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  • Dal Rotary Club borsa d studio al miglior laureato in veterinaria

    Mercoledì, 11 Novembre 2015 14:29

    borse di studioDal Rotary Club Parma Est una borsa di studio di seimila euro per un giovane laureato in Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Parma. La borsa di studio, istituita per l’anno accademico 2015/2016, dovrà essere utilizzata nell’anno solare 2016: sarà assegnata al miglior laureato (con titolo conseguito da non più di due anni) che abbia fatto domanda di partecipazione e che abbia discusso la propria tesi in una disciplina afferente al corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria. Potrà essere fruita sia in Italia sia all’estero, in un qualificato Centro di ricerca pubblico o privato.

    Il contributo sarà assegnato al laureato più meritevole e che non percepisca alcun altro emolumento, pubblico o privato, al momento dell’erogazione e per tutta l’annualità; la borsa di studio del Rotary Club Parma Est potrà andare al vincitore di un posto di Dottorato di Ricerca, purché senza borsa.

    I candidati dovranno presentare domanda di partecipazione indirizzata al Servizio Protocollo e Archivio dell’Università di Parma, Via Università 12, 43121 Parma, entro le ore 12 del 30 novembre 2015.
    La domanda dovrà essere corredata dal curriculum vitae et studiorum del candidato con le votazioni conseguite in ciascun esame, copia della tesi di laurea (copia cartacea e in formato elettronico) e ogni titolo ritenuto utile per la valutazione (stage, pubblicazioni scientifiche, esperienze lavorative, ecc.).

    La valutazione della domanda e di tutta la documentazione presentata sarà subordinata alla presentazione di un progetto di ricerca relativo al corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria, da sviluppare nel Centro prescelto. A conclusione dell’annualità, il borsista terrà una relazione durante una conviviale del Rotary Club Parma Est, nella quale presenterà i risultati conseguiti.

    La Commissione giudicatrice sarà composta da tre membri: il Presidente pro tempore del Rotary Club Parma Est, prof. Paolo Botti, un socio del Rotary Club Parma Est designato dal Consiglio Direttivo, e un docente del corso di laurea in Medicina Veterinaria dell’Università di Parma.

    Il testo del bando di concorso

  • A Bolzano gli allevatori scelgono il loro ‘veterinario aziendale’

    Mercoledì, 11 Novembre 2015 14:06

    daniele galloIn seguito alla delibera della Provincia Autonoma di Bolzano, gli allevatori hanno tempo fino all’11 dicembre per scegliere il loro “veterinario aziendale”.
    Come previsto da una recente delibera, a partire dal 2016 verrà creata una rete per il controllo epidemiologico sanitario a livello provinciale e la principale figura di riferimento sarà rappresentata dal veterinario aziendale. La scelta del veterinario aziendale potrà essere effettuata da oggi sino all’11 dicembre. Il modulo per effettuare la scelta è disponibile, tra l’altro, presso il Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria, presso gli uffici comprensoriali per l’agricoltura e gli Ispettorati forestali.
    Secondo la stampa locale sarebbero 65 i veterinari che hanno concluso il corso di formazione per svolgere il ruolo di veterinario aziendale ed a partire dalla prossima settimana gli allevatori, potranno effettuare la scelta del loro veterinario aziendale di riferimento.

    La delibera della Giunta bolzanina non piace alla SIVAR. In un editoriale pubblicato su Professione Veterinaria il presidente della SIVAR, Daniele Gallo (foto), osserva che “il Betriebstierarzt non è il Veterinario
    aziendale della bozza ministeriale a cui si sono pubblicamente richiamati l’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler e il presidente della Giunta Arno Kompatscher. Benché sia contemplata la “libera
    adesione” del professionista e la scelta dell’allevatore sia “facoltativa”, non si può parlare di un autentico rapporto privato fra i due, quantomeno non nei termini nei quali si è sempre ragionato, dall’intesa Anmvi-Aia-Fnovi fino alla bozza di decreto del tavolo ministeriale”. Per il Presidente Gallo “il Betriebstierarzt non è un libero professionista, ma una specie di para-statale che stipula una convenzione con l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, ritrovandosi a dover rispondere ‘contrattualmente’  non al cliente/allevatore, ma all’autorità pubblica”.

  • EXPO "Human Technopole",occasione per creare centri per ricerca sostitutiva

    Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato che nell’area dell’Expo di Milano il Governo è pronto a investire 1,5 miliardi di euro per la realizzazione dello “Human Technopole”, 70mila metri quadrati dedicati alla ricerca innovativa.

    Per essere davvero nuova, e far recuperare posizioni all’Italia anche nei confronti degli altri Paesi europei e degli Usa, proponiamo a Renzi di creare, in una delle cinque macro aree identificate, il Centro più avanzato per la ricerca scientifica sostitutiva dell’uso di animali, che peraltro sarebbe a pochi chilometri dal Centro Comune di Ricerca di Ispra che ha funzioni di coordinamento a livello europeo”, ha detto Gianluca Felicetti, Presidente LAV.

    “Si devono trattenere nel nostro Paese i ricercatori che vanno all’estero, poiché la ricerca sostitutiva viene ancora considerata da noi quasi un passatempo domenicale mentre in altri Paesi è finanziata e sostenuta, come ha nuovamente annunciato il Governo olandese qualche giorno fa. La sfida è mettere assieme ricerca pulita, lavoro duraturo, rispetto degli animali e dei pazienti umani. L’Italia non deve perdere questa sfida”.

  • Nicoletta, dal gelo del Kosovo salvata da un carabiniere – La Stampa

    Nicoletta, dal gelo del Kosovo salvata da un carabiniere – La Stampa

    Pristina. Kosovo. Estate 2015. Vicino alle basi Nato è nata una piccola comunità di cani randagi. I militari italiani, americani, austriaci, polacchi e di altre nazionalità in qualche modo li aiutano a sopravvivere. Solo le mascotte dei reparti. Quando il termometro scende a meno 25 gradi i cani si rifugiano sotto i blindati, al riparo da neve e ghiaccio; d’estate resti di razioni e cibo per animali aiutano questi branchi di cuccioli, femmine a adulti a trascorrere qualche ora serena. Ma i cani randagi in quelle zone sono vittime degli «abbattimenti pianificati». Le popolazioni locali, salvo eccezioni, non amano gli animali da compagnia. Gli abbattimenti vengono eseguiti anche dalla polizia locale con i fucili. 

    Un giorno qualsiasi, una pattuglia di nostri militari incrocia per caso una squadra di esecutori. Avvistato un piccolo branco, guidato da due grossi cani, vissuti per mesi grazie all’aiuto dei soldati Onu, si avvicinano e iniziano a sparare. I due «capi» cadono uno sull’altro. Hanno protetto i più deboli. Ma un fagotto peloso grigio marroncino, riesce a sollevarsi e fugge; stanno per sparare di nuovo. Una mano li ferma. Quella di un carabiniere. «Lasciala andare, dai, la conosco…» è il carabiniere Gianni Girardi che salva una cagnolina dall’«esecuzione». L’altro abbassa le canne del fucile.  

    In tutti quei mesi, quel cane magro, poco più di un cucciolo, tutto arruffato, è riuscito a vivere grazie ai capi-branco, che la proteggevano. I l carabiniere se la prende in braccio, con la complicità dei colleghi, e se la porta all’interno della base. Non si dovrebbe. Qui, cibo, attenzioni, coccole. Fine dell’orribile violenza di fuori. Si riprende, e da allora si chiama Nicoletta. Nicoletta, una mattina, durante l’alzabandiera, trotterella verso i ranghi, verso il suo carabiniere. L’indomani gli viene consigliato di prendersi una licenza di tre giorni per portare il cane in Italia, visto che il militare la vuole adottare. Inizia un’avventura: prima il passaporto internazionale veterinario; poi un lungo periodo di cure e vaccini, infine il viaggio. Ad aspettare Nicoletta la famiglia di Girardi. Adesso Nicoletta vive in una villetta della cintura torinese dove ha fatto amicizia con Ettore il bassotto e lentamente scompaiono anche le sue paure.  

    *****AVVISO AI LETTORI******

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  • Glossario di Cani da pelo – Lettera M – BigHunter

    Glossario di Cani da pelo – Lettera M – BigHunter

    Dal “Dizionario della Lingua italiana di Caccia” di Plinio Farini e A. Ascari, Garzanti 1941.
    Riproposto da Edoardo Mori.
    Mettere i cani al bosco
    scioglierli perché caccino.

    Mordere
    l’atto del cane contro la fiera grossa per addentarla o anche per trattenerla e fermarla. Dicevasi anche Cani da morsi ai cani da presa.

    Muta e Mute di cani
    quei tre o più cani che si usano a cacciare insieme. In latino grex canum, soluta = sciolta, adstricta, a guinzaglio. Se i cani sono due soli si dice «Coppia» e, se si parla di levrieri, «Lassa». § Muta debole: quella o meno numerosa o formata di cani meno sicuri. § Muta forte: quella ritenuta più valida per numero o qualità di cani; § ‑ mezza: composta di una sola metà dei cani assegnatigli; § muta piena: che ha il numero intero dei cani che gli spettano; § ‑ di riserva: quella tenuta in serbo per fare quel che non hanno saputo fare altre, o per i bisogni sopravenuti durante la caccia; § ‑ sciolta: coi cani non ancora al guinzaglio; § ‑ da stracca: quella che si scioglie per ultima, dopo l’inseguimento inutile di altre, perché prenda la fiera a stracca. § Formare le mute: unire insieme quei tanti cani da pelo, che si stimi poter cacciare insieme con maggior accordo. Nota. Il Tanara, che scrisse nel sec. XVII, dice In Italia dove la stracca non usa. È a intendersi però la stracca (ossia un tal modo di cacciare) alle fiere, quali il cervo e il cinghiale. Perché la stracca a lepri e ad uccelli è sempre usata anche presso di noi, come dimostrano le due voci Sopralassa, sinonimo di muta di levrieri da stracca, e il verbo Sopralassare, sciogliere la lassa da stracca dei levrieri. Per la storia. Nelle grandi cacce i cani erano cento divisi in cinque mute di venti ciascuna. I primi 20 si chiamavano «cani di muta», quelli tenuti fermi «le posate». Cosi i 20 della prima posata si chiamavano «vecchia muta», quelli della seconda «seconda vecchia muta» ecc. L’ultima era detta «Posata di sei cani». E c’era anche una «Muta volante» che seguiva la caccia portandosi ai luoghi, dove gli altri l’attendevano. E il Tanara, riferendosi a cacce più borghesi «Con tre sorte di cani si caccia: 10 segugi, 10 levrieri, e cani grossi (da presa) specie mastini e còrsi. I termini di queste cacce antiche a le fiere io li riporto contro il metodo stesso, che mi sono imposto: in quanto che, pur essendo voci locali o regionali, possono servire ai lessicografi, che verranno, per raffronti, che determinino quali tra essi sieno i vocaboli veramente proprii e logici. Se si legge il Dati, noi troviamo in gran numero voci del tutto fiorentine «la fila e i filanti, i perticanti», vocaboli, che, se si aggiungessero ai maremmani e toscani d’oggi, verrebbero a formare tale una sovrabbondanza di termini sinonimi da far disperare. Dunque necessario conoscerli tutti sì, ma per desumere da la conoscenza un criterio di scelta logica e sicura. Nei vecchi scrittori si trova anche Banda per muta: ma è modo figurato nel significato di compagnia di armati. § Cane di testa:modo militare in uso ora nel linguaggio venatico per dire Cane che guida la muta, ossia cane guidaiolo, «Di testa» è modo figurato e per conseguenza non può essere mai il proprio. Cotesta improprietà diventa quasi ridicola, nell’altro modo, usato come sinonimo di questo Cane timone. Questo vien a dire tutto il contrario del primo, perché il timone regge,si, la nave, ma da poppa.

  • Che differenza c’è fra un pastore tedesco e un chihuahua? – Vanity Fair.it

    Che differenza c’è fra un pastore tedesco e un chihuahua? – Vanity Fair.it

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  • Strage di maiali:33 soffocati su tir dalla Spagna.Basta viaggi della morte

    33 maiali morti: è questo il bilancio del trasporto fermato dalla Polizia stradale a Civitatecchia (Roma) lo scorso sabato. Erano 170 gli animali ammassati sul Tir proveniente dalla Spagna e diretto a Palermo. Gli animali erano in condizioni drammatiche, senza acqua, gli uni sugli altri per la mancanza di spazio, durante un viaggio iniziato 26 ore prima e tutt’altro che concluso.

    Uno scenario raccapricciante, documentato anche da alcune fotografie (allegate) che ha fatto scattare la denuncia per maltrattamento animali a carico del traportatore e una sanzione di circa 17 mila euro.
    I controlli, effettuati dagli agenti in collaborazione con il  servizio veterinario della ASL RM F di Civitavecchia, hanno evidenziato numerose violazioni alle norme sul trasporto di animali vivi: oltre al sovraffollamento del mezzo, gli animali erano privi di lettiera e gli impianti di abbeveraggio erano bloccati.

    Secondo quanto riportato dai media, sarebbero inoltre emerse irregolarità circa l’errata pianificazione del viaggio e delle soste previste, la mancata autorizzazione al trasporto di animali vivi, nonché l’assenza del certificato di omologazione del rimorchio. 

    “Il trasporto su lunga distanza degli animali è fonte di grande sofferenza e stress, cui ogni anno milioni di animali sono sottoposti per raggiungere i luoghi di allevamento o di macellazione, come conferma la triste vicenda di questi maiali – dichiara Roberto Bennati Vicepresidente LAV – i 33 suini morti non sono un caso isolato ed è una vergogna inaccettabile che, nonostante il Trattato di Lisbona abbia riconosciuto gli animali come esseri senzienti, le leggi europee e nazionali ancora rendano possibile questo sfruttamento da parte dell’industria della carne, orientata solo ai profitti, dimenticando gli animali e molto spesso la salute degli stessi cittadini. Casi come questi dimostrano quanto l’Europa ed i Governi siano ancora lontani dai cittadini e primi garanti delle lobby economiche della carne”. 

    Un plauso alla Polizia Stradale di Ladispoli (Roma) che ha effettuato il controllo di questo automezzo rendendo possibile l’accertamento di una situazione gravissima che ha determinato la morte di 33 animali e sofferenze indicibili per tutti i 170 maiali trasportati.

  • Benessere dal cavallo e gomma riciclata da pneumatici fuori uso

    Martedì, 10 Novembre 2015 16:00

    cavalli 04Presentato a FieraCavalli il progetto di ricerca dell’Università di Perugia. Pavimenti in gomma riciclata per i box della terapia intensiva del Dipartimento di Medicina Veterinaria.
    Il progetto di ricerca, presentato all’ultima edizione di Fiera Cavalli è volto a confermare la minore insorgenza di patologie respiratorie e danni agli arti del cavallo grazie all’utilizzo di superfici in gomma da riciclo.
    L’iniziativa intende testare la riduzione degli infortuni agli arti del cavallo e la minor incidenza di patologie respiratorie grazie all’uso di pavimenti in gomma riciclata. Due problematiche molto frequenti nel mondo equestre che costituiscono un aspetto fondamentale sia per la salute dell’animale che per la gestione complessiva dei centri ippici.

    Il progetto di ricerca nasce all’interno della partnership tra Ecopneus, la società senza scopo di lucro tra i principali responsabili della gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia e UISP-Unione Italiana Sport Per tutti, con l’obiettivo di promuovere il massimo utilizzo della gomma da riciclo nell’impiantistica sportiva. Ultimo esempio quello di Todi, dove a settembre 2015 è stato inaugurato il primo centro ippico in Italia completamente riqualificato con la gomma da riciclo, una soluzione già diffusa in Europa e che in Italia sta trovando sempre più conferme.

    All’interno dei box e nei camminamenti del centro perugino, sopra i tradizionali pavimenti in calcestruzzo sono state posate delle piastre di grandi dimensioni in gomma riciclata, mentre nell’area esterna per lo “sgambamento” dei cavalli alla sola sabbia è stata sostituita una miscela di sabbia e granulo di gomma riciclata. Una delle patologie respiratorie più frequenti nel cavallo è, infatti, l’insorgenza di problematiche connesse alla silicosi, dovute all’inspirazione delle micro-polveri di sabbia che si sollevano durante l’attività nei campi all’aperto.

    “La nostra equipe di ricercatori – ha dichiarato il Prof. Francesco Porciello Docente Ordinario dell’Università di Perugia-Dipartimento di Medicina Veterinaria e a capo della ricerca, “ha completato il primo protocollo sulla metodologia di studio per quanto riguarda l’apparato respiratorio del cavallo; studio che partirà entro l’anno e si concluderà nel 2016. Successivamente verrà preparato il protocollo di studio per testare i benefici dei pavimenti in gomma riciclata sugli arti del cavallo, che punterà a dimostrare la riduzione delle lesioni ad articolazioni, tendini e piedi grazie all’uso di queste superfici ad elevato confort”.

    “Ogni anno gestiamo raccolta e recupero di circa 250.000 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso, l’equivalente in peso di 27 milioni di pneumatici da autovettura”, ha dichiarato Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus. “Parallelamente siamo fortemente impegnati per sviluppare nuovi mercati per la gomma riciclata e consolidare quelli esistenti, come nel settore equestre, dove il vero beneficio è mettere a disposizione un materiale pregiato che in questo contesto genera notevoli vantaggi. Il settore dello sport ad oggi assorbe oltre il 40% della gomma riciclata della filiera Ecopneus”.

    “Per le attività equestri UISP è un grosso risultato – dice Fabrizio Forsoni, presidente Lega attività equestri UISP – quello di Todi, Tashunka di Vasciano, che UISP ed Ecopneus hanno inaugurato il 30 settembre scorso è il primo centro in Italia riqualificato con questi materiali, quindi per noi una grande soddisfazione. Da sempre siamo attenti al benessere del cavallo e questo impianto valorizza proprio questo tema, mettendolo al centro”.

    Le prime impressioni raccolte da addetti del settore, fantini e gestori sembrano già confermare quanto si attende. Con le miscele di sabbia e granulo la diminuzione della dispersione di polveri nell’aria è evidente tanto che il campo non necessita neanche di essere bagnato, mentre per le piastre in gomma è il cavallo stesso a preferire questa superficie alle altre tradizionali, in virtù del maggior confort.

    Aspetto, quest’ultimo, confermato anche dalla stessa Università di Perugia che ha deciso di adottare queste pavimentazioni per i propri box della terapia intensiva. “I cavalli che stazionano in terapia intensiva devono passare molto tempo in decubito, quindi una superficie confortevole è sicuramente un notevole plus, che favorisce il benessere dell’animale e facilita la riabilitazione”. Ha continuato il Prof. Porciello ”Con queste pavimentazioni, inoltre, si riduce il rischio di pericolosi scivolamenti, il materiale da lettiera viene quasi totalmente eliminato, facilitando decisamente le operazioni di pulizia dei box e aumentando l’igiene e la salubrità degli ambienti, un aspetto di primaria importanza in ogni circostanza e in particolar modo in questo contesto”. (fonte:Ecopneus/Uisp)

  • 10 posizioni nel letto che solo chi ha un gatto può capire – greenMe.it

    10 posizioni nel letto che solo chi ha un gatto può capire – greenMe.it

    Diciamo la verità. A letto sono loro a comandare. I gatti sanno imporsi, decidono come e dove mettersi e se ne hanno voglia non hanno alcun problema a buttarci quasi fuori dal nostro comodo giaciglio. L’artista Catsass si è divertito a creare delle illustrazioni che mostrano cosa fanno i nostri mici tra le lenzuola. Sonnecchiare è il loro forte, meglio se in nostra compagnia. Ma questo sono solo loro a deciderlo. Lo sa bene l’artista, che ha saputo cogliere alcune “abitudini” feline. Sì, state sorridendo ma sotto sotto siete anche un po’ arrabbiati: un baffuto riesce ad animare a dovere l’ambito momento di riposo rappresentato dal letto.Ecco le sue creazioni, decisamente originali e ironiche ma sempre veritiere:1. Presenze inquietantiQuante volte abbiamo aperto gli occhi e ci si siamo ritrovati con quelli del nostro gatto puntati addosso?1. presenza2. Il bossChi comanda? Ma loro naturalmente. E se decidono di spingerci in fondo al letto per usurpare i cuscini lo fanno. E senza chiedere il permesso.2. boss3. Il consigliere matrimonialeGià, c’è anche lui. Il detto “tra moglie e marito non mettere il dito” non vale per i gatti, che si infilano letteralmente nella coppia, riuscendo a cogliere anche i momenti di tensione.3. consulente matrimoniale4. Il jet-lagSono le 3 del mattino ma al nostro gatto non importa. Una bella miagolata notturna è quello che ci vuole, soprattutto se la performance avviene sulla nostra pancia. Il loro fuso orario sarà diverso dal nostro?4. jetlag5. L’asfissiaQuale miglior luogo del nostro viso per sonnecchiare? Una palla di morbido pelo che ci tiene al caldo e che ci lascia letteralmente senza fiato.5. asfissia6. La paralisiFermo lì! Non muoverti! Questo sembra intimare il nostro gatto quando si piazza sulle gambe, comunicando con fermezza che difficilmente abbandonerà quella comoda (per lui!) posizione.6. paralisi7. Insoliti doniDi certo non ci si può augurare di ritrovarsi con uno dei suoi bottini nel letto. Rimproverarlo? Ma era solo un dono!7. presente8. Il PolpoTante zampe, tantissime. Prendono possesso del materasso, relegandoci in un angolo. Spesso abbiamo anche il dubbio che siano soltanto quattro. E se solo provassimo a convincere il gatto a spostarsi, probabilmente uno dei suoi tentacoli lascerebbe un segno su di noi.8. piovra9. Il super-bossQuesta illustrazione si commenta da sola. Tornate al punto 2 ed elevate al quadrato. No, al cubo!9. superboss10. Il Campo MinatoIl nostro letto spesso diventa un campo di battaglia. Se allunghiamo una gamba possiamo trovare qualche ostacolo, un rotolo di carta igienica, un calzino, un biscotto smangiucchiato e qualche altro gioco. Indovinate un po’ chi è stato?10. campo minatoFrancesca MancusoFoto: catsass.meLEGGI anche:LE DIVERTENTI ILLUSTRAZIONI CHE SOLO CHI HA UN GATTO PUÒ CAPIRE DAVVERO10 DOLCISSIMI MODI IN CUI I GATTI CI DIMOSTRANO IL LORO AFFETTO (VIDEO)QUANTO E COME DORMONO I GATTI? (FOTO E VIDEO)

  • Operazione "Golden Circus":circensi e sfruttamento immigrazione clandestina

    Oltre alla tratta di animali, anche quella di esseri umani: non sono solo gli animali ad essere oggetto di traffici illeciti e a fare le spese del sistema di opacità e irregolarità diffusa che si cela dietro molte delle imprese circensi operanti in Italia e all’estero.

    Lo svela l’indagine condotta dalla sezione Criminalità straniera della squadra mobile di Palermo, che ha portato alla luce l’esistenza di un inedito canale di immigrazione clandestina basato su finte assunzioni di personale straniero, ad opera delle insegne più note del mondo del circo. L’inchiesta, guidata dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi e coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Luca Battinieri, Daniela Varone ed Enrico Bologna, è culminata questa mattina all’alba nell’operazione “Golden Circus”, scattata in tutta Italia, nelle città dove numerosi circhi indagati per sfruttamento dell’immigrazione clandestina stanno tenendo i loro spettacoli.

    Ad essere finite in manette sarebbero 40 persone, tra le quali un funzionario corrotto della Regione Sicilia, i gestori del giro, ma anche i titolari di 18 circhi che, per ogni immigrato clandestino assunto, avrebbero incassato tra i  2.000 e i 3.000 euro dall’organizzazione dei trafficanti. Fra i circensi coinvolti nell’indagine, Repubblica.it riporta i nomi di Lino Orfei e Alvaro Bizzarro, animatori degli omonimi circhi, e Darvin Cristiani, che gestisce il circo Praga. Sarebbero accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Stesse accuse che hanno fatto scattare le manette per i titolari dei circhi Coliseum Sandra Orfei, Città di Roma, Smart Shane, Kumar, Vienna Roller, Caroli, Wigliams Brother, Jonathan, Apollo, De Blais, Meraviglioso, Aris Martini, Martini Cirque D’Europe, acquatico Denji show e acquatico splash.

    “Si tratta di un’indagine senza precedenti che getta nuove ombre sul mondo del circo, rivelando una realtà che non è nuova a situazioni di irregolarità diffusa e scarsa trasparenza la nostra Associazione è da lungo tempo impegnata in attività di monitoraggio e in indagini che riguardano numerose imprese circensi, relativamente alle modalità con cui queste detengono gli animali utilizzati nei loro spettacoli. Siamo attualmente impegnati in numerosi procedimenti giudiziari contro circhi ed abbiamo recentemente pubblicato un’indagine sul finanziamento pubblico ai circhi con animali (Rapporto LAV 2015 sui Circhi in Italia), nella quale si evidenziano numerosi casi di imprese circensi  che percepiscono fondi pubblici per le proprie attività, pur non avendone diritto o essendo oggetto di procedimenti giudiziari.”

    COMUNICATO INTEGRALE