Il Governo ha deciso di prorogare di un anno i termini contenuti nel Decreto legislativo n°26/2014 relativo “all’uso degli animali per fini scientifici”, che prevedeva dal 1° gennaio 2017 l’entrata in vigore dello stop ai test per le sostanze d’abuso e gli xenotrapianti di organi fra specie.

Divieti importanti per i quali la LAV si è battuta anni, prima per la loro approvazione come criteri di recepimento della direttiva europea n.63 del 2010, e poi per il loro rispetto, con la petizione “Aiutali a uscirne che ha raccolto 57.600 firme di cittadini contrari alla sperimentazione animale e favorevoli a una ricerca diversa.
Purtroppo nel “Decreto Milleproroghe” è stato inserito anche il punto relativo a questi divieti e il Consiglio dei Ministri ha approvato lo slittamento di un anno allo stop previsto per il 1° gennaio 2017: un’occasione mancata che rispecchia un’Italia che ambisce ad essere all’avanguardia sul piano scientifico, ma che poi non ha il coraggio di mettere in pratica ciò che approva.

Il prossimo passaggio prevede la conversione in legge in Parlamento, ma la LAV non starà a guardare: proporremo emendamenti per difendere le sorti di migliaia di animali, e dei malati che hanno diritto a nuove terapie efficaci.

Prevedibili le parole di chi difende la sperimentazione animale, e che alimenta inconsistenti fobie su limiti della ricerca nazionale ipotizzando fughe di cervelli all’estero se i divieti venissero rispettati, quando lo sviluppo di modelli non animali rappresenta l’unica via per riportare l’Italia su piani competitivi a livello comunitario ed evitare che i giovani ricercatori affrontino contesti internazionali basandosi su ricerche su animali vecchie di decenni e mai validate scientificamente.

Il Decreto Milleproroghe, inoltre, è permeato da decisioni che riguardano la sfera economica ed è fondamentale comprendere quanto nella sperimentazione animale sia coinvolto anche questo aspetto, infatti se da una parte l’utilizzo degli animali si fonda su un business economico, dall’altra gli incentivi alle alternative tardano ad arrivare e sono ridicolmente irrisori, tagliando le gambe allo sviluppo e alla rinascita del nostro Paese sia su piano scientifico che culturale.

Michela Kuan
Responsabile Area Ricerca senza animali

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