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  • Lombardia, cani in ospedale. Possono far visita al padrone – il Giornale

    Lombardia, cani in ospedale. Possono far visita al padrone – il Giornale

    Rivoluzione animale. Cani, gatti e conigli possono entrare negli ospedali e nelle case di riposo della Lombardia. Il 2016 si chiude con un’immagine degna della dolcezza di Beatrix Potter, ma anche della tenacia con cui molti amministratori e operatori portano avanti da anni una filosofia di coabitazione più civile tra l’uomo e coloro che furono nostri coinquilini sull’Arca di Noè, episodio biblico che non dobbiamo mai dimenticare. La giunta guidata da Roberto Maroni ha approvato un regolamento, atteso da sette anni, che stabilisce norme d’assoluta modernità per la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo.

    «La possibilità di far entrare i pet nei luoghi in cui le persone hanno più bisogno di affetto, ospedali e case di riposo, è una novità senza precedenti» commenta Giulio Gallera, assessore al Welfare della regione lombarda, soddisfatto di un passo avanti che dovrebbe schiacciare molti pregiudizi, rimasti a uno stadio primitivo in molte regioni d’Italia, soprattutto al sud, dove il «martirio» del cane Angelo rimane uno degli episodi esecrabili del 2016.

    «Ci sono dei requisiti minimi da rispettare – precisa Gallera -. Cani, gatti e conigli devono essere accompagnati da maggiorenni. I cani devono essere muniti di museruola e condotti al guinzaglio; gatti e conigli alloggiati nell’apposito trasportino, almeno fino al momento della visita al paziente e all’ospite». Puliti e ben spazzolati. Chi non rispetta queste condizioni potrà essere soggetto a multe dai 150 ai 900 euro. Disse Albert Schweitzer che due sono le principali consolazioni per un uomo anziano: un gatto e la musica. Oggi si parla di pet therapy, pratica salutare in età avanzata. In questo l’Italia è uno dei paesi all’avanguardia nel mondo, come dimostra una casa di riposo proprio alle porte di Milano.

    Nel regolamento si parla anche dei «doveri» dei proprietari verso i propri compagni che non hanno la parola, ma sanno comunicare affetto con mezzi ben più profondi del linguaggio. Coloro che decidono di tenere un animale da compagnia devono fornirgli un luogo adeguato in cui si senta protetto, devono sfamarlo e dissetarlo e soprattutto garantirgli le cure adeguate in caso di malattia. Altro punto da rimarcare: il divieto di tenere un cane alla catena o sottoposto ad altri strumenti di contenzione, a meno che non ci sia un motivo oggettivo riscontrato da un veterinario, o per temporanee ragioni di sicurezza.

    Forte attenzione anche al randagismo, un fenomeno che va estinguendosi nelle grandi città lombarde, ma è sempre presente nelle aree rurali. Le prescrizioni della giunta lombarda ribadiscono che chiunque si imbatta in un cane vagante è tenuto ad avvisare il comune in cui è avvenuto l’avvistamento, rivolgendosi alla polizia locale o al dipartimento veterinario dell’Ats. Nel caso in cui il proprietario non sia rintracciabile, le autorità comunali competenti devono essere informate da un veterinario.

    Gli animali in addestramento non potranno essere vessati con attività dannose per la loro salute: nessun obbligo a superare le capacità o le forze naturali dei soggetti addestrati. Per quanto concerne le colonie feline, sempre in graduale aumento, i privati e le associazioni potranno prendersene cura attraverso un accordo di collaborazione con i comuni.

  • Lupi attaccano stalla e sbranano un cane – Gazzetta di Modena

    Lupi attaccano stalla e sbranano un cane – Gazzetta di Modena

    POLINAGO. Un attacco dei lupi nel cuore della notte, che arrivano nel cortile di casa per puntare dritti alla stalla con le mucche, pronti a uccidere i cani che si mettono in mezzo.L’incubo di Talbignano. È l’incubo vissuto a Talbignano da Mirella Bortolazzi – titolare di una piccola impresa agricola in via Palaveggio, a confine col bosco – e dalla sua famiglia: «Alle 4 di mercoledì siamo stati svegliati – racconta – dai nostri due cani meticci, Tommy e Pepe, che abbaiavano. Siamo scesi giù a vedere, mio marito si è spinto avanti con un faretto verso la stalla e ha visto chiaramente, a meno di dieci metri, un lupo grosso seguito da due più piccoli che puntavano all’allevamento, probabilmente attirati dall’odore della placenta, perché una mucca aveva appena partorito un vitellino».Lupi coraggiosi. I lupi sono rimasti lì nonostante avessero il faretto puntato addosso. L’uomo è corso in casa a prendere una scacciacani e quando è ritornato li ha ritrovati in cortile: solo all’esplosione di alcuni colpi se ne sono andati.In quella confusione, si sono perse le tracce dei due cani, confidando però di ritrovarli.La testimone. «Alla mattina – ricorda Mirella – quando abbiamo aperto la porta solo Pepe, il più piccolo di 4 anni, è venuto a fare le feste come sempre. Nessuna traccia di Tommy, con noi da 14 anni. Abbiamo guardato in cortile e l’abbiamo trovato steso con un buco gigantesco nella pancia che gli faceva venire fuori l’intestino. Una visione tremenda: eravamo affezionatissimi, non aveva mai fatto male a nessuno, ho pianto tutto il giorno. E poi la mia bimba di due anni che mi continuava a chiedere: “Ma dov’è Tommy? Perché non viene a giocare?” Le ho detto che è andato a fare una passeggiata, ma poi dovrà capire che non tornerà…».Nuovo attacco. Un episodio già gravissimo, ma non è finita: «Sempre mercoledì – prosegue – finito il lavoro in stalla verso le 18.30, sento l’altro cane che ricomincia ad abbaiare fortissimo. Il tempo di uscire e rivedo i lupi (non cani selvatici, assolutamente) di nuovo in cortile, che puntano alla stalla. Non riuscivo a crederci. Mio marito torna a prendere la scacciacani e con i colpi se ne vanno. Ma è incredibile: non hanno preso nessuna paura di noi la notte prima e appena è tornato buio sono subito tornati, un incubo».Attratti dall’odore del vitellino, non hanno desistito dall’ obiettivo, diventando a questo punto una minaccia: «La mia bimba si divertiva sempre a giocare in cortile, ma adesso come posso lasciarla lì? Non temo solo per l’allevamento, ma anche per lei e per noi. Ma non possiamo vivere chiusi in casa, noi e il cane che ci è rimasto».La denuncia. Mentre il marito ha provato a posizionare una rete speciale di protezione attorno alla stalla, Mirella è andata a Pavullo all’ufficio veterinario Ausl a segnalare l’accaduto: «Mi hanno detto che i lupi sono protetti e non si possono toccare. Io non discuto questo, ma non è possibile che siano liberi di venire nel mio cortile e mangiare le mie bestie, se non peggio».Da qui anche la lettera inviata in Provincia e una segnalazione alla Forestale.La paura resta: gli avvistamenti di lupi attorno al monte Palaveggio si susseguono, ce ne sono stati già diversi anche a Gombola e nella borgata della Ceppatella, dove una signora ne ha visto uno vicino alle case di mattina dopo aver accompagnato una bimba al pulmino: «Una volta in zona c’erano tanti caprioli, adesso non se ne vedono quasi più, e non solo perchéli hanno cacciati. Li hanno sbranati i lupi, ma adesso la selvaggina langue e si avvicinano alle case. E quando arriverà la neve, diventeranno ancora più affamati: non possono lasciarci in queste condizioni, bisogna che qualcuno intervenga. Qui c’è pericolo».Daniele Montanari

  • Cane precipita nel dirupo, salvo dopo una settimana – Trentino

    Cane precipita nel dirupo, salvo dopo una settimana – Trentino

    AVIO. Potrebbe aver avuto risvolti ben peggiori la vicenda accaduta recentemente nell’area di Madonna della Neve sul monte Baldo aviense che ha visto coinvolti due giovani cani di razza Setter. Purtroppo per uno di loro dopo la caduta nel dirupo è deceduto mentre l’altro, decisamente più fortunato, pur cadendo dalla medesima parete rocciosa, si è salvato ed è stato recuperato incredibilmente in buona forma dopo una settimana dagli uomini del soccorso Alpino. La vicenda inizia nella riserva di Malcesine nella zona di Pra Alpesina con un cacciatore di Domegliara intento a individuare/stanare possibili prede con l’aiuto dei due fedelissimi cani. Animali che dopo aver scovato la preda si sono messi al suo inseguimento sconfinando in territorio aviense fino alla zona di Madonna della Neve ma mentre l’ungulato con qualche balzo tra le rocce è riuscito a sfuggirgli i due poveri cani presi dalla foga non si sono accorti del precipizio ne se li stava inghiottendo. Tramite il localizzatore gps inserito nel collare un cane è stato poi individuato a qualche centinaio di metri dalla chiesetta ( nelle vicinanze dove nel secolo scorso si filava a valle fieno e legname) cosicché anche con la collaborazione di cacciatori aviensi, nonostante l’asperità del terreno, l’animale è stato raggiunto ma purtroppo era ormai privo di vita. Stessa sorte si pensava fosse toccata anche al secondo Setter del quale però non si trovava traccia.Ma ecco che dopo qualche giorno c’è chi lo sente abbaiare e si attivano le ricerche: incredibilmente però sia quando il proprietario che i suoi amici e cacciatori tornano nell’impervia zona per cercare di individuarlo non lo sentono né ad abbaiare né il segnale del localizzatore che aveva agganciato al collare. Passano i giorni e alla fine, grazie anche alla testimonianza di Benedetto Antonelli che da casa sua in località Scaie riesce ad localizzare i segnali che testimoniano la sua presenza le ricerche riprendono in una zona ben definita impossibile però da raggiungere in condizioni di sicurezza. Arrivano quindi i volontari del soccorso alpino della stazione di Ala Andrea Speziali e Carlo Cavagna che si calano per recuperare lo sventurato animale e nel contempo individuano anche la carcassa di un secondo cane da caccia di proprietà di un cacciatore aviensi che era precipitato n precedenza. Inutile dire che l’animale, ovviamente affamato ma incredibilmente senza aver subito fratture ( sarà planato su qualche pianta prima di rimanere bloccato su un terrazzino di 3/4 metri)si è fatto avvicinare ben volentieri dai soccorritori che dopo averlo imbracato l’hanno riportato all’apice della parete rocciosa dove ad attendere l’amico quattrozampe c’era il suo padrone (ma la felicità era reciproca) felicissimo di riabbracciarlo sano e salvo.©RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Varese, preso dna dei cani per multare i padroni maleducati – Corriere della Sera

    Varese, preso dna dei cani per multare i padroni maleducati – Corriere della Sera

    A Malnate hanno po’ il pallino dell’ambiente. Hanno iniziato tre anni fa mettendo un micro-chip nella spazzatura: sembrava una rivoluzione un po’ invasiva, ma in un solo anno la differenziata è passata dal 55 al 77 per cento e il paese (16mila abitanti) ha vinto un premio per essere stato tra i sette Comuni più virtuosi d‘Italia. Adesso tocca ai cani: l’amministrazione ha deciso di rendere rintracciabili, al più presto, tutti i proprietari che non raccolgono le cacche degli animali in strada. Sarà l’analisi del Dna a rivelare, senza errori, chi ha prodotto la deiezione sgradita. Non si tratta di una procedura così difficile, non aspettatevi indagini con migliaia di prelievi. Basterà avere un regolamento, un laboratorio, e il gioco è fatto. Il sindaco Samuele Astuti ne è convinto. Eppure su questo punto già divampa la polemica. La Lega Anti Vivisezione (Lav) attacca a testa bassa la nuova sperimentazione: «Si tratta di un’idea semplicemente ridicola — osserva l’associazione — l’impegno tecnico e finanziario che sarebbe necessario per realizzare tale progetto è assolutamente spropositato rispetto alla supposta gravità del problema, e inoltre i cittadini non avrebbero alcun obbligo a far schedare il Dna dei loro animali».

    Eppure qualche esempio in Italia c’è. Il Comune di Malnate ha appena avviato gli incontri con le associazioni e i cittadini, sulla scorta di una sperimentazione che a Napoli, nel quartiere del Vomero, ha portato alla riduzione del 70 per cento delle deiezioni canine in strada. Analoghi progetti sono partiti a Livorno e Trieste. E i costi? Non esagerati. La schedatura dei cani è già stata fatta dalla Regione, con i micro-chip sanitari. A Malnate, inoltre, la campagna per il prelievo del Dna sarà pagata dalla ditta che cura la raccolta della spazzatura. I cani censiti sono attualmente 2.100 (per fare una comparazione: sono 21mila a Trieste e 80mila a Milano).

    Il Comune sta elaborando un regolamento in cui darà otto mesi di tempo a tutti i proprietari per recarsi presso un ambulatorio veterinario. La schedatura del Dna del proprio cane avverrà con un prelievo salivare. Quando Fido darà la sua leccata, il padrone potrà tornarsene a casa con il cucciolo. E senza aver pagato un euro. «Stiamo facendo una indagine di mercato ma il costo di ogni prelievo — osserva l’assessore all’ambiente Giuseppe Riggi — sarà di circa venti o venticinque euro a testa. Il prezzo sarà sostenuto dalla società che si occupa di igiene ambientale nel nostro comune, la Econord. A regime ci sarà un risparmio anche per loro. Oggi, ogni uscita straordinaria per raccogliere le deiezioni in strada distoglie un operaio dal normale turno di pulizia — continua l’assessore — mentre con la riduzione delle cacche dei cani sui marciapiedi sarà la stessa azienda a risparmiare tempo e ore di lavoro».

    Malnate si sta confrontando con la Ats: vuole capire come gestire la banca dati genetica degli animali. Gli 007 della cacca, invece, saranno i vigili, ma anche guardie zoofile o il volontariato locale. Già oggi la polizia locale è dotata di due apparecchi micro-chip, con cui gli agenti possono controllare se i cani a passeggio siano, o meno, dotati dell’iscrizione sanitaria obbligatoria. C’è poi la delicata questione dell’inquadramento normativo. «L’abbandono delle deiezioni è un abbandono di rifiuti — continua l’assessore Riggi — la procedura prevede che l’operatore ecologico impegnato nella pulizia manuale, affiancato da un agente di polizia locale per la notifica, effettui il campionamento della deiezione abbandonata, e la invii al laboratorio incaricato per le analisi del Dna. Avuto l’esito del raffronto tra il Dna del campione e quelli contenuti nella banca dati, sarà possibile risalire all’animale e procedere a sanzionarne il proprietario incivile».

    La Lav sostiene che non si possano obbligare i padroni di cani a sottoporre l’animale al test del Dna, ma l’amministrazione ribatte: «Il regolamento per la conduzione degli animali da affezione — specifica l’assessore — lo prevederà espressamente». Il sindaco Samuele Astuti (Pd) aggiunge però un altro aspetto: «Il nostro è un piano complessivo sulla salute pubblica dei nostri animali — sostiene — i cittadini onesti non hanno nulla da temere ed in più si troveranno gratuitamente in possesso della mappatura genetica del loro animale, informazione utile sia per definire il pedigree o le razze di provenienza dei meticci, sia per risalire e prevenire l’insorgere di malattie». Il costo delle multe sarà definito più avanti: ma alla fine, se tutto funzionerà, Malnate avrà meno cacche per strada e padroni più consapevoli.

  • Furto sulla tavola di Natale: il cane si mangia un intero tacchino più … – La Stampa

    Furto sulla tavola di Natale: il cane si mangia un intero tacchino più … – La Stampa

    I cani sanno essere dei veri golosoni, con uno stomaco senza fondo: può succedere che ci rubino la cena dal piatto, che si mangino la torta lasciata sul davanzale a raffreddare, così come un intero tacchino ripieno, pronto per essere servito sulla tavola di Natale. 

    Questo è Bubba, un Chi Apso (incrocio tra un Chihuahua e un Lhasa Apso) di cinque anni. E questa marachella sarebbe potuta costargli molto cara. Non tanto per la delusione dei commensali, quando per sua la salute: si è divorato in pochi minuti un intero tacchino ripieno, per poi crollare sul pavimento senza essere più in grado di muoversi per ore.  

    © DEADLINE NEWS

    Secondo quando raccontato dal suo padrone, David Barrett da Prestwick, nel South Ayrshire, in Scozia, Bubba è entrato furtivamente in cucina la vigilia di Natale e ha rubato il tacchino, che era stata lasciato sul tavolo a raffreddare. Una pietanza più grande di lui, che lo ha letteralmente steso al tappeto.  

    Barrett ha pubblicato su Twitter la foto di Bubba con lo stomaco gonfio, sdraiato sul fianco. E il post del «cane-ripieno» è diventato subito virale, con oltre 24 mila cuori e 10 mila re-tweets: «C’è il colpevole del furto, non può muoversi», ha commentato.  

    © DEADLINE NEWS

    Tuttavia sembra che il Natale della famiglia Barrett non sia stato completamente un disastro: i parenti, molto divertiti per l’accaduto, hanno portato un tacchino di riserva e Bubba piano piano ha digerito il pesante pasto ed è stato messo a stecchetto. Almeno fino a Capodanno. 

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  • Il cane disturba i vicini? Potrebbero sequestrarlo – Vanity Fair.it

    Il cane disturba i vicini? Potrebbero sequestrarlo – Vanity Fair.it

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  • Cosa deve mangiare il gatto

    Cosa deve mangiare il gatto

     L’alimentazione felina presenta peculiarità da conoscere se si vuole somministrare una dieta corretta e bilanciata al nostro gatto: mangiar sano aiuta a rimanere in salute, fatto salvo le concessioni del periodo Natalizio!. Il processo di domesticazione ha influito in maniera relativa e insolita sulla specie felina tanto da preservarne molte delle caratteristiche originarie. Ancora oggi Il gatto è a tutti gli effetti un carnivoro puro ossia necessita per il suo sostentamento primariamente di proteine. I piccoli felini nascono cacciatori di altrettanto piccole prede, fatte per lo più di proteine e grassi e in misura minima di carboidrati: questo ha fatto si che il loro sistema digerente prediliga le vie di metabolizzazione dei primi due principi nutritivi rispetto agli zuccheri.


    Sintetizzando i capisaldi della nutrizione felina è importante sapere che prevede:
    1.     ridotta capacità di inibire gli enzimi del catabolismo dell’azoto e del ciclo dell’urea
    2.     un indispensabile apporto dell’aminoacido arginina, la cui carenza può provocare gravissime conseguenze per la salute del gatto
    3.     incapacità di sintetizzare taurina a partire dalla cistina
    4.     limitate capacità di metabolizzare i carboidrati della dieta
    5.     incapacità di sintetizzare la Vit A a partire dai beta caroteni
    6.     incapacità di sintetizzare la niacina a partire dall’aminoacido triptofano
    Arginina, taurina, Vit A e niacina sono tutti componenti abbondanti nelle prede naturali del gatto mentre è limitata la presenza di carboidrati; di conseguenza le vie metaboliche più sviluppate in questo animale sono quelle “dedicate” a ricavare energia dalle proteine e dai grassi, piuttosto che dagli zuccheri.
    Le peculiarità della nutrizione felina iniziano dall’anatomia e fisiologia dell’apparato digerente. I gatti hanno meno denti dei cani, mancando di alcuni premolari e molari dalla superficie fessurata: la loro dentizione è più adatta a tagliare la carne piuttosto che triturarla. A livello salivare, poi, non presentano l’amilasi, un enzima preposto alla digestione dell’amido. Essendo abituati a mangiare piccole  quantità suddivise in molti pasti quotidiani, la capacità del loro stomaco è piuttosto limitata rispetto a quella dei cugini canidi così come la lunghezza dell’intestino, fattore fondamentale nel determinare il tempo necessario a digerire. Inoltre nei gatti il fattore intrinseco deputato all’assorbimento della vitamina B12 è prodotto esclusivamente dal pancreas, mentre in altre specie anche dall’intestino stesso.

     
    Le abitudini predatorie rappresentano un altro tassello importante per comprendere le esigenze alimentari particolari dei gatti. In natura i piccoli felini si nutrono di roditori, volatili, insetti, rane, rettili, tutte prede che danno un basso apporto calorico, motivo per cui i gatti necessitano di numerosi pasti quotidiani (fino a 20!). In più il comportamento predatorio prevale istintivamente sull’esigenza nutrizionale vale a dire che nel gatto è paradossalmente più importante l’atto della caccia che il fine stesso, nutrirsi. Le preferenze alimentari vengono influenzate dalla dieta delle madri durante la gravidanza e l’allattamento: l’esperienza “gustativa” dei gattini nei primi 6 mesi di vita detterà legge nelle scelte nutrizionali durante l’intero arco della loro vita. Per questo motivo si suggerisce ai proprietari di far provare più cibi possibili in questa fase, in maniera tale da non ritrovarsi ad aver a che fare con un gatto dai “gusti difficili” in età adulta. L’attrattività dell’alimento, inoltre, non è solo dettata dal gusto ma anche dall’odore, dalla consistenza e dalla temperatura, con predilezione per i cibi a temperatura ambiente o tiepidi.


     Anche le condizioni “ambientali” in cui il gatto si nutre possono influenzarne le preferenze alimentari: se l’animale associa una situazione di stress ad un determinato cibo, può decidere di non mangiarlo mai più!. Per tale ragione è sempre meglio evitare di introdurre una nuova dieta, per quanto indicata in certe condizioni patologiche, mentre il gatto è ospedalizzato. Infine essendo stato assunto che i piccoli felini abbiano un’origine desertica, si spiega la loro enorme capacità di  concentrare le urine e , conseguentemente la tendenza a bere minor quantità di acqua giornalmente rispetto ai cani.
    Alla luce di quanto raccontato,  si capisce come una dieta “fai da te” somministrata al gatto possa soltanto provocare gravissime ripercussioni sulla sua salute. Il consiglio è quello di chiedere sempre al medico veterinario di fiducia quale sia il miglior modo di nutrire il nostro amico a quattro zampe, sempre secondo il buon vecchio adagio secondo cui: “prevenire è meglio che curare”.

    Se vuoi maggiori informazioni chiama la Clinica Veterinaria Borgarello allo 0116471100 o inviaci una mail info@clinicaborgarello.it.
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  • Paceco: avviata la campagna di sensibilizzazione su randagismo … – La Gazzetta Trapanese

    Paceco: avviata la campagna di sensibilizzazione su randagismo … – La Gazzetta Trapanese

    News

    Se lo ami non lo abbandoni: chippa il tuo cane”, è lo slogan di una “Campagna di comunicazione sul randagismo e sull’anagrafe canina e sensibilizzazione all’adozione di un randagio”, promossa dal Comando di Polizia municipale di Paceco d’intesa con l’Amministrazione comunale.

    L’iniziativa è stata avviata con un incontro nell’aula magna del plesso scolastico “Eugenio Pacelli”, a cura del comandante, Giuseppe D’Alessandro, e dell’assistente capo Maria Concetta Terranova, responsabile dell’Ufficio randagismo, con il supporto della veterinaria Ivana Caruso.

    “Nel biennio 2015/2016, nel territorio comunale sono stati accalappiati complessivamente 60 cani e si è proceduto alle relative cure e alla sterilizzazione” sottolinea il comandante della Polizia municipale, ricordando che “gli animali recuperati, vengono preventivamente microchippati, presso l’ASP di Trapani o presso l’ambulatorio veterinario Kimera, della dottoressa Ivana Caruso, convenzionato con il Comune anche per le emergenze di cani incidentati. Conseguentemente, i cani vengono trasferiti al rifugio sanitario L.I.D.A. San Cataldo di Caltanissetta, in virtù di un’altra convenzione, e dopo un periodo che varia in base alle loro condizioni, ritornano sul territorio come cani di quartiere”.

    “Ad oggi, alla LIDA si trovano ancora ricoverati 17 cani, perché 21 sono stati reimmessi sul territorio e altri 17 sono stati adottati – aggiunge l’assistente capo Terranova – mentre ulteriori 5 esemplari intestati al Comune sono morti durante il ricovero. Per favorire l’adozione dei restanti cani, quest’anno, sul sito del Comune è stata inserita una pagina specifica dedicata alle adozioni”.

    Per fronteggiare il fenomeno del randagismo, ma anche per tutelare gli animali d’affezione, è stato predisposto un prospetto informativo:

    COSA È L’ANAGRAFE CANINA? – È una banca dati dei microchip dei cani che permette di rintracciare il proprietario del cane, nel rispetto della privacy del cittadino.

    COSA È IL MICROCHIP? – È una piccola capsula che viene inserita dal medico veterinario, con una siringa nel sottocute del cane in modo rapido, innocuo e indolore. Il microchip non emette alcun tipo di onda, ma contiene un numero di identificazione univoco che viene rilevato dal “lettore”.

    PERCHÉ “MICROCHIPPARE” IL MIO CANE? – Per salvare la vita di molti cani dal pericolo del randagismo, perché un cane smarrito può essere facilmente ritrovato grazie alla banca dati dell’anagrafe canina.

    DOVE DEVO ANDARE? – I cani devono essere iscritti in anagrafe canina dal Servizio Veterinario della Azienda sanitaria provinciale, oppure dall’ambulatorio del proprio medico veterinario.

    QUANTO COSTA? – L’iscrizione del cane all’anagrafe canina, è gratuita presso il servizio veterinario della Azienda sanitaria provinciale; basta recarsi con il documento d’identità e il codice fiscale.

    RICORDA! – Comunica la cessione a qualsiasi titolo e il cambio di residenza entro 30 giorni. È inoltre un obbligo di legge per il proprietario o il detentore, compreso il commerciante, iscrivere il cane in anagrafe nel secondo mese di vita e comunque entro trenta giorni dal possesso. Comunica la scomparsa del cane o la morte nel più breve tempo possibile. Se non lo hai ancora fatto, provvedi al più presto anche per non incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

    PERCHÉ È UTILE STERILIZZARE IL CANE? – La sterilizzazione aiuta il controllo delle nascite. È l’arma più importante per la lotta al randagismo, evita il problema di trovare giusta collocazione alle cucciolate indesiderate. I cani di proprietà, sono sterilizzati presso l’ambulatorio del proprio medico veterinario di fiducia, i cani randagi sono sterilizzati presso gli ambulatori veterinari pubblici.

    I CANI NON SI ABBANDONANO – Il fenomeno del randagismo è direttamente proporzionale a quello dell’abbandono: più cresce quest’ultimo, maggiori sono le probabilità che i cani abbandonati si inselvatichiscano e si aggreghino tra di loro, perdendo il contatto con l’essere umano e diventando veramente pericolosi per l’uomo.

    Per combattere il fenomeno del randagismo, occorre pertanto agire dalla radice estirpando il problema dell’abbandono: le recenti campagne di sensibilizzazione hanno cambiato tanto questo fenomeno, riuscendo a diminuire il numero di cani abbandonati, ma purtroppo non è ancora abbastanza. Dovrebbero essere molto più consistenti le forme di informazione su ciò che comporta adottare un animale domestico, ed in questo dovrebbero avere voce in capitolo sia i veterinari che le associazioni di volontariato e gli enti a protezione degli animali: prevenire è meglio che curare, ed informare le persone sulle conseguenze che comporta adottare un cane o un gatto, potrebbe essere di aiuto per renderle più consapevoli delle loro scelte e per spingerle a non prendere decisioni affrettate o sbagliate.

    COME RAPPORTARSI CON IL MONDO CANINO – I cani randagi possono essere un vero pericolo, soprattutto quando si uniscono in branco e formano delle vere e proprie squadre di cani pronti ad attaccare l’essere umano per paura, per rabbia o semplicemente per fame.

    Nel concreto, quando si avvista un animale randagio o si è di fronte ad un branco di cani randagi, la prima cosa da fare è mantenere la calma.

    Mai correre, sia perché essi potrebbero essere molto più veloci, sia perché in questo modo si alimenterebbe nel branco l’istinto alla caccia della preda, con conseguenze spesso disastrose. Allontanarsi lentamente, mantenendo un atteggiamento aggressivo, sicuro e dominante, potrebbe aiutare ad uscire illesi da questa situazione.

    CANI E BAMBINI possono vivere insieme, anzi dovrebbero sempre vivere insieme, ma in reciproca e assoluta sicurezza. Questo, normalmente, significa che i genitori devono essere sempre presenti quando i due interagiscono.

    CANI E BAMBINI non devono essere i reciproci giocattoli. Non è corretto permettere al bambino di fare i comodi suoi col cane, ma non è corretto neppure il contrario: ci sono cani che giocano “troppo pesante” rispetto all’età e alla fragilità del bambino, e questo può creare bambini cinofobi, o quantomeno diffidenti verso i cani.

    Il bambino che ha paura dei cani è quello a maggior rischio di essere morso (perché scappa, strilla, si comporta insomma come una preda, e il cane deriva da un predatore puro: anche se lui non lo è più, in realtà l’impulso a rincorrere ed afferrare ce l’ha ancora forte e chiaro – si chiama proprio “impulso predatorio” – e per questo può diventare pericoloso, anche quando insegue il bambino solo per gioco.

    I bambini vanno educati al rispetto dei cani, non solo per evitare che vengano morsi, ma anche perché il cane è un essere vivente, pensante, sensibile, che per di più ha fiducia in noi. E noi abbiamo il dovere di ricambiare proteggendolo, non certo sottoponendolo a veri e propri maltrattamenti.

    INSEGNARE AI BAMBINI A RISPETTARE IL CANE, lo si deve fare anche se non si hanno cani, perché chiunque, prima o poi, qualche cane lo incontrerà: quindi non esistono scuse per dimenticarsi di spiegare ai bambini che il cane non è né un mostro, né un giocattolo. Educare i bambini al rispetto è un preciso dovere di ogni genitore.

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  • #Stopbotti:pericolo per animali e persone.Vietarli è atto di responsabilità

    #Stopbotti:pericolo per animali e persone.Vietarli è atto di responsabilità

    “Accogliamo con rammarico e seria preoccupazione la decisione del TAR del Lazio che sospende con decreto cautelare urgente l’ordinanza ‘anti- botti’ del sindaco di Roma, Virginia Raggi, peraltro senza neppure aver sentito le ragioni del Comune” – dichiara la LAV, anche quest’anno impegnata nell’informazione e sensibilizzazione di cittadini e sindaci, affinché i giorni di festa non si trasformino in un incubo per gli animali, a causa dell’utilizzo dilagante di petardi, botti e artifici pirotecnici.

    “In attesa delle motivazioni della decisione adottata dal TAR del Lazio, non ancora note – prosegue la LAV – ribadiamo la pericolosità dei ‘botti’ di Capodanno per animali e persone, e chiediamo ai Sindaci di continuare ad emanare ordinanze che ne vietino l’utilizzo, nel rispetto delle procedure previste per legge e degli obblighi di informazione alle autorità prefettizie. Vietare l’uso di petardi, botti e artifici pirotecnici è un atto di responsabilità, affinché i festeggiamenti di Capodanno non si traducano in una tragedia per gli animali, oltre che per salvaguardare l’incolumità dei cittadini. Anche in considerazione del fatto che il capodanno risulta essere un momento di massima allerta delle misure preventive antiterrorismo istituite in molte città italiane.”

    Solo lo scorso anno il bilancio ufficiale parla di 251 persone ferite a causa dei botti, cui si aggiungono le conseguenze, devastanti, per gli animali: “il fragore, infatti, oltre a scatenare una naturale reazione di spavento, li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento e/o investimento, altra circostanza che può mettere a repentaglio l’incolumità di animali e persone, che i Sindaci hanno il dovere di tutelare. In caso poi di esplosioni in prossimità dell’animale, sia d’affezione che selvatico, vagante o di proprietà, le conseguenze possono essere molto più drammatiche, causandone spesso il ferimento o la morte anche per ustioni, configurando inoltre condotte penalmente rilevanti“, dichiara Ilaria Innocenti responsabile LAV Area Animali Familiari.

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    Danni collaterali delle festività

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    29 dicembre 2016Ce lo insegnano Biagio e Lilli che il periodo natalizio non è un momento facile per i cani d’ogni razza e incrocio, quanto e forse più del Ferragosto e del periodo estivo. A Londra c’è una istituzione benefica, la Battersea Dog’s and Cats Home che da 150 anni si occupa di trovare una nuova casa ai cani che l’hanno persa per i più svariati motivi: alcuni vengono abbandonati per strada altri vengono portati direttamente alla sede della Battersea da chi non può più prendersene adeguatamente cura.

    Tutti i cani e i gatti raccolti in questo periodo dalla Battersea e in cerca di una casa sono “in vetrina” su questa pagina. Dal momento della sua fondazione la Battersea ha salvato, riportato a casa o trovato una nuova casa a più di 3 milioni di animali tra cani e gatti. La media di permanenza nella struttura per un cane abbandonato è di soli 28 giorni e circa 550 cani e 200 gatti vi trovano rifugio ogni giorno.