SASASRI. Gli occhi tristi e sottomessi, la coda tra le gambe, oppure il loro modo di tremare, di accucciarsi nell’ombra, appiattendosi in un mondo distante. I cani non parlano, ma anche nel silenzio sanno raccontare benissimo i maltrattamenti e le sofferenze. Avrebbero tutto il sacrosanto diritto di maledire il Natale, il Ferragosto, e tutte quelle feste che cadono come una mannaia sulla loro esistenza. Dovrebbero mordere l’uomo, essere intrisi di rabbia, mostrare le zanne. Invece non sanno cosa sia il rancore, e la coda continua ad agitarsi per un primordiale istinto di riconoscenza. È nel loro dna di animali generosi: sono sempre pronti a dare una seconda possibilità.
Natalino. Così sarà per Natalino. Lo ha trovato un ragazzo a Ozieri, il 25 sera attorno alle 20,30. Passeggiava nei pressi della Chiesa di Santa Lucia, accanto a una batteria di cassonetti, e ha sentito dei guaiti soffocati, e rumore di bottiglie. Così ha appoggiato l’orecchio alla campana di vetro e ha capito che il lamento proveniva da lì . Ha rovesciato il contenitore, infilato la mano e tirato fuori un cagnetto con la testa completamente avvolta da carta, nastro adesivo e una busta di nylon. Come a quel cucciolo sia rimasto ancora un soffio di vita, resta un piccolo miracolo. «Quasi certamente chi ha compiuto questo gesto così insensato e sadico – dice Federica Canu, presidentessa della Orme Onlus di Ozieri – lo deve aver fatto qualche minuto prima. Conciato in quel modo il cucciolo non avrebbe potuto sopravvivere più di 20 minuti. Quando è stato liberato, era ansimante, e dopo qualche secondo ha ripreso a respirare. Abbiamo sporto denuncia contro ignoti, e chiediamo a chiunque possa darci informazioni di scriverci privatamente. Fatti così gravi devono avere un nome e un cognome».
Nel frattempo Natalino si gode la sua parentesi di coccole dalle volontarie di Orme. Ha due mesi, un trisavolo cugino di un cane lupo, e già una lunga sfilza di candidati all’adozione. Per le sfighe a quattro zampe esiste una curiosa legge di compensazione: più i cani hanno sofferto, e più facilmente trovano casa.
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