Milano, 3 giugno 2017 – Il cane? Non è per tutti. Le galline? Sì, purché possano vedersi e riposarsi. Animale che hai, legge che trovi. Bizzarre alcune, ma da rispettare. Cercare un Codice che le raggruppi è tempo perso. Così, per districarsi nella babele di norme, a Binasco, nel Milanese, un team di avvocati specializzati ha avviato un servizio ad hoc: “Avvocato Animali” (www.avvocatoanimali.it; [email protected]).

«Il diritto degli animali richiede conoscenze specifiche e aggiornamento professionale: il nostro studio legale ha approfondito le problematiche investendo nella formazione di personale esperto – dichiara l’avvocato Francesca Zambonin, responsabile del servizio -. Al momento in Italia non esiste una normativa specifica unitaria e questo rende più difficile la gestione».

IL 50% delle richieste di consulenza e degli accessi al sito internet arriva dalla Lombardia. La maggior parte – il 45% del totale – riguarda la detenzione di animali in condominio e le liti tra vicini. Il 25% casistiche legate all’animale (ad esempio la responsabilità per il morso del cane) o tematiche legate alla famiglia (separazione, divorzio, successione). Il 15% problematiche professionali.

Negli ultimi anni le leggi sono aumentate. Alcune recepiscono direttive europee. È il caso del decreto legislativo del 2003 che regola distrurbi sonori e visivi delle galline ovaiole. Gli articoli 2 e 3 ne tutelano i diritti: «Il livello sonoro deve essere ridotto al minimo e si devono evitare rumori di fondo o improvvisi». Tutti gli edifici, poi, devono essere dotati di un’illuminazione sufficiente «per consentire alle galline di vedersi ed essere viste chiaramente, di guardarsi intorno e di muoversi normalmente». Infine, il riposo: la legge prevede un terzo della giornata di buio ininterrotto e un periodo di penombra per consentire alle galline «di sistemarsi senza confusione o ferite». Sono i cani, però, a occupare di più gli avvocati. Non tutti possono averne uno, se iscritto nel registro veterinario e considerato a rischio elevato di aggressività. Un’ordinanza ministeriale li vieta a chi è sottoposto a misure di prevenzione o sicurezza personale, ha subito una condanna per reati con reclusione di due o più anni o reati contro gli animali, minorenni e persone incapaci di intendere e di volere.

Chi li ha, invece, non può perderli per pignoramento. Una normativa recente ha escluso gli “animali di affezione” dai beni che possono essere prelevati per salvare debiti e situazioni di morosità. La legge esclude invece i capi da allevamento o da reddito. Ma riconosce il diritto naturale del cane di abbaiare che a volta si scontra con quello alla quiete dei condomini. Obbligatorio, quindi, cercare un compromesso che gli avvocati traducono così: «Dire che abbaiare è un diritto esistenziale dell’animale significa sancire in via generale il divieto per chiunque di impedire all’animale di abbaiare mediante azioni che portino inutili sofferenze o disagi. Ciò non significa che il cane del vicino possa abbaiare e latrare continuamente: per ottenere il rispetto dell’interesse al quieto vivere, il condomino danneggiato deve richiedere l’intervento dell’Ats».

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