Categoria: Cani

  • Carne di cane e gatto, sindaco Hanoi: 'Smettete di mangiarla … – Il Fatto Quotidiano

    Carne di cane e gatto, sindaco Hanoi: 'Smettete di mangiarla … – Il Fatto Quotidiano

    Incivile e pericoloso per la salute. Il consumo di carne di cane – così come di quella di gatto – non si adatta a una “capitale moderna”. Il sindaco di Hanoi Nguyen Van Suu ha invitato la popolazione a cambiare le proprie abitudini alimentari, citando non solo il rischio della propagazione di malattie come rabbia e leptospirosi, ma anche l’impressione negativa trasmessa ai turisti stranieri. Considerata un alimento nutriente, prelibato e afrodisiaco, la carne di cane e gatto è acquistabile in un migliaio di negozi della capitale vietnamita. Nella città si contano circa 493mila esemplari, di cui il 10% allevati proprio per finalità commerciali, compresa la macellazione.

    L’avvertimento, rivolto anche al consumo di carne di gatto, è giustificato dall’impatto negativo esercitato sull’immagine di una capitale civilizzata e moderna, si legge sul sito del Comitato del Popolo di Hanoi, organo esecutivo della municipalità. Ma va anche letto alla luce degli sforzi messi in atto dal governo per debellare la rabbia entro il 2021. Anno in cui, stando a un piano varato nel 2017, il numero di province ad alto rischio contagio e di persone decedute per la malattia saranno ridotte del 60% rispetto alla media del periodo 2011-2015, quando sono state riportate circa 90 vittime l’anno.

    Mentre parte dell’opinione pubblica ha salutato l’iniziativa delle autorità, non sono mancate le critiche di chi considera il consumo di carne di cane parte della tradizione locale. Per Dang Ngoc Quang, ad esempio, sarebbe più opportuno correggere l’abitudine introducendo una dispendiosa tassa sull’acquisto della carne o limitando la vendita solo ad alcune aree. Il divieto è una violazione della libertà personale, spiega su Facebook. Senza contare che le preoccupazioni del governo potrebbero essere eccessive. Non ci sono rischi per la salute se i cani selezionati sono sani e la carne viene cucinata correttamente, chiarisce ai microfoni di Associated Press Nguyen Thi Minh, che gestisce un ristorante che offre carne di cane da più di 20 anni e vanta tra i suoi clienti cittadini sudcoreani, americani e di altri paesi.

    Ogni anno, si stima vengano macellati oltre 15 milioni di cani in tutto il mondo, di cui buona parte in Asia. In cima alla classifica svettano Cina e Vietnam, che – stando all’Asia Canine Protection Alliance – ne serve in tavola 5 milioni l’anno. La maggioranza finisce nelle zone urbane del Nord del paese. L’ascesa economica della nuova “Tigre asiatica” sembra aver rilanciato l’usanza un tempo limitata principalmente ai festeggiamenti per il Capodanno lunare. Tanto che, nel 2009, AP riportava un vero e proprio boom di ristoranti specializzati ad Hanoi.

    Un cane di 20 chili costa quanto il salario medio di un lavoratore vietnamita (più di 100 dollari) ed esiste un vero e proprio contrabbando nelle zone rurali e lungo la frontiera con il resto del Sudest asiatico. Complice l’inadeguatezza di un quadro normativo che oggi solo raramente punisce i trafficanti o chi compra cani rubati. A ciò si aggiunge la relativa popolarità riscontrata dalla carne di cane a livello mainstream. Secondo un sondaggio apparso nel 2013 su VietNamNet, l’80% dei rispondenti si è detto favorevole al consumo, il 66% ne ha lodato l’alto contenuto nutrizionale, mentre circa il 13% ha affermato di tollerare la pratica, purché la macellazione venga rigorosamente controllata, evitando la circolazione di immagini imbarazzanti.

    Non la pensa così la 29enne Vu Thi Thu Trang, che nel 2012 ha lanciato il progetto Hanoi Pet Rescue con la missione di trovare una casa ai randagi abbandonati dai loro padroni grazie ai suoi 150mila contatti di Facebook. Trang rientra in quella sparuta minoranza di aperti oppositori al consumo di carne di cane: “La gente ride di me, pensa sia pazza”, spiega.

  • La sinistra lancia l'allarme persino per il “cane fascista” – il Giornale

    La sinistra lancia l'allarme persino per il “cane fascista” – il Giornale

    A sinistra l’ossessione del fascismo inizia a prendere una piega preoccupante. L’estate scorsa c’era stato il bagnino fascista di Chioggia trattato come una grave minaccia alla democrazia italiana, poi il tabaccaio di Modica subito denunciato – dopo un rapido intervento dei carabinieri, manco fosse un narcotrafficante – per una foto di Mussolini dietro la cassa, quindi un’infinità di allarmi e di preoccupate disamine sul Paese ormai piombato in un nuovo Ventennio, fino alla proposta di legge Fiano: due anni di galera anche solo per un gadget legato all’epoca fascista. Finora però l’allarme si era limitato alla specie umana. Il Pd invece è intenzionato ad andare oltre e sospettare di apologia di fascismo anche i quadrupedi, soprattutto se pastori tedeschi, razza canina notoriamente incline al nazionalsocialismo. Così è subito balzato all’occhio del solerte consigliere comunale Pd a Monza, Marco Lamperti, il curriculum mussoliniano di Narco, il cane-poliziotto in dotazione all’unità cinofila dei vigili di Monza per il contrasto dello spaccio di droga.

    Il consigliere piddino ha notato che nella determina dell’Ufficio sicurezza del Comune si fa riferimento al cane come «Narco della Decima Mas», nome che rievoca la divisione speciale della Repubblica Sociale Italiana. Per il piddino, un pedigree inaccettabile, «forse non tutti sanno o si ricordano cosa ha rappresentato» ha tuonato in aula Lamberti presentando un’interrogazione alla giunta sul cane fascista in dotazione ai vigili. In realtà il povero Narco, pastore tedesco di due anni e mezzo, non è un veterano della Repubblica di Salò, né un discendente di un cane repubblichino, né un quadrupede con tendenze dittatoriali. Il fatto della Decima Mas nel pedigree dipende semplicemente nel nome dell’allevamento da cui proviene, appunto il «Decima Mas» di Agugliano, in provincia di Ancona, specializzato nell’addestramento di cani destinati a Polizia, Carabinieri, Gdf e Protezione civile (con una lista lunghissima di premi e riconoscimenti). Il nome di pedigree riconosciuto dall’Ente nazionale cinofilo è insomma quello, Decima Mas, ed è lo stesso di molti altri cani poliziotto provenienti dallo stesso allevamento, come ha spiegato in consiglio comunale Federico Arena, esponente della Lega e assessore alla Sicurezza di Monza. Approfittando dello svarione per ironizzare sulla psicosi piddina sul fascismo dilagante: «Ho un goniometro e posso assicurare che in ogni movimento della sua zampa, Narco non fa il saluto romano. Ma non solo. Abbiamo fatto dei controlli nella sua cuccia e non abbiamo trovato busti di Mussolini. Le assicuro che non è un pericoloso fascista. Avvisate però l’onorevole Fiano, prima che presenti un’interrogazione urgente in Parlamento» ha risposto l’assessore leghista (che ha un cane, di nome Bobo, «come Maroni, chiederò ai censori del Pd se devo cambiare anche il suo di nome»). Una magra figura per il Pd, che però ha un precedente. Ad Albenga, due anni fa, il Comune (sindaco Pd, con l’appoggio anche della Cgil), bloccò l’arrivo di un cane antidroga proprio perché marchiato col nome dell’allevamento Decima Mas: «Non vogliamo un cane da un allevamento che parla fascista». Quando si dice i problemi del paese reale.

  • “Io, fotografa olimpionica dei cani”. Marina Barbati ei Dog Games 2018 – La Nazione

    “Io, fotografa olimpionica dei cani”. Marina Barbati ei Dog Games 2018 – La Nazione

    Prato, 19 settembre 2018 – Dalla passione comune per la fotografia e per i cani ai Dog Olympic Games 2018 che si svolgeranno a Lignano Sabbiadoro dal 21 al 23 settembre. Marina Barbati, 29 anni, di Prato, Carlo Pierbattista, marchigiano e Francesco Junior Mura, senese, saranno i fotografi ufficiali della manifestazione a cinque cerchi che quest’anni si terrà in Italia. I tre giovani hanno dato vita a Tripl3DogShot che su Facebook è diventato uno dei punti di riferimento per i padroni con amici a quattro zampe, sia atletici che fotogenici. E’ stata proprio questa vetrina social a portare Marina, che ha poi coinvolto anche i due «soci», all’attenzione degli organizzatori della seconda competizione olimpica canina.

    «Mi occupo da tempo per ‘amore’ di fotografia dedicata ai cani e i miei scatti – racconta la ventinovenne pratese – sono stati pubblicati come best del mese di gennaio, febbraio e giugno 2018 del National Geographic, un traguardo prestigioso. Noi tre ci siamo conosciuti per la nostra doppia passione, le foto e i cani. Eravamo, infatti, accomunati dal desiderio di scattare ricordi belli del proprio animale e così abbiamo seguito dei corsi e workshop in tutto il territorio nazionale, dove ci siamo incontrati più di una volta; così chiacchierando in modo concorde, dandoci consigli su luce, inquadrature o composizione, e scherzando abbiamo deciso di unire le forze, creando Tripl3DogShot. L’iniziativa nasce – aggiunge – per offrire supporto ad eventi sportivi cinofili in Italia e all’estero, quindi essere i protagonisti e i fotografi ufficiali dei Dog Olympic Games 2018 era il nostro obiettivo».

    Ora la loro passione sarà testata a Lignano, dove esiste una spiagga dedicata agli animali e dove dovranno immortalare con scatti in diretta, le prove sportive di cani arrivati da tutto il mondo. Tante le discipline previste in questi giochi senza frontiere a quattro zampe: agility, discdog (lancio di speciali frisbee al proprio cane, che dovrà prenderli al volo), dog dance (figure a tempo di musica), orienteering, attività in acqua, obedience. Ci saranno anche dimostrazioni e gare relative al salvataggio e alla ricerca, infine nella manifestazione sono previsti spettacoli e numeri circensi. La fotografa Marina Barbati, che è la padrona di un cane Bordier collie femmina, di nome Greta, spiega: «Un’intero villaggio è stato adibito a teatro di gara con concorrenti da tutto il mondo, senza distinzioni di età né di razza. E’ un appuntamento internazionale riservato ai cani e ai loro proprietari, in cui il rispetto e la fiducia reciproca sono alla base di ogni attività».

  • La “cavatrice” di tartufi stregata dal fiuto di Pan – La Nuova Sardegna

    La “cavatrice” di tartufi stregata dal fiuto di Pan – La Nuova Sardegna

    SASSARI. Per scatenare il fiuto di Pan, femmina di Lagotto romagnolo, basta una parola: «Cerca!». C’è un però, perché diversamente sarebbe troppo facile. Il comando deve arrivare dalla voce di Daniela Floris, padrona di Pan e prima e unica cavatrice di tartufi sarda. Diversamente non se ne fa nulla e Pan rimane solo un adorabile batuffolo di pelo bianco che agli occhi di un profano potrebbe passare per un semplice barboncino. Erroraccio. Pan è una cagnetta eccezionale per pedigree, il lagotto è un’antica razza italiana, ma soprattutto per l’olfatto, sviluppatissimo e praticamente infallibile se “educato” nella giusta maniera. Proprio quello che ha fatto Sergio Grassi, addestratore di cani e compagno di Daniela che è stato anche il primo spettatore della scintilla scattata tra la 37enne di Portoscuso e la cagnetta dagli occhi verdi e dall’olfatto prodigioso.

    Il colpo di fulmine. Prima di scoprire il lagotto, Daniela non era esattamente un’esperta di tartufi. Anzi. «Non sapevo nemmeno che ce ne fossero in Sardegna ma vedevo il mio compagno che addestrava questi cani e me ne sono innamorata – racconta la cavatrice –. Quando ho preso Pan aveva appena tre mesi ma dimostrava già le sue doti». Qualità che andavano oltre la simpatia e la bellezza della cagnetta che si chiama Pan perché, dice la sua padrona, a guardarla toglie il fiato come lo scoglio Pan di Zucchero, il famoso faraglione che domina il mare di Masua. E siccome il lagotto non poteva fare la vita del cane “normale”, Daniela lo ha affiancato approfondendo la cultura del tartufo e diventando a tutti gli effetti l’unica cavatrice sarda: «Gli altri sono tutti uomini – spiega – ma io mi diverto tantissimo e da qualche tempo ho iniziato questa attività che per ora rimane uno splendido passatempo. Non vendo i tartufi che scova Pan, li mangio oppure li regalo, perché per me il divertimento è tutto nel tempo che trascorro con il mio cane e nei piccoli rituali che riempiono le nostre uscite».

    La caccia al tartufo. I lagotti romagnoli sono baciati da Madre Natura ma per trasformarli da innati annusatori a cacciatori patentati di tartufi serve l’addestramento e un grande rapporto di fiducia con il padrone. Per i cani da tartufo la “caccia” è un gioco: «Si inizia lanciando una pallina – racconta Daniela – che dentro ha un pezzetto di tartufo. Il cane la annusa, la scova e la riporta al padrone. Questi sono i primi passi ma, quando il cane è pronto, si inizia a sotterrare tartufi in modo che si abitui a scavare». A questo punto tocca al padrone stabilire le regole di un gioco che non può prescindere dalla ricompensa finale: «Pan adora i würstel – confessa Daniela – e ne riceve un pezzetto ogni volta che scova un tartufo. Io poi aggiungo una dose extra di carezze che apprezza particolarmente». Pan e Daniela sono alle prime armi ma i risultati sono già arrivati e il lagotto ha iniziato a riempire la bacheca delle soddisfazioni con ritrovamenti niente male: «Pan ha fatto diversi recuperi, nella zona di Porto Ferro ma anche nel Sulcis, anche se nè io nè lei abbiamo intenzione di dire dove, è il nostro segreto». La prima cavatrice di tartufi sarda è un’esordiente ma ha già assimilato i segreti del mestiere.

    L’amore per i cani. Pan non è il primo amico speciale che movimenta la vita di Daniela Floris. La ragazza di Portoscuso è stata la protagonista di un’incredibile storia di amicizia vissuta con il meticcio Shonny, un cane che ha dimostrato una sensibilità decisamente fuori da comune, quasi umana. Daniela aveva raccontato la sua storia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’abbandono dei cani. Shonny, infatti, oltre a rintracciare e riconoscere la tomba della sua compagna di gioco Shelly, sepolta nel cimitero degli animali di Assemini, aveva compreso la situazione che stava vivendo la sua padrona, colpita dalla sindrome di Bland White Garland. Quando Daniela è ritornata a casa, dopo una delicatissima operazione effettuata al Sant’Orsola di Bologna, aveva la difese immunitarie azzerate e non poteva trascorrere nemmeno un istante in compagnia del suo cane. Shonny, solitamente espansivo, per usare un eufemismo, ha cambiato comportamento da un giorno all’altro attendendo pazientemente che Daniela si riprendesse

    prima di ritornare l’allegro guastafeste che era sempre stato. E Shonny è anche un campione pluripremiato: «Domenica ha vinto il primo premio a una mostra canina, nella categoria meticci», commenta orgogliosa Daniela che, quando si tratta di cani, ha anche lei un fiuto da guinness.

  • Salento al top, ma non per i cani: spiagge e lidi off limits – Quotidiano di Puglia

    Salento al top, ma non per i cani: spiagge e lidi off limits – Quotidiano di Puglia

    Il turismo nel Salento è cresciuto molto negli ultimi anni, ma tanto c’è ancora da fare: ci sono molti segmenti di mercato che andrebbero implementati, target turistici che andrebbero non solo intercettati, ma soprattutto curati. Molto spesso si pensa a far giungere i turisti dalle diverse parti d’Italia e del mondo, ma una volta qui non ci si cura delle loro esigenze. Da sempre sono tantissime le campagne pubblicitarie, nazionali e non, per “non abbandonare i cani durante le vacanze”, salvo poi scoprire che non si possono portare ovunque.
    In Puglia, meta desiderata per il mare meraviglioso, non si possono infatti portare i cani in spiaggia. Un’ordinanza regionale vieta agli animali di affezione di entrare in spiaggia. Una notizia appresa con disappunto da diversi turisti e bagnanti, i quali hanno protestato nelle varie spiagge del litorale adriatico, in primis Torre dell’Orso, ma anche San Foca e Alimini; e la stessa cosa accade anche nelle spiagge ioniche come Porto Cesareo e Gallipoli.
    Se in alcune zone, come nel Gallipolino si è più tolleranti ed il cane «si può portare al guinzaglio e solo se al vicino non crea problemi», in molte altre spiagge le forze dell’ordine sono più intransigenti, impedendo la discesa in spiaggia dei piccoli amici dell’uomo.
    Di fatto l’ordinanza regionale vieta «di condurre e di far permanere qualsiasi tipo di animale, anche se munito di museruola e guinzaglio, in aeree non appositamente attrezzate, autorizzate e segnalate, ad accezione delle unità cinofile di salvataggio e salvavita riconosciute. Il titolare di ogni concessione balneare potrà comunque consentire l’accesso, nell’ambito della propria struttura balneare, di animali di piccola taglia in regola con le vaccinazioni igienico sanitarie previste sotto uno o più ombrelloni posti in zona retrostante, ovvero, in posizione tale da non arrecare disturbo o disagio agli altri utenti».
    I cani sono pertanto vietati anche nelle spiagge libere, ma sono in molti a non essere a conoscenza della norma, e soprattutto sono tanti gli albergatori che – consapevolmente o meno – non avvertono i propri clienti, che, poi, sono costretti a lasciare il cane da solo in camera.
    Il lidi attrezzati in cui i cani possono essere portati in spiaggia in tutto il Salento sono solo due: il “Soleluna” di San Cataldo, una vera e propria Baubeach che può ospitare sino a 30 cani anche di grossa taglia, con un’area attrezzata dove gli amici a 4 zampe possono anche fare il bagno; e il “Coiba” a Roca, nelle marine di Melendugno, il quale ospita cani di piccola e media taglia, ovviamente in regola con le vaccinazioni, dando la possibilità di trascorrere la giornata in spiaggia con i fedeli umani: non possono fare il bagno, ma hanno un’area riservata con docce e tutto il necessario.

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  • “Se il tuo cane sporca, ricordati che devi pulire!” A Mondovì è partita … – TargatoCn.it

    “Se il tuo cane sporca, ricordati che devi pulire!” A Mondovì è partita … – TargatoCn.it

    “Ricordati che devi pulire!”: sarà questo lo slogan della campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono delle deiezioni canine nei luoghi pubblici della Città. Un’iniziativa avviata in questi giorni dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Mondovì, pronto a sanzionare la noncuranza dei conduttori di cani che, troppo spesso, lasciano che i propri amici a quattro zampe sporchino gli spazi pubblici a servizio dell’intera comunità.

    La campagna di sensibilizzazione in partenza segue l’ordinanza sindacale del giugno scorso, con cui il sindaco, Paolo Adriano, ordinava ai proprietari e detentori di cani di portare con sé opportuni contenitori d’acqua per pulire immediatamente le deiezioni liquide prodotte dagli animali su marciapiedi, strade, piazze e spazi pubblici o di uso pubblico.

    “Nei prossimi giorni – commenta l’assessore all’ambiente, Erika Chiecchio -, cominceremo con la distribuzione e l’affissione dei manifesti della campagna di sensibilizzazione. Si tratta di un provvedimento nato a seguito di numerose segnalazioni di cittadini proprietari di case con affaccio pubblico, che spesso si sono ritrovati con i muri imbrattati e hanno espresso all’Amministrazione il loro disagio. Le stesse lamentele ci sono pervenute dai commercianti di Breo, Piazza, Altipiano e Ferrone“.

    Come previsto dal Regolamento di Polizia Urbana e dal Regolamento gestione rifiuti urbani, i conduttori di cani devono provvedere, qualora gli animali sporchino il suolo pubblico, a rimuovere gli escrementi con idonea attrezzatura.

    I proprietari di animali sono altresì obbligati a pulire immediatamente le deiezioni liquide degli animali, gettando acqua sull’area interessata e riducendo il più possibile il rischio di sporcare piazze, marciapiedi, strade, muri degli stabili e mezzi di locomozione.

    Ci si deve assicurare che le deiezioni non sfiorino soglie di immobili e bocche di lupo di cantine o locali interrati. L’inosservanza delle disposizioni in materia di decoro urbano comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro

    c.s.

  • I cani protagonisti al Mantova Outlet Village tra giochi, consigli e sfilate – Corriere della Sera

    I cani protagonisti al Mantova Outlet Village tra giochi, consigli e sfilate – Corriere della Sera

    Una giornata interamente dedicata ai più fedeli amici dell’uomo e ai loro proprietari: i cani. È questo lo scopo della DogFest che si terrà domenica 23 settembre, dalle 10 alle 20, al Mantova Outlet Village di Bagnolo San Vito, da sempre una realtà pet friendly e attenta al benessere degli amici a quattro zampe. Ospite speciale della giornata sarà il conduttore televisivo Edoardo Stoppa, famoso inviato “amico degli animali” della trasmissione televisiva Striscia la Notizia, dove si occupa di benessere animale. Nel giro di vari anni grazie al suo intervento molti casi di maltrattamento in Italia e all’estero sono stati risolti. Per tutto l’arco della giornata, la prestigiosa meta dello shopping organizza, con la preziosa collaborazione del Centro Cinofilo “Il Piccolo Campo” di Gazzo Bigarello, moltissime attività sportive, conferenze, sfilate, laboratori ludici per cani e per bambini, esibizioni cinofile e altre attività per i quattro zampe e le loro famiglie. Ampie aree verranno dedicate all’agility, al discdog, all’apprendimento, al gioco e alla ricerca olfattiva, dove i cani potranno mettersi alla prova accompagnati da istruttori qualificati. Anche i più piccoli potranno immergersi nel mondo animale e rimanere estasiati grazie ai laboratori creativi, alle letture animate e al face painting. Ci sarà inoltre la possibilità di sostenere associazioni animaliste e rescue di razza con donazioni o acquistando gadget solidali, oltre a originali prodotti di hobbysti e artigiani creati per il cane e i loro proprietari.

    Vi saranno anche educatori, veterinari, nutrizionisti e toelettatori a disposizione gratuitamente per chiarire i dubbi dei partecipanti per quel che riguarda il comportamento del proprio cane, insegnare come risolvere i problemi quotidiani, e come strutturare un percorso educativo oltre a quali precauzioni sanitarie avere in varie situazioni. Un’apposita area ospiterà a rotazione conferenze sul cane e sui vari aspetti che lo riguardano: Katya Cervio si esibirà in uno Show cooking dedicato, insegnando a nutrire il cane in modo semplice e sano (ore 10.30); Luca Spennacchio interverrà sul tema “Quando il cane entra nelle nostre vite – due specie che evolvono insieme” (11.30); Stray Dogs – un gruppo di ricerca internazionale sui cani randagi ci mostrerà “Il lato B del cane, riflessioni sui cani liberi e sulle possibilità di convivenza” (17); Roberta Ponzoni (Scuola C.Re.A) parlerà di come risolvere i problemi del proprio cane attraverso l’olfatto e gli oli essenziali (ore 18). Immancabile la sfilata “Questione di feeling” dove sarà possibile divertirsi sul red carpet con il proprio cane dove a vincere non sarà la bellezza ma la coppia più affiatata, un evento simbolico per ricordare a tutti che ciò che più importa è la relazione con il proprio cane.

    18 settembre 2018 | 16:30

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  • Holly, cane Labrador sequestrato e traumatizzato cerca … – La Stampa

    Holly, cane Labrador sequestrato e traumatizzato cerca … – La Stampa

    Negli occhi ha la paura ma la dolcezza che ogni Labrador possiede per natura. Non si sa quale sia il trauma che ha trasformato Holly in un cane terrorizzato dagli umani. Questa cagnolona di 6 anni è arrivata da una decina di giorni al rifugio L’Albero di Mais di Moncalieri, in provincia di Torino, ma sono ormai quattro anni che gira da un canile all’altro, in cerca della sua seconda possibilità. 

    Holly è nata in un allevamento, e quando era cucciola ha vissuto il trauma del sequestro. Questo sicuramente ha influito sulla sua ansia, ma non c’è certezza di cosa abbia portato questo bellissimo cane in questo costante stato di allerta. Potrebbe essere stata maltrattata, oltre sicuramente a non aver mai provato l’affetto di una famiglia, essendo sempre vissuta in canile. 

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    «Con gli altri animali non ha problemi, va d’accordo sia con i cani sia con i gatti», spiega Cristina dell’Albero di Mais. «Ma con gli umani fa fatica a fidarsi e si spaventa davanti a ogni cosa nuova o ai rumori forti». Non si sa cosa abbia innescato questa condizione di stress e panico continuo, che non sfocia in aggressiva: «Nonostante tutto rimane sempre un dolcissimo labrador, e siamo certi che con il giusto percorso potrebbe dare grandi soddisfazioni». 

    Holly ha urgentemente bisogno di una famiglia «che si prenda cura di lei. Non serve esperienza, ma solo il tempo». E’ sterilizzata, vaccinata e in salute. E sarà un educatore cinofilo messo a disposizione dal rifugio a seguire la nuova famiglia nel percorso, «Con tanta pazienza siamo certi che starà meglio. Ama fare lunghe passeggiate e l’abitudinarietà. Se ha intorno altri cani si sente più sicura e non ha bisogno di grandi spazi». Insomma, tutto quello di cui ha bisogno è l’amore e il costante contatto con un umano che la rassicuri. 

    Chi è interessato a Holly si può rivolgere direttamente a L’Albero di Mais di Moncalieri: il rifugio si trova in corso Savona 40, è aperto dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18 e risponde al numero 011/64.09.398. 

  • Starbucks nega l'ingresso ai cani nello store di Milano – TPI

    Starbucks nega l'ingresso ai cani nello store di Milano – TPI

    Dopo le polemiche per il costo del caffè ritenuto eccessivamente alto, ora Starbucks è oggetto di una nuova critica.

    Secondo quanto racconta Tommaso Zorzi, conosciuto tra le altre cose per la sua partecipazione al programma televisivo “Riccanza”, il colosso americano del caffè appena inaugurato a Milano avrebbe negato l’ingresso al suo cane.

    Sui social la notizia ha fatto molto scalpore tanto che la pagina Facebook della caffetteria di piazza Cordusio è stata sommersa da critiche e insulti.

    Il rampollo milanese ha lanciato l’hashtag di protesta #Iostocongildina contro il colosso del caffè, Gildina è infatti il nome del cane di Tommaso Zorzi.

    Su Instagram il ragazzo ha raccontato come sono andate le cose: dopo la lunga attesa in coda per entrare da Starbucks, all’ingresso dello store Tommaso è stato costretto a tenere in braccio il cane. Nel momento in cui sarebbe dovuto entrare nel locale gli è stato impedito, proprio per via dell’animale al quale è stato negato l’ingresso.

    Il ragazzo ha subito segnalato l’episodio sui social: “Sono furibondo mi hanno battuto fuori da Starbucks perché ho il cane. Mi fai schifo, non comprerò mai più un caffè. Sono stato da Starbucks a Singapore, Dubai, Londra, New York, Parigi, sempre entrato col cane… a Milano no. Vedono il cane, mi dicono ‘basta che stia in braccio’, entro e mi fanno uscire perché mi dicono ‘scusa hai il cane’? Non ho parole”, ha concluso Tommaso.

    “Noi entriamo anche al supermercato e non esiste che lo Starbucks più grande d’Europa a Milano non consenta almeno ai cani piccoli di entrare neanche in braccio! Volevo provarci e passare con il mio bassotto, ora che so questo non ci verrò”, ha scritto un utente.

    Starbucks non ha ancora replicato alle accuse.

    In molti si sono scagliati contro l’apertura in Italia della catena statunitense. Ma il motivo per cui Starbucks ha successo non c’entra col caffè: TPI ne ha parlato con il digital strategist Cosimo Zecchi (Qui sotto l’articolo).

    Quello che i puristi del caffè italiano non hanno voluto capire su Starbucks

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  • Tetto verde e ventola a energia solare per la cuccia per cani green – BioPianeta

    Tetto verde e ventola a energia solare per la cuccia per cani green – BioPianeta

    Una cuccia per cani green, dotata di un tetto verde, un impianto di irrigazione e di una ventola a energia solare per un accessorio per cani da sogno, sostenibile e confortevole: progettata secondo i principi del moderno design sostenibile

    Progettata dallo studio di architettura Schicketanz la cuccia per cani sostenibile in cui design e sostenibilità si incontrano con il confort per gli amici a quattro zampe. L’innovativa cuccia per cani green non è solo un rifugio per il cane in quanto si tratta di una abitazione sostenibile realizzata con materiali naturali seguendo i principi del “paesaggio, architettura e interior design con un’enfasi focalizzata sulla vivibilità”.

    Tra le caratteristiche che rendono questa dog house davvero innovativa e unica al mondo è il suo tappeto verde presente sul tetto dove il cane può salire e rilassasti, insieme ad un rubinetto che non solo lo disseta ma irriga lo stesso “prato” domestico, riducendo lo spreco di acqua. In più è presente una ventola a energia solare che riscalda e raffredda l’ambiente garantendo quindi il confort del cane per non farlo soffrire in inverno o con il caldo torrido; uno scarico dietro la parete frontale invece facilita la pulizia dell’ambiente interno. Ci sono delle finestre, proprio come in una casa vera, e in più una tasca per riporre cibo, accessori e giocattoli del proprio animale.

    Questa innovativa cuccia per cani green è stata messa in mostra, dall’11 al 15 settembre, al Carmel Canine Competition. Ora è all’asta: i fondi derivati dalla sua vendita saranno tutti destinati alla Society for the Prevention of Cruelty to Animals (SPCA).

    Photo credit: Twitter.com

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