Lunedì, 30 Gennaio 2017 16:09

E’ questa una delle conclusioni di un parere scientifico EFSA sul rischio di resistenza agli antimicrobici associata alla somministrazione di latte con residui di antimicrobici ai vitellini. Tale latte – precisa l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare- non è consentito per il consumo umano, ma è ammesso per nutrire i vitelli.
L’EFSA è stata incaricata di valutare il rischio di sviluppo di resistenza agli antimicrobici (AMR) in relazione all’alimentazione con colostro potenzialmente contenente residui di antibiotici e all’alimentazione con latte di capi sottoposti a trattamento antibiotico. All’EFSA era anche stato richiesto di proporre soluzioni per mitigare gli eventuali rischi.
Il trattamento di vacche da latte durante la cosiddetta asciutta e durante l’allattamento è prassi comune negli Stati membri dell’UE per prevenire e curare le infezioni della mammella (Penicilline, anche in combinazione con aminoglicosidi, e cefalosporine). I residui di questi medicinali, si legge nello studio dell’EFSA “diminuiscono con la durata dell’asciutta”.
Il consumo di latte da mucche trattate con antimicrobico durante l’allattamento porta a una maggiore eliminazione fecale dei batteri resistenti agli antimicrobici dai vitelli.
Lo studio EFSA analizza le possibili opzioni per limitare l’alimentazione di tale latte per vitelli e per mitigare la presenza di batteri resistenti nel latte crudo o nel colostro principalmente basate sulla inattivazione termica.
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