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  • Dall'aula di tribunale alla fama nel mondo: la rivincita di “Sqon” – Messaggero Veneto

    Dall'aula di tribunale alla fama nel mondo: la rivincita di “Sqon” – Messaggero Veneto

    SACILE. Una performance di spicco ha segnato l’apertura di “Gatti ad Arte”, mostra in corso di svolgimento a Sacile.E’ stata rappresentata dall’intervento di Sqon, graffitista pordenonese dallo stile inconfondibile, che domenica 25 ottobre ha realizzato “in diretta” uno dei suoi coloratissimi felini nel cortile dell’ex chiesa di San Gregorio, opera poi esposta nella rassegna.Cortile affollato, per l’occasione, di persone incuriosite che si sono sedute alle spalle di Sqon e lo hanno visto manovrare con sicurezza le sue bombolette spray con lo stesso piglio di un pittore alle prese con tela e pennelli.In religioso silenzio hanno seguito i suoi movimenti circolari e armoniosi – quasi una danza – davanti al pannello su cui in pochi minuti ha preso forma un grande gatto azzurro con enormi occhi e una lunga coda vaporosa.Non si sentiva volare una mosca, solo il sibilo delle bombolette di Sqon che sprigionavano il loro getto colorato.«Sono abituato ad avere gente che si ferma a guardare mentre lavoro – ha spiegato il giovane artista, che nella vita si chiama Andrea Alzetta – ma confesso che sapere di avere tanti occhi puntati addosso mi emoziona sempre».Quando si gira verso il pubblico e, togliendosi la mascherina, con un sorriso dice «Finito», scoppia l’applauso per questo writer che si è guadagnato lo status di artista dopo essere finito anche, in una circostanza a Venezia, in un’aula di tribunale, processo da cui è uscito assolto. I suoi non erano graffiti deturpanti, ma arte.Sqon – un nome “etichetta” una “tag”, come ci dice – non ha un significato particolare, ma lui ci è molto affezionato. Ha amato disegnare fin da piccolo; poi, giovanissimo, ha iniziato a dipingere sui muri con gli spray con alcuni compagni, per divertimento e curiosità.«Allora non c’erano scuole o corsi che ti insegnassero come si fa – racconta –. Quello che so l’ho imparato da solo, provando e riprovando, guardandomi attorno, pensando e progettando».All’inizio erano lettere o altre figure quelle che scaturivano dal getto nebulizzato delle sue bombolette, ma a un certo punto, nel 2003, ecco comparire i gatti: «Adoro i gatti, ovviamente, ma nel mio lavoro sono venuti quasi per caso e adesso sono il soggetto che mi contraddistingue. Mi piace trovare analogie fra il gatto, animale notturno, e il writer».Gatti surreali dai colori sgargianti che spalancano i loro grandi occhi in faccia al mondo e sembrano osservarlo, sornioni.I gatti di Sqon, oltre che in Friuli e in Veneto, si trovano anche nelle grandi capitali come Parigi, New York, Vienna, Amsterdam, e in molte altre città. Su muri, vagoni di treni, perfino su tronchi d’albero o in mezzo a un bosco, i gatti di questo giovane friulano catturano l’attenzione e costringono la gente a fermarsi, a guardare, a pensare.Oggi Sqon vive e lavora a Montereale Valcellina dove ha uno studio. «Realizzo tele, ma anche opere grafiche, disegni, stampe anche per l’abbigliamento. Quando lavoro all’aperto mi piaceinteragire con l’ambiente circostante e soprattutto mi piace dipingere su teli di cellophane perché mi sembra di disegnare sull’aria. Fin dalla prima volta che ho dipinto con lo spray ho capito che era una cosa che mi rendeva felice. Così non ho più smesso».©RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Secchio dopo secchio, volontari salvano in extermis 500 pesci da fiume in secca

    Alcuni giorni fa, grazie all’intervento dei volontari della sede LAV di Bassano del Grappa (Vicenza), cinquecento pesci intrappolati in un ruscello in secca sono stati recuperati e liberati in un corso d’acqua, scongiurandone la morte per asfissia.

    I fatti risalgono a una sera di inizio novembre quando un volontario della sede LAV di Bassano, costeggiando un piccolo canale, si accorge di una pozza in cui nuotano numerosi pesci, praticamente imprigionati, essendo il resto del canale completamente in secca. Scatta la segnalazione agli altri volontari della sede locale LAV, che si recano sul posto facendo una triste scoperta: il livello dell’acqua era sceso vertiginosamente e centinaia di  pesci si contendevano le due piccole pozzanghere rimaste.

    In piena emergenza e in mancanza del tempo necessario per richiedere un intervento esterno, i volontari corrono alla casa più vicina, recuperando un paio di secchi ed iniziando immediatamente a trasferire tutti i pesci in un canale a poche decine di metri, in pieno corso d’acqua. Al termine del salvataggio viene informata la Polizia Provinciale, il cui intervento – se anche immediato –  non sarebbe comunque arrivato in tempo, data l’estrema urgenza della situazione.

    Si tratta di una bella storia a lieto fine, con un bilancio positivo di ben cinquecento vite salvate, che mette in luce l’importanza delle segnalazioni dei cittadini e del lavoro svolto quotidianamente dai volontari LAV presenti nelle 76 sedi locali distribuite su tutto il territorio nazionale. 

    Invitiamo chiunque venga a conoscenza di situazioni di maltrattamento o di pericolo per la vita degli animali a segnalarcelo, contattando la sede locale LAV più vicina, oppure scrivendo a info@lav.it.

  • Visoni, Olanda vieta allevamento. E l’Italia cosa aspetta?

    “L’interesse generale è più importante degli interessi dei singoli allevatori di visoni”: pesante come un macigno, il pronunciamento dell’autorità giudiziaria olandese si abbatte sull’industria della pellicceria, confermando la fine dell’allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce.

    E’ questa la decisione finale della Corte di Appello olandese sul contenzioso avviato dagli allevatori contro il Governo dell’Aja dopo che, nel dicembre 2012, il Parlamento approvò la legge che metteva al bando questa forma di allevamento (LAV era presente nella delegazione internazionale che seguì i lavori del Senato olandese).

    Il bando entrerà effettivamente in vigore dopo un lungo periodo di transizione che si concluderà nel 2024, e prevede compensazioni economiche per gli allevatori (che erano state ritenute inadeguate nella prima sentenza del 2014, ora ribaltata). Nel nuovo pronunciamento il lungo periodo di transizione è stato ritenuto sufficiente per consentire agli allevatori di recuperare gli investimenti, assorbendo gli effetti negativi conseguenti all’impossibilità di proseguire nella loro attività. 

    L’Olanda è il quarto Paese allevatore di visoni nel mondo, con una produzione annuale di circa 6 milioni di animali. In Italia, invece, sono circa 150.000 i visoni uccisi ogni anno nei 20 allevamenti ancora attivi. Presso le Commissioni Sanità al Senato e Agricoltura alla Camera sono già stati presentati e assegnati tre distinti Disegni di Legge (a firma Sen. Amati, PD – On. Brambilla, FI – On. Gagnarli, M5S) che riassumono le istanze della LAV per porre fine a questa barbarie. Analoghi provvedimenti sono stati presentati anche presso i Consigli Regionali di Emilia Romagna e Sicilia.

    Negli ultimi tre anni al Parlamento italiano abbiamo già presentato oltre 100.000 firme raccolte in diverse petizioni, abbiamo scritto direttamente al Governo (e in particolare ai Ministri dell’Agricoltura Martina, e della Salute, Lorenzin), abbiamo scritto ai Presidenti ed ai Senatori ed Onorevoli componenti delle Commissioni Salute del Senato e Agricoltura della Camera (le due commissioni dove sono assegnate le proposte di legge per il divieto di allevamento).

    Il Parlamento ed il Governo devono necessariamente dare in tempi rapidi una risposta concreta agli italiani e vietare definitivamente anche nel nostro Paese questa anacronistica forma di allevamento.

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  • Focolaio LPAI a Ravenna, le misure dei Servizi Veterinari

    Giovedì, 12 Novembre 2015 15:20

    bird flu 1Elementi di informazione dal Ministero della Salute sul caso di influenza aviaria a bassa patogenicità a Ravenna.
    Il 10 novembre 2015 il Centro di Referenza Nazionale presso l’IZS delle Venezie ha confermato con la metodica PCR – RT una positività per un virus influenzale a bassa patogenicità appartenente al sierotipo H5N 2, in campioni prelevati da anatre domestiche in un allevamento nel Comune di Ravenna. Nell’allevamento in questione non sono stati registrati casi clinici di malattia.

    Nel darne notizia, la Direzione Generale della Sanità Animale ha anche reso noto che – come previsto dal d.lgs n. 9/2010– i Servizi veterinari competenti per territorio hanno provveduto al sequestro dell’allevamento con blocco delle movimentazioni in entrata e uscita dall’azienda, all’abbattimento dei capi (circa 3000 animali) e sono in corso le operazioni di pulizia e disinfezione.

    E’ stata istituita una zona di restrizione di 1 km d i raggio dall’azienda. Gli animali erano stati sottoposti a prelievo nell’ambito delle attività di controllo per influenza aviaria.

    pdfNOTA_DGSAFV_LPAI_RAVENNA.pdf144.96 KB

  • Antimicrobici nei suini, il Regno Unito aggiorna le strategie

    Giovedì, 12 Novembre 2015 15:08

    1111PIGwelfare2Aggiornata nel Regno Unito la guida all’uso responsabile degli antibiotici nell’allevamento suino. Obiettivo: aiutare i produttori con strumenti tagliati su misura per il comparto.

    Un comunicato stampa, condiviso da AHDB (Agriculture and Horticulture Development Board) annuncia un aggiornamento della guida all’uso di antibiotici nei suini attualmente in uso nel Regno Unito.
    La revisione è stata condotta congiuntamente da Pig Health and Welfare Council (PHWC)e dalla Pig Veterinary Society (PVS, Divisione della British Veterinary Association).  L’aggiornamento è il frutto di “antimicrobials study tour” in Olanda da parte di un contingente di esperti del Regno Unito, con l’intento di verificare quanto dell’attuale gestione antimicrobica in uso nei Paesi Bassi, possa essere di beneficio alla filiera suinicola britannica.

    John FitzGerald  del PHWC ha dichiarato che l’uso responsabile degli antibiotici “significa ridurre al minimo la necessità di utilizzarli, attraverso una gestione dell’allevamento che riduca il rischio di malattia e ricorra agli antimicrobici correttamente per mantenere la salute e il benessere degli animali”. “Siamo molto soddisfatti di questa guida – ha aggiunto- che aiuterà veterinari e allevatori a rivedere il loro uso di antibiotici  e a valutare i modi in cui ottimizzarlo senza compromettere i suini”.

    La rappresentante PVS Grazia Webster ha dichiarato: “Ci rendiamo conto che molti veterinari e gli agricoltori stanno già applicando queste linee guida sulle migliori pratiche nella loro revisione dell’uso di antibiotici. Questo studio è parte integrante dei loro sforzi per usare gli antibiotici solo quando serve e quanto necessario, per proteggere i suini che hanno in cura e incoraggiare tutti i nostri membri a porsi il probelma di migliorare il loro attuale approccio. “

    Nel confronto con gli altri Stati Membri, Pig Progress ha fatto il punto delle strategie in atto in 8 Paesi europei. Per L’Italia si evidenzia che dal 2013 il Ministero della Salute e l’IZSLER si sono posti l’obiettivo della riduzione di antibiotici negli allevamenti suinicoli attraverso un programma di intervento i cui risultati saranno valutati nel 2017.

    Cosa si sta facendo in 8 Paesi Europei (mappa interattiva)

    Best Practice Guide to Antibiotic Usage Review on Pig Farms

    Pig veterinary society: prescribing principles for antimicrobials

    Antimicrobials Study Tour

  • De Filippo: inserire anche i farmaci nella legge anti-spreco

    Giovedì, 12 Novembre 2015 14:18

    PATTUMIERASarà un Comitato ristretto a fondere in un unico testo le norme per la limitazione degli sprechi alimentari contenute in sette proposte di legge.
    Ieri in XII Commissione Affari Sociali, il Sottosegretario Vito De Filippo ha dichiarato l’appoggio del Governo all’iter legislativo prospettato dal Presidente On Mario Marazziti: introdurre nell’ordinamento nazionale una legge per la riduzione dello spreco alimentare, il recupero e il riuso delle eccedenze. “Non vi è dubbio – ha dichiarato il Sottosegretario- che lo sperpero, che diventa rifiuto e che ha un costo per l’intera collettività, comporta a sua volta un dispendio di risorse naturali e idriche utilizzate per produrre gli alimenti, consumo di concimi e di fertilizzanti e, soprattutto, emissioni di anidride carbonica a ogni livello della filiera”.

    La Legge in lavorazione dovrebbe favorire, con semplificazionie agevolazioni, il consolidamento e la moltiplicazione di inizative già in essere per la cessione di beni alimentari. Ma non solo. La nuova normativa dovrà anche prevedere “una serie di misure che, nel rispetto dei regolamenti comunitari in materia, garantiscano la salubrità e l’idoneità dei beni alimentari ceduti”, in favore del «consumatore finale» inteso come colui che non utilizza tali prodotti nell’ambito di un’operazione o attività di un’impresa del settore alimentare.

    Nel solco della normativa già disponibile- La «Distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale» non è una novità normativa in senso assoluto. Il Sottosegretario ha ricordato che, ai sensi della legge 25 giugno 2003, n. 155, le ONLUS che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari, sono equiparate, nei limiti del servizio prestato, ai consumatori finali.
    Il regolamento (CE) 178/2002 richiede che- in ogni fase della produzione, della trasformazione e della distribuzione- sia essere assicurata la rintracciabilità degli alimenti, dei mangimi, degli animali destinati alla produzione alimentare e di qualsiasi altra sostanza destinata o atta a entrare a far parte di un alimento o di un mangime. In caso di situazioni di allerta alimentare, infatti, è fondamentale poter individuare l’ultimo distributore che deve essere responsabile della dichiarazione della provenienza dell’alimento ai fini dell’informazione al consumatore ed eventuale ritiro del prodotto qualora sia necessario adottare da parte delle autorità competenti delle misure di prevenzione o gestione del rischio in situazioni di emergenza sanitaria. A tal fine, la vigente normativa dispone che gli operatori devono disporre di sistemi e di procedure che consentano di mettere a disposizione delle autorità competenti le informazioni al riguardo disponendo di sistemi e procedure per individuare le imprese alle quali hanno fornito i propri prodotti.

    De Filippo ha anche richiamato il decreto legislativo n. 109 del 1992 per puntualizzare il concetto di  «termine minimo di conservazione» e “data di scadenza”; con il primo si deve intendere ” il limite oltre il quale l’alimento è sicuro, ma può non conservare alcune caratteristiche organolettiche, quali ad esempio la fragranza, l’odore, la sofficità. Gli alimenti che hanno superato tale termine, possono essere commercializzati garantendo l’integrità della confezione e le idonee condizioni di conservazione”. Invece, per «data di scadenza» si intende “la data di scadenza che comprende il giorno, il mese ed eventualmente l’anno, e comporta la enunciazione delle condizioni di conservazione, e, qualora prescritto, un riferimento alla temperatura in funzione della quale è stato determinato il periodo di validità”.

    Spreco di medicinali- Con riferimento al riutilizzo di beni di «prima necessità», De Filippo ha introdotto il tema dei medicinali non utilizzati, non scaduti e correttamente conservati. Ha quindi sottoposto all’attenzione della Commissione l’opportunità di far rientrare nel provvedimento in itinere anche i  farmaci “avendo cura, tuttavia, di predisporre un impianto normativo che escluda la possibilità di tale iniziativa, quando i medicinali non presentano il confezionamento integro ovvero, quando presentano difetti di produzione, non offrendo la garanzia di qualità e sicurezza”. Sul punto il Presidente della XII Commissione ha fatto presente che per la riduzione dello spreco di farmaci è stata presentata una proposta di legge ad hoc dall’On Donata Lenzi.

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    Le sette proposte di legge sullo spreco alimentare
    C. 3057 Gadda, C. 3167 Mongiello, C. 3196 Faenzi, C. 3237 Sberna, C. 3274 Nicchi, C. 3248 Mantero e C. 3191 Causin.

  • Cane cammina per due giorni e 17 chilometri per ritornare dalla sua … – La Stampa

    Cane cammina per due giorni e 17 chilometri per ritornare dalla sua … – La Stampa

    «A volte sono i cani a scegliere il loro essere umano, ed è quello che è successo in questo caso» dice Tiffany Ford per descrivere l’incredibile storia di Hank

    Tutto ha avuto inizio il 22 ottobre scorso quando la donna ha visto una foto del quattrozampe sul web: un bellissimo pastore bianco, ma triste. Così ha coinvolto l’amica veterinaria Rachel Kauffman e già pochi giorni dopo il cane era finito in affido nella casa di quest’ultima a Memphis (Stati Uniti). 

    Un affido, non un’adozione definitiva, perché Rachel Kauffman aveva già due cani e un altro cucciolo in affido, e non aveva intenzione di far crescere ancora la sua famiglia a quattrozampe. Tutto stava andando secondo i piani: Hank si stava riprendendo fisicamente e d’umore, mentre le due donne avevano trovato una famiglia disposta ad aprirgli per sempre le porte di casa. 

    Ma Hank si è subito affezionato a Rachel: «E’ una cosa che capita spesso quando si prende in affido un nuovo cane. Lui mi seguiva in giro, osservava tutto quello che facevo – racconta Rachel ai media statunitensi -. Sapevo che era nato un buon legame, ma non pensavo che fosse così forte». 

    Il 30 ottobre, dopo aver trascorso sei giorni con Rachel, Hank è stato portato a un altro affidatario, in un altro quartiere, per trascorrere lì i pochi mesi che restavano per farlo tornare in perfetta salute. Ma quando il nuovo affidatario lo ha lasciato in casa per un impegno, Hank si è aperto la porta di casa ed è scappato

    Subito è scattato l’allarme e sono partite le ricerche di Rachel ed altri volontari sia in strada sia usando i social network: grazie alla foto, sono subito arrivate molte segnalazioni molto dettagliate, un percorso che sembrava portare il cane verso la zona ovest della città.  

    Poi, dopo due giorni, Nicole Douglas lo ha visto di fronte a un negozio poco lontano dalla casa di Rachel così ha pensato di chiamarla: «Sto seguendo Hank!’». Il cane ha camminato ancora sino a fermarsi sotto il portico di Rachel. 

    «Ha viaggiato 17 km per tornare da me… Non riesco a capire come abbia fatto così velocemente – ha detto Rachel -. Evidentemente era scritto nel destino che dovessimo tornare insieme!».  

    VIDEO: IL MOMENTO DELL’INCONTRO FRA HANK E RACHEL (clicca qui)  

    twitter@fulviocerutti  

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  • Vegan chef contest: concorso LAV per Istituti alberghieri e enogastronomici

    La LAV lancia oggi in tutta Italia il concorso Vegan Chef Contest, dedicato agli Istituti Alberghieri ed Enogastronomici.

    Ogni classe partecipante dovrà inviare entro il 15 marzo 2016 una ricetta 100% vegetale corredata da foto della preparazione e del piatto completo e quella giudicata migliore vincerà una sessione pratica di cucina con uno Chef vegano, nella propria scuola.

    I clienti vegetariani e vegani aumentano sempre di più e i cuochi devono saper affrontare questo genere di cucina sempre più spesso. La LAV sostiene la scelta vegan per motivi etici, ambientali e di distribuzione delle risorse e per questo abbiamo pensato di offrire agli istituti che preparano i cuochi di domani un’occasione per sperimentare la cucina totalmente vegetale.

    Sarà un modo per arricchire l’esperienza formativa dei loro allievi, in un mondo del lavoro decisamente competitivo.

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  • Nuove AIC per la zoppia nei cavalli e i trattamenti in zootecnia

    Giovedì, 12 Novembre 2015 12:01

    bigstock Prescription Medicine And Comp 5043757Sono autorizzate all’immissione in commercio nuove specialità medicinali per la cura di cavalli, bovini, caprini, ovini, suini, avicoli, conigli. E’ stato autorizzato con decreto ministeriale il medicinale veterinario Osphos 51 mg/ml, soluzione iniettabile per cavalli della società inglese Dechra Limited. Il principio attivo è Acido clodronico 51,00 mg (equivalente a clodronato bisodico tetraidrato 74,98 mg). 
    Il farmaco è indicato per alleviare la zoppia clinica associata ai processi di riassorbimento osseo del sesamoide distale (osso navicolare) nei cavalli adulti. 
    Il periodo di validità del medicinale veterinario confezionato per la vendita è di 2 anni. Il farmaco è esclusivamente monouso e se non utilizzato deve essere smaltito.
    Il tempo di attesa per carne e visceri è di zero giorni. Non è consentito l’uso in animali che producono latte per il consumo umano.
    Da vendersi esclusivamente dietro presentazione di ricetta medico veterinaria in triplice copia non ripetibile. (fonte)

    Il ministero della Salute ha autorizzato all’immissione in commercio anche il farmaco veterinario Raldon 600 mg/g, polvere per uso in acqua da bere per vitelli, suini, polli da carne, galline ovaiole, tacchini, conigli. Titolare della AIC la ditta DOX-AL Italia S.p.A. Il principio attivo è Colistina solfato 600,0 g. 
    Il medicinale può essere impiegato per il trattamento e la metafilassi delle infezioni enteriche causate da E. coli non invasivo sensibile alla colistina. Prima del trattamento metafilattico deve essere stabilita la presenza della malattia nella mandria o nel gruppo.
    Il tempo di attesa per carne e visceri è di 5 giorni nei conigli, 7 giorni sia per suini che vitelli, 1 giorno sia per polli da carne che tacchini. Per quanto riguarda le uova nelle galline ovaiole il tempo di attesa è invece di zero giorni.
    Il periodo di validità del medicinale veterinario confezionato per la vendita è di 24 mesi, dopo la prima apertura di 60 giorni, infine dopo la diluizione in acqua o latte conformemente alle istruzioni è di 24 ore.
    Da vendersi esclusivamente dietro presentazione di ricetta medico veterinaria in triplice copia non ripetibile. (fonte)

    Con procedura decentrata, è stato infine autorizzato all’immissione in commercio il farmaco veterinario Denicol Spray 28,5 mg/g spray cutaneo, soluzione, per cavalli, bovini, capre, pecore, suini, visoni, conigli della società irlandese Eurovet Animal Health. Il principio attivo è Tiamfenicolo 28,5 mg.
    Denicol Spray può essere utilizzato in tutte le specie di destinazione per il trattamento di infezioni da lesioni superficiali causate da microorganismi sensibili a tiamfenicolo. Nei bovini, nelle capre e negli ovini è invece indicato per il trattamento delle infezioni dell’unghiello e dello zoccolo come pedaina, dermatite interdigitale, dermatite digitale causate da microorganismi sensibili a tiamfenicolo.
    Il periodo di validità del medicinale veterinario  confezionato per la vendita è di 2 anni. 
    Il tempo di attesa è di zero giorni per carne e visceri di cavalli, bovini, capre, pecore e conigli; per carne e visceri dei suini è invece di 14 giorni. Per quanto riguarda il latte il tempo di attesa è di zero ore. Il farmaco non deve essere usato sulle mammelle di animali in allattamento se il loro latte è destinato al consumo umano.
    Da vendersi esclusivamente dietro presentazione di ricetta medico veterinaria in triplice copia non ripetibile. (fonte)

  • Controlli ufficiali in veterinaria e gestione dei conflitti di interesse

    Giovedì, 12 Novembre 2015 12:15

    conflitto interessiSono pubblicate sul BUR Lazio le Linee Guida regionali sulla gestione del conflitto d’interesse degli addetti al controllo ufficiale in materia di sanità veterinaria e sicurezza alimentare. A predisporle è stato un gruppo di lavoro appositamente costituito dal Commissario ad Acta Nicola Zingaretti. Le Linee guida – che si propongono come “strumento pratico”- individuano le circostanze che generano o potrebbero generare conflitti di interesse e le misure interne da adottare per prevenirli. Destinatari delle Linee Guida sono i Dipartimenti di Prevenzione delle ASL; a queste ultime vengono fornite le procedure e la modulistica per assolvere l’impegno formale a dare anche evidenza documentale all’attività svolta, fra cui il modello  standard di dichiarazione di assenza – o di presenza- di conflitto di interesse.

    Il conflitto di interessi, nell’ambito dei controlli ufficiali veterinari, è il medesimo disciplinato dal Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici: “la situazione in cui un interesse privato (anche non economico) interferisce, ovvero potrebbe tendenzialmente interferire, con la capacità del dipendente ad agire in conformità con gli interessi aziendali. Il conflitto può nascere anche da una promessa o da una situazione che potrebbe verificarsi in futuro. La gestione del conflitto di interessi si intreccia con le norme anticorruzione.

    Esempi di conflitto di interessi. Le Linee Guida indicano alcune situazioni di incarico che configurano il conflitto di interessi. Ad esempio gli incarichi che si svolgono a favore di  soggetti nei confronti dei quali la struttura di assegnazione del dipendente ha funzioni relative al rilascio di concessioni o autorizzazioni o nullaosta o atti di assenso comunque denominati, anche in forma tacita; e inoltre a  soggetti fornitori di beni o servizi per l’amministrazione, relativamente a quei dipendenti delle strutture che partecipano a qualunque titolo all’individuazione del fornitore.

    Sono inoltre esposti al conflitto di interesse gli incarichi a favore di soggetti privati che detengono rapporti di natura economica o contrattuale con l’amministrazione, in relazione alle competenze della struttura di
    assegnazione del dipendente, salve le ipotesi espressamente autorizzate dalla legge; gli  incarichi che si svolgono a favore di soggetti privati che abbiano o abbiano avuto nel biennio precedente un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all’ufficio di appartenenza.

    Ulteriori esempi riguardano gli incarichi che si svolgono nei confronti di soggetti verso cui la struttura di assegnazione del dipendente svolge funzioni di controllo, di vigilanza o sanzionatorie, salve le ipotesi espressamente autorizzate dalla legge; gli incarichi che per il tipo di attività o per l’oggetto possono creare nocumento all’immagine dell’amministrazione, anche in relazione al rischio di utilizzo o diffusione illeciti di informazioni di cui il dipendente è a conoscenza per ragioni di ufficio.

    Le Linee guida inseriscono fra gli esempi di conflitto di interessi anche gli incarichi e le attività per le quali c’è l’incompatibilità prevista dal d.lgs. n. 39/2013 (o da altre disposizioni di legge vigenti) nonchè gli incarichi che, pur rientrando nelle ipotesi di deroga (es esercizio libero-professionale, partecipazione a convegni, collaborazione editoriale, ecc.) dall’autorizzazione di cui all’art. 53, comma 6, del d.lgs. n. 165/2001, (cumulo di impieghi e incarichi) presentano una situazione di conflitto di interesse.

    In generale, tutti gli incarichi che presentano un conflitto di interesse per la natura o l’oggetto dell’incarico o che possono pregiudicare l’esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente. La valutazione operata dall’amministrazione circa la situazione di conflitto di interessi va svolta tenendo presente la qualifica, il ruolo professionale e/o la posizione professionale del dipendente, la sua posizione nell’ambito  dell’amministrazione, la competenza della struttura di assegnazione e di quella gerarchicamente superiore, le funzioni attribuite o svolte in un tempo passato ragionevolmente congruo.

    Obbligo di astensione– Fra le misure e le azioni previste dalla Legge 190/2012 con finalità di prevenzione della corruzione, vi è anche l’obbligo di astenersi dalla partecipazione alle decisioni- per il responsabile
    del procedimento e per i titolari degli uffici competenti –  in tutti i casi di conflitto di interessi, anche solo potenziale. Il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano “gravi ragioni di convenienza”.

    La segnalazione del conflitto deve essere indirizzata al dirigente, il quale, esaminate le circostanze, valuta se la situazione realizza un conflitto di interesse idoneo a ledere l’imparzialità dell’agire amministrativo. Il dirigente destinatario della segnalazione deve valutare espressamente la situazione sottoposta alla sua attenzione e deve rispondere per iscritto al dipendente medesimo sollevandolo dall’incarico oppure motivando espressamente le ragioni che consentono comunque I’ espletamento dell’attività da parte di quel dipendente. Nel caso in cui sia necessario sollevare il dipendente dall’incarico esso dovrà essere affidato dal dirigente ad altro dipendente ovvero, in carenza di dipendenti professionalmente idonei, il dirigente dovrà avocare a sé ogni compito relativo a quel procedimento. Qualora il conflitto riguardi il dirigente a valutare le iniziative da assumere sarà il responsabile per la prevenzione”.

    Dal marzo del 2013 Palazzo Chigi ha conferito a Nicola Zingaretti – l’incarico di Commissario ad acta per la prosecuzione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Lazio. Fra i primi atti, l’adozione dei Programmi Operativi 2013 – 2015 a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro- richiamati dalle Linee Guida regionali sulla gestione del conflitto di interessi.
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    Decreto del Commissario ad Acta 28 ottobre 2015, n. U00503– (Bur Lazio 5/11/2015)
    Linee Guida regionali sulla gestione del conflitto d’interesse degli addetti al controllo ufficiale in materia di sanità veterinaria e sicurezza alimentare.