All’interno del più grande mercato di carne di cane della Corea del Sud, il Moran di Seongnam, a breve sarà vietata la macellazione a scopo alimentare del “migliore amico dell’uomo”. La decisione è stata presa dall’amministrazione cittadina in collaborazione con l’associazione dei venditori ed è stata accolta con grande soddisfazione dagli attivisti e dalle associazioni di tutto il mondo che da decenni si battono contro questa pratica. L’accordo prevede che l’attività cessi del tutto entro maggio 2017, per questa ragione i venditori inizieranno già nei prossimi giorni a rimuovere le strutture di macellazione e le gabbie dove i cani vengono richiusi prima di essere uccisi.
Finanziamenti pubblici per convertire l’attività – Il mercato di Moran è stato aperto nel 1960 e vanta una lunga storia. Al suo interno si può trovare di tutto, dagli oggetti di antiquariato, agli animali. In media, ogni anno, sono stati venduti vivi o morti circa 80 mila cani, e dalle sue macellerie proviene un terzo dell’intero consumo nazionale di questa carne. Per agevolare il provvedimento l’amministrazione ha previsto di stanziare delle sovvenzioni pubbliche per aiutare i 22 macellai che attualmente ci lavorano a passare ad altre attività. L’accordo si inserisce in un progetto più ampio della città per riqualificare il mercato: “Questa iniziativa va nella direzione della risoluzione dei problemi legati al consumo di carne di cane – ha dichiarato in una conferenza stampa il sindaco di Seongnam, Lee Jae-Myung, – in questo modo speriamo di sradicare l’immagine negativa che circonda il mercato di Moran”. Per concludere il suo intervento il primo cittadino ha voluto citare una celebre frase di Gandhi: “La grandezza di una nazione si può giudicare dal modo in cui vengono trattati i suoi animali”.
La soddisfazione di attivisti e associazioni – La notizia in poche ore ha fatto il giro del mondo e ha suscitato numerose reazioni positive. Anche il presidente dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), Carla Rocchi, ha voluto commentare il provvedimento scrivendo direttamente al sindaco di Seongnam. “Il movimento animalista internazionale – ha dichiarato Rocchi – ha ottenuto una vittoria importantissima, una di quelle che possono preludere a grandi cambiamenti, ma la guerra non è ancora vinta. Molto resta ancora da fare, nella stessa Corea, a partire dalla concreta applicazione del bando. Confidiamo comunque in un effetto domino, in un contagio virtuoso al resto dell’Asia: anche il famigerato Festival di Yulin potrebbe avere le ore contate”. Solo nell’edizione del 2016 nella tristemente famosa manifestazione cinese sono stati uccisi circa 10 mila cani.
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