
Una fatalità, ma anche una grave sottovalutazione dei rischi: una 21enne cinese ha perso la vita dopo essere stata morsa da un serpente che aveva acquistato online.
La giovane, residente nella provincia dello Shaanxi, aveva comperato il rettile per produrre del vino di serpente, riferisce l’agenzia Nuova Cina, un prodotto che si crede abbia proprietà curative. Il decesso risale a martedì 17 luglio, giorni dopo il morso da parte del bungaro fasciato, il cui veleno non le ha lasciato scampo.
Il serpente è stato venduto da un venditore della provincia meridionale del Guandong e consegnato da un corriere, che ignorava il contenuto del pacco. La vendita online di rettili e altri animali selvatici sarebbe illegale in Cina ma casi di questo genere sono tutt’altro che sporadici.
Il liquore che la giovane voleva produrre è un rimedio, diffuso nella medicina tradizionale cinese, che avrebbe un effetto ricostituente. In pratica consiste nel lasciar macerare un serpente, meglio se velenoso, in un recipiente pieno d’alcol. Dopo aver morso la 21enne il rettile è riuscito a fuggire, salvo essere riacciuffato a poca distanza. -
Morsa dal serpente che aveva acquistato online, morta 21enne – tio.ch
CINA
23.07.2018 – 19:20
La giovane voleva produrre una bevanda usata nella medicina tradizionale, che si crede abbia proprietà rivitalizzanti
PECHINO – Una 21enne cinese ha perso la vita dopo essere stata morsa da un serpente che aveva acquistato online.
La giovane, residente nella provincia dello Shaanxi, aveva comperato il rettile per produrre del vino di serpente, riferisce l’agenzia Nuova Cina, un prodotto che si crede abbia proprietà curative. Il decesso risale a martedì 17 luglio, giorni dopo il morso da parte del bungaro fasciato, il cui veleno non le ha lasciato scampo.
Il serpente è stato venduto da un venditore della provincia meridionale del Guandong e consegnato da un corriere, che ignorava il contenuto del pacco. La vendita online di rettili e altri animali selvatici sarebbe illegale in Cina ma casi di questo genere sono tutt’altro che sporadici.
Il liquore che la giovane voleva produrre è un rimedio, diffuso nella medicina tradizionale cinese, che avrebbe un effetto ricostituente. In pratica consiste nel lasciar macerare un serpente, meglio se velenoso, in un recipiente pieno d’alcol. Dopo aver morso la 21enne il rettile è riuscito a fuggire, salvo essere riacciuffato a poca distanza.
THAILANDIA
6 mesi
Lindsay Lohan morsa da un serpente
71 %
CINA
3 anni
Cuoco taglia la testa al cobra, muore per il morso del rettile
46 %
serpente
21enne
acquistato online
giovane
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Il serpente dal becco killer – National Geographic Italia
I serpenti marini sono l’equivalente, per i rettili, dei cetacei per i mammiferi: animali che, malgrado la loro origine terrestre, hanno fatto dell’acqua il loro unico ambiente. Questi rettili marini, come i cetacei, non tornano mai a terra: cacciano in acqua, dormono in acqua e si riproducono in acqua. Il problema delle uova lo avevano risolto già prima di diventare acquatici, poiché sono tutti ovovivipari, partoriscono vivi sino a 30 serpentelli, già piuttosto grandi.
Uno dei serpenti marini più comuni è il serpente di mare col becco (Enhydrina schistosa) detto così per via della bocca che sembra un becco di tartaruga. Un altro dei suoi nomi è valakadyn, una parola tamil che significa mordi-rete, perché spesso viene pescato per errore. Ed è un problema, visto che questo serpente è tra i più velenosi al mondo: bastano 1,5 milligrammi del suo veleno per uccidere un uomo, e di solito inietta molto più della dose letale. Si tratta inoltre, al contrario degli altri serpenti marini, di una specie molto aggressiva e imprevedibile, che non esita ad attaccare alla minima provocazione, anche se non ha i denti adatti: sono piccoli e rivolti all’indietro e per avvelenare
deve prendere in bocca e masticare la preda, ma non esita ad addentare le dita o le mani. Quasi il 90% delle fatalità legate ai serpenti marini sono da collegarsi a questa specie.
Il veleno di questo serpente è un cocktail di 18 tossine molto potenti, e sono presenti neurotossine e miotossine che causano paralisi e distruzione dei muscoli. Se non si interviene immediatamente con un siero la morte avviene per paralisi respiratoria. Curiosamente, una delle prede preferite dal serpente col becco sono i pesci palla, le cui carni sono ancora più velenose delle tossine dei serpenti stessi, che però sono del tutto immuni alla tetrodotossina dei pesci palla, motivo per cui sono studiati dal punto di vista tossicologico.
L’areale di questa specie, non a rischio, si estende dal golfo di Oman all’Australia. Non è impossibile che con i cambiamenti climatici si possa espandere verso nord, nel Mar Rosso, e di lì nel Mediterraneo, come hanno già fatto i pesci palla, ormai in espansione rapida nei nostri mari.
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Vipere al parco, Comune: “La situazione non richiede interventi … – BolognaToday
Una bambina morsa da una vipera mentre gioca sull’altalena in un parco poco fuori città: questa la denuncia di una mamma, di qualche giorno fa, che ha scaturito timori e curiosità intorno alla possibile presenza di questi rettili in luoghi per certi versi inaspettati. Dopo l’approfondimento medico fatto con il direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, che ha spiegato come comportarsi in casi analoghi, la vicenda è stata affrontata anche in Consiglio Comunale (durante il Question Time), dopo che i consiglieri Elena Foresti (Movimento 5 stelle), Umberto Bosco (Lega Nord) e Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) hanno chiesto all’assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi spiegazioni in merito ai fatti: «Dalla relazione ricevuta dall’Azienda ospedaliera Sant’Orsola risulta che la bimba sia arriva al Pronto Soccorso con la madre per ‘sospetto morso di vipera al braccio destro’ – ha risposto l’asessore – Si sono osservati due punti di inoculo distanti circa 1 cm con comparsa successivamente di dolore, edema ed eritema».
Comune: «Terremo comunque monitorata la situazione»
«La bimba – continua l’Barigazzi – non ha presentato sintomi sistemici. E’ stato contattato il centro antiveleni di Pavia che ha consigliato prelievo ematico, ECG, monitoraggio edema, reperimento del siero antivipera ed eventualmente farmaci sintomatici. E’ stato nuovamente contattato il centro antiveleni che ha consigliato la prosecuzione dell’osservazione per almeno 24 ore. Le successive rivalutazioni cliniche hanno confermato le buone condizioni cliniche generali e di idratazione. E’ stato concordato con il centro antiveleni di Pavia il proseguimento dell’osservazione fino alle 36 ore e, dopo conferma delle buone condizioni cliniche generali, è stata confermata la dimissione. Durante il ricovero non si è verificata la necessita della somministrazione del siero antivipera».
Dal Comune, inoltre, precisano che terranno “comunque monitorata la situazione”, anche se “non sono arrivate ulteriori segnalazioni o registrati altri casi”. E quindi per l’amministrazione “al momento la situazione non richiede interventi particolari oltre alla semplice manutenzione del verde”.
L’esperto di rettili: Vipere in città? facciamo chiarezza
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Il piccolo serpente del Cretaceo trovato nell'ambra – National Geographic Italia
Un esemplare di serpente appena nato risalente a 99 milioni di anni fa, dotato di un apparato scheletrico in uno stato straordinario di preservazione, è il primo del suo genere a essere stato mai ritrovato fossilizzato nell’ambra del Myanmar. Il fossile, descritto in un articolo pubblicato di recente su Science Advances, è anche il più antico serpente noto proveniente da un ambiente boschivo.
Secondo quanto affermato da Lida Xing, esploratore National Geographic della China University of Geosciences, responsabile dello studio, la nuova specie di serpente, Xiaophis myanmarensis, è probabilmente imparentata con alcuni gruppi attuali di serpenti del sud-est asiatico, fra cui i cilindrofidi e i serpenti arcobaleno.
“Nessuno ha mai visto un fossile di serpente appena nato, ed è davvero sorprendente averne trovato uno vecchio quasi cento milioni di anni”, afferma Michael Caldwell, esperto di rettili fossili dell’Università di Alberta a Edmont, Canada, e uno degli autori dello studio.
“Nonè chiaro se questi antichi serpenti partorissero i piccoli vivi e già formati, cosa comune nei serpenti attuali, oppure si riproducessero tramite la deposizione di uova. Ma in base alle dimensioni e allo stadio di sviluppo, è possibile dire che si trattava di un esemplare appena nato”, prosegue. “Non sono in grado di dire se l’uovo si sia rotto accidentalmente oppure si sia schiuso naturalmente prima di essere inglobato nella goccia di ambra”.
Nel passato si è trovata evidenza fossile che i serpenti predavano i dinosauri.
Un altro frammento di ambra, anch’esso recuperato dalle miniere del Myanmar (in passato nota come Birmania), contiene un frammento di pelle di serpente con strisce chiare e scure sulle squame, che potrebbe provenire da un esemplare adulto di Xiaophis o da un’altra specie di rettile risalente allo stesso periodo.
I ricercatori non sono in grado di dire con certezza se si tratta di pelle di serpente, ma le dimensioni, la forma e la disposizione delle squame suggeriscono che lo sia. Se fosse davvero così, si tratterebbe del primo frammento di pelle di serpente mai scoperto nell’ambra.
“Le squame sono simili a quelle di un serpente o di una lucertola, disposte in file diagonali. In questo particolare esemplare, fra i tratti distintivi che lo rendono più simile a un serpente ci sono le squame a forma di diamante”, spiega Caldwell. “Caratteristiche che non si ritrovano, invece, nella maggior parte delle lucertole”.Uno sguardo ravvicinato alla pelle mostra le squame e una certa pigmentazione. Fotografia per gentile concessione di Ryan Mckellar, Royal Saskatchewan Museum
Scansionare il fossile
Nei ricchi giacimenti di ambra dello Stato Kachin, nella parte settentrionale del Myanmar, erano stati rinvenuti fossili di uccelli in un buono stato di conservazione, le più antiche rane della foresta pluviale, antiche zecche succhia-sangue e persino una coda di dinosauro piumato.
Xing afferma di aver acquistato il campione di pelle oggetto del nuovo studio per conto del Dexu Institute of Paleontology a Chaozhou, in Cina, da un mercante di fossili birmano che credeva si trattasse di pelle di coccodrillo.
Il secondo campione – inizialmente scambiato per un centopiedi o un millepiedi – è giunto alla sua attenzione nell’estate di quello stesso anno. La sua vera identità è stata confermata grazie alle avanzate tecnologie di scansione a raggi X applicate presso il Synchrotron Radiation Facility di Shanghai, che hanno permesso al team di ricerca di creare dettagliati modelli in 3D dell’anatomia interna del fossile.
Con la sua lunghezza di cinque centimetri e le sue piccole dimensioni, il serpente è difficile da osservare con chiarezza a occhio nudo. Ma le scansioni a raggi X hanno permesso al gruppo di ricerca di studiare attentamente la forma e la posizione delle sue ossa, incluse le 97 vertebre.
Sulla base di questi dati, sembra che questo antico rettile sia simile ad altri serpenti noti che vivevano nel supercontinente del Gondwana, risalente al Cretacico superiore. Ciò potrebbe suggerire – sostiene Caldwell – che il territorio che è poi diventato il Myanmar si sia precedentemente separato dagli altri continenti meridionali, come Australia, Africa e India, prima di scontrarsi con l’attuale Asia.
Il piccolo fossile presenta anche alcune caratteristiche che non sono più presenti nelle specie attuali – spiega Caldwell – come gli speroni a forma di V sulla parte inferiore delle vertebre della coda. Gli speroni probabilmente proteggevano un’arteria presente in corrispondenza della coda e potrebbero anche essere stati utili per garantire ai serpenti la stabilità quando iniziarono a evolversi in animali privi di arti.
“Non esistono serpenti, in un buono stato di conservazione, che siano più antichi di questo”, commenta John Scanlon, paleontologo alla University of New South Wales di Sydney, in Australia. Inoltre, mentre i fossili di lucertola sono abbondanti nei continenti settentrionali che un tempo costituivano il supercontinente Laurasia, quelli di serpenti risultano molto rari.
“Esiste per la verità un certo numero di serpenti fossili ben conservati che hanno pressappoco la stessa età, ma provengono da giacimenti marini nel Mediterraneo e si pensa che appartengano a specie acquatiche. Xiaophis proviene chiaramente da un ambiente terrestre e assomiglia a serpenti terrestri, in particolare ai serpenti scavatori”, precisa lo studioso.
Il piccolo di serpente è privo di cranio, elemento che avrebbe fornito molte più informazioni sull’ecologia di questi animali, sugli habitat in cui si alimentavano e sulle relazioni con gli altri serpenti, osserva Scanlon. Tuttavia, trovare un serpente nell’ambra birmana suggerisce che probabilmente c’è ancora altro da scoprire e da studiare, aggiunge.
“Dovremmo certamente continuare a cercare, non solo nell’ambra, ma anche in Mongolia e in altri luoghi che i ‘parenti’ di Xiaophis potrebbero aver raggiunto via terra”. -
Massacrati 292 coccodrilli per l'uccisione di un uomo – Notizie.it
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Sono stati massacrati 292 gli esemplari di coccodrillo, barbaramente uccisi in una riserva-allevamento nel distretto di Sorong.
Argomenti trattati
Un massacro che la polizia non è stata in grado di impedire. Sono 292 gli esemplari di coccodrillo, barbaramente uccisi in una riserva-allevamento nel distretto di Sorong, nella Papua occidentale. Gli abitanti di un villaggio adiacente alla riserva si sono scagliati contro gli animali non appena saputa la notizia della morte di un loro compaesano, di 48 anni, sbranato dai rettili perché entrato nel loro habitat per raccogliere verdure e fasci d’erba per il suo bestiame.
La vendetta
Gli uomini del villaggio non hanno retto la notizia dell’uccisione di un loro compaesano ad opera dei coccodrilli. Armati di mazze, asce e vanghe, i popolani si sono avventati contro il recinto e una volta dentro la riserva si sono fatti giustizia da soli.
La vicinanza tra gli abitanti e i rettili non era stata accolta dai primi nel migliore dei modi: la responsabile dell’agenzia nazionale indonesiana per la conservazione delle risorse naturali, Basar Manullag ha ha spiegato che l’area protetta era stata creata nel 2013 con l’obiettivo di allevare i coccodrilli di acqua salata e della Nuova Guinea, due specie sotto protezione.
Ma una delle condizioni era proprio che la riserva non creasse disturbo alla comunità locale.
Quando il quarantottenne si è infiltrato nel recinto non si era resoconto di essere stato puntato da uno degli esemplari, che in pochi istanti gli è stato addosso. “Un inserviente ha sentito qualcuno gridare e chiedere aiuto”, ha raccontato Manullag. Quando l’uomo ha raggiunto il recinto, ha fatto appena in tempo per vedere il coccodrillo scattare in attacco. Per la vittima non c’è stato nulla da fare. Gli inquirenti adesso stanno cercando di far luce su quanto è accaduto, le indagini sono in corso.
Coccodrilli, una specie protetta
Il coccodrillo della Nuova Guinea è una specie protetta, diffusa in diverse zone dell’Indocina ma estintasi in Vietnam, nel Laos e in Thailandia e la cui popolazione complessiva e’ in rapido calo. L’uccisione di animali di una specie protetta è punita in Indonesia con sanzioni pecuniarie e in alcuni casi con pene detentive.
Il coccodrillo è per antonomasia riconosciuto come il principale rivale dello squalo nei principali film di mostri, ma, appunto, come dice il genere stesso, i rettili di Hollywood non hanno nulla a che vedere con gli animali veri e propri.
Le pellicole che hanno rappresentato i coccodrilli come macchine di morte sono innumerevoli, tra prodotti ad alto budget e produzioni di serie Z: da Lake Placid – Il terrore corre sul lago, del 1999, a cui si sono susseguiti discutibili sequel, ai film della Asylum, nota casa di produzione americana, diventata famosa per la realizzazione di film trash o comunque di scarso valore cinematografico.
Tuttavia, anche la cronaca non ha mancato di raccontare di coccodrilli mangia uomini. Il più famoso resta il rettile Gustave, conosciuto anche come il ‘terrore del Tanganika’. Questo serial killer a scaglie ha imperversato nel lago del Tanganika, in Africa orientale, è accusato dalle leggende popolari di aver ucciso 300 uomini. Il primo attacco di Gustave risale al 2004, la vittima si chiama Idelphonse Ndikumana, ventottenne del Burundi che aveva deciso di farsi un bagno nelle acque limpide del lago. Il suo nome compare nel lungo elenco di vittime attribuite al coccodrillo.
I racconti
I racconti popolari lo hanno descritto come un rettile colossale: tra i 4 e i 7 metri di lunghezza, con un peso di una tonnellata.
Proprio per via della sua mole il coccodrillo potrebbe aver deciso di predilige prede lente e facili da cogliere nel sacco. Le cronache del tempo parlano di una vera e propria strategia: Gustave, per uccidere segue un rituale. Aspetta paziente e osserva, senza destare il minimo sospetto. Al momento giusto compare dal nulla, afferra le sue vittime, le annega nelle acque del lago e le fa letteralmente a pezzi.
Il terrore del Tanganika non esiste più, però, perchè nel 2005, Alphonse Fofo, allora consigliere dell’Istituto per l’Ambiente e la conservazione della nature, ha annunciato la notizia che l’animale era stato catturato e ucciso, con buona pace di chi aveva intenzione di catturarlo per studiarlo. I coccodrilli mostruosi sono ormai relegati al cinema, e la furia dei cittadini del villaggio nel distretto di Sorong si è avventata su semplici animali che hanno risposto al proprio istinto di caccia. Le indagini in corso.
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Muore attaccato da un coccodrillo, la folla lo vendica e ne uccide 300 – News Italiane
Indonesia, muore attaccato da un coccodrillo, la folla inferocita lo vendica e né uccide 300. Nonostante i coccodrilli fossero in un oasi per animali nella provincia indonesiana Papua occidentale, dopo che un residente locale è stato ucciso da uno di questi, come riporta la BBC, tante persone Armate di vanghe coltelli e mazze hanno fatto irruzione nella riserva per uccidere questi coccodrilli, dopo aver fatto irruzione nella riserva per coccodrilli Marini e devastato l’ufficio del sito avrebbero ucciso tutti e 292 rettili che erano allevati nel sito. E’ questo quanto riferiscono le autorità oggi Aggiungendo che la vendetta è avvenuta circa 2 giorni fa al termine del funerale della vittima.
I funzionari del sito hanno detto di non essere stati in grado di fermare l’attacco e ora possono soltanto esporre denuncia perché l’uccisione di una specie protetta è un crimine che comporta un’ ammenda o la reclusione in Indonesia. Il coccodrillo Marino dalla Nuova Guinea è diffuso in diverse zone dell’Indocina questo rettile estinto si in Vietnam Laos e in Thailandia la popolazione complessiva in rapido calo. Il protagonista della vicenda Era un signore di 48 anni che mentre cercava del mangiare per nutrire il proprio bestiame, è caduto nel recinto di un allevamento di coccodrilli ed è stato morso ad una gamba e colpito a morte dalla coda di uno di dei coccodrilli.
Così gli abitanti già infuriati per la vicinanza dell’allevamento alla zona residenziale, avrebbero reagito autorità del posto avrebbero dichiarato che i parenti della vittima gli abitanti del luogo si sono diretti verso la stazione di Polizia. Bassar manulang, l’agenzia di conservazione locale Ha dichiarato che l’Oasi avrebbe accettato di pagare un risarcimento dichiarando che le parole dalla stessa agenzia avrebbero detto che: “Abbiamo raggiunto un accordo con la famiglia della vittima e abbiamo espresso le nostre condoglianze”.
Nonostante l’accordo fra le famiglie e la sede dell’Oasi, la folla costituita da centinaia di persone non era ancora pagata così si è diretta verso l’allevamento dei coccodrilli armata di tutto e ha ucciso tutti quanti i rettili presenti. Hanno affermato anche le forze dell’ordine delle sito di non aver potuto fermarli. Avrebbero anche detto le forze dell’ordine che stanno ancora interrogando i testimoni, è questo nello specifico quanto afferma da Dewa Made Sidan Sutrahna, capo della polizia del distretto di Sorong.
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Vacanze in Friuli-Venezia Giulia all'insegna della scienza – OggiScienza
COSTUME E SOCIETÀ – Montagna, pianura e mare… e scienza. Il Friuli-Venezia Giulia è una meta turistica per tutti i gusti, perfetta per chi cerca il relax di una spiaggia sabbiosa, chi ama immergersi nella natura e chi non vuole rinunciare all’arte e alla cultura. Il tutto abbinato al gusto di un’esperienza scientifica coinvolgente e appassionante.
Ecco allora alcune cose da non perdere in Friuli-Venezia Giulia per una vacanza (anche) scientifica.Natura e dintorni
Sea Watching – Riserva Marina di Miramare (TS)
Una vacanza al mare non è solo il classico bagno nell’acqua. A Trieste, presso l’Area Marina Protetta di Miramare, è possibile osservare la flora e la fauna sommersa con tutte le specie animali e vegetali che popolano la costa giuliana. Sotto la guida dello staff del WWF, durante l’estate le attività di sea watching partono sia da terra sia da barca, queste ultime in ore serali, e sono adatte a tutti: l’unico requisito è saper nuotare! Orari da terra: sabato ore 10 e domenica ore 16. Da barca: mercoledì ore 18.30.Birdwatching – Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo (GO)
Una zona protetta che occupa la parte finale del fiume Isonzo, tra i comuni di Staranzano, Fiumicello, S. Canzian d’Isonzo e Grado: la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo, con i suoi stagni, canneti, boschi e prati, è l’habitat ideale per numerose specie vegetali e animali. Al suo interno sono state censite 27 specie di mammiferi, 32 di pesci, 9 di anfibi, 11 di rettili e 340 di piante, oltre a diverse specie di uccelli, che possono essere avvistati grazie ai punti panoramici e agli osservatori attrezzati per il birdwatching. Vero e proprio cuore della Riserva è l’Isola della Cona. Orari d’apertura: tutti i giorni, dalle ore 9.00 al tramonto. Biglietto: intero € 5,00; ridotto € 3,50.Laboratori scientifici di gioco e creatività – Kaleidoscienza (UD)
Sul territorio del Comune di Udine, l’associazione Kaleidoscienza propone una serie di incontri dal titolo MiniScienzaLab – DiverSimili. Si tratta di attività hands-on a carattere scientifico dedicate ai bambini dai 6 agli 11 anni, con alcuni incontri aperti anche agli adulti: unendo gioco, osservazione e creatività, i MiniScienzaLab vogliono avvicinare i più piccoli al tema della biodiversità umana. Gli appuntamenti di luglio e agosto (inizio ore 17) riguardano “Evoluzione & genetica” e “Tutti parenti, tutti differenti”.
Kaleidoscienza è un’associazione culturale nata a Udine che si occupa di edutainment, formazione e divulgazione scientifica. Il progetto DiverSimili è nato nel 2016 con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulle attuali tematiche di integrazione e inclusione, usando un approccio scientifico per affrontare problematiche sociali.Un mondo nascosto – Le grotte del FVG
Sono ben 10 mila le strutture sotterranee presenti in Friuli-Venezia Giulia, nessuna uguale all’altra, alcune per speleologi esperti altre per persone comuni. Il sito internet della Regione contiene l’elenco completo delle grotte presenti sul territorio: all’interno del catasto regionale delle grotte del FVG è possibile conoscere la localizzazione di tutte le cavità e scegliere così la propria destinazione.
La più famosa è la Grotta Gigante vicino a Trieste, nel cuore del Carso: con le sue dimensioni (lunga 280 m, larga 65 m, alta 107 m) è considerata la cavità turistica più grande del mondo. Ricca di stalattiti e stalagmiti, la Grotta Gigante è formata da un insieme di gallerie che confluiscono in una grande cavità centrale che lascia il visitatore a bocca aperta. Qui tutte le informazioni.
Vicino a Udine c’è invece la Grotta Nuova di Villanova, la più estesa cavità di contatto tra due diversi tipi di rocce visitabile in Europa. Ha 8 kilometri di gallerie e interessanti particolarità morfologiche che valgono bene una visita. Qui tutte le informazioni.
A Clauzetto, in provincia di Pordenone, le Grotte Verdi di Pradis incantano il visitatore con il verde smeraldo delle pareti. Nelle immediate vicinanze, il Museo della Grotta raccoglie reperti archeologici preostorici, fossili e minerali. Qui tutte le informazioni.Musei
Isola verde in città – Civico Orto Botanico (TS)
Un vero e proprio viaggio alla scoperta della biodiversità, diviso in cinque aree tematiche, a pochi passi dal centro cittadino di Trieste. Il Civico Orto Botanico è un luogo dedicato non solo alla conservazione ambientale e alla ricerca scientifica ma anche alla didattica e al divertimento.
Al suo interno si snodano inoltre il sentiero delle piante velenose, con informazioni scientifiche, curiosità e impieghi di alcune piante velenose; e un originale percorso geo-paleontologico per conoscere le rocce e i fossili più comuni del Carso triestino. Orari d’apertura: lunedì e mercoledì 9 – 17; martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica 9 -13. Ingresso libero.Scienza a portata di mano – Immaginario Scientifico (PN, UD, TS)
Le attività dell’Immaginario Scientifico non vanno in vacanza. Il science center propone laboratori, visite speciali, tinkering e notti al museo, tutti organizzati secondo la filosofia di una scienza da scoprire ed esplorare in prima persona. Le sedi di Pordenone, Tavagnacco e Trieste sono aperte ai visitatori anche d’estate, con le consuete attività e alcuni appuntamenti speciali per vivere la scienza anche dopo il tramonto. Qui tutte le informazioni.Rocce e fossili – Museo Geologico della Carnia (UD)
Anche il Friuli-Venezia Giulia era terra di dinosauri. Per saperne di più vale la pena fare una visita al Museo Geologico di Ampezzo dove sono conservati i fossili dei più antichi rettili volanti del mondo, gli pterosauri, ritrovati nel paese di Preone (UD). Il percorso espositivo del Museo ripercorre l’evoluzione geologica della Carnia; le ricostruzioni e gli exhibit multimediali permettono inoltre al visitatore di fare un salto nel passato e toccare con mano campioni di rocce e alcuni fossili risalenti anche a milioni di anni fa. Orari d’apertura: da martedì a domenica 9.30-12.30 / 15.00-18.00. Ingresso libero.Il dinosauro Antonio. Crediti immagine: elisabetta2005, Flickr
Il dinosauro Antonio e lo squalo Carlotta – Civico Museo di Storia Naturale (TS)
Botanica, zoologia, mineralogia, geologia e paleontologia: all’interno del Museo di Storia Naturale di Trieste è possibile osservare reperti storici unici al mondo. I grandi protagonisti delle sale espositive sono, però, il dinosauro Antonio e lo squalo bianco Carlotta.
Antonio è il più grande e completo rettile preistorico mai ritrovato in Italia. Appartiene al genere Tethyshadros insularis, è vissuto circa 70 milioni di anni fa, era vegetariano e aveva la testa allungata con un becco a punte sporgenti.
Carlotta è il più grande squalo bianco al mondo visibile in un museo. Appartiene alla specie Carcharodon carcharias ed è stato catturato nelle acque del golfo del Quarnero più di un secolo fa dal capitano Antonio Morin. Orari d’apertura: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10-17; sabato e domenica 10-19; martedì chiuso. Biglietto: intero € 3,00; ridotto € 2,00; gratuito per bambini di età inferiore a 6 anni.Mammut, lupi e orsi – Museo Civico di Storia Naturale (PN)
Tra oggetti meravigliosi e misteriosi, collezioni di coleotteri e farfalle, conchiglie e scheletri di animali, il Museo di Storia Naturale di Pordenone offre al visitatore un percorso di visita unico e sorprendente. A partire dal benvenuto: nel cortile del cinquecentesco Palazzo Amalteo dove ha sede il Museo è riprodotto a grandezza naturale (3 metri) un magnifico esemplare di mammut che accoglie i visitatori con la sua imponente figura.
All’interno del Museo invece trova spazio una collezione di oltre novantamila reperti di mineralogia, petrografia, paleontologia, botanica, zoologia, etnografia e tecnologia, organizzati in diverse sezioni. Degna di nota la sezione dedicata agli strumenti scientifici antichi soprattutto di ottica, metrologia e topografia. Infine, quattro i percorsi tematici si snodano tra stanze delle meraviglie, minerali, vertebrati e invertebrati. Orari d’apertura: da mercoledì a domenica 15-19. Lunedì e martedì chiuso. Biglietto: intero € 3,00; ridotto: € 1,00.Buone vacanze!
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